In un periodo in cui tutto il mondo video ludico continua a parlare di Elden Ring, di open world e delle lezioni che gli altri sviluppatori dovrebbero imparare, DigixArt rilascia in relativo silenzio Road 96 sulle piattaforme PS4, PS5 e Xbox Serie S/X dopo il successo ottenuto su Steam (92% di recensioni positive!) e su Switch col rilascio di Agosto 2021.
Road 96 è un gioco che mi ha sorpreso sotto molti punti di vista. L’ho iniziato aspettandomi un’avventura dai forti connotati politici, alla ricerca di una morale da consegnare al giocatore, e invece mi sono ritrovato con un magone costante, un senso di nostalgia verso una terra inesistente e un amore spassionato per la soundtrack. Non posso nascondere che la soundtrack di Road 96 mi ha colpito così tanto che l’ho ascoltata in loop negli ultimi giorni e ancora ora mentre scrivo questa recensione è in riproduzione. Infatti è così bella, impeccabile e centrale all’esperienza che ho deciso che sceglierò un brano per ogni capitolo di questa recensione, per accompagnarvi. Il mio scopo è farvi avere un assaggio di quello che è il viaggio in Road 96.
Road 96 è un gioco che mi ha colpito personalmente, mi ha trovato al centro della mia esperienza Erasmus all’estero e per questo ho trovato l’esperienza del viaggio, di un nuovo inizio lontano, molto accurata.
E giusto per non farci mancare niente, DigixArt vende nell’Hitchhiker bundle, documentario e prologo sotto forma di libro game, dando la possibilità a chi si innamora del titolo di viverlo ancora un po’ di più, tenetelo bene a mente se dovesse conquistare la vostra curiosità.
Dunque zaino in spalla e seguitemi nel viaggio per recensire Road 96.
Addio Petria
Road 96 è un’avventura 3D in cui i protagonisti sono una serie di adolescenti in fuga da Petria, una dittatura governata dal tiranno Tyrak e in guerra contro le Brigate Nere, la resistenza che combatte notte e giorno per il futuro della nazione. Il giocatore si troverà immediatamente catapultato nel corpo di questi protagonisti che, uno alla volta, dovranno viaggiare verso il confine e attraversarlo verso la libertà da loro tanto agognata.
Ogni viaggio è una “run” ed è fatto di una serie di tappe che l’adolescente attraversa, luoghi e incontri che definiranno il suo viaggio e lo renderanno diverso da quello degli altri grazie a una generazione procedurale degli eventi. Gli incontri avverranno con diverse personalità che rappresentano un po’ tutto quello che Petria può offrire, dal brigatista alla poliziotta, dalla presentatrice televisiva e giornalista ai criminali. Inoltre il gioco presenta una narrativa persistente tra un viaggio all’altro, dunque le scelte e gli incontri fatti in un viaggio impatteranno i viaggi successivi o addirittura il destino di Petria. Ognuno di questi personaggi avrà un arco narrativo che si svolgerà tramite gli eventi, in media ogni personaggio potrebbe prendere dai cinque agli otto eventi ma i possibili eventi sono molti di più, quindi è possibile fare più di una partita e ottenere eventi diversi.
Road 96 nonostante lasci carta bianca al giocatore su cosa preferire tra riforma, rivoluzione armata o neutralità, presenta forti messaggi politici e antifascisti, ma, già dalle prime ore di gioco, diventa chiaro che sono lì soltanto a creare sfondo, il vero protagonista della narrativa è il viaggio, le amicizie che nascono durante e la fine.
Alla fine di ogni viaggio gli adolescenti dovranno provare ad attraversare il muro costruito da Tyrak per impedire la fuga dei cittadini di Petria, ma il successo non è per nulla garantito. Infatti non è raro fallire e far morire l’adolescente che stiamo giocando per colpa di una nostra cattiva scelta, che sia durante il viaggio stesso o al muro.
E lasciatevelo dire, fare una scelta che porta alla morte dell’adolescente che stiamo giocando è orribile. Fa sentire sporchi e porta una fortissima malinconia.
Ogni viaggio, che si concluda bene o meno, avvicinerà sempre di più la data delle prossime elezioni, punto di svolta nonché finale di Road 96.
La trama e i singoli eventi si presentano divertenti e diversi tra loro ma non urlano al miracolo. Si nota molto la differenza di qualità tra eventi che si possono “fallire” ed eventi il cui il successo è automatico, rovinando un po’ l’esperienza.
Ma ciò che davvero Road 96 riesce a dare alla perfezione è la sensazione di viaggio. Giocare gli adolescenti, zaino in spalla, spicci in tasca, affamati, stanchi e con ancora centinaia di chilometri prima del confine è una sensazione che dà d’inizio, fa sentire parte di una storia e di una vita, seppure fittizi.
Road 96 riesce a essere l’incarnazione perfetta che il vero tesoro del viaggio non è la meta ma il percorso fatto per raggiungerla. Più di una volta mi sono ritrovato con un magone di dimensioni titaniche, il pad xbox in mano, incredulo, ascoltando la soundtrack in silenzio.
Però Road 96 non va descritto, Road 96 va vissuto.
Qualche sassolino nella scarpa
Road 96 è un’avventura priva di reali sfide ma costellata di piccole scelte, dialoghi intelligenti e minigiochi tutti divertenti, riuscendo dunque ad arricchire quelli che in gergo, in maniera un po’ derogatoria, vengono chiamati “Walking Simulator” (Simulatori di Passeggiate).
Il gioco sembra essere anche autocosciente della sua semplicità e infatti una partita completa non durerà più di una decina di ore in media. L’impatto che le scelte avranno realmente sulla trama sono limitate e a volte alcuni eventi risultano un po’ artificiali o forzati, poiché non considerano abbastanza quelli avvenuti prima. Infatti più volte mi sono ritrovato a fare il finto tonto non riconoscendo personaggi già incontrati dallo stesso personaggio qualche giorno prima. Il sistema degli eventi e delle scelte è condito anche da un sistema nascosto di “Karma”, che sembra reagire agli eventi del giocatore e agire di conseguenza modificando i futuri incontri per quel personaggio. Ad esempio lasciare i soldi sotto una pietra per i prossimi fuggiaschi aumenta il karma, mangiare dalla spazzatura del cibo marcio (per qualche strana ragione) lo diminuisce.
Per quanto riguarda i finali, risulta a mio parere troppo facile ottenere il finale “buono”, e alla fine le scelte che importano davvero sono poche ma belle da affrontare.
Il gioco presenta una traduzione italiana senza doppiaggio di qualità ottima, il quale traduce anche buona parte delle grafiche in gioco, ma per qualche ragione non i manifesti.
Triste nota di demerito per frequenti cali di framerate su Xbox serie S e un crash a fine di un evento che mi ha costretto a rifarlo da capo.
Fuggire negli anni ’90
La soundtrack di Road 96 è perfetta e non posso che sentirmi inadeguato a descriverne la complessità e la bellezza. La stragrande maggioranza delle canzoni è creata e inserita nel gioco ad arte, riuscendo a trasformare un’esperienza bella in un’esperienza indimenticabile.
Il cuore della soundtrack è elettronica anni ‘90 e crea un contrasto magnifico con la povertà del deserto di Petria, combinandosi in un clima malinconico unico. Road 96 riesce attraverso la musica a comunicare la disperazione di una dittatura e della mancanza di libertà, l’emozione della fuga e della scoperta.
In Road 96 la soundtrack è parte integrale e fondamentale dell’esperienza e gli sviluppatori lo sanno. Infatti durante le diverse run e i tentativi di fuga potremo collezionare delle cassette con i brani del gioco e riprodurli ogni volta che vi è un lettore di cassette a portata di mano (ergo quasi sempre), sostituendo la soundtrack proposta dagli sviluppatori.
Insomma sembra che la soundtrack di Road 96 sia stata diretta da qualcuno che sapeva quanto la musica aiutasse a costruire l’umore perfetto, e c’è riuscito.
Menzione d’onore per la presenza di Bella Ciao suonata col trombone, forse per una volta l’ambiente del gioco ne permette l’utilizzo senza risultare eccessivamente fuori luogo.
Se vi interessa, vi allego altri brani che non sono riuscito a mettere nei capitoli ma che meritano menzioni d’onore:
Dai deserti alle foreste di Petria
Road 96 è graficamente semplice, i modelli e le texture non sono ad altissimo dettaglio ma funzionano bene immersi con il resto del gioco. I paesaggi sono quasi tutti interessanti e belli e anche il deserto risulta avere un carattere. L’ambiente è sicuramente ispirato dai paesaggi americani del Grand Canyon o delle foreste del Montana per quanto riguarda il territori più vicini al confine.
Le animazioni risultano un po’ troppo legnose ma i volti dei personaggi riescono a essere straordinariamente espressivi.
L’interfaccia grafica presenta carattere e ricorda un po’ quello che Disco Elysium o Persona sono riusciti a fare, ma risulta un po’ troppo scomoda nei dialoghi e la mancanza di una modalità foto è un enorme opportunità mancata, perché io avrei passato ore a fare foto sceniche.
Vi allego il resto delle immagini che ho preso
Un viaggio indimenticabile (Conclusioni)
Ovviamente ho lasciato il mio brano preferito della soundtrack per ultimo. Quello che è per me è diventato l’inno al viaggio nonché tema principale della mia breve esperienza Erasmus ancora in corso.
Road 96 insomma riesce ad far sentire il suo valore tramite una narrazione e una soundtrack in simbiosi, che ricordano come i videogiochi, anche imperfetti, se fatti con amore e passione, sono opere artistiche in grado di donare emozioni forti. Perché Road 96 non aveva il diritto di darmi il magone, ma l’ha fatto ugualmente e ora porterò per sempre con me le memorie di giovani fittizi morti combattendo per la loro libertà fittizia in un mondo fittizio. Che belli i videogiochi.
PRO
- Soundtrack magistrale
- Atmosfera incredibile
- Personaggi molto interessanti
CONTRO
- Eventi a volte facili da leggere
- Graficamente semplice
- Piccoli problemi di framerate su Xbox Serie S
Se hai letto tutta la recensione (e l'hai letta per davvero tutta senza imbrogliare) puoi cliccare qui sotto per scoprire il voto: