Questa è la storia di un piccolo villaggio di montagna di nome Beacon Pines e dei suoi segreti: l’avventura grafica di Hiding Spot si apre davanti ai nostri occhi come un libro di racconti in cui le parole hanno particolare importanza per l’esito della storia.
Lo abbiamo provato su Nintendo Switch, ma è disponibile anche su PC e Xbox a circa 15€ in base alla piattaforma selezionata. Una piccola e intensa storia di amicizia, giochi di potere e soprattutto di cambiamento.
Questa storia, narrata da una voce femminile esterna come una madre che legge le favole della buonanotte, di infantile e leggero non ha però molto: Beacon Pines è all’apparenza una cittadina serena che va avanti grazie alle ricerche su un fertilizzante miracoloso che fa crescere le piante in un attimo, ma nasconde segreti molto più grandi al suo interno e un destino difficile da sovvertire.
Il protagonista che controlleremo sarà il piccolo Luka, un giovane cervo dodicenne rimasto orfano del padre sei anni prima e la cui madre è invece recentemente scomparsa: adesso abita con la schiva nonnina in una casetta a ovest del centro cittadino e continua la sua vita al fianco del migliore amico tigrotto Rolo. L’esuberante Rolo ama mettersi nei guai e trascina con sé ovviamente l’amico Luka, ma la curiosità dei due li spingerà a scoprire qualcosa che nessuno avrebbe mai dovuto sapere.
Strani eventi alla Stranger Things metteranno a dura prova i legami tra i personaggi e le loro emozioni ancora instabili, data la difficile età in cui i protagonisti si trovano. Non fidatevi di nessuno e usate un pizzico di malizia per portare il cambiamento di cui il villaggio ha davvero bisogno, ma prima di raggiungere il lieto fine chissà quante disavventure dovranno vivere i nostri piccoli eroi di Beacon Pines.
A livello di gameplay ci troviamo davanti a una classica avventura grafica con più finali e strade da percorrere, ma la sfida sarà raggiungere l’unico finale pienamente soddisfacente balzando tra una linea temporale e l’altra. La struttura di questa avventura infatti è ben ragionata perché occorre giocare praticamente tutti i bad ending per raccogliere ciò che servirà a sbloccare il good ending.
Le scelte in mano al giocatore saranno collegate ai Charms delle parole che troveremo parlando con gli abitanti ed esplorando a fondo tutti gli scenari di Beacon Pines. Giunti a una scelta decisiva, dovremo scegliere la parola più adatta a completare la frase del libro, così da proseguire verso un determinato ramo della narrazione.
I vari rami – letteralmente dato che i capitoli sono collegati a una struttura ad albero – sono semplicemente varianti della stessa storia, dunque i personaggi restano all’oscuro di ciò che accade negli universi paralleli che andremo a creare: questi balzi tra una linea temporale e l’altra servono solo al giocatore per approfondire la suq conoscenza delle vicende e procacciarsi qualche altro charm da usare in un altro punto della storia.
È un procedimento complesso da spiegare a parole, ma nel gameplay risulta davvero intuitivo e ben articolato, grazie anche al prospetto generale che ci viene fornito nel quale possiamo controllare se una parola è stata utilizzata fino a raggiungere il suo massimo potenziale o se dobbiamo tornare indietro a cercare qualcos’altro. Il gioco ci dà l’illusione della scelta, ma in realtà c’è da dire che il percorso è abbastanza lineare e solo poche volte saremo veramente indecisi sulla via da intraprendere, ma in ogni caso le inaspettate vicende manterranno viva l’attenzione fino alla vera conclusione di questa storia.
Lo stesso gameplay cerca in qualche modo di mandare un messaggio al giocatore, suggerendo di soppesare le proprie parole, dando peso a ciascuna di esse, ma non si limita solo a questo. La necessità di affrontare quasi tutti i bad ending prima di riuscire ad arrivare al vero finale della storia potrebbe essere interpretata come una morale più profonda: anche dalle brutte esperienze e dai propri fallimenti è possibile imparare qualcosa che ci può aiutare ad andare avanti in altre occasioni, proprio come in Beacon Pines è possibile usare una nuova parola imparata durante un evento drammatico per superare un punto decisivo in maniera nuova e stavolta dagli esiti positivi.
I racconti di Beacon Pines ci hanno colpiti con la loro cura dell’aspetto grafico del gioco: l’avventura infatti è splendidamente narrata attraverso un libro che sentiremo quasi di poter sfogliare. Gli splendidi disegni dallo stile pittorico rendono fortemente riconoscibile il titolo e lo rendono sempre gradevole alla vista.
A condire il tutto è la colonna sonora che soprattutto negli ultimi capitoli si dispiega in sonorità sempre più vive ed emozionali, che supportano la narrazione nel suo crescendo finale. Alcune scene sono persino prive di immagini e vengono narrate dalla sola voce fuori campo che ha fatto davvero un ottimo lavoro nel rendere l’esperienza interessante dall’inizio alla fine grazie a un ineccepibile doppiaggio.
Un’avventura carina e inquietante con tanti universi paralleli da scoprire e un gameplay davvero adatto a tutti. Lo stile grafico accattivante e le musiche di gioco arricchiscono l’esperienza e la completano dando vita a una piccola perla indipendente. Con la sua maturità narrativa, Beacon Pines ci ha sorpresi positivamente, occupandoci per circa 4 ore alla ricerca di ogni possibile alternativa, insegnandoci come una singola parola possa cambiare drasticamente il destino della nostra storia e come dalle esperienze negative e dai fallimenti si possa imparare qualcosa di fondamentale per andare avanti nella nostra avventura.
This post was published on 23 Settembre 2022 12:00
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