Se c’è uno sport che mi ha da sempre appassionato quello è il tennis.
Non vi nascondo che un po’ contro la mia volontà mi sono ritrovato con una racchetta in mano all’età di 5 anni, per colpa di un padre fanatico di Borg e McEnroe e di un fratello gemello perfetto rivale di una carriera mai decollata.
Però nonostante questo approccio un po’ traumatico (e i pessimi allenatori trovati nei circoli della mia città… ), ho continuato con piacere a giocare per oltre vent’anni. Questo per dire che quando mi si è presentata l’occasione di recensire finalmente un gioco di tennis ho colto la palla al balzo (pun intended) e non me lo sono fatto scappare.
Ad oggi, anno domini 2022, i giochi di tennis si contano sulle dita di una mano: sono solo 3 e di questi nessuno può vantare una licenza ufficiale ATP completa. Parliamo di AO Tennis 2 e di Tennis World Tour 2, entrambi usciti nel 2020 ed entrambi deludenti sotto diversi punti di vista.
Il setting ideale per il terzo incomodo: Matchpoint – Tennis Championships aveva un facilissimo matchpoint per vincere la partita al terzo set (le battute tennistiche pioveranno come ace di John Isner, sappiatelo… ).
Partiamo subito dal roster di giocatori e giocatrici con licenza, che non è certo gigantesco.
A parte la disparità di trattamento tra uomini e donne, tutto sommato non si può chiedere molto di più a un gioco che non eccelle ma non fa meglio dei rivali.
Per dovere di cronaca, e anche perché gli sviluppatori ne fanno un grande vanto, vanno menzionati tutti.
Per le donne abbiamo:
Per gli uomini potremo invece selezionare:
A questi si uniscono due star d’altri tempi, ovvero Tommy Haas e Tim Henman. Ve li ricordate, no? Già. Non mi chiedete perché proprio loro, non l’ho capito neanche io.
Fun fact: tutti i giocatori e le giocatrici hanno una piccola bandiera che identifica la propria nazionalità.
Tutti tranne Medvedev, Rublev e Azarenka.
Indovinate perché…
Togliamoci subito il dente: non c’è il doppio, possiamo però fare partite tutte le partite di singolare misto (?!) che vogliamo.
Detto questo, le modalità di gioco vere e proprio sono sostanzialmente 4:
C’è poi una sezione online con Cross-Platform a scelta (perché disattivarlo, dico io!) dove poter giocare contro avversari a caso in partita rapida, invitare un amico per una sfida diretta oppure partecipare in match classificati con ranking.
Ma parliamo appunto della modalità Carriera.
Appena avviata la modalità Carriera ci troveremo davanti l’editor del personaggio, che è… esilarante.
Le opzioni disponibili per creare il proprio tennista dei sogni sono decisamente limitate, soprattutto per quanto riguarda il volto: si potrà scegliere tra alcuni preset e basta, nessuna modifica ai tratti somatici. Oltre a ciò potremo scegliere maglietta (o una improbabile canottiera in stile Nadal inizio 2000), pantaloncini e polsini, con alcune trame e qualche colore da associare alle varie parti del tessuto.
Insomma se vi aspettavate un look completamente customizzato per il vostro alter ego avete scelto il gioco sbagliato.
Dopo questa prima fase di personalizzazione il gioco vi catapulterà direttamente in un serratissimo Super tie-break contro un giocatore decisamente più forte. Situazione che, posti sotto pressione, vi troverete a maledire, soprattutto se non avete prima provato da soli il Tutorial o almeno le modalità Allenamento e Pratica, visto che non c’è la minima guida al gameplay prima di questa situazione.
Superato il trauma si parte con una sorta di introduzione, dove sostanzialmente vi si dipanerà il complessissimo obiettivo finale: diventare numero 1 del mondo nel minor tempo possibile. WOW.
La schermata principale della modalità carriera sarà quella del Calendario, con eventi da scegliere in base alla settimana in cui si svolgeranno. Dovrete scegliere se partecipare in tornei più prestigiosi ma più lunghi, rinunciando quindi alla possibilità di allenarsi per incrementare le statistiche del personaggio oppure dedicarvi alla crescita per poi pensare a salire in classifica.
Spoiler: incrementare le statistiche non serve a niente perché riuscirete a battere avversari anche decisamente più forti senza troppi sforzi.
Ci saranno poi alcuni eventi speciali dove vincere racchette, scarpe o… allenatori!
Racchette e scarpe vi daranno dei bonus alle statistiche, gli allenatori invece vi permetteranno di guadagnare più punti per ogni allenamento che affronterete, velocizzando il processo di crescita.
Piccola nota a margine: in questo universo non ci sono i soldi, che bello!
Ora passiamo alla parte vera e propria del gioco.
Il gameplay ci presenta soltanto 4 tipi di colpo: piatto, top, slice, pallonetto.
Per colpire la pallina non sarà necessario posizionarsi perfettamente, il nostro giocatore virtuale deciderà il corretto posizionamento sulla palla e con una pressione singola di uno dei 4 tasti riuscirà quasi sempre a buttarla oltre la rete a patto di direzionare bene il cursore con lo stick analogico.
Tenendo premuto uno dei tasti più a lungo si potrà imprimere più forza al colpo, forza segnalata da un cerchio bianco che si farà man mano più grande e poi giallo quando sarà al massimo della potenza (attenzione: ci vuole tantissimo tempo affinché il cerchio si riempia!).
Insomma l’unico modo per sbagliare sarà muovere il cursore fuori dal campo o troppo in basso verso la rete. Decisamente troppo facile… colpire le righe invece è questione di fortuna perché il cursore è abbastanza grande da garantire un minimo di imprecisione.
Per il resto del tempo si corre a destra e sinistra come un granchio, raramente verso la rete. Colpire una voleé richiede la pressione combinata di RB/R1 ma quasi mai funziona. Simpatica la funzione per le palle corte che richiede la pressione di RT/R2… se solo avessi capito come farlo quando decido io.
Pro tip per i più impazienti come me: evitate di premere compulsivamente tasti a caso per saltare le animazioni di intermezzo tra i punti o vi troverete a servire con il minimo della velocità perché la pressione del tasto sarà registrata prima del tempo (però c’è da dire che questa cosa capita dalla notte dei tempi anche con le rimesse laterali in FIFA).
Tutto sommato gameplay abbastanza completo nei fondamentali ma ci sono alcuni limiti come ad esempio la mancanza di un tasto dedicato per correre a rete, che per forza di cose comporterà uno stile di gioco quasi sempre orientato al palleggio da fondo.
I livelli di difficoltà, o forse dovrei dire di facilità, sono 3: “Dilettante”, “Semi-professionista” e “Professionista”. Sono partito subito dal secondo, per poi passare, dopo un paio di partite, al terzo e ultimo livello.
Sarà che ho giocato a tennis per gran parte della mia vita e quindi conosco un minimo di tattica, sarà che il mio personaggio nonostante i soli 20~30 punti su 100 per ogni caratteristica è un fine stratega, ma ho sempre vinto tutte le partite con al massimo un paio di game concessi ad avversari di gran lunga più forti… sulla carta.
E questo per me è il più grave dei problemi del gioco: non offre sfida, non si sbaglia quasi mai, ogni colpo si traduce matematicamente in un siluro chirurgicamente preciso che colpisce la riga, e senza quasi mai richiedere il minimo impegno al giocatore.
Servizio da destra? Se l’avversario è leggermente spostato sulla sinistra tira forte al centro: ace assicurato. Se l’avversario è leggermente spostato sulla destra basta un servizio slice a uscire per poi chiudere sempre in lungoriga di diritto sull’angolo opposto.
Ogni singola volta.
Per perdere un game al servizio mi si è dovuto disconnettere il gamepad perché scarico.
Dov’è il gusto in un gioco così semplice?
Glissando su un comparto grafico che è così limitato da non prevedere neanche le orme dei giocatori sulla terra rossa, preferisco dedicarmi alla fisica della pallina e al motion capture.
Parto subito da una considerazione: non capisco perché sviluppatore e publisher abbiano puntato così tanto sull’enfatizzare un aspetto tanto mediocre. Niente di “brutto”, parliamoci chiaro, ma scrivere addirittura:
“Authentic ball physics, sophisticated character animations, and unprecented player control are combined to create realistic rallies.”
mi sembra un po’ sensazionalistico, ecco.
Il gioco è “OK” per essere un gioco di tennis uscito nel 2022.
E nulla più.
Anzi molto spesso l’animazione eseguita dal giocatore controllato non rispecchierà il tipo di colpo (dato dal tasto premuto) ma piuttosto la forza (data dalla lunghezza della pressione) con la quale si colpirà la pallina: se colpisco con uno slice forte mi aspetto l’animazione di uno slice forte, non quella di un top-spin.
I volti e le movenze dei 18 giocatori rappresentano qualcosa di “più o meno” verosimile, con alcune animazioni peculiari di ognuno di loro (come ad esempio la fastidiosissima battuta dal basso di Kyrgios o il rovescio in salto di Medvedev).
L’unico aspetto a mio parere veramente ben fatto è il sonoro, con suoni sempre precisi e addirittura le urla dei tennisti e delle tenniste che rispecchiano le loro voci.
Ciliegina sulla torta la telecronaca: al limite del ridicolo. Le uniche parole che sentirete pronunciare al telecronista (localizzato esclusivamente in inglese) saranno relative a palle break, set point e match point, con al massimo due variazioni di battuta per ognuna di queste evenienze. Mi viene da dire che a quel punto tanto valeva non inserirla…
Matchpoint – Tennis Championships è disponibile su PlayStation®4|5, Xbox One, Xbox Series X|S, Nintendo Switch e ovviamente PC al prezzo di 49,99€. Decisamente troppi per ciò che offre ma per fortuna ci viene in soccorso il GamePass di Microsoft che lo include dal day one. Probabilmente uno dei pochi validi motivi per provarlo, oltre al fatto che tristemente non ci sono alternative molto più convincenti.
This post was published on 15 Luglio 2022 18:00
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