Dopo tantissimi rimandi e una lunga attesa, complice anche una pandemia e un cambio di motore grafico, Digimon Survive arriva finalmente nelle nostre case in concomitanza, neanche a farlo apposta, dell’anniversario dell’inizio di quell’avventura dell’estate del 1999 che fulminò milioni di ragazzini ora trentenni come il sottoscritto.
Digimon Survive mira proprio a quel pubblico ormai adulto cercando di offrire un nuovo punto di vista sul franchise, la domanda che ci si siamo posti è stata: sarà davvero così o sarà l’ennesimo colpo di nostalgia?
L’incipit di Digimon Survive è lo stesso dell’anime originale del ’99: Un gruppo di ragazzi in gita scolastica è testimone di strani fenomeni atmosferici si ritrova catapultato in un mondo misterioso popolato da strane creature.
Già da qui però si cominciano a notare alcune differenze con la storia a cui siamo abituati: I Digimon non vengono mai chiamati con tale nome ne tanto meno viene fatto riferimento al mondo digitale, ma bensì vengono indicati come Kemonogami (di cui Cannarsi ha in passato fornito una chiara traduzione), protagonisti di antiche leggende folkloristiche e oggetto di studio di alcune persone. La leggenda che aleggia attorno a queste creature è che in passato i villaggi sacrificassero bambini a questi “spiriti” in cambio di benedizioni come la cessazione di catastrofi naturali o raccolti abbondanti.
Il mondo in cui si ritrovano i nostri protagonisti è uguale al nostro, ma qualcosa sembra fuori posto.
Durante il viaggio alla ricerca dei nostri amici e di un modo per tornare a casa vestiremo i panni di Takuma, il nostro protagonista munito di occhialoni, attraverso il quale attueremo scelte e ci muoveremo attraverso il mondo di gioco.
Mettiamo le cose subito in chiaro: Digimon Survive è principalmente una visual novel,
un racconto in prima persona dove le nostre scelte ne influenzeranno non solo gli eventi ma anche le evoluzioni dei nostri Digimon.
Per tenere traccia dell’andamento delle nostre scelte ci viene introdotto il sistema Karma costituito da tre fattori principali: furia, armonia e morale; tre elementi che fungeranno da motore principale per l’avanzamento della trama.
A differenza di molti giochi simili spesso le risposte non saranno facilmente riconducibili a questi fattori lasciando quindi una scelta più naturale a seconda dello stato d’animo del giocatore evitando di tendere completamente verso un solo parametro almeno alla prima run. I valori di karma influenzeranno in maniera sostanziale le evoluzioni che il nostro Agumon subirà durante l’avventura oltre a fare deviare la storia verso un senso o un altro.
Per quanto riguarda invece il nostro rapporto con gli altri personaggi entra in gioco un altro parametro, l’Affinità. Il valore di Affinità è strettamente legato al nostro Karma, compiendo le giuste scelte mentre si parla con i membri del gruppo potremo andare a migliorare la nostra affinità.
Tale valore ci permetterà non solo di instaurare un rapporto con i vari protagonisti, ma anche di evitare che quest’ultimi vengano alle mani fra loro o si disperino per le varie vicissitudini. Raggiungendo un certo livello di affinità potremo poi sbloccare le evoluzioni degli altri compagni di squadra; anche in questo caso la tipologia di evoluzione dipenderà dalle scelte fatte fino a quel momento.
Altra importante funzione dell’affinità è quella di far crescere la possibilità di azioni di supporto automatiche durante la battaglia, di cui parleremo più avanti.
Come detto prima, la trama ricorda molto quella di Digimon Adventure 01 ma con toni ancora più dark, un senso di pericolo maggiore e un cast questa volta formato da teenager e non bambini delle elementari.
Immaginatevi quindi la serie originale senza i filler o le gag e lasciate solo le parti drammatiche/pesanti: ecco, questo più o meno è Digimon Survive.
La storia, anche se parte abbastanza lenta, lascia nello spettatore la voglia di scoprire cosa succederà dopo lasciandoci di tanto in tanto le redini della narrazione. Infatti, spesso saranno non solo le risposte a influenzare l’andamento, ma anche l’ordine con cui sceglieremo di interagire con personaggi e ambienti.
Oltre ai dialoghi che costituiscono buona parte del gioco ci si troverà spesso a poter esplorare le diverse zone prima di andare avanti. Durante queste fasi se siete tipi da andarvi a spulciare ogni anfratto non rimarrete delusi dato che potrete trovare oggetti, scoprire veri e propri pezzi di lore o addirittura sbloccare strumenti che fungeranno da shortcut per alcuni passaggi di trama o bossfight.
Altra fase cruciale per l’andamento della trama sarà la fase di Azione Libera, fase in cui avremo un numero limitato di azioni per poter interagire coi diversi personaggi, scegliere con criterio come usare questi punti sarà fondamentale per l’evolversi di rapporti e situazioni.
Si può tranquillamente affermare che i combattimenti ricoprono un ruolo alquanto marginale nel gioco, soprattutto nei primi capitoli, e diventeranno leggermente più centrali proseguendo con la trama.
Anche se a una prima impressione questo elemento può sembrare negativo, calza invece a pennello con ciò che si sta vivendo: a meno che non ci si presenti effettivamente un pericolo davanti, tutte le battaglie saranno contestualizzate con l’evoluzione della trama.
Capiterà infatti spesso di dover combattere in condizioni particolari come con personaggi preselezionati o di dover proteggere un personaggio fin quando non raggiunge una determinata area, o ancora dover sconfiggere un nemico entro un determinato numero di turni.
Durante la fase di combattimento ci troveremo ad affrontare delle vere e proprie battaglie in stile GDR tattico dove le condizioni di vittoria varieranno a seconda dei casi. Durante il nostro turno potremo muoverci, attaccare, evolverci o addirittura parlare con i vari compagni di squadra umani per potenziare i Digimon in campo.
Uno degli aspetti più interessanti sarà il manifestarsi dei vari livelli di affinità durante il combattimento. Come anticipato infatti se avremo coltivato i nostri rapporti con i vari personaggi sarà possibile ottenere dei valori per alcune azioni extra come attacchi cooperativi che creeranno quindi combo a catena contro i nemici, azioni di incoraggiamento che potenzieranno un nostro alleato prima che sferri il suo attacco e azioni di supporto che ne cureranno le ferite a fine turno.
Oltre alle battaglie dettate dalla storia sarà possibile, durante le fasi di esplorazione, incontrare alcuni nemici che proveranno a tenderci un’imboscata o potremo prendere parte ad alcuni combattimenti liberi per poter potenziare il nostro party.
Durante queste fasi molto spesso sarà possibile interagire con i nostri nemici cercando di portarli a unirsi a noi durante il nostro viaggio. Rispondendo a tre domande, in maniera simile a quanto visto nei vari Shin Megami Tensei, potremo infatti convincere gli avversari a passare dalla nostra parte o a donarci oggetti. Questa funzione ci permetterà di avere alcune unità di backup da poter schierare nelle fasi di combattimento con condizioni particolari ad esempio nelle parti dove il gruppo sarà diviso o avremo solo Agumon in campo.
In generale i combattimenti si risolveranno abbastanza facilmente, ma se siete in cerca di sfide più ardue potrete comunque impostare la difficoltà prima di ogni battaglia.
In poco più di 20 anni il brand di Digimon ci offerto una miriade di giochi diversi partendo da quella specie di tamagotchi da cui tutto ha avuto origine passando per il monster breeder, il dungeon crawler, il jrpg, l’hack n slash, lo smash like, il gioco di carte (che diciamocelo resta migliore di tantissimi card game attuali) e perfino alcuni titoli di corse, tanti giochi di cui la maggior parte potremmo dire essere stati “okay”, ma mai capaci di trasmettere quelle emozioni e quell’esperienza che si avvicinasse alle vicende viste in tv.
Digimon Survive finalmente riesce in questo intento proponendo una trama di palese ispirazione del materiale d’origine ma che si tinge di tematiche più adulte e toni ancora più creepy mantenendo però il focus su quello che l’anime di Digimon è sempre riuscito a fare meglio: raccontare percorsi di crescita fatti di interazioni interpersonali, dibattiti, scontri e scambi d’opinione con protagonisti ragazzi che si portano dentro le loro battaglie personali e con le quali devono fare i conti per poter emergere da situazioni di estrema difficoltà in un contesto in cui il rapporto con il Digimon non è altro che il confronto con una parte di sé stessi e la sua evoluzione il risultato della propria crescita in quanto individuo.
Insomma, se si supera l’enorme scoglio della visual novel e dei dialoghi interminabili, Digimon Survive è forse uno dei migliori titoli di Digimon mai fatti. Con le sue oltre 40 ore vi terrà impegnati per un bel po’ e in caso siete curiosi di vedere gli altri finali è presente anche una modalità new game+ che vi attenderà dopo la prima run. Se come me siete fan del brand il gioco può essere considerato al pari di una nuova serie ma con la svolta dell’interattività.
This post was published on 9 Agosto 2022 17:00
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