A tutti i trentenni, ultra-trentenni ed “aspiranti trentenni” in ascolto, facciamo un gioco insieme: portiamo indietro le lancette dei nostri orologi fino a tornare indietro nel tempo di circa 25 anni, e concentriamoci su quei bei tempi andati.
Dopo i pranzi domenicali (quasi sempre luculliani), quali erano gli eventi che scandivano il piacevole ozio di quelle giornate di festa?
Le risposte a questa domanda sono fondamentalmente tre.
Il campionato di calcio, con le sue reti, le mille polemiche e tutte le dinamiche collegate al fantacalcio; le gare del Gran Premio di Formula 1, con Schumacher che era il re incontrastato di qualsiasi circuito. Tuttavia, se si era sufficientemente giovani e “spericolati”, la vera attrattiva della domenica era rappresentata dalla MotoGP.
Gare più snelle, duelli all’ultima curva e l’innegabile fascino delle due ruote: tutti questi elementi non potevano non far presa su molti giovinastri dell’epoca, che guardavano quei bolidi con un misto di fascino e timore reverenziale.
Ebbene, nella storia del nostro medium di riferimento, pochi ha speso tempo e risorse per ricreare l’atmosfera della MotoGP come Milestone, lo sviluppatore italiano che, da circa 15 anni, ha cercato di realizzare un’esperienza quanto più vicina possibile a quella provata dai piloti in pista.
È proprio in base a queste considerazioni che ci accingiamo a recensire MotoGP 22, la nuova main entry del franchise che, nonostante la sua cadenza annuale, ha apportato alcune interessanti innovazioni rispetto ai titoli che lo hanno preceduto.
Siamo appena all’inizio della nostra trattazione, ma una piccola anticipazione possiamo darvela: rispetto al recente passato, l’esperienza di gioco che ci si è parata innanzi compie una decisa sterzata in direzione della simulazione “dura e pura”.
Sotto certi aspetti, era lecito attendersi che Milestone avrebbe confermato una bella fetta di contenuti che già costituivano l’offerta di MotoGP 21, tra cui si nota subito la Carriera Manageriale. Ancora una volta, potremo vestire i panni di un giovane pilota in rampa di lancio che, gara dopo gara, sarà chiamato a forgiare la sua carriera, avvalendosi di manager e team tecnici di prim’ordine. Se il primo avrà il compito del classico “procacciatore d’affari”, cercando di attirare l’attenzione di sponsor e dei team più blasonati, i tecnici avranno il compito di aiutarci nella messa a punto della moto, consentendoci di esaltarne le caratteristiche.
Ovviamente, potremo scegliere la categoria in cui cimentarci: i più esperti potranno ambire direttamente ai tornei della MotoGP, mentre i neofiti potranno prediligere un’esperienza in Moto 2 o Moto 3, in cui l’intelligenza artificiale (su cui ci soffermeremo in seguito) è decisamente più accomodante.
Se finora non è possibile notare chissà quali differenze con l’offerta di MotoGP 21, anche le Modalità Veloci ricalcano quanto visto nel precedente capitolo del franchise, consentendoci di effettuare singoli Gran Premi o determinate Prove a Tempo e presentando il ritorno del PvP locale con la modalità a schermo condiviso.
Ciò che invece è un graditissimo elemento di novità è la modalità Nine Season 2009 che, rifacendosi al modello della serie Netflix Drive to Survive, ci fa rivivere la stagione 2009 della MotoGP che, come tutti gli appassionati sicuramente ricorderanno, è stata una delle più appassionanti di sempre, coronata dalla vittoria di Valentino Rossi.
La Nine Season 2009 è stata realizzata con la collaborazione del regista Mark Neale e, nel corso dei suoi 17 capitoli, ci porterà a rivivere i momenti più importanti di quella indimenticabile cavalcata, ma non limitandola al solo punto di vista del “Dottore”, ma estendendosi anche a quelli dei suoi rivali più accreditati, tra cui Jorge Lorenzo, Casey Stoner, e via discorrendo.
La modalità in questione rappresenta una vera e propria Story Mode, che farà la felicità di chiunque abbia vissuto in prima persona quell’annata, alternando con sapienza le gare più significative con scene filmate ad alto tasso di spettacolarità.
Eccoci arrivati ad uno dei “momenti confessione” di questa nostra lettura.
Sapete quella storiella che ci hanno sempre ripetuto sul fatto che la vera forza non risiede nel non cadere mai ma nel riuscire sempre a rialzarsi? Bene, sappiate che, a furia di cadere, diventerete molto, ma molto forti.
Come sottolineato in apertura, MotoGP 22 ha scelto la via della simulazione, e questo si traduce in un gameplay decisamente più ostico rispetto anche alla precedente iterazione del franchise. Non credo di riuscire a ricordare in maniera esatta quante volte io mi sia ribaltato con il mio bolide per una curva presa male, ma posso dire che, nelle prime ore di gioco, ho passato molto più tempo accasciato a terra che non in sella alla moto.
In base a quanto ora scritto, i tutorial messi a disposizione dalla modalità MotoGP Academy si riveleranno cruciali, introducendoci al meglio al mondo delle due ruote e spiegandoci tutti i passi necessari per imparare a domare il veicolo; questi, fondamentalmente, si traducono in due momenti tanto fondamentali quanto collegati tra loro: le frenate e le curve.
Mantenere sotto controllo la velocità di crociera è sempre indispensabile, così come indispensabile sarà la sua drastica riduzione all’approssimarsi di un tornante, la vera prova di ogni motociclista che si rispetti.
Riuscire ad affrontare le curve nel modo giusto, con i cordoli come unico “campanello d’allarme” che ci separa dal baratro del terriccio, sarà la vera sfida dell’ultima fatica targata Milestone che, ve lo diciamo senza mezzi termini: potrebbe scoraggiare chi si aspettava una formula di gioco più a portata di utente.
Tuttavia, seguendo i tanti aiuti che ci verranno forniti (indicatori di frenata e traiettoria di curva su tutti), affrontando tutti i tutorial menzionati in precedenza, riusciremo ad arrivare preparati all’esame finale che ci attende: il Gran Premio.
Anche in questo caso, lo sviluppatore ci spinge a ripercorrere tutti i passi che un pilota deve compiere prima di scendere in pista, tra cui mettere a punto il veicolo (scegliendo gli pneumatici con la mescola più adatta al tracciato ed altri dettagli) e correndo nei giri di prova, imparando così tutti le insidie che ci attenderanno non appena scatterà il semaforo verde.
Volendoci soffermare ulteriormente su gameplay di MotoGP 22, non possiamo non menzionare A.N.N.A., l’intelligenza artificiale sviluppata da Milestone che, tramite il machine learning, ha il compito di impersonare i nostri rivali in pista, donando loro comportamenti, tecniche e tattiche quanto più simili alle loro controparti reali.
In MotoGP 22 è possibile constatare dei notevoli passi avanti di A.N.N.A., soprattutto per quanto riguarda il comportamento in pista dei nostri avversari, i quali si mostreranno sin da subito aggressivi, tentando i sorpassi più audaci ed obbligandoci a mettere in pratica tutto quello che abbiamo appreso nei tutorial della MotoGP Academy.
Tuttavia, la summenzionata aggressività dell’intelligenza artificiale si traduce anche in improvvisi speronamenti ed in scontri capaci di mandarci fuori pista in un battito di ciglia. Va da sé che, nella MotoGP “reale”, difficilmente è possibile assistere ad incidenti di questa portata, e quanto ora detto stride un po’ con la voglia dello sviluppatore di inseguire il realismo.
Sempre a proposito di realismo, nonostante l’IA sia stata notevolmente implementata, sembra mancare quel “centesimo che fa l’euro”. Spieghiamoci meglio: la difficoltà tra le varie Moto 3, Moto 2 e MotoGP è ben bilanciata, ma quello che avremmo desiderato sarebbero state delle strategie più articolate da parte dei nostri rivali. Anche una semplice velocità più sostenuta nei giri finali del Gran Premio, soprattutto se siamo in presenza dei piloti che hanno reso celebri le due ruote, sarebbe stata una finezza non da poco.
Eccoci arrivati ad uno dei punti in cui l’opera mostra alcuni dei suoi limiti più evidenti. Dal punto di vista della quantità dei contenuti, possiamo dire senza grosse esitazioni che MotoGP 22 farà la felicità di qualunque appassionato delle due ruote. Le possibilità di sviluppare la nostra moto ideale sono tantissime e decisamente approfondite, così lo sono le opzioni riservate alla personalizzazione estetica; il parco piloti risulta ulteriormente allargato, sforando quota 70 Leggende e, infine, sarà possibile salire in sella a qualunque prototipo che sia comparso negli ultimi 30 anni del Motomondiale.
Se la varietà non manca, è la sua realizzazione a risultare altalenante. Ad esempio, i modelli delle moto sono impeccabili, così come impeccabili sono gli effetti visivi delle loro vernici cromate, ma altrettanto non può dirsi dei piloti e dei tecnici che compongono il nostro staff, i cui modelli sembrano quasi solo abbozzati.
Un simile discorso può essere riproposto per quanto riguarda il comparto animazioni; da una parte, ad esempio, le animazioni dei piloti in pista sono decisamente accurate e realistiche ma, dall’altra, quelle degli stessi piloti che interagiscono con meccanici ed ingegneri nel pre-gara sono quasi approssimative, tanto nei movimenti quanto nelle espressioni facciali, decisamente statiche e spente.
Per quanto invece riguarda i circuiti, nonostante una fedele riproduzione dei tracciati più celebri del Motomondiale, non è possibile non notare fenomeni di pop-up di alcuni dettagli delle piste, man mano che ci approssimeremo ad essi.
Nonostante la scelta del team di sviluppo di ricorrere all’Unreal Engine, la sensazione complessiva che si ha non è quella di avere tra le mani un titolo next gen o, almeno, non dal punto di vista squisitamente grafico.
Ciò su cui, invece, c’è da fare i complimenti a Milestone è sull’immersività che l’esperienza di gioco riesce a raggiungere. Ogni curva, ogni frenata, ogni impatto, ogni caduta sarà “documentata” dal nostro pad che, nel caso del DualSense da noi utilizzato, risponderà con un vasto campionario di vibrazioni, capaci anche solo di farci capire se abbiamo toccato la sporgenza di un cordolo.
Lo stesso discorso può essere fatto per il comparto audio, dove i rombi dei motori la fanno da padrone e faranno “sentire a casa” qualunque fan. Anche la presenza delle voci “storiche” dei cronisti italiani, che hanno accompagnato questa disciplina nel corso degli anni, sono una piacevole nota positiva, ma sono purtroppo limitate ai soli pre e post gara, facendoci desiderare non poco una telecronaca che possa coprire l’intera durata della corsa.
MotoGP 22 rappresenta un notevole passo avanti rispetto alla formula proposta da Milestone nella precedente iterazione del suo franchise che, però, ha deciso di inseguire un rivale ostico: il realismo. Quanto ora detto si traduce in un’esperienza di gioco decisamente meno accomodante e che, per essere padroneggiata, richiederà non poco impegno. Sotto l’aspetto contenutistico, invece, l’ultima fatica dello sviluppatore meneghino rappresenta praticamente il paradiso di ogni amante del Motomondiale, consentendoci tanto di unirci ai team più blasonati quanto di crearne uno tutto nostro, dandoci anche la possibilità di ripercorrere le tappe fondamentali del Gran Premio del 2009. Solo qualche scivolone dal punto di vista tecnico impedisce al titolo di raggiungere quell’effetto spaccamascella che ci si attenderebbe da un titolo next gen.
This post was published on 3 Maggio 2022 14:00
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