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Pubblicato in: Recensioni

Need for Speed Undercover

Recensione di Fabiano “Deimos” Zaino

Need For Speed Undercover è disponibile per Nintendo DS, Nintendo Wii, PC, PlayStation 2, PlayStation 3, PSP, Xbox 360. La versione testata è quella per Xbox 360.

Film come Fuori in 60 secondi e Fast and The Furious, hanno fatto la storia per quanto riguarda i soggetti che includono l’alta velocità e le missioni come infiltrati speciali. Il nuovo capitolo della serie di Need For Speed, Undercover, riprende questa formula in tutto le sue fasi di gioco: allacciate le cinture e premete a fondo il piede sull’acceleratore, la gara ha inizio.

 

SBIRRO SOTTO COPERTURA

Anche quest’anno, tutti gli appassionati di macchine, gare clandestine e velocità (virtuale), gioiranno per il nuovo capitolo della serie di NFS, lasciandosi alle spalle il colpo fallito di Pro Street, EA torna sui suoi passi con il recente capitolo e ci permette di giocare con l’identità di un poliziotto sotto copertura che ha come missione principale quella di incastrare una serie di street racer che si arricchiscono con un giro clandestino di auto rubate.

La trama è molto consistente se non proprio originale e, a differenza dei precedenti capitoli, sarà composta principalmente da dei filmati girati in live motion, quindi con attori in carne e ossa. Questo espediente è una delle parti meglio riuscite del gioco visto che tutta la produzione è puntata su scene all’altezza di un film e anche la regia delle sequenze si attesta su questi livelli.

Il nostro alter ego sarà principalmente aiutato da un agente federale che ci fornirà la giusta copertura nell’affrontare le missioni o gare che ci troveremo ad affrontare per le strade di Tri-City, questo il nome della grandissima città virtuale che fin da subito potremo esplorare liberamente senza limitazioni.

Si abbandona la modalità a eventi legali messa sul piatto in Pro Street per tornare alle corse clandestine e agli inseguimenti con la polizia già visti in Most Wanted.

Le gare a cui parteciperemo durante tutto il gioco sono le classiche già viste negli episodi precedenti, nulla è stato aggiunto, anzi, qualcosa è stato eliminato, non si sa bene per quale causa.

Avremo modo di gareggiare su circuiti chiusi o in gare aperte per la città, ci sono quelle contro il cronometro o contro un solo sfidante che principalmente si tengono in autostrada (molto divertenti e veloci) e dove dovremo tenerlo nello specchietto retrovisore per un tot di tempo oppure seminarlo completamente. Per ultime troviamo gli inseguimenti con la polizia che pattuglia la città, queste volanti agganciano il nostro mezzo quando superiamo il limite di velocità consentito o quando faremo dei gravi danni cittadini distruggendo panchine, fermate di autobus, impalcature di palazzi, bidoni e cosi via. Attenti anche a quando correremo nelle gare, le volanti sono in agguato e ci capiterà più volte di finire una corsa con due o tre macchine della polizia alle spalle da seminare.

Purtroppo però, oltre ad un inizio di gare e missioni più che decente, dopo appena poche ore di gioco, tutto risulterà subito ripetitivo e un tantino noioso anche per colpa di una intelligenza artificiale veramente poco agguerrita nelle corse. Non dico che il gioco sia facile, forse non per un utente alle prime armi ma chi ha già navigato esperienza nei titoli di NFS, qui non troverà alcuna difficoltà a finire sempre primo tutte le gare.   


NELLO SPECCHIETTO RETROVISORE

Quanto detto fin ora non aggiunge nulla di nuovo per il genere, vediamo dunque nel dettaglio cosa si trova in più in questo Undercover. Si inizia guidando una macchina non troppo veloce ma abbastanza buona per i primi successi su strada, fintanto che non inizieremo a sottrarre gli stessi libretti di circolazione e quindi macchine più veloci e potenti. Questo espediente dei libretti servirà a colmare una piccola limitazione del gioco legata all’abilità del pilota: se non saremo all’altezza di alcuni mezzi più potenti, non potremo metterci le mani sopra ma grazie ai libretti di circolazione vinti in gara, potremo comunque avere per le mani delle macchine più veloci di quella di base.

Altra novità per quanto riguarda le gare è un sistema di abilità che va aumentando quando “domineremo” letteralmente le corse, se saremo abbastanza veloci da posizionarci a diversi secondi di distanza dalle altre macchine, il gioco ci premierà con dei punti auto e guadagni maggiori. Purtroppo però, questi punti abilità non saranno configurabili a piacimento (non immaginatevi una sezione rpg purtroppo) ma saranno disposti come meglio crede il gioco nelle sezioni di efficacia del motore, delle gomme, della nitro e della frizione.

Questa nuova opzione però, oltre ad aggiungere un fattore che ci premierà nel migliore dei modi nelle gare più veloci, danneggia leggermente la possibilità e la voglia nel cambiare il proprio mezzo, visto che anche con una sola macchina nel nostro garage, potremo cercare di ottenere il massimo solo da essa senza pensare alle altre e vi assicuro che continueremo comunque a vincere anche contro macchine di cilindrata maggiore.

Il parco macchine di conseguenza è molto fornito, i modelli sbloccabili sono ben 55 e vanno dalle marche classiche come Lotus, Mazda, Audi, Bmw, Ford, Nissan etc fino ai bolidi da sogno come le sempre favolose Lamborghini, McLaren, Porsche, Cadillac, Ferrari, Dodge e tantissime altre.

Riguardo il parco auto, la guida del mezzo non si discosta di una virgola con i precedenti capitoli, modello altamente arcade e semplificato. Anche l’effetto velocità è reso discretamente, con i classici effetti di scia e sfocatura agli angoli dello schermo.

 

IL RUGGITO DEL MOTORE

Ruggito da leone o miagolio da gattino?

Anche qui il rendimento grafico è molto altalenante, con poche gioie e molti dolori.

Tri-City è immensa: la città si divide in zone tutte differenziate per impostazione scenica e grafica, avremo la zona portuale, quella centrale dominata da numerosi grattacieli e quella collinosa dove il verde è una gioia per gli occhi. Anche qui nulla di innovativo ma fa sempre un certo effetto girare per una megalopoli cosi varia e ben allestita. Nota dolente riguarda la “vita” vera e propria della metropoli, purtroppo ci sono pochissimi mezzi in circolazione e tutto risulta piuttosto falso: la verità è che EA non sta spingendo affatto per ricreare una città vera in cui vivere minuto per minuto.

Altro punto dolente è il fatto che non abbiamo l’alternanza della giornata, non si capisce come mai questa opzione non venga implementata ma si continui ad avere gare prevalentemente di giorno o solo di notte. I modelli delle macchine di Undercover sono ben realizzati e riflettono il mondo circostante con un certo realismo, anche danni e ammaccature sono state implementate ma non precludono il modello di guida, anche se andrete contro un muro a 200 km orari, potrete rimettervi subito in gara.

L’aspetto più particolare del gioco è sicuramente l’illuminazione anche se alle volte risulta più marcata di quella che dovrebbe essere rendendo gli oggetti di scena un tantino troppo solarizzati e tende a coprire alcune piccole magagne del motore grafico come le scanalature di alcuni modelli o delle texture non troppo definite

Detto questo, sappiate che l’engine grafico che muove il titolo è pesante e scarsamente ottimizzato. Non si capisce proprio come mai durante una corsa ci siano notevoli cali di frame o rallentamenti anche quando non siamo torchiati dalle altre macchine o quando in secondo piano non ci siano neanche mezzi che animano la città. Fastidioso come non mai è anche l’effetto troppo pronunciato di una città che non si aggiorna come dovrebbe, lasciandoci molte volte con un pezzo di panorama non definito o addirittura non presente: gravissimo, in questi attimi, il gioco si blocca letteralmente per mezzo secondo. Questo non gioca per niente a favore della serie che sta lentamente scendendo verso un giudizio mediamente basso.

Sempre per quanto riguarda la parte grafica, devo aggiungere la scarsa fantasia nell’arredare quello che è lo sfondo del nostro negozio virtuale, privo di un fondale definito e con la sola texture dell’asfalto sotto le ruote, la macchina sembra posizionata all’interno di una dimensione alternativa – non costava veramente nulla aggiungere un tetto a questa scenografia.

Chiudendo, segnalo che come sempre sarà possibile modificare il mezzo con varie elaborazioni per quanto riguarda cofano, ruote, scocca, alettone etc. Per questa opzione è presente l’autosculpt già visto nei capitoli precedenti, che ci permette di impostare come meglio crediamo le dimensioni di ogni nuovo pezzo aggiunto alla macchina.   

  

Il comparto audio, come sempre, risulta molto ricco e si sposa bene con l’ambientazione. Le musiche propongono brani realmente esistenti di svariati gruppi e generi: hip-pop, la musica elettronica e la drum e bass fanno da padroni ma avremo modo di ascoltare anche qualche pezzo punk, rock o una commistione tra i due generi. Il doppiaggio è in italiano, curato sia per quanto riguarda i filmati cinematografici che in gara, interessanti alcuni commenti degli sbirri che ci inseguiranno durante le corse e il loro scambio di informazioni relativi al nostro mezzo.

 




This post was published on 16 Dicembre 2008 12:20

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