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Recensioni

Saints Row | Recensione (PS5) | I Saints sono di nuovo in azione

Se voi foste in possesso di un franchise dal passato glorioso, cosa fareste per rilanciarlo con successo?

L’Italia, si sa, è un paese di santi, poeti, navigatori, allenatori di calcio e, negli ultimi anni, anche di esperti (veri o presunti) del mondo dell’industria videoludica, ed è proprio a questi ultimi che rivolgo la presente domanda.

Avete appena ritrovato una gemma che tutti ritenevano perduta, e ritenete che possa essere sfoggiata anche oggi, nel 2022: che cosa fate per renderla più bella ed attuale? Quali step decidete di seguire affinché riesca a ritagliarsi il suo spazio in un’attualità affollata di pietre (più o meno) preziose, così da non sfigurare con il suo illustre passato?

Prendendo spunto dalle azioni di Volition e Koch Media, potremmo identificare almeno tre elementi indispensabili: imbastire una buona campagna marketing, scegliere un periodo poco affollato per il lancio e, ovviamente, immettere sul mercato un prodotto che sia all’altezza del nome che porta.

Ebbene, se il primo punto è stato rispettato (ne potete avere un assaggio cliccando qui) e se Agosto è di norma il mese del calendario con meno uscite in programma, è ora arrivato il momento di constatare quanto c’è di Saints Row in questo reboot della saga, così da capire se, a nove anni esatti di distanza dalla sua ultima incarnazione, ci sia ancora posto per la gang più iconica e sopra le righe della storia dei videogame.

Come sempre, per trovare le risposte di cui siamo (e siete) alla ricerca occorrerà scorrere qualche riga, ma siamo sicuri che voi, placidamente adagiati in spiaggia sotto i vostri ombrelloni, avrete la pazienza di leggere tutte le nostre considerazioni sul ritorno in pompa magna dei Saints.

Proiettarsi nel futuro… guardando al passato!

Create il boss dei vostri sogni.

Attraverso lo scambio di battute avuto con il team di sviluppo del gioco, era emersa la voglia di realizzare un vero e proprio nuovo inizio per il franchise, che rendesse omaggio al suo glorioso passato senza però che questo tarpasse le ali all’inventiva del developer. Sulla base di queste considerazioni, non si poteva optare che per il più classico dei ritorni alle origini, svelando quello che nessuno dei precedenti Saints Row aveva narrato: le origini dei Saints.

Ci troviamo a Santo Ileso, il gioiello di Rio Salinas, e fa caldo, tanto caldo. Potrebbe essere un giorno come tanti, se non fosse per il fatto che un giovane criminale in rampa di lancio sta per vivere dei momenti che cambieranno per sempre la sua vita “professionale”. Dopo aver deciso sesso, fattezze e stile del nostro eroe, muoviamo i nostri primi passi tra le fila dei Marshall, una delle fazioni più potenti in città; se il nostro primo giorno di lavoro sarà tanto movimentato quanto positivo, non ci sarà neanche il tempo di goderci la nostra meritata promozione che dovremo fare i conti con un fallimento, che porterà ad un inaspettato quanto precoce licenziamento.

Dopo qualche giorno di depressione e scoramento, il nostro eroe ha la più classica delle folgorazioni: perché farsi sfruttare da una gang quando se ne può fondare una propria? Questa idea darà nuova linfa al protagonista, che riuscirà a coinvolgere nel piano anche i suoi folli coinquilini.

Ma che cosa serve per creare una gang rispettabile?

Prima di tutto occorre un business plan, capace di garantire tutti i fondi necessari per tenere in piedi la baracca. In secondo luogo, occorrono tante nuove leve, perché la scalata alla vetta di Santo Ileso sarà ricca di insidie e pericoli da cui difendersi; successivamente, occorre un boss carismatico, e c’è tutto il tempo per “imparare il mestiere”. Ma tutto questo non è così importante come sembra, perché ci sono due cose di cui una banda criminale non può proprio fare a meno : un quartier generale e, ovviamente, un nome evocativo.

A questo proposito, quella chiesa abbandonata sulla collina sembra proprio fare al caso dei nostri amichevoli gangster di quartiere che, siccome stanno occupando un suolo sacro, decideranno di chiamarsi Saints.

Tutto il resto, ovviamente, è storia, e saremo proprio noi a scriverla.

Sempre sopra le righe, come da tradizione

Un quartier generale sobrio e pacato…

Tutti ricordano Saints Row come un “GTA ancora più folle”, e questo reboot fa subito capire che non c’è nessuna voglia di prendersi sul serio. Tanto la main quest quanto le missioni secondarie saranno totalmente intrise dal mix di tamarraggine ed ironia dissacrante che ha da sempre contraddistinto la saga. Fare degli spoiler sarebbe un atto criminale che neanche il capo dei Saints si permetterebbe di realizzare, ma occorre qualche esempio per farvi capire di cosa stiamo parlando.

Avete appena catturato un rivale, volete interrogarlo per ottenere le informazioni necessarie per recuperare un vostro amico, ma si è rinchiuso in un bagno chimico e si rifiuta di collaborare con voi: cosa fate? Una persona normale lascerebbe perdere, un criminale di quattro soldi prenderebbe la pistola e riempirebbe di buchi la toilette, ma voi siete il boss dei Saints, e lo stile impone una maggiore creatività: agganciate il bagno chimico alla vostra vettura, schiacciate il piede sull’acceleratore, fate un numero discreto di curve per “ammorbidire” le posizioni dell’occupante e, già che ci siete, usate il summenzionato bagno come palla demolitrice per distruggere un accampamento di una gang rivale.

Aggiungete a quanto ora detto dei dialoghi in cui la “parolaccia creativa” sarà il cardine di ogni discorso, un’estetica che la farà sempre da padrone, una personalizzazione al 100%, delle musiche tutt’altro che sobrie e potrete tirare il primo sospiro di sollievo: lo stile Saints Row sprizza da ogni frame di questo suo reboot.

La giornata tipo di un boss

Come sempre, non esiste boss che non sia sopra le righe.

Come abbiamo detto in apertura, mettere in piedi una gang che si rispetti richiede tanti, tantissimi soldi. Proprio per questa ragione, dovremo rimboccarci le maniche e compiere tutti i passi necessari per conquistare Santo Ileso. Le missioni (principali e secondarie) ci daranno una mano per rimpinguare il nostro portafogli, ma è investendo nelle attività locali che potremo accedere alla vera ricchezza.

La nostra città è tanto grande quanto piena di possibilità imprenditoriali e noi, da aspiranti business man, dovremo cogliere tutte le opportunità che si presenteranno, costruendo un vero e proprio impero criminale che alimenterà le casse dei Saints.

La mappa di gioco presenta una serie di spazi in cui potremo immettere le attività commerciali più diverse, ma che dovremo portare al successo investendo tempo e risorse. Avete appena rilevato un negozio di Taco ma i concorrenti sono troppo più forti di voi? Non dovete fare altro che rubare i loro furgoni e renderli vostri! La presenza di gang rivali impedisce alla vostra officina di spiccare il volo? Affrontatele di persona e vedrete che i guadagni schizzeranno alle stelle!

Tuttavia, si sa che anche un boss ogni tanto deve “sporcarsi le mani”, scendendo in prima linea e facendo capire ai rivali chi è il più forte. D’altra parte, il rispetto va guadagnato sul campo a suon di proiettili!

Ed a proposito di proiettili, l’arsenale su cui potremo contare è decisamente vasto e completamente personalizzabile. Ogni arma è accompagnata da una piccola sfida che, non appena sarà superata, sbloccherà dei potenziamenti acquistabili presso qualsiasi negozio. Potremo contare sia su bocche da fuoco standard che su altre un pelino più “eccentriche”, ognuna con un feeling ed uno scopo diversi, anche se il gunplay complessivo lascia un po’ di amaro in bocca, soprattutto se si è alla ricerca del colpo preciso.

Lo stesso ragionamento va fatto per le armi bianche, molte delle quali sono originalissime e divertenti, ma penalizzate da un combat system decisamente anacronistico.

Tante missioni e tanta varietà

Alla conquista di Santo Ileso!

Come ogni open world che si rispetti, Saints Row offre un’enorme quantità di missioni con cui intrattenerci e farci scalare le gerarchie criminali di Santo Ileso. Gran parte del gameplay passerà attraverso il nostro telefono cellulare, grazie al quale potremo tenere traccia dei nostri progressi, sia personali che globali.

Il titolo offre un sistema di progressione che, un livello dopo l’altro, ci metterà a disposizione tutta una serie di abilità con cui raggiungere la vittoria nei tanti scontri che ci attendono. La sezione “Sfide” fornisce altre ricompense in tal senso, consentendoci di sbloccare perk ed altri vantaggi che, ovviamente, andranno equipaggiati nei relativi slot (acquistabili a prezzi via via più alti). L’app “Wanted“, invece, rappresenta il metodo più veloce per fare soldi: si tratta della più classica “caccia al ricercato”, in cui dovremo vestire i panni del sicario e far fuori il bersaglio indicato. Va da sé che, man mano che saliremo di livello, si sbloccheranno missioni sempre più impegnative, ma con un livello di sfida mai realmente insormontabile.

Ogni zona è letteralmente zeppa di attività da svolgere: dalle “Minacce” delle gang rivali ai carichi di stupefacenti da ritrovare, fino ai punti di viaggio rapido da sbloccare, passando per le zone da fotografare, ai collezionabili da trovare per arredare il nostro Quartier Generale, ai “Lavoretti” da svolgere, senza ovviamente dimenticarsi delle missioni volte ad aumentare la redditività delle nostre imprese locali. Come potrete facilmente immaginare, quanto ora detto fa aumentare vertiginosamente la longevità del titolo che, come il team di sviluppo ci ha tenuto a ricordare, sarà interamente affrontabile in co-op, sia con un amico che, in alternativa, con uno degli NPC che sbloccheremo (e di cui potremo addirittura potenziare le statistiche svolgendo le sue missioni).

Sotto questo aspetto, la noia è un elemento che sembra decisamente non avere spazio in questo reboot di Saints Row.

Tecnica ed estetica

Come avevamo già detto nella nostra anteprima (che potete leggere cliccando qui), il lato tecnico di Saints Row era quello che destava maggiori preoccupazioni; chi vi scrive aveva avuto modo di provare la versione PC del videogame e le impressioni ricavate erano state piuttosto altalenanti. La versione definitiva dell’opera Volition conferma in parte l’idea che ci eravamo fatti circa un mese fa, ma procediamo con calma.

La versione PS5 da noi provata ci mette a disposizione ben 5 settaggi grafici: due a 1080p (con uno che predilige il frame rate e l’altro la qualità dell’immagine), altri due a 1440p (anche in questo caso seguendo lo schema precedentemente indicato) ed una quinta opzione destinata agli amanti del 4k. Va da sé che la scelta che faremo andrà ad influenzare non poco la resa finale. Chi vi scrive ha optato per i “1440p framerate”, nella speranza di ottenere botte piena e moglie ubriaca, ma il risultato finale si colloca a metà strada: se Santo Ileso è indubbiamente bella da vedere, si ha la sensazione di essere costantemente accompagnati da un framerate tutt’altro che granitico, reso ancora più evidente selezionando le opzioni “1440p qualità alta” e “4k”. Con le modalità a 1080p la fluidità migliora nettamente, ma si sacrifica troppo la componente visiva. A conti fatti, la scelta dei 1440p framerate si rivela essere la soluzione migliore.

Per quanto invece riguarda la componente artistica, dobbiamo ammetterlo: Volition ha fatto davvero un gran lavoro. La mappa è chiaramente ispirata alle zone più desertiche degli Stati Uniti (Nevada su tutti) e diversi colpi d’occhio, soprattutto dei paesaggi naturali, sono decisamente piacevoli. Il discorso cambia drasticamente quando ci si sposta negli spazi chiusi, molto più spogli e meno caratterizzati.

Un discorso a parte va fatto sui nostri nemici: Marshall, Panteros e Idols sono gang esteticamente riuscite ed immediatamente riconoscibili e, per affrontare al meglio ognuna di essere, dovremo adottare armi, abilità e strategie diverse. Quello che lascia decisamente a desiderare è l’intelligenza artificiale di questi NPC: vi basterà mettere un po’ di distanza tra voi ed i vostri avversari e nessuno di essi vi causerà dei problemi.

Parola d’ordine: personalizzazione

E non dimenticatevi di rovistare nella spazzatura!

Eccoci arrivati ad un altro punto di forza del reboot di Saints Row. I nostri lettori più attenti sicuramente si ricorderanno della Boss Factory, l’editor con cui potevamo creare il boss dei nostri sogni; ebbene, quanto visto all’epoca non era neanche lontanamente comparabile alle possibilità di customizzazione offerte dalla versione finale del gioco.

Non ci sarà aspetto del nostro protagonista su cui non potremo intervenire: i più “pigri” potranno contare su un buon numero di archetipi con cui potersi sbizzarrire, mentre i più creativi avranno la possibilità di poter caricare il proprio boss in un database condiviso, così che altri utenti possano apprezzare e, perché no, utilizzare l’avatar in questione.

Tuttavia, a fare la differenza sono gli accessori. Tra giacche, t-shirt, camicie, calzini, cappelli da cowboy, occhiali da sole ed anellazzi tamarri di vario genere, passerete ore ed ore ad abbigliare il vostro personaggio, spendendo gran parte dei vostri averi per mettere le mani sui capi più costosi e ricercati. Aggiungete a quanto finora elencato anche la possibilità di tatuare ogni parte del corpo del vostro eroe e di dotarlo di emote, pose ed animazioni per festeggiare ogni vittoria e vi renderete conto di quanto profondo sia stato il lavoro di Volition.

Va da sé che il discorso si estende anche alle armi ed ai veicoli, che potranno essere personalizzati in ogni aspetto, anche dotandoli di equipaggiamenti ed abilità uniche che aggiungeranno quel pizzico di pepe in più ad un piatto già decisamente speziato a cui, però, si contrappone un sistema di guida un po’ grezzo ed arretrato.

A quanto finora detto, però, fa da contraltare il livello qualitativo delle animazioni di tutti i personaggi presenti nel gioco, con una particolare menzione per quelle facciali che, in alcuni casi, lasciano veramente a desiderare in quanto ad espressività. Aggiungeteci dei modelli poligonali non esattamente al passo con i tempi ed avrete svelato l’altra faccia di quella medaglia chiamata Saints Row.

Giudizio finale

Prendete una città che sembra uscita da un b-movie, piazzateci delle gang che sono un sunto dei peggiori stereotipi che la mente umana possa partorire, aggiungeteci dei dialoghi e dell’ironia alla Quentin Tarantino (ma sotto dosi massicce di cannabinoidi) e piazzateci tante esplosioni e trovate degne dei film di Michael Bay. Agitate bene il tutto ed avrete ottenuto il nuovo Saints Row!

Volition ha realizzato un’opera capace di assolvere la missione principale di ogni videogame: divertire il giocatore, meglio ancora se per un cospicuo numero di ore. Il numero di attività offerte dal gioco è notevole, piuttosto vario, sempre originale e contrassegnato da quella tamarraggine che da sempre è il marchio di fabbrica della serie, rinforzata, in questo caso, da possibilità di personalizzazione pressoché totali.

Detto questo, il gioco non è assolutamente esente da difetti, soprattutto sotto il versante tecnico, ma anche su quello ludico. Tuttavia, poter ritornare al comando dei Saints, con il loro carisma e la loro attitudine decisamente sopra le righe, si è rivelata un’esperienza decisamente appagante, con dei momenti clou che ci hanno riportati ai fasti della serie e che meriterebbero di essere vissuti da chiunque. D’altra parte, mica si diventa il “cugino folle di GTA” per caso!

This post was published on 22 Agosto 2022 17:08

Claudio Albero

Nasce a Torre del Greco, una piccola metropoli alle falde del Vesuvio, nei favolosi anni ’80, che già però non avevano più niente di favoloso. Provano ad educarlo con Beatles e musica classica sin dalla più tenera età, ma lui, di tutta risposta, si appassiona all’ heavy metal ed ai videogame , spendendo un piccolo patrimonio in sala giochi, quando queste due parole erano ancora slegate dalle slot machine. Dopo aver mosso i primi passi su Sega Master System II con Alex Kidd, il Super Mario con le orecchie a sventola, si innamora dei platform, degli action/adventure e degli RPG, con particolare attenzione alla saga di Final Fantasy. Inguaribile sognatore con le radici saldamente ancorate nel passato, scopre la sua passione per la scrittura quasi per caso, in uno dei tanti pomeriggi passati tra i corridoi della Facoltà di Giurisprudenza di Napoli, dove si laureerà giusto qualche anno dopo, con una tesi in Diritto d’Autore basata sull’opera multimediale. Dopo aver scritto di attualità e musica su Lacooltura.it , Road TV Italia e Federico TV , approda sui lidi di Player.it , in cui comincia sin da subito ad apprendere e fare domande, guadagnandosi rapidamente il titolo di “ redattore rompiscatole del mese ”. Nonostante sia legatissimo alla grande famiglia di Player, non sono rare alcune sue incursioni su portali come Gameplay Café e Spazio Rock . Musica, videogame, concerti, boardgame, modellismo, fumetti, cinema e serie tv: tanti hobby diversi tra loro, ma collegati da un fil rouge che li unisce tutti: il divertimento . È proprio questo che cerca in un videogame, è proprio questo sentimento che muove le sue dita, ed è sempre il divertimento la sensazione che cerca di infondere nei suoi articoli. Al di fuori del mondo del gaming, indossa giacca e cravatta per mimetizzarsi nel mondo degli avvocati, esercitando la professione forense, con lo scopo di conoscere a fondo le “ regole del gioco ”, nonché di minacciare di far causa a chiunque al minimo pretesto.

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