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Recensioni

Ooblets | Recensione (NSW) | Pokémon e Stardew Valley si incontrano a passi di danza

È il giorno della sfida alla Dancefloor Barn e dopo aver parlato di Oobnet con Videon ed aver raccolto abbastanza Nurnies da trasformare in Slurry per andare a pescare una Oobsidian, ho finalmente coltivato un Oogum da affiancare al mio Dumbirb così potrò finalmente vincere gli occhiali in palio da dare al mio Bittle, poi posso finalmente passare il resto della giornata a coltivare Fartichoke per trovare nuovi Ooblets da sfidare e coltivare, non prima di aver speso i miei Whishy nel Wishiwell per prendere un po’ di Speedy Grow Pro e di Gummy. Tinslet approva, ma vorrebbe un po’ di Clothlet.

Avete capito qualcosa di quello che ho scritto? Suppongo di no, ma è questo l’effetto che fa assistere a un dialogo di Ooblets, stravagante gioco indie sviluppato e pubblicato da Glumberland. Sembra di leggere il Silmarillion di Tolkien con tutti quei termini astrusi e fantasiosi che a un primo impatto sono incomprensibili, ma che una volta familiarizzato con loro, questi vengono metabolizzati e compresi per entrare nei ritmi della narrazione e appassionarsi fino a rimanerne infognati.

Ooblets però è un Silmarillion scritto da un bambino con un pastello di cera ficcato nel naso.

E va benissimo così, perché è esattamente questo che vuole essere Ooblets: un videogioco strambo, pazzo e sopra le righe, capace di portarci in una dimensione fantasiosa colorata dove rilassarci con animaletti buffi, ortaggi strani, linguaggi astrusi e musichette funky. Vi avevamo parlato del gioco brevemente in questo approfondimento sui monster collector, ma viverlo in prima persona vi assicuriamo che è tutt’altra esperienza.

Coltivare animaletti e scatenarsi sulla pista da ballo

Come inquadrare Ooblets come gioco? Nel suo cuore, Ooblets è a tutti gli effetti un farming sim dove la vita scorre lentamente, come Stardew Valley o Animal Crossing. C’è una fattoria malandata da risistemare, ci sono personaggi con cui fare amicizia, c’è un paesino da rinnovare, si sbloccano nuove aree e nuove meccaniche man mano che si progredisce con calma. In più, però, ci sono gli Ooblet, creature tutte da collezionare un po’ in stile Pokémon.

La nostra nuova vita buffa e colorata parte da Badgetown, un paesello tra spiaggia e collina, pieno di personalità strambe. Come il resto del gioco, anche gli Ooblet sono buffi e colorati, ma la peculiarità di queste creature è che non vanno catturate o combattute. Per procurarsi un Ooblet è necessario per prima cosa far parte di uno dei quattro club che ci verranno presentati, un meccanismo che ci consentirà di avere così il nostro Ooblet iniziale (lo starter, per i patiti dei monster collector).

La scelta iniziale

Per ottenere altri Ooblet è molto semplice, basta sfidarli in gare di ballo! Tuttavia non è così scontato che Ooblet e allenatori accettino la sfida, in quanto bisogna rispettare due importanti requisiti: il primo è avere abbastanza Ooblet per la gara, il secondo invece è quello di “pagare” risorse e materiali che verranno richiesti proprio dalle creaturine.

Mentre per i primi Ooblet incontrati basterà raccogliere in giro ciò che viene richiesto, per la maggior parte degli altri sarà invece necessario coltivare piante e ortaggi che richiedono tempo per crescere, o addirittura processare questi per dare forma a nuovi materiali.

Vincere una gara di ballo significa ottenere un seme dell’Ooblet appena sconfitto, in modo da farlo germogliare e crescere nel proprio orto e avere finalmente un Ooblet di quel tipo. Avete capito bene, gli Ooblet vengono coltivati! Ecco perché il farming è così centrale nel gioco, dato che perfino le creature che rendono Ooblets un videogioco molto particolare sono ottenibili attraverso questo sistema.

Collezionismo, achievement e carte

Il nucleo di farming sim di Ooblets va oltre il mero coltivare creature e ortaggi con un apparato di stamina che si consuma per ogni sforzo fisico effettuato e un ciclo giorno/notte, ma si esprime anche nel sistema di completamento di obiettivi, i quali dispiegano pian piano nuove aree di gioco, nuove meccaniche, nuovi materiali e perfino nuovi Ooblet.

Ooblet in fila indiana

Talvolta sono gli stessi abitanti di Badgetown e delle altre aree di Oob a darci nuovi compiti e nuovi oggetti, e il più delle volte tali obiettivi possono essere completati coltivando e/o processando risorse. Con il tempo, possiamo arrivare anche a ottimizzare questo sistema di coltivazione automatizzando il tutto, grazie ad edifici sbloccabili che possono essere utilizzati dai nostri Ooblet che non ci seguiranno nelle nostre avventure. Ah, a proposito… gli Ooblet in squadra seguono letteralmente il giocatore in fila indiana. La squadra al seguito del giocatore è composta da massimo 8 mostriciattoli.

Attenti però a non catturarne troppi, soprattutto se doppioni, perché non possono essere liberati e la vostra fattoria ha dei limiti (espandibili, certo, ma pur sempre dei limiti). Uno dei più grandi difetti di Ooblets infatti è proprio la goffagine con cui certe interazioni vengono effettuate, sia in gioco come nel caso dell’impossibilità di liberare le creature, sia con i menu, dove per esempio nel proprio inventario è impossibile scambiare di posto due oggetti.

Diverse rarità di Ooblet

A proposito di queste creature, si tratta ovviamente di animaletti collezionabili. Ne esistono di rari e meno rari, e ogni specie ha comunque tre livelli di rarità: Comune, Non Comune e Gleamy. L’elemento collezionistico però non si esaurisce alle sole creature. Dal menu di gioco è infatti disponibile un almanacco per ogni tipo di asset di gioco, dalle creature agli oggetti processati, passando per le piante. Inoltre a spingere su questo pedale collezionistico ci sono gli sticker e medaglie che funzionano da achievement e da traguardi di amicizia con gli abitanti, e i modellini degli Ooblet da sistemare nelle teche del municipio di Badgetown.

Ci sono poi ben due valute di gioco, i gummy e i wishy. I gummy funzionano proprio da moneta di scambio con la quale acquistare semi, cibi, vestiario e oggetti di arredo, mentre invece i wishy sono spendibili esclusivamente nel wishywell, la fontana di Badgetown dove si acquisiscono oggetti particolari o dove si dà inizio alle espansioni di negozi, della città o dove si amplia la scelta di Ooblet trovabili in giro.

Il ballo è il motore competitivo di Ooblets. Le sfide di danza funzionano scegliendo un roster di Ooblet da gettare nella mischia, e a turno il giocatore e il suo avversario giocano delle carte che indicano delle mosse da ballo. L’obiettivo è raggiungere il punteggio indicato alla sinistra dello schermo prima che ci riesca l’avversario, spendendo ogni turno la risorsa Ritmo per giocare carte che hanno diversi effetti. Tali effetti consistono nel guadagnare punti, rubarli, generare hype che aumenta l’output di punti delle carte, generare floss all’avversario che funziona al contrario dell’hype, e tanti altri effetti secondari che si apprendono facendo aumentare di livello gli Ooblet o catturandone di nuovi.

Scelta del proprio team di ballo

Ogni Ooblet ha il suo set di mosse, rendendo quindi tutte le creature uniche nel loro playstile. Le prime volte questo tipo di combattimento/danza può sembrare troppo banale e senza strategia, ma in realtà è proprio avanzando in gioco che si comprende quanto possa fare la differenza una buona tattica per ogni scontro, assemblando team diversi di Ooblet per sfruttare le sinergie tra le loro carte. In un certo momento del gioco sarà possibile perfino avere accesso a una Dance Hall competitiva, dove ogni giorno sono presenti premi in palio.

Tutto sommato comunque non aspettatevi chissà che gran dispendio di energie mentali per pensare alle energie, il sistema di punteggio è comunque molto basilare e le variabili in campo non sono molte. Inoltre il livellamento delle creaturine non porta ad evoluzioni, ma solo ad imparare mosse nuove di tanto in tanto.

Cervello spento per una mezz’oretta al giorno

Prima di venire a conoscenza di Ooblets nel 2020, quando vidi perla prima volta un trailer, non sapevo di voler gestire nella mia vita una fattoria di animaletti buffi dediti alla danza. Ooblets è in grado di trasportare i giocatori in un mondo folle, e di coccolarlo tra slang incomprensibili, colonne sonore carine e ritmate e colori vivaci ma rilassanti.

Personalmente ho trovato però i ritmi di gioco lenti e troppo molto focalizzati sull’elemento collezionistico. Ooblets è un gioco che sicuramente farà molta gola agli appassionati di farming sim piuttosto che ai giocatori competitivi, i quali potranno comunque trovare sfogo nelle sfide di danza e nella dance hall, ma al prezzo di una lenta progressione di gioco fatta di lunghe attese e stamina costantemente bassa. Nel caso apparteniate al secondo tipo di giocatori, il consiglio è di giocare Ooblets un po’ alla volta per rimanerne appagati senza frustrazioni.

Sì, ho messo un cappellino da poliziotto sul mio funghetto.

Una volta abbracciata questa filosofia, superata la familiarità con i particolari nomi degli oggetti, accettata la stramberia dei personaggi e dei mostriciattoli, e ottimizzati i passaggi della coltivazione, Ooblets diventa un mondo fantastico in cui perdersi, con tantissime possibilità di personalizzazione. Pensate che anche gli Ooblet possono avere accessori, che restano sempre visibili sia in lotta che nel mondo di gioco. Il gioco è disponibile anche su PC e console, ma l’elemento portatile di Nintendo Switch sembra proprio fare la differenza: è il gioco perfetto in cui perdersi in mobilità.

Ooblets è un’oasi felice e spensierata che poggia le sue basi sulla simulazione di una fattoria stramba e sul collezionismo ossessivo. Si tratta di un progetto indie originale e pieno di carattere che vale la pena provare anche solo per provare l’ebbrezza di coltivare un mostriciattolo buffo da usare in lotte di danza. Impossibile non farsi rapire dall’atmosfera giocosa e stralunata che ogni aspetto del gioco cerca di comunicare.

This post was published on 1 Settembre 2022 15:00

Alessandro Colantonio

Game designer in erba e chitarrista a tempo perso. Nasce all'ombra del Vesuvio nel 1991, muove i suoi primi passi nel mondo dei videogiochi su un Windows 95 all'età di 5 anni, e diventa presto un Allenatore di Pokémon. Bazzica tra radio web e band durante i suoi studi universitari tra Napoli, Roma e Milano, si parcheggia nella fan-community di Pokémon Milennium dove instaura il suo regime dittatoriale da caporedattore, costruendo una macchina da recensioni e contatti e diventando inconsapevolmente PR. Oggi, oltre a prestare le sue dita a Player.it per articoli, recensioni e approfondimenti, figura anche come streamer di Twtich, content creator di TikTok e PR abusivo. I suoi generi preferiti sono i gestionali, gli strategici, i tattici e i GDR. Ma essendo un accumulatore seriale di videogiochi, cerca sempre di giocare ogni titolo che gli capita sotto mano. Ha una perversione per le pratiche fandom, i cani e la birra artigianale. Adora D&D, va in ira e carica.

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