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Back 4 Blood: un degno esemplare tra gli sparatutto cooperativi | Recensione (PC)

Ci sono stati ben pochi giochi che al momento del loro annuncio hanno catturato in modo genuino la mia curiosità e la mia attenzione e quello di cui state per leggere è esattamente uno di questi.

Back 4 Blood, titolo sviluppato da Turtle Rock Studios si presenta come un erede spirituale della serie di Left 4 Dead, uno dei vari titoli di casa Valve. Per renderlo ben chiaro a tutti è stato persino mantenuto l’iconico “for” scritto in cifra, a rappresentare sia il continuum dal punto di vista spirituale che l’inconfondibile stile.

Un nuovo approccio al genere

Per chi non avesse idea di cosa si tratti è presto detto; un gruppo formato da 4 sterminatori è incaricato di fare piazza pulita di zombie, che qui vengono denominati infestati, nel mentre svolge una serie di mansioni, che spaziano dal portare in salvo un gruppo di superstiti al far saltare in aria una miniera contenente un nido di infestati. Il tutto sarà poi ambientato in mappe più o meno lineari, ma che avranno sempre una cosa in comune, il recarsi da un rifugio sicuro ad un altro.

Parlando degli infestati, oltre ai tradizionali zombie, che potranno vagare per le strade o essere trovati in preda alla follia in qualche vicolo, gli “speciali” sono il vero fulcro del gameplay. Ne esistono una grande varietà che spazia da esseri con un braccio enorme, che potrà usare per picchiarci violentemente da una lunga distanza o per afferrare uno degli sterminatori e stritolarlo, ad altri che ci vomiteranno addosso od esploderanno una volta uccisi, ricoprendoci di bile ed attirando su di noi una grande orda di infestati. Particolarmente ostico sarà poi la talpa un infestato insidioso che se ingaggiato comincerà a gridare straziatamente attirando su di lui tutti gli zombie presenti nell’area iniziando un inevitabile scontro, la mossa più saggia in questo caso sarà quindi aggirarlo cercando di non infastidirlo.

Ognuno di questi mutanti va quindi approcciato in modo differente, concentrando i nostri proiettili sui bubboni rossi che presentano sul corpo in varie posizioni e che fungono da punti deboli.

Un ulteriore tipo molto raro di mutanti poi è talmente potente da avere una vera e propria barra della salute dedicata che andrà ad occupare la parte superiore dello schermo nei casi in cui venisse generato all’interno del livello e che andrà affrontato come un vero boss, facendo uso di tutti gli strumenti a nostra disposizione e del nostro ingegno. In questo caso la sconfitta dello stesso sarà necessaria al completamento dell’area precludendoci la progressione della stessa.

Un particolare sistema “ruolistico”

La meccanica più innovativa del titolo e che ne amplia praticamente all’infinito la rigiocabilità è il suo sistema di carte, la vera novità introdotta e che ne demarca il distacco dai suoi predecessori.

Ogni giocatore sarà in grado di creare dei propri mazzi personalizzati composti di carte che rappresentano i potenziamenti più disparati.
Le più semplici avranno statistiche basilari, come aumento della velocità di ricarica, del vigore o caricatori più ampi per le armi, ma quelle più avanzate permettono di creare delle vere e proprie strategie, basate su attacco, difesa o supporto della squadra. Sarà quindi possibile concentrarsi su uno specifico tipo di arma da fuoco o corpo a corpo per massimizzarne i danni o fare incetta di tutte le cure della mappa per poi distribuirle ai nostri compagni grazie ai potenziamenti ottenuti mediante le nostre carte di supporto.

Queste carte saranno pescate dal nostro mazzo all’inizio di ogni livello ed andranno a sommarsi l’un l’altra al proseguimento della campagna, rendendo il nostro personaggio una vera e propria macchina stermina infestati.

L’intelligenza artificiale giocherà poi le sue personali carte corruzione all’inizio di ogni stage. Queste carte forniscono malus all’interno di quel particolare livello, per esempio potrebbe scendere una fitta nebbia che andrà ad ostruire la visione e limitare le nostre scelte tattiche, ma anche missioni aggiuntive extra che se completate ci forniranno oro con cui comprare potenziamenti per la squadra, accessori per le armi o consumabili come granate o kit di pronto soccorso.

Tutto il sistema di carte in combinazione con le caratteristiche peculiari di ogni sterminatore, oltre che di un eccezionale coordinamento e gioco di squadra, sarà fondamentale per poter affrontare la difficoltà più elevata del gioco, dove un singolo colpo potrebbe rivelarsi letale.
Ogni sterminatore presenta delle statistiche uniche che verranno applicate come buff a tutta la squadra e ciascuno di essi è specializzato per l’uso di un particolare tipo di arma, inoltre ciascuno di essi inizia la campagna equipaggiato di un personale set di arma primaria e secondaria.

Una vasta scelta di armi condisce poi il tutto permettendo ad ogni giocatore di scegliere il proprio stile di gioco. Armi che sono suddivise in diversi livelli di rarità con differenti statistiche e per le quali sono presenti una incredibile varietà di accessori, calci, mirini, caricatori che potremo trovare nelle varie mappe ed applicare sull’arma in uso al momento e che saranno in grado in diverse occasioni di farci pentire di aver applicato quel mirino alla nostra arma per poi trovarne una più potente subito dopo ma priva di accessori.

Degna di nota, ma niente di paragonabile alla campagna principale è poi la modalità sciame.

In questa modalità PvPvE due squadre di 4 giocatori dovranno affrontarsi alternandosi il controllo di un gruppo di sterminatori e di infestati. Scopo degli sterminatori sarà quello di sopravvivere il più a lungo possibile all’assalto cercando di realizzare il miglior tempo rispetto agli avversari.

Giudizio di un veterano

Back 4 Blood conferma ed addirittura supera le aspettative per questo oltre che degno successore di Left 4 Dead.

Il gameplay si riconferma divertente in ogni suo aspetto, con introduzioni che svecchiano la classifica formula degli sparatutto coop.

I vari personaggi finalmente caratterizzati non solo nel carattere ma anche nel gameplay ci faranno ragionare non solamente in termini di aspetto estetico ma anche di effettiva giocabilità del personaggio all’interno della nosta strategia.

La diversificazione degli esseri speciali rende ogni scontro sempre imprevedibile, non potendo realizzare immediatamente di quale varietà di infestato si tratti.

Al grido di uno dei personaggi che chiama un Maleolente non potremo sapere se questo deciderà di vomitarci addosso la sua bile o se ci correrà addosso facendosi esplodere.

I boss sono delle vere e proprie minacce, dove nel precedente capitolo questo ruolo era relegato solamente al “Tank” unico boss del gioco per cui non serviva una particolare strategia se non sopravvivere fino alla sua morte, qui ogni boss andrà affrontato diversamente, cercando dei ripari dai proiettili o dalle cariche, e andando ad individuare e colpire tutti quelli che sono i punti deboli per limitare lo spreco di munizioni.

Il sistema di carte rende la pianificazione un punto focale del gameplay in un sistema “ruolistico” che non mette in gioco solamente le abilità tecniche ma anche quelle steategiche.

Questo in combinazione con il vastissimo numero di armi, accessori e personaggi giocabili rende la rigiocabilità praticamente illimitata.

Extra: Impressioni di un neofita

La prima “Leftata” non si scorda mai

Salve a tutti, mi chiamo Claudio, ho 34 anni e no, non ho mai giocato a Left 4 Dead in vita mia. Certo, ne avevo sentito parlare dai quei loschi figuri dei “Master Race” tra i miei contatti ma, non possedendo un PC degno di nota da tempo immemore, non ho mai avuto modo di provare direttamente uno dei franchise Valve più apprezzati di sempre.

Sarà forse proprio per questa ragione che, quando mi è stato proposto di dare una mano nella recensione di Back 4 Blood, mi sono tuffato a capofitto in questa apocalisse zombie in versione co-op. Dopo aver preso confidenza con i vari personaggi del roster (e con i loro rispettivi arsenali e abilità), sono stato messo al cospetto del cuore pulsante dell’esperienza di gioco: andare in giro e sparare ai non morti.

Senza saperlo, ho giocato al livello di difficoltà più basso, incontrando veramente pochissimi ostacoli degni di nota sul mio cammino, riuscendo però ad apprezzare una formula ludica che non avevo mai provato in precedenza; ogni personaggio del team ha un ruolo predefinito e, inutile dirlo, apprendere il corretto funzionamento delle skill sarà fondamentale per la riuscita delle missioni, soprattutto alle difficoltà più alte. A questo proposito, non posso non sottolineare quanto il livello di sfida cambi, in maniera spesso anche netta, tra un livello di difficoltà ed un altro; come detto in precedenza, al livello “Principiante”, neanche gli zombie più coriacei hanno avuto scampo, ma è bastato passare a “Veterano” (che dovrebbe corrispondere ad una modalità “Normale”) per andare incontro ai primi Game Over.

L’arsenale è vasto, ben assortito ed andrà a premiare i giocatori più “curiosi” che, tra un’orda e l’altra, vorranno esplorare meglio le varie aree alla ricerca di altre bocche da fuoco e dei loro potenziamenti. Va da sé che alcune armi si riveleranno utilissime a seconda del vostro stile di gioco, mentre altre saranno quasi del tutto inutili (i fucili da cecchino su tutti); lo stesso ragionamento si può fare per gli oggetti tattici, tra cui il filo spinato che, al di fuori di qualche scenario più difensivo, è difficilmente collocabile. Il sistema delle carte è poi un’interessante novità, consentendoci di personalizzare in maniera piuttosto approfondita i vari protagonisti.

Detto questo, è bene chiarire sin da subito una sensazione fin troppo evidente, anche ad un novizio come me: Back 4 Blood è un’esperienza co-op. Il divertimento della campagna single player sparisce completamente rispetto a quello in cui vi imbatterete giocando insieme ai vostri amici, soprattutto se già conoscono le meccaniche tipiche di questa tipologia di videogame. Affrontato da soli, Back 4 Blood inizia a diventare ripetitivo dopo poche ore, ma il discorso cambia completamente quando, al vostro fianco, avrete non dei bot dall’intelligenza artificiale limitata, ma delle vere e proprie persone. Aggiungete a quanto ora detto delle carte corruzione che andranno ad applicare malus di vario genere alle vostre missioni, ed avrete ottenuto quel pizzico di imprevedibilità che molti desiderano.

This post was published on 12 Ottobre 2021 20:17

Simone Mauro

Simone, classe '94, ho iniziato a videogiocare ancora prima di saper leggere, credo che le prime parole che io abbia imparato siano state "1 Player Game", Platform, Action e RPG/GDR sono il mio pane, The Legend of Zelda ha sempre un posto speciale nel mio cuore, ma non mi riservo di provare tutte le ultime novità che mi aggradino. Assiduo giocatore di Dota 2, grazie alla mia imperturbabile costanza non mi demoralizzo di fronte a nessuna sconfitta e mi incaponisco sempre di più nella sfida impossibile che è conoscerne tutti i segreti. Ogni giorno coltivo la mia cultura del Videogioco che ritengo la forma d'arte più completa ed elevata.

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