Un grande ritorno su Nintendo Switch per l’iconico videogioco basato su uno degli arcade giapponesi più apprezzati. Taiko No Tatsujin: Rhythm Festival rinnova ciò che era già stato fatto con Drum ‘N’ Fun! aggiungendo feature utili, nuovi minigiochi e comandi. Dopo averlo provato per una settimana, ecco le nostre opinioni sul nuovo titolo Bandai Namco coi tamburi.
Taiko No Tatsujin non ha mai nascosto il sui fortissimo legame con la cultura nipponica, infatti sin dalla schermata iniziale veniamo inondati da melodie tradizionali e accolti dalle urla strillanti del nostro amico DON-chan, il taiko rosso mascotte del gioco. L’atmosfera di Omiko City (l’immaginaria città di gioco), unita al coloratissimo menù rende molto caratteristico il titolo e immersiva l’esperienza per quanto si tratti “solo” di un videogioco musicale.
Il funzionamento è sempre lo stesso: su uno spartito scorrono le note rosse (che indicano il Don, il centro del tamburo) e quelle blu (il Ka, cioè il bordo); il giocatore dovrà semplicemente percuotere lo strumento a tempo distinguendo tra i due tipi di colpi e prestando attenzione alle loro varianti, ovvero ai rullanti e alle note che vanno suonate con entrambe le bacchette contemporaneamente.
In questa nuova versione è stata aggiunta una funzione veramente utile: la modalità allenamento!
In compagnia di un forzuto Kumo-kyun, potremo provare singole parti di un brano ripetutamente ricevendo un feedback specifico: i conigli indicano che la nota è stata eseguita prima del previsto, mentre la tartaruga con un certo ritardo. Si tratta di un’aggiunta veramente utile per chi desidera migliorarsi e scalare la classifica online.
Se invece cercate del puro divertimento, esplorate la sezione party dove troverete 2 minigiochi, la Grande guerra dei tamburini e la Banda di DON-chan: il primo è un duello che può disputarsi in locale o online (anche se non siamo riusciti mai a trovare un avversario) con l’ausilio di una squadra di giocattoli i cui effetti si attivano durante la partita per infastidire e confondere l’avversario.
Il secondo invece può essere giocato solo in locale con un massimo di 4 giocatori che dovranno selezionare uno strumento e suonare la propria parte in questa esibizione sinfonica. Ciascuna delle due modalità ha delle Missioni con brevi storie introduttive – che sono estremamente ripetitive e potevano essere omesse – che sbloccano outfit esclusivi, titoli, etichette e simpatici sound effect sostitutivi del classico suono del taiko come cani, gatti, treni, violini e chi più ne ha più ne metta.
Taiko No Tatsujin Rhythm Festival può essere giocato in tantissimi modi diversi per adattarsi alle esigenze e preferenze di ciascun giocatore, tuttavia non tutti i metodi risultano egualmente efficaci. I pulsanti sono sempre una scelta sicura quando si parla di rhythm games perché garantiscono una buona responsività soprattutto se si utilizza un Pro Controller che ha tasti più alti e morbidi dei Joy-Con di Nintendo Switch. La mappatura può anche essere modificata scegliendo tra alcuni modelli preimpostati.
Questa tecnica però, per quanto efficace, lede l’esperienza distaccando il gioco dal suo originale arcade che vede l’utilizzo di un vero taiko con sensori: per compensare questa mancanza, i Joy-Con possono essere usati come bacchette per richiamare la versione nipponica.
Purtroppo i controlli di movimento dei Joy-Con non sono ineccepibili e si rischia di mancare molte più note che con gli altri metodi, ma non solo, agitare con veemenza i delicati controller rischia di danneggiarli rapidamente.
Bandai Namco ha allora proposto la bundle edition con un mini taiko targato Hori. Lo speciale controller a tamburo è sicuramente il miglior modo per godersi questo titolo (e fare il maggior punteggio grazie alla possibilità di rollare) e sentirsi come in una sala giochi giapponese, al prezzo però di poter giocare solo in modalità fissa e di dover pagare ben 119,99€.
Anche in assenza di questo strumento però, Rhythm Festival aggiunge una funzione che in molti si aspettavano anche nel titolo precedente dato l’arrivo su switch, cioè i comandi touch. Toccare il centro dello schermo farà suonare i Don, mentre i laterali i Ka, permettendo un’esperienza abbastanza simile a quella che si proverebbe con il tamburo, ma in questo caso solo in modalità portatile – dato che lo schermo touch di Nintendo Switch è bloccato nel dock in modalità fissa.
Ciò fa sorgere un altro problema, questa volta di prestazioni del software che in modalità portatile ha ingenti cali di frame sui brani in cui le note scorrono più velocemente, rendendo il titolo ingiocabile in particolare nei brani di musica classica per qualche motivo.
Se un gioco musicale non può permettersi qualcosa, quello è sicuramente il lag che compromette gravemente la performance e rende il titolo frustrante. Certo, nessuno obbliga a giocare in modalità portatile, ma la forza di Nintendo Switch sta proprio nell’elevata mobilità ed è un peccato aver aggiunto i controlli touch senza però ottimizzare le performance del titolo e rendendoli perciò quasi inutilizzabili, se non in brani molto facili.
Presente ovviamente la modalità online che vede come sempre la divisione in ranghi (da C in su) e la necessità di accumulare una serie di vittorie per salire di livello e affrontare giocatori con un senso del ritmo sempre più impeccabile. Stavolta però non ci si affronterà su brani casuali, ma sui propri cavalli di battaglia: sia voi che l’avversario selezionerete il vostro brano preferito e ve le suonerete di santa ragione su entrambe le tracce! Questa soluzione è molto più equa e permette di limitare i fallimenti così da salire velocemente di rango.
Abbiamo però notato anche qui dei problemi di lag, non tanto nel nostro spartito quanto in quello dell’avversario che è costantemente desincronizzato e può portare confusione. Inoltre, sempre per il problema precedente dei cali di frame nei brani più veloci, sconsigliamo l’uso del touch per le classificate perché un avversario potrebbe selezionare una canzone particolarmente rapida come cavallo di battaglia e mandarci in balia delle pessime prestazioni del gioco. Inoltre, come già detto prima, trovare una partita con sconosciuti al di fuori da quelle classificate è praticamente impossibile, ma almeno c’è la possibilità di creare stanze con i propri amici distanti.
Ad arricchire le funzioni online è anche la possibilità di personalizzazione veramente estesa: buffi titoli, etichette colorate, costumi variegati e i suoni più strampalati possono essere sfoggiati non solo per una propria soddisfazione personale, ma anche per mostrare il proprio stile durante le partite online e distinguersi dalla massa di Don e Ka presenti. Le monete Don si accumulano anche molto velocemente quindi non è troppo difficile accaparrarsi il completo dei propri sogni, sempre che lo si riesca a sbloccare completando le missioni e rullando il più possibile.
All’interno di Taiko No Tatsujin: Rhythm Festival sono presenti 76 canzoni tra le quali Megalovania da Undertale, una speciale versione orchestrale del tema di The Legend Of Zelda, tante sigle anime come Gurenge (Demon Slayer), One Piece, KaiKaikitan (Your Name), brani dei Vocaloid, ma anche brani J-pop e K-Pop come Feel Special delle Twice o Ddu-du ddu-du delle Blackpink. La tracklist ha anche brani originali Bandai e in generale una soddisfacente varietà, se non fosse che molti dei brani erano presenti anche nella precedente versione Drum-N-Fun. Un altro problema riguarda proprio i brani pop, dato che – probabilmente per motivi di licenza – questi sono delle cover create appositamente per il gioco: un lavoro extra da apprezzare perché mostra il desiderio di offrire una vasta selezione di brani conosciuti, ma anche insoddisfacente perché priva i brani delle loro voci originali peggiorandoli.
Mentre il precedente titolo giocava su una serie di DLC per ampliare i brani disponibili, il nuovo Rhythm Festival ha scelto la via dell’abbonamento: con il Music Pass da 3,99€ al mese (o 9,99€ per 90 giorni) si accede a una libreria di ulteriori 500 brani, tra i quali alcuni di Ado che mi hanno tentata parecchio. Il prezzo è abbastanza onesto e l’idea dell’abbonamento è in linea con ciò che è stato fatto da tanti altri titoli come anche Just Dance che a 25€ l’anno sblocca un’immensa quantità di brani, ma non possiamo che storcere un po’ il naso per la scelta. Personalmente non amo i servizi in abbonamento e preferisco pagare una somma definita e conservare per sempre ciò che ho acquistato, ma alcuni potrebbero trovare l’idea del pass più conveniente… lasciamo a voi l’ultima valutazione.
Taiko No Tatsujin: Rhythm Festival è sicuramente una versione migliorata del suo predecessore grazie alla modalità allenamento, ai nuovi minigiochi e al nuovo sistema di classificazione online. Tuttavia, i cali di frame in modalità portatile non sono perdonabili se si porta un gioco musicale su una console ibrida come Nintendo Switch. La selezione delle canzoni giocabili è soddisfacente, ma vede molti brani già presenti in Drum-N-Fun! e tanti altri a pagamento con l’abbonamento Music Pass. Carina l’aggiunta di un’estesa personalizzazione e di una trama, seppur molto semplice, che dà un reale senso di progressione a un titolo altrimenti limitato al suo semplice gameplay.
This post was published on 26 Ottobre 2022 21:00
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