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Recensioni

IXION | Recensione (PC) | Space opera e city building

Da quando ho memoria ho sempre voluto un videogioco che unisse il mio amore per la fantascienza alla mia passione per i giochi gestionali, un’esperienza che però invece di affrontare la colonizzazione del pianeta di turno fosse invece incentrata sui viaggi interstellari per andare a colonizzare pianeti extrasolari: viaggi così lunghi da richiedere generazioni di persone che si succedono su un’arca spaziale prima di raggiungere la destinazione.

Quando ho visto per la prima volta IXION sulle pagine di Steam, ho pensato di trovare finalmente pane per i miei denti. E non solo, perché al di là del lato gestionale gli sviluppatori polacchi di Bulwark Studios e gli editori Kasedo Games, divisione di Kalypso Media Group, hanno deciso di caratterizzare il loro titolo con una forte componente narrativa ricca di misteri e interrogativi importanti. Una vera opera di fantascienza, dove la missione di espansione e colonizzazione umana si trasforma ben presto in un thriller sci-fi.

La narrativa che non vi aspettate da un RTS

Un’arca spaziale idealmente dovrebbe far vivere e progredire la popolazione al suo interno prima di arrivare a un pianeta da colonizzare. Ma cosa accadrebbe se ci fossero problemi proprio nel bel mezzo di questo viaggio? Bulwark Studios probabilmente sono partiti da questa idea di base, per poi sviluppare una narrazione ben più specifica, misteriosa e spacca-mascella, insomma una vera e propria space opera.

IXION è dunque pur sempre un RTS dove il cuore del gameplay risiede nel gestire un’arca spaziale, costruire edifici al suo interno per farla funzionare e per far vivere i suoi abitanti, e pianificare tempi e spazi per non far collassare il tutto. Gli sviluppatori tuttavia hanno ricamato attorno a questa struttura strategica una storia sci-fi di alto spessore, in grado di raccontarsi sia con gli indizi e i misteri sparsi in giro e narrati dagli eventi testuali, sia con i visionari filmati di gioco.

Fin da subito IXION mette la sua narrativa sui giusti binari della cazzutagine: una cutscene ci mostra uno space-shuttle partire dalla Terra per attraccare a una gigante stazione spaziale rotante. Ci ritroveremo subito dopo a guardare l’attracco del velivolo dal punto di vista del giocatore, dall’alto della Tiqqun, nome con cui ci viene presentata la stazione di cui sopra. Filmati di qualità continueranno a susseguirsi in ogni momento importante della narrazione, e come potete vedere dagli screenshot inclusi in questo paragrafo, la cifra stilistica adoperata per realizzarli è dannatamente cinematografica.

I messaggi comunicati proprio dalla presentazione iniziale dei filmati e in seguito da tutta la narrativa sono evidenti. La nave Tiqqun (pronunciata “Tycoon”) è l’ultima follia futuristica nata dalla mente di un sedicente proto-Elon Musk, un ricco personaggio che si atteggia a filantropo, il quale pensa che trovare una casa tra le stelle all’umanità sia molto meglio che risolvere i disastri ambientali del proprio pianeta. Certo, idealmente le due cose non è che debbano escludersi, ma è l’atteggiamento umano del personaggio in questione dietro questa parvenza scientifica a solleticare il senso critico del giocatore per fare parallelismi con la realtà.

Proprio alla partenza della Tiqqun con un nuovo futuristico motore, occorrenza epocale trasmessa in mondovisione, qualcosa non va secondo i piani. Niente spoiler, sappiate solo che il sogno utopico dell’umanità diventerà un incubo al quale il giocatore dovrà porre rimedio. O quantomeno dovrà tentare di capirci qualcosa mentre cerca di far sopravvivere l’umanità.

Management alla deriva nello spazio

Il gameplay di IXION si sviluppa in tre istanze, tutte e tre divise in tre diverse schermate, dove il fulcro centrale è sempre quello di tenere in piedi la Tiqqun. La prima schermata, quella più interna alla stazione, vede il giocatore gestire l’intera popolazione-equipaggio, assicurandosi che sia ben nutrita, felice e occupata. Per riuscire in questi scopi è necessario costruire edifici interni alla stazione, dalle semplici abitazioni a cose più complesse come laboratori, fonderie, mense e siti di stoccaggio delle risorse.

Alla tradizionale formula di un city building, IXION aggiunge un paio di twist: la Tiqqun ha uno spazio limitato, il che rende il trovare uno spazio agibile per gli edifici da costruire una sorta di puzzle. Per espandere la superficie di costruzione si possono aprire gli altri settori della stazione spaziale, ma la condivisione di risorse da un settore all’altro è probabilmente la cosa più tediosa e meno riuscita di tutto il videogioco. Il problema è che, con una spinta narrativa così preponderante, stare lì a bilanciare gli import e gli export di risorse, polimeri, forza lavoro e materiali da una sezione all’altra della Tiqqun rompe un po’ il senso di immersione e di ansia per il mistero che cerca di comunicare il gioco.

Malgrado le sbavature micro-gestionali, l’impianto strategico di IXION all’interno della Tiqqun è di per sé già un gran bel gioco con cui passare ore divertenti. Al giocatore è richiesto il bilanciamento continuo delle esigenze dell’equipaggio con le risorse a disposizione e con la logistica.

La seconda schermata di gioco, forse la meno usata, è quella relativa all’esterno della stazione spaziale Tiqqun. Qui si tratta semplicemente di un sistema di upgrade dell’enorme stazione, che consiste in aumenti di energia per i settori interni. L’unica cosa davvero degna di nota di questa istanza di gioco, è lo scenario: osservare i luoghi dove finisce la stazione rende giustizia all’immersione nello spazio.

L’ultima istanza di IXION infine è quella della mappa stellare, dove è possibile conoscere la propria posizione nel sistema stellare in cui la Tiqqun è approdata e dove ci si rende un po’ conto di cosa c’è nello spazio lì fuori dalla comoda e calda arca spaziale. Qui infatti è possibile lanciare sonde per esplorare i dintorni, navi minatrici per estrarre le risorse trovate e navi scientifiche per studiare scoperte e potenziali pericoli.

Alcune di queste scoperte inoltre portano ad eventi testuali che, oltre a far progredire la narrazione, riescono anche a rompere positivamente la ripetitività del game loop fatto di gestione, costruzione ed esplorazione. Tutto IXION infatti ruota su questi tre assi, mentre si muove in una storia torbida sul destino dell’umanità. Il modo in cui le tre aree di gioco di IXION si intersecano tra loro non è solo un flavor di interfaccia, ma anzi la transizione da una schermata all’altra è sempre un movimento di camera dal sapore cinematografico.

Una scintilla innovativa sul fronte registico lo si può avvertire in maniera più sottile anche all’interno della Tiqqun, dove non è la telecamera a muoversi nella direzione voluta dagli input del giocatore, ma è invece la stazione stessa a ruotare da un’estremo laterale dello schermo all’altro!

Una sorpresa di notevole fascino

Archi narrativi secondari e una grande storia di fondo non sono solo una cornice all’impianto simulativo e strategico di IXION, ma ne sono una parte fondamentale che donano carattere e spessore epico all’intero gioco di Bulwark Studios. IXION è una vera e propria space opera dove non mancano sia i cliché più classici del genere, sia colpi di scena degni di hollywood, sia stoccate alla nostra modernità.

In tutto ciò va anche considerato che IXION è alla sua base un RTS gestionale con diversi sistemi interconnessi tra loro, che già di per sé poteva vivere di vita propria senza una narrazione ben strutturata come quella che ruota attorno alla Tiqqun. A confermare questo senso di epicità ci pensa anche una colonna sonora degna di essere chiamata tale, e in generale un comparto audio in grado di comunicare i feedback del gioco in maniera chiara e netta ma anche di incentivare l’immersione nei suoi ambienti principali.

Peccato tuttavia che questa unione tra narrativa epica e gestione maniacale non si incontrino bene in alcuni punti. Sono già stati citati i processi di condivisione di risorse tra una sezione e l’altra, ma per esempio un altro elemento che spezza un po’ l’immersione nelle atmosfere inquietanti e cinematografiche di IXION è la poca empatia con l’equipaggio-popolazione della Tiqqun. Al di là del fatto che nella nave si vedano pochi abitanti e tanti droni e robot che spostano cose in giro, si poteva esplorare più in profondità l’umore dell’equipaggio e le loro scelte morali. Certo non mancano bonus e malus derivanti proprio dall’andamento del morale, ma l’impressione è che sia un meccanismo un po’ troppo semplicistico rispetto al potenziale che trasmette il gioco.

IXION è un simulatore gestionale misto a space opera in cui il giocatore cerca di mantenere in vita l’equipaggio della stazione spaziale Tiqqun mentre da un lato si cerca di capire cosa sia successo all’umanità, e dall’altro si cerca una nuova casa al di là del nostro Sistema Solare. Se da un lato la storia di IXION risulta un’opera avvincente che ben accompagna la gestione quotidiana della Tiqqun, dall’altro lato si incorre spesso in frammenti di gameplay che spezzano l’immersione nelle atmosfere inquietanti ben architettate dagli sviluppatori. Nel complesso IXION è una space opera indie che mostra tanto carattere e tanto fascino.

This post was published on 12 Gennaio 2023 12:30

Alessandro Colantonio

Game designer in erba e chitarrista a tempo perso. Nasce all'ombra del Vesuvio nel 1991, muove i suoi primi passi nel mondo dei videogiochi su un Windows 95 all'età di 5 anni, e diventa presto un Allenatore di Pokémon. Bazzica tra radio web e band durante i suoi studi universitari tra Napoli, Roma e Milano, si parcheggia nella fan-community di Pokémon Milennium dove instaura il suo regime dittatoriale da caporedattore, costruendo una macchina da recensioni e contatti e diventando inconsapevolmente PR. Oggi, oltre a prestare le sue dita a Player.it per articoli, recensioni e approfondimenti, figura anche come streamer di Twtich, content creator di TikTok e PR abusivo. I suoi generi preferiti sono i gestionali, gli strategici, i tattici e i GDR. Ma essendo un accumulatore seriale di videogiochi, cerca sempre di giocare ogni titolo che gli capita sotto mano. Ha una perversione per le pratiche fandom, i cani e la birra artigianale. Adora D&D, va in ira e carica.

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