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Recensioni

Voyage | Recensione (Switch): un titolo evocativo

Venturous ci porta alla scoperta di un mondo fantastico a metà tra antiche civiltà etniche e lo spazio siderale: Voyage vi trasporterà in un vero viaggio con le sue ambientazioni suggestive, ma potrebbe non essere gradito se scambiato per un titolo di avventura.

Lo abbiamo giocato su Nintendo Switch per darvi un quadro più chiaro di ciò che questo breve titolo è, e se vale la pena per voi di provarlo in prima persona. Voyage è disponibile oltre che sull’eShop anche su PC, PS4/5 e Xbox al prezzo di 14,99€.

Letteralmente un viaggio

Come suggerisce lo stesso titolo del gioco Voyage è un viaggio e nulla di più.
O quasi.

Potremmo descrivere il gameplay come un’esperienza più che un videogioco dato lo scarsissimo impegno richiesto durante l’avventura.

I protagonisti di questa misteriosa spedizione sono due giovani esploratori che, interagendo con alcuni cristalli luminosi, verranno catapultati in ambienti esotici del passato abitati da strane creature di indole pacifica. I due personaggi potranno essere controllati a piacere dal giocatore: è possibile scegliere chi sarà a guidare la coppia nell’esplorazione e quando eventualmente separarsi per proseguire in punti più ostici.

Grazie a questa meccanica è possibile risolvere alcuni basilari enigmi ambientali che non permettono però di classificare in alcun modo il titolo come un puzzle game, cosa che giustamente nemmeno gli sviluppatori hanno osato fare, classificandolo invece semplicemente come un titolo d’avventura. Anche la possibilità di giocare in due è abbastanza limitata perché sono troppo poche le parti che richiedono un effettivo ragionamento per proseguire nella storia; quest’ultima sembra guidata dal solo passaggio dei protagonisti attraverso le sue mistiche ambientazioni.

Spesso il gioco richiederà di cliccare degli interruttori che risultano poco visibili soprattutto in modalità portatile

Un’opera vaga

La narrazione è suddivisa in capitoli rigiocabili liberamente dal menu di gioco. Questa è completamente muta e si dispiega dunque grazie ai suoni ambientali e agli effetti sonori che pervadono le scene.

Il ritmo della stessa è particolarmente compassato e talvolta forse troppo lento, specie nelle sezioni in cui le intemperie travolgono i protagonisti rallentandone ancor di più il cammino.
Questa lentezza ha la volontà comunicativa di far empatizzare il giocatore con le fatiche dell’esplorazione, ma purtroppo, da anche l’impressione di voler allungare il tempo di gioco per evitare di rendere troppo breve l’esperienza (già di per sé concisa, dato che si tratta di appena due ore di gameplay).

Il ritmo della camminata è già lento, ma quando i due devono tirare qualcosa ecco che si inizia a patire

Non c’è molto da dire sulla trama che si apre a varie interpretazioni data la mancanza di dettagli forniti direttamente dal gioco.

Le identità dei due esploratori, presumibilmente un ragazzo e una ragazza, sono estremamente vaghe, permettendo sì di immedesimarsi e costruire la storia con la propria immaginazione; questa scelta, però, si rivela essere un arma a doppio taio perché la mancanza di personalità e di contestualizzazione non aiuta la creazione di un forte legame emotivo con il giocatore.

Anche le creature che abitano questo fittizio pianeta non sono descritte o ben approfondite, lasciando alla fantasia del giocatore il compito di mettere insieme i pezzi del puzzle per trovare all’interno dell’opera il senso che ritiene più coerente.

Qual è il legame tra i due protagonisti? Tutto è lasciato alla libera interpretazione

Un mondo dipinto a mano

Il fulcro di questa avventura sono sicuramente i suoi piacevoli scenari dai colori vivaci, accompagnati dalle rilassanti musiche di Calum Bowen, compositore delle colonne sonore di titoli quali Snipperclips e Pikuniku; la colonna sonora, fortunatamente, riesce altrettanto bene nel creare la giusta atmosfera per le ambientazioni che compaiono a schermo.

Tutte le location di gioco lasciano un bagliore di meraviglia negli occhi di chi guarda grazie ai forti contrasti di colore e giochi di luce che rendono ancor più magico il mondo visitato dai due esploratori. Foreste incantate, rovine, deserti e navicelle spaziali sembrano cozzare tra di loro, ma qui convergono in maniera armoniosa grazie allo stile grafico coeso e alle palette ricorrenti.

Voyage è decisamente valido dal punto di vista artistico e se ciò che cercate in un videogioco sono delle immagini che vi restino impresse nella mente, allora vi consigliamo di dargli una possibilità, purtroppo però gli altri aspetti sono parecchio carenti.

Conclusioni

Se state cercando una breve avventura, casual e dal ritmo flemmatico, Voyage potrebbe fare per voi. I suoi scenari da fiaba che si alternano ad altri più fantascientifici danno varietà a un’opera che vuole semplicemente mostrare qualcosa di bello e rilassante. Per il contenuto, il prezzo però è un po’ elevato rispetto a titoli dello stesso tipo che riescono a costruire meglio le proprie ambientazioni e a mandare in maniera molto più efficace i propri messaggi.

This post was published on 23 Agosto 2022 14:30

Gaia Tornitore

Nasce a Catania nel 1999 e si avvicina prestissimo al mondo videoludico giocando di nascosto con le console degli altri perché per la mamma era "una cosa da ragazzi" (adesso è lei a passare le ore su Animal Crossing). Quando riceve finalmente il suo personale Nintendo DS, completa il primo capitolo del Professor Layton e se ne innamora per sempre. Tra i suoi tantissimi hobby scopre per caso la passione per la scrittura dopo aver vinto il premio TaoTIM del Festival Internazionale del Libro di Taormina. Inizia a fare esperienza in varie redazioni e diventa Editorial Specialist nella community di Pokémon Millennium, dove resterà fino al 2023. Ha una grande passione per il canto e la musica che emerge spesso durante le dirette Twitch di @player_italia che si trasformano in piccoli concerti virtuali ogni sera. Scrive e produce canzoni per sfogarsi o per provare a vincere qualche contest dalla Corea del Sud, la cui cultura la appassiona da anni. La precedente fase nipponica non è ancora passata del tutto e riemerge ogni volta che qualcuno parla di anime e manga.

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