Sembra ormai prassi che ogni anno debba avere il suo “gioco difficile” ed ogni volta tocca a me vestire i panni di quello antipatico e anche un po’ saccente per bacchettare lettori e colleghi.
Parliamo questa volta di Sifu, titolo a metà strada tra un Roguelite ed un Beat ’em up sviluppato da Sloclap, che ci permetterà di vestire i panni di un maestro di arti marziali nel suo viaggio in cerca di vendetta.
Titolo punitivo e difficilissimo o ennesima allucinazione collettiva di un’utenza non più abituata al Game Over?
La trama di Sifu ricalca i più grandi film di arti marziali: il/la protagonista assiste all’omicidio del padre che è anche maestro (dopo un interessantissimo tutorial) per mano di un ex allievo accompagnato da un clan di brutti ceffi bramosi di carpire i segreti della conoscenza antica tenuti conservati nel dojo di generazione in generazione.
Giusto per non lasciare testimoni anche il protagonista cade sotto la scelleratezza del nemico, ma poco dopo si rialza senza alcuna ferita grazie ad un magico amuleto (di cui parleremo più avanti). Solo e colmo di rabbia il protagonista giura vendetta verso i suoi aguzzini ed intraprende un lungo allenamento che lo porterà ad affinare sempre di più le sue tecniche di combattimento.
La storia di Sifu non è però l’unica cosa ad essere presa direttamente dal cinema orientale, l’intero titolo è un tributo a questo genere di film: Le ambientazioni, le mosse, le situazioni e le orde di nemici, tutta l’esperienza di gioco trasuda citazionismo da tutti i pori attingendo a piene mani a pellicole come quelle di Bruce Lee e Jackie Chan, dalla saga di Ip Man e anche da Old Boy.
Ciò che contraddistingue i vari livelli è il tipico uno contro troppi con un’IA che ti attacca in branco senza aspettare il proprio turno rischiando anche di ferirsi a vicenda, in queste situazioni solo chi ha una padronanza assoluta del proprio corpo e sa come utilizzare l’intero ambiente circostante come arma può prevalere. E’ qui infatti che scende in campo Sloclap; dopo un titolo tecnicissimo come Absolver, Sifu è l’incarnazione perfetta del concetto di easy to learn, hard to master.
Il gioco infatti ci propone pochi semplici comandi: para, schiva, attacco leggero e attacco pesante ma sta alla pazienza e allo spirito di osservazione del giocatore riuscire a tirarne fuori la combinazione migliore per uscire indenne da ogni scontro, quasi a voler far immedesimare chi gioca nei panni del protagonista, interiorizzando ogni tecnica e imparando dai propri errori.
La tecnica si affina con l’esperienza, l’età e i punti esperienza raccolti lungo il cammino.
Tramite appositi santuari sarà possibile ottenere bonus come un maggior ritorno vitale dopo una finisher, la durata delle armi e soprattutto la struttura, quest’ultima molto simile alla barra della postura di Sekiro ci permetterà di parare un maggior numero di colpi senza perdere la nostra posizione o rimanere indifesi per qualche fatale secondo.
Infine tramite i punti esperienza sarà possibile sbloccare anche nuove mosse da scatenare sui propri avversari se riuscirete a ricordarvene. Descritta così sembrerebbe quasi un’avventura lineare ma è proprio qui che Sifu tira fuori la sua curiosa natura da roguelite; lo scopo del gioco infatti è quello di finire ogni livello quanto più giovani possibile.
Vi ricordate l’amuleto magico di cui parlavamo all’inizio? Il lascito del nostro padre maestro ci riporterà in vita dopo ogni K.O.
Questo verrà fatto ad un particolare prezzo: la nostra età.
Ogni volta che cadremo sotto i colpi dei nostri nemici potremo rialzarci sfruttando il potere del amuleto, ma una volta fatto ciò il contatore delle morti si sommerà alla nostra età facendoci invecchiare progressivamente al raggiungimento di ogni decennio.
Sappiamo tutti che però essere vecchi nei film di arti marziali non è mai per forza un malus dato che con gli anni arriva l’esperienza e con l’esperienza una maggiore padronanza del kung fu, infatti anche se la nostra vita massima sarà ridotta i nostri danni aumenteranno esponenzialmente, ma la strada della vendetta è lunga e piena di insidie e non è saggio arrivare al primo boss già decrepiti.
In Sifu l’età con cui completeremo ogni livello determinerà l’età con cui inizieremo il successivo stabilendo quindi il numero di vite a nostra disposizione per andare avanti.
Che si siano collezionati tanti game over o che si voglia abbassare l’età di partenza ci troveremo a dover ripetere più volte i livelli (soprattutto il primo dove l’età di partenza è 20 anni). Fortunatamente avremo dalla nostra tutta una serie di aiuti per rendere l’esperienza di gioco meno frustrante. Per prima cosa, dopo aver accumulato abbastanza punti esperienza, è possibile sbloccare permanentemente le abilità imparate durante il corso delle precedenti run.
In questo modo è possibile ripartire con un leggero vantaggio ogni volta; l’altro grosso aiuto invece è dato dalla possibilità di sbloccare delle vere e proprie scorciatoie in grado di far saltare grosse porzioni di livello al giocatore, così da andare direttamente verso le stanze finali diminuendo il rischio di finire maciullati.
Alcune di queste scorciatoie potranno essere sbloccate sia all’interno dei livelli stessi o addirittura in altri livelli, fortunatamente per tenere traccia degli oggetti e degli indizi raccolti il gioco propone una comoda bacheca con tutte informazioni raccolte sui nemici e i loro covi.
Come per Sekiro la mia risposta alla fatidica domanda “E’ un gioco difficile?” è la medesima: No.
Senza dubbio Sifu è un gioco impegnativo ma è ben lontano dall’essere frustrante o pesante come altri titoli.
Qui la pazienza e il tempismo del giocatore vengono ripagati da scene d’azione mozzafiato, scene possibili grazie ad un sistema di controllo semplice e reattivo che risulta fluido proprio come le tecniche proposte.
La mancanza di un sistema di autolock per i bersagli permette di dispensare mazzate a tutti i bersagli e di muoversi liberamente per la stanza in modo da poter sfruttare al meglio superfici, spigoli e oggetti così da neutralizzare rapidamente gli avversari.
Il lavoro di motion capture da parte di Sloclap è stato a dir poco maniacale, andando a riprodurre in maniera fedele tecniche realmente esistenti. Queste si adattano e costringono l’avversario a reagire in maniera perfetta, in base alla sua posizione dello spazio dove avviene il combattimento, esattamente come accadrebbe nelle reali arti marziali.
Infine, nonostante si parli principalmente di combattimento, sorprende la presenza di piccole sezioni di esplorazione o di approccio non lineare: queste permettono non solo al giocatore di trovare segreti e scorciatoie ma anche di affrontare ogni incontro come meglio crede offrendo ad ogni livello una altissima rigiocabilità.
Insomma Sifu si conferma una delle novità più interessanti, fresche e soddisfacenti di questo 2022, proponendo un modo nuovo e intelligente di fare roguelite. E’ un gioco che non ti spiega quasi niente e ti lascia imparare semplicemente giocando e soprattutto sbagliando. Giocare questo titolo a difficoltà diverse da quella originale sarebbe solo un insulto al lavoro egregio fatto da Sloclap.
This post was published on 24 Febbraio 2022 10:52
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