Al giorno d’oggi inserire all’interno di un discorso le parole “Guardiani della Galassia” produce un effetto tifo da stadio non indifferente. Volenti o nolenti, tutti gli appassionati delle forme ludiche dell’arte ne hanno sentito parlare grazie al boost di fama generatosi con i film diretti da James Gunn per i Marvel Studios, che hanno contribuito a portare a galla una nuova, e numerosa, fanbase.
Dopo aver toppato con Marvel’s Avengers, Square Enix doveva tirar fuori dal cilindro un prodotto valido, consistente e per certi versi che non tradisse le aspettative “cinematografiche” di milioni di videogiocatori.
Il lavoro affidato ad Eidos Montréal si è rivelato abbastanza Marvel-oso?
La recensione potrebbe concludersi già qui, con questa chiosa:
Ho reso l’idea?
La trama principale del gioco è fondamentalmente quella che ci si aspetterebbe da un fumetto o un film sul gruppo più sgangherato dell’universo Marvel: una avventura cosmica che vede i Guardiani accettare qualsiasi incarico pur di guadagnare qualche credito intergalattico e rifiatare dai debiti, imparando a lavorare di squadra e, nel mentre, salvare la galassia; il tutto incorniciato da eventi che toccano nel personale tutti i membri dell’equipaggio della Milano.
Impersonando Peter Quill – aka Star Lord – iniziamo l’avventura a 12 anni di distanza dalla fine di una sanguinosa guerra intergalattica che ha visto Thanos ed il suo esercito di Chitauri venire sconfitti. I Guardiani della Galassia, gruppo di mercenari in cerca di notorietà e crediti, sono alle prese con una missione all’apparenza semplicissima: catturare una creatura spaziale da un pianeta in quarantena per poi rivenderla a Lady Hellbender.
In pieno stile GotG l’operazione si rivela un fiasco e, oltre al danno la beffa, i nostri vengono arrestati dai Nova Corps con l’accusa di essersi introdotti in una zona vietata.
Sulla Hela’s Hope – la ammiraglia Nova – Peter chiede di poter parlare con Ko-Rel, una vecchia fiamma piuttosto arrabbiata nonché Centurione in comando, ma l’opportunità gli viene negata ed il gruppo viene assegnato alla sorveglianza della giovane Nikki che si rivela essere la figlia di Ko-Rel.
Durante il percorso che avrebbe portato i nostri eroi verso le rispettive celle di detenzione si verifica una esplosione all’interno dell’hangar ed il buon Star Lord si ritrova – ammanettato – ad aiutare la giovane cadetta a tornare in sicurezza dalla madre che, come segno di gratitudine, accetta di lasciarli andare a patto che venga pagata una salatissima multa.
Da qui si dipanano una serie di eventi che porteranno i Guardiani a fare la conoscenza della Chiesa Universale della Verità, il nuovo male che minaccia tutta la Galassia di Andromeda.
In un panorama videoludico costellato da milioni di POI su vaste mappe di giochi Open World, Marvel’s Guardians of the Galaxy è un “classico” gioco d’avventura lineare con un inizio chiaro, uno svolgimento ed una fine ben delineati. È un ritorno all’approccio vecchia scuola, che sembra volerci guidare passo passo lungo la strada da percorrere per arrivare ai titoli di coda. Ciò non sta a significare, però, che l’avventura di Perter Quill e compagni si dipani lungo una flatline, senza picchi o sorprese.
La qualità della storia proposta da Eidos Montréal è eccellente: letteralmente degna di un film Marvel; solo che in questo caso non si è seduti davanti al maxischermo del cinema ma si prende direttamente il controllo della scanzonata compagnia verso il completamento di un obiettivo, che sfocia in un obiettivo che porta ad un altro obiettivo. C’è un solo modo per andare avanti: andare avanti. Niente missioni secondarie, niente Open World. E mi piace!
L’intreccio narrativo attinge a piene mani sia dal mondo cinematografico che da quello fumettistico per caratterizzare i nostri protagonisti al meglio. Se avete visto i due film standalone dedicati al gruppo di “mercenari” spaziali Marvel rimarrete piacevolmente sorpresi nel trovare tutta l’ironia vista al cinema, le gag, le dispute interne e gli “sfottò” tipici dei Guardiani.
Tutti i membri del cast sono incredibili; che siano essi personaggi principali o semplici comparse di passaggio, contribuiscono a rendere completa la narrazione grazie ad un numero spropositato di battute pronunciate sempre – e dico sempre – al momento giusto.
Ogni singolo Guardiano sfoggia una propria personalità che ricalca molto quella proposta al cinema da James Gunn con le dovute aggiunte e licenze poetiche che lo rendono adatto al mondo imbastito da Eidos.
Drax, ad esempio, è sempre molto sobrio e silenzioso ma riesce a mostrare un lato tenero che non si era ancora visto. La sua aggressività viene dipinta come una cortina fumogena che nasconde un uomo ancora in lutto per la perdita di moglie e figlia uccise da Thanos.
Di questo incolpa Gamora alla quale spesso rivolge l’appellativo di assassina ma, sul finire del gioco, quando tutti i nostri protagonisti hanno in un modo o nell’altro superato alcune delle loro difficoltà personali, pronuncia una delle frasi – un cliché, per carità – più commoventi del panorama videoludico: persino l’aggressivo gigante chiama per nome la compagna e promette che chiederà al suo dio se c’è posto per i suoi amici nel suo paradiso qualora dovessero soccombere. Il tutto mentre lancia pezzi di roccia a torso nudo sui nemici… Awww!
L’altro personaggio che colpisce positivissimamente è Rocket.
Introdotto come una piccola marchetta vivente, affronta un processo di crescita come nessun altro Guardiano. Lo scorbutico procione resta fedele al personaggio che tutti conosciamo risultando la giusta fonte di blasfemia galattica ed insulti non troppo velati ma lo fa per un buon motivo: essere considerato un umano al pari dei suoi comprimari.
Piccolo aneddoto: nelle fasi iniziali di gioco si ha la possibilità di lanciare Rocket attraverso un baratro in modo che possa violare la sicurezza di un vecchio ponte Kree così da consentire l’attraversamento al resto del gruppo; il peloso amico ovviamente si oppone. Se si sceglie ugualmente di lanciarlo contro la sua volontà Rocket sarà furioso perché ne è stata violata l’autonomia decisionale. Una scelta di character design degna di nota da parte della Software House Canadese che ha sfruttato questa prima, piccola, opportunità offerta dal livello in questione per dare il là al processo di “umanizzazione” di Rocket Raccoon.
Anche se ha l’aspetto di una piccola creatura mangia rifiuti, Rocket odia farsi trattare da animale e pretende di essere considerato un umano.
C’è da aggiungere, inoltre, che grazie al sistema di scelte/conseguenze del gioco Rocket non smetterà mai di rimarcare a gran voce che gran pezzo di rifiuto spaziale sia stato Star Lord per acconsentire al suo lancio. Perché ammettetelo, se scegliete di lanciare Rocket siete delle gran brutte persone.
…corrisponde una reazione uguale e contraria!
Parafrasando il terzo principio della termodinamica si può capire come funziona il sistema di scelte che durante le nostre esplorazioni ci consente di prendere delle decisioni in grado di ripercuotersi sul prosieguo dell’avventura dei Guardiani.
Come la maggior parte dei giochi con una meccanica di scelta, le opzioni ci sono presentate a schermo come delle finestre di dialogo con accanto un timer – in questo particolare caso il timer non è numerico ma è rappresentato da una foto di Star Lord che via via si scolora, a scandire il tempo rimanente a nostra disposizione – ed una volta selezionata una delle opzioni proposte scatta la linea di dialogo corrispondente e, in memoria dei vecchi giochi TellTale Games, un piccolo popup a schermo ci avvisa che “il personaggio non se ne dimenticherà”.
Un esempio lampante è quello riportato poco più su con quello che succede a Rocket, ma le possibilità di scelta offerte sono davvero tante: concordare con Drax quando si rivolge a Gamora chiamandola assassina porterà a linee di dialogo con la stessa figlia di Thanos molto differenti rispetto a quelle che sarebbero occorse in caso di sua difesa.
Lo stesso vale per tutti quei momenti in cui si intavolano discorsi con i personaggi apparentemente secondari. Non esiste una scelta giusta o sbagliata, ma l’una o l’altra opzione potrebbero precludervi l’aiuto di qualche particolare Testolone dorato Xandariano ad un certo punto del gioco.
Tutto ciò, unito alle corposissime e dettagliatissime linee di dialogo a disposizione di ogni personaggio, rende vivi i personaggi in questo Marvel’s Guardians of the Galaxy. Reagiscono alle scelte fatte e a ciò che si fa in game.
Rocket ha continuato ad insultarmi – si, perché ho scelto di farlo lanciare da Drax oltre il famoso baratro. E si, sono una brutta persona anche io – per più di metà gioco, prendendomi in giro e rimproverandomi di aver perso tempo quando mi allontanavo leggermente dal sentiero tracciato in cerca di oggetti collezionabili o materiali.
L’avventura dei Guardiani della Galassia vedrà i nostri eroi posare gli stivaloni su molti dei pianeti e luoghi più cari ai fan della Casa delle Idee – Knowhere, Seknarf Nove e Xandar ne sono alcuni esempi – così come fare la conoscenza di altri dei personaggi che hanno segnato la storia del fumetto Marvel. A qualcuno viene in mente qualcosa in particolare se dico “Labrador.Russia.Tuta Spaziale CCCP“?
A livello prettamente visivo la resa è notevolissima. Su PlayStation 5 ed Xbox Series X Marvel’s Guardians of the Galaxy propone le due classiche opzioni grafiche che rendono possibile giocare ad una risoluzione 4K reali e 30 fps, oppure 1440p e 60 fps. Assente, purtroppo, il Ray Tracing che verrà implementato solo in un secondo momento. In base a ciò posso consigliarvi di optare per la modalità a 60 fps che rende l’esperienza di gioco davvero soddisfacente, soprattutto nelle concitate fasi di combattimento a suon di colpi di blaster.
Pur vantando una ottima qualità globale il gioco presenta alcuni piccoli glitch e cali di frequenza – questi ultimi non molto marcati – che ne minano l’esperienza complessiva. Mi è capitato alcune volte di dover ricaricare l’ultimo salvataggio per eliminare la persistente linea di dialogo che era rimasta bloccata a schermo poco prima ed addirittura nel caso peggiore – una unica volta per fortuna – ho dovuto chiudere completamente il gioco e riavviarlo. Lievi “difettucci” dettati magari da una fase finale di accorgimenti ed aggiunte portata avanti in maniera sbrigativa e che, sicuramente, saranno risolti col il prossimo update.
Lato Gameplay, come scrivevamo poco più su, Guardians racconta la sua storia attraverso una struttura “prevedibile” di cose da fare, ma la intervalla con momenti e picchi imprevedibili. Potreste avere il controllo di Peter Quill durante un flashback – li dove altri giochi si sarebbero accontentati di una semplice cutscene – o potreste improvvisamente ricevere da Gamora il compito di andare in plancia della Milano ed avviare una cominicazione con la Nova Corps.
Razzo (cit.) mi è stata data la possibilità di guardar meglio le stradine di un certo mercato nero e anziché ritrovarmi un semplice “Slow Pan”, ho visto Star Lord indossare le sue cuffie, far partire una delle tante canzoni rock sul suo Walkman e restare li ad osservare appoggiato alla ringhiera.
Marvel’s Guardians of the Galaxy, pur portando il nome di tutta la squadra di scapestrati eroi, permette al giocatore di avere pieno controllo solo su Peter “Star Lord” Quill, leader del gruppo e che useremo in tutte le fasi di esplorazione, combattimento e platform presenti.
Il resto della squadra ci accompagna e viene in aiuto nel momento del bisogno dato che sarà possibile richiamare i propri compagni semplicemente con la pressione del dorsale sinistro del joypad. Ecco quindi come torneranno utili le abilità di Hacker di Rocket – in grado di aprire pontili e porte elettroniche – e la forza bruta di Drax – che potrà spostare pesantissimi oggetti da un lato all’altro dell’area di gioco – così come la peculiarità di Gamora di fare a fette tutto ciò che le si para davanti o ancora si potranno creare ponti con le resistenti radici di Groot.
Oltre ad avere delle specifiche “abilità esplorative” sfoggiabili nelle sezioni più platform, ogni guardiano possiede 4 abilità sfruttabili in combattimento ( 3 abilità standard alle quali si aggiunge una Super Mossa Speciale) anch’esse richiamabili con la pressione del dorsale sinistro: un tipo di combat system che già durante il provato mi aveva lasciato particolarmente colpito e che, a distanza di un mesetto buono, continua a sorprendermi positivamente.
Come Star Lord si deve prendere in considerazione anche la composizione del campo di battaglia (e degli oggetti presenti) ed è quasi imperativo sfruttare al meglio le abilità degli altri Guardiani.
La quantità di Punti Esperienza assegnata dopo i combattimenti, inoltre, è legata alla nostra creatività. In una sorta di classificazione alla Devil May Cry – ricordate la cazzuta voce che ribadiva quanto Dante fosse figo in combattimento dando dei voti come Anarchic, Savage, SSadistic ecc? – riceveremo più EXP in base alla nostra eleganza e alle combo effettuate. Ogni membro della Milano è specializzato in qualcosa; Drax è particolarmente bravo nel massimizzare le barre di barcollamento dei nemici, Gamora infligge ingenti danni sul singolo colpo, Groot li intralcia e li incatena al terreno con le sue radici, mentre Rocket è utile per far pulizia sganciando potenti granate esplosive su gruppi interi.
A questo aggiungete che i blaster di Peter Quill sono dotati di poteri elementali – Ghiaccio, Fuoco, Vento e Fulmine – ed avrete la ricetta perfetta per creare lunghe serie di stilosissime combo.
Certo, a lungo andare può risultare relativamente ripetitivo combattere in questo modo contro i “minions” dei vari livelli, ma è il prezzo che pagano tutti i giochi della categoria. Anche un mostro sacro come God of War – e Guardians of the Galaxy ne ricorda molto le fattezze durante i combattimenti – ne era “affetto” ma non se ne è mai lamentato nessuno.
Diverso il discorso per quanto riguarda le boss fight, ognuna diversa e sempre entusiasmanti. Li davvero vanno scelte con cura le abilità da sfruttare, visto che dal lancio di un barile da parte di Drax potrebbero dipendere le sorti del combattimento.
A completare il set di mosse a nostra disposizione vi è la meccanica dell’Adunata. Una inaspettata fonte di ilarità e divertimento che può cambiare le sorti di un combattimento ormai avviatosi verso la nostra quasi certa sconfitta.
Quando la barra di Adunata è completamente carica, con la pressione di entrambi i dorsali Star Lord può richiamare a sè l’attenzione dei compagni in un Huddle di stampo molto rugbystico; in questo momento ognuno dei guardiani esporrà le sue sensazioni sulla battaglia in corso – eccitazione per il momento, gioia, disfattismo, ogni linea di dialogo varia da guardiano a guardiano e da huddle ad huddle – e sarà nostro compito scegliere tra due la giusta risposta per spronare la squadra a dare il meglio.
Se si sceglie l’incitamento corretto tutti i Guardiani godranno di un momentaneo Buff alle statistiche e di un incremento dei Punti Vita. Quello sbagliato, invece, risulterà in battute pungenti su quanto Star Lord sia inadatto come leader del gruppo e darà i sopracitati bonus solo al nostro Peter Quill. Unica costante, l’Adunata riproduce casualmente una delle tantissime canzoni degli anni ’80 che compongono la colonna sonora del gioco restituendo quella sensazione di carica anche a livello audio oltre che visivo. E vi assicuro che farsi largo a colpi di blaster tra i nemici ascoltando Kickstart My Heart dei Motley Crue è tutta un’altra storia.
Non può mancare una sezione dedicata al comparto audio del gioco. Questo Marvel’s Guardians of the Galaxy è IL prodotto che mi ha dato le sensazioni più positive dal punto di vista prettamente uditivo.
Abbiamo già parlato delle miriadi di linee di dialogo presenti in-game, sempre taglienti e sempre esposte al momento giusto, con un doppiaggio sempre sul pezzo e con pochissime sbavature, ed è doveroso menzionare la splendida colonna sonora imbastita da Eidos Montréal.
Nelle fasi di combattimento ed in alcune fasi più platform Peter Quill potrà ascoltare delle tracce audio con il suo fedelissimo Walkman ed è qui che si compie la magia.
Seguendo la linea tracciata da fumetti e cinecomics, la colonna sonora della nostra avventura è costellata da rimandi audiovisivi ai mitici anni ’80.
È così che ci ritroveremo ad ascoltare Rick Astley, i Motley Crue, gli a-ha, Billy Idol, Pat Benatar e tantissimi altri artisti che hanno fatto la storia della musica.
Volete farvi un’idea di quel che dico?
Ascoltate qui:
Per farla breve, Marvel’s Guardians of the Galaxy è davvero divertente. La sua narrazione lineare ed il suo ritmo scattante sono una ventata di freschezza in un mondo di giochi troppo Open(World). Mentre vi accompagna alla scoperta di una storia seriosa ed al contempo piena di scherzi e battute pungenti, il prodotto firmato Eidos e pubblicato da Square Enix sa come riportare al tempo in cui tutto era più semplice e tutti erano felici.
Pur affetto da qualche glitch – risolvibile sicuramente con un update software – il gioco rappresenta una delle eccellenze tra le uscite di quest’ultimo periodo. Storia, colonna sonora, combat system: non si aggiunge nulla di nuovo all’ ampissimo panorama videoludico, ma si è preso il meglio da tutti questi mondi e lo si è trasposto su tutta la Galassia di Andromeda.
Se siete fan Marvel non potete perdervi questo titolo. E anche se non avete la minima idea di chi sia Rocket Raccoon, Guardians of the Galaxy vi offre tutto il necessario per imparare a conoscere la squadra di eroi più pazza della galassia e simpatizzare con loro cercando di raccimolare crediti tra le stelle.
This post was published on 5 Novembre 2021 16:00
Tutte le foto da scattare su Indiana Jones e l'Antico cerchio per sbloccare tutte le…
Contiene link di affiliazione. Il freddo che sta investendo gran parte del nostro Paese, le…
Poco più di un mese alla fine del 2024 ed è tempo di bilanci: quali…
Tornano i Player.it Awards dove la redazione e la community votano i videogiochi e i…
Dopo un finale sofferto per la stagione numero 14, quali sono le prospettive per i…
Elden Ring è un videogioco per veri temerari, ma i veri pro lo giocano direttamente…