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Recensioni

Citizen Sleeper | Recensione (Switch): coscienze sci-fi e dadi

Troppo spesso la fantascienza nei videogiochi è trattata semplicemente come ambientazione per giustificare armamenti iper-futuristici, meccaniche di gioco o la presenza di mostri e alieni. Eppure le storie sci-fi, fin dalla loro comparsa sulla carta stampata di romanzi e strisce dei fumetti nel Novecento, hanno sempre avuto forti connotazioni critiche nei riguardi della società attuale, grandi divagazioni tra dilemmi filosofici e morali, o pensieri profondi sul futuro dell’umanità.

Per fortuna ogni tanto c’è qualcuno che si ricorda di utilizzare la fantascienza in questa maniera, uscendo dalla semplice connotazione di setting. Oggi è il caso di Citizen Sleeper, un RPG testuale su una stazione spaziale ai confini dell’universo conosciuto dove il giocatore impersona una coscienza umana digitalizzata in un corpo artificiale, in fuga dal suo destino nelle mani di una mega-corporazione.

Il videogioco in questione, sviluppato da Jump Over The Age (già sviluppatori di Other Waters) e disponibile su PC, Nintendo Switch e Xbox a partire dal 5 maggio 2022.

Distopia spaziale nel capitalismo interplanetario

Come già intuibile dall’introduzione di questa recensione, Citizen Sleeper ha il suo punto di forza nella potenza narrativa del racconto. Gli sviluppatori, già reduci dall’ottimo lavoro di scrittura di Other Waters, si sono replicati con una storia degna di essere chiamata tale, ispirandosi sicuramente ai grandi capolavori distopici e fantascientifici del secolo scorso, ma anche ai più moderni giochi di ruolo da tavolo come Cyberpunk o, in certa misura, Starfinder.

Il giocatore, nei panni e nei circuiti dello Sleeper (letteralmente, “il Dormiente“), si ritrova con pochi ricordi a bordo della stazione spaziale Erlin’s Eye, detta più semplicemente tra i suoi abitanti “The Eye” (letteralmente, “l’Occhio“), una struttura ad anello in rovina ai confini di una società capitalista interplanetaria dedita allo sfruttamento dell’umanità per l’espansione sempre più annichilente della sua sfera d’influenza.

Il giocatore dormiente è in fuga per la libertà da Essen-Arp, una mega-corporazione proprietaria del corpo ospitante e che, ovviamente, lo rivuole indietro. Solo esplorando l’Occhio, infilandosi tra vicoli, bar, spazioporti e circuiti digitali, e facendo conoscenza con gli abitanti del posto divisi nelle diverse fazioni, il giocatore riuscirà a comprendere meglio il significato di libertà, il valore della sua coscienza e il destino dell’umanità in una società del genere.

Il racconto procede così tra una scoperta e l’altra di ambienti, personaggi e risvolti di trama, il tutto amministrato dalle proprie scelte di dialogo e di gameplay. Peccato per la leggibilità dei testi su Nintendo Switch in modalità portatile, presentata con un font un po’ troppo piccolo ma soprattutto con un’impaginazione laterale un po’ fastidiosa, soprattutto se consideriamo il fatto che a occupare il resto dello schermo non c’è praticamente nulla, se non un artwork statico di uno dei personaggi, quando capita, su uno sfondo anonimo della stazione spaziale.

Altra cosa a cui prestare attenzione riguardo la leggibilità, ma che non è necessariamente un difetto, è la proprietà di linguaggio del racconto: data la sua intensità e il grado intellettuale della narrazione, è richiesta una conoscenza medio-alta della lingua inglese.

Storia a turni più che RPG

Citizen Sleeper viene presentato come un RPG a turni, ma attenzione alla terminologia perché potrebbe significare di tutto: a conti fatti, in realtà, Citizen Sleeper è una storia interattiva regolata da tiri di dadi, attese e statistiche.

Il gioco è diviso in Cicli, turni lungo i quali, a seconda di quanto il corpo del giocatore è funzionale, si hanno a disposizione un certo numero di dadi, da utilizzare a piacimento per intraprendere azioni all’interno dell’Occhio. Tali azioni possono conferire strumenti, crediti, o possono mandare avanti un timer specifico, che sarà in grado poi di sbloccare nuove aree, nuovi personaggi o nuovi dialoghi. Alcuni di questi timer inoltre, vanno avanti automaticamente di ciclo in ciclo.

Essendo una coscienza digitalizzata, il giocatore Dormiente può anche infiltrarsi nei circuiti dell’Occhio, recuperando altri tipi di strumenti utili, accedendo a informazioni essenziali e bypassando controlli: premendo il tasto “X” della Switch si accede a una visuale alternativa dell’Occhio, in pieno stile cyberspazio. Attenzione però ai cacciatori, non è mica legale fare queste cose! A completare il tutto ci sono poi le statistiche, personalizzabili col progredire del gioco e in grado di fornire bonus o malus a determinate azioni, o di accedere a nuove meccaniche utili.

Il gameplay leggero e ragionato di Citizen Sleeper è essenziale per fruire al meglio di una storia che, in fin dei conti, è un bel mattone da digerire (in senso buono!). Tuttavia anche questo aspetto di gioco non è esente da difetti: a parte la ripetitività del tutto che si farà sentire in maniera prepotente durante i tempi morti in cui la trama non avanza, man mano che si sbloccano nuove aree dell’Occhio diventerà lento e frustrante viaggiare da un posto all’altro.

Un racconto da sfogliare a piccole dosi

Musicalmente abbiamo tracce sci-fi molto standard, con i soliti sintetizzatori ed effettini che portano subito l’ascoltatore in una dimensione spaziale. Sul versante grafico è gradevole l’estetica cyberpunk con neon rosa, così come è interessante la visuale dall’alto dell’Occhio, navigabile anche con le levette analogiche per poterlo osservare da diverse angolature mentre piccoli dettagli in movimento catturano la scena.

Peccato che però, quando si accede ai luoghi singoli dove si intraprendono azioni o si avviano dialoghi, questa visuale resti ancora un po’ troppo distante, creando un effetto un po’ estraniante: il giocatore è lì che segue con attenzione un colpo di scena descritto in maniera magistrale, ma questo racconto è visualizzato in un piccolo riquadro sulla destra mentre il resto dello schermo è occupato da un personaggio statico e da uno sfondo anonimo visto in lontananza. I personaggi sono disegnati da Guillaume Singelin e sono artwork davvero bellissimi, per carità, ma sarebbe stato gradito un minimo di movimento per arricchire la scena.

Citizen Sleeper è una storia interessante con risvolti e diramazioni decisi dal giocatore, che farà gola sicuramente agli appassionati di fantascienza vecchia scuola e di giochi di ruolo fatti di carta, statistiche e dadi. Nonostante il supporto di un ottimo comparto di gameplay leggero il giusto e di un’estetica molto gradevole, i difetti relativi all’impaginazione del testo e alla staticità di artwork e ambienti di gioco appesantiscono un po’ l’esperienza ludica, limitando il giocatore ad assorbire il gioco a piccole dosi per evitare di diventare egli stesso Dormiente come il suo avatar.

This post was published on 4 Maggio 2022 12:00

Alessandro Colantonio

Game designer in erba e chitarrista a tempo perso. Nasce all'ombra del Vesuvio nel 1991, muove i suoi primi passi nel mondo dei videogiochi su un Windows 95 all'età di 5 anni, e diventa presto un Allenatore di Pokémon. Bazzica tra radio web e band durante i suoi studi universitari tra Napoli, Roma e Milano, si parcheggia nella fan-community di Pokémon Milennium dove instaura il suo regime dittatoriale da caporedattore, costruendo una macchina da recensioni e contatti e diventando inconsapevolmente PR. Oggi, oltre a prestare le sue dita a Player.it per articoli, recensioni e approfondimenti, figura anche come streamer di Twtich, content creator di TikTok e PR abusivo. I suoi generi preferiti sono i gestionali, gli strategici, i tattici e i GDR. Ma essendo un accumulatore seriale di videogiochi, cerca sempre di giocare ogni titolo che gli capita sotto mano. Ha una perversione per le pratiche fandom, i cani e la birra artigianale. Adora D&D, va in ira e carica.

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