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Recensioni

Astria Ascending | Recensione (PC) | Sprite bidimensionali e combattimenti a turni

Artisan Studios è una software house che ricorderemo sicuramente nel corso degli anni venturi per l’incredibile qualità grafica che inserisce all’interno dei suoi titoli. Il team canadese, con questo Astria Ascending di cui oggi vi portiamo la recensione, è riuscito a mettere insieme abbastanza belle cose da farci sognare una collaborazione idilliaca tra loro e i colossi nipponici di Vanillaware.

Astria Ascending non è il primo progetto di Artisan, anzi, è forse il coronamento di un percorso che li ha portati a lavorare su un titolo medium/low budget del tutto originale. Il team canadese si è fatto conoscere nei precedenti anni per aver lavorato a Super Neptunia RPG, spin off della saga più autoironica nel mondo dei giochi a turni giapponesi realizzata da Compile Heart e Idea Factory.

Questa volta, però, i numi tutelari che accompagno lo sviluppo del gioco sono molto più importanti: Kazushige Nojima e Hitoshi Sakimoto, entrambi noti per aver dato qualcosa alla saga di Final Fantasy, hanno collaborato entrambi rispettivamente a sceneggiatura e colonna sonora.

Parola d’ordine: Worldbuilding

Astria Ascending è ambientato a Orcanon, melting pot impazzito di culture e razze diverse dove esiste una complicata ma possibile convivenza tra tutti gli abitanti presenti. Questa diversità serpeggiante è rappresentata in toto dal gruppo di protagonisti che anima le vicende del gioco: i demi gods.

Fin dal primo momento di vita del titolo si capisce una cosa: il titolo vuole staccarsi da diversi degli stilemi di natura prettamente nipponica proponendo una visione più matura e corale dell’avventura ruolistica resa famosa da Dragon Quest e Final Fantasy. L’inizio in medias res mette immediatamente il giocatore sull’attenti, consegnandogli immediatamente tra le mani ben otto protagonisti diversi, ognuno dotato di una sua classe, un suo carattere ed un rapporto con gli altri personaggi giocabili.

Questi otto protagonisti, come già detto parte dei demi gods, nel worldbuilding del gioco sono considerati un vero e proprio gruppo di salvatori del mondo condannati però ad una fine prematura. Nel momento in cui noi entriamo in contatto con loro, infatti, ai nostri rimangono soltanto tre mesi di vita e si avviano ad una fase celebrativa della loro carriera.

O, almeno, ciò è quello che l’inizio del gioco ci lascia pensare. Chiaramente le cose non vanno come dovrebbero e, fin da subito, i nostri saranno chiamati a risolvere problemi sparsi per tutte e cinque le principali location del mondo di gioco, andando ad esplorare fogne polverose, caverne pericolanti e dungeon di tutti i tipi. Il design di questi ultimi, per inciso, è un po’ sottotono con enigmi e platform si interessanti, ma integrati all’interno di strutture prevedibili che non aggiungono mai una concreta sensazione di pericolo all’esplorazione.

Nel dipanarsi della narrativa, insomma i nostri “come al solito” andranno a seguire una pista che li porteranno molto oltre, andando a toccare una storia piuttosto epica. Questa volta, insomma, Nojima ci ha visto giusto ed ha collaborato ad una sceneggiatura uscita più che bene, con in pole position una scrittura dei personaggi interessante e matura, caratteristica che nel genere purtroppo manca sempre un po’.

Il cast di Astria Ascending, infatti, è un cast composto prevalentemente da adulti che grazie a dio si comportano come tali. Questo permette, nella stragrande maggioranza dei casi, di avere a che fare con una scrittura intelligente, con dei personaggi scritti in maniera interessante e con dei temi affrontati che esulano dalla solita triade un po’ indigesta del JRPG classico. I nostri protagonisti, pur non brillando per realismo, sono credibili e hanno tensioni interne dovuti a pregiudizi razziali o conflitti non risolti; il cast, nonostante risulti un po’ indigesto all’inizio complice la non gradualità della cosa, alla fine diventa una motivazione interessante per proseguire.

Il comparto narrativo, purtroppo, è azzoppato nella sua fruizione da due magagne piuttosto odiose: non è possibile velocizzare o skippare parte dei dialoghi e, ancora peggiore, il doppiaggio inglese del titolo è privo di mordente. Se la seconda problematica è risolvibile semplicemente impostando il doppiaggio in Giapponese dal menu delle opzioni, la prima problematica costringerà il giocatore a doversi “gustare” un sacco di conversazioni che, per quanto interessanti, appesantiscono in maniera asfissiante il ritmo nelle primissime sezioni. Il risultato finale è quindi indigesto, con un ritmo di gioco eccessivamente compassato che rende difficile la fruizione dell’opera ai non appassionati.

Press turn default system? Tipo.

Fortunatamente, dal punto di vista ludico, Astria Ascending è un prodotto particolarmente meritevole.

Astria Ascending propone battaglie a turni di stampo classico che sembra ibridare due diversi battle system: da una parte il Press Turn System di Shin Megami Tensei e Persona, dall’altro invece troviamo il Brave And Default System di Bravely Default (poi declinato in Octopath).

Il combattiento a turni, oltre ai classici HP, MP e status alterati, prevede la presenza di una risorsa chiamata Focus Point. L’ottenimento di questi punti è legato agli elementi di cui impregniamo i nostri attacchi o all’utilizzo di un comando specifico. Attaccare un avversario con un elemento a cui è debole ci permetterà di ottenere due focus point, attaccare con un elemento un avversario che ha una protezione parziale ad esso ce ne toglierà uno, se l’elemento viene assorbito perderemo due focus point e così via.

Qual è l’utilizzo dei focus point?
Essi possono venir spesi durante il corso di tutti i turni per potenziare in maniera importante le nostre abilità o i nostri attacchi, andando a creare un sistema di gioco molto interessante in cui al giocatore viene richieste una programmazione attiva degli attacchi per poter massimizzare il danno o gli effetti delle abilità. Tutti questi elementi poi sublimano nelle mosse speciali, qui definite Cosmo Break, che richiedono l’utilizzo da parte del giocatore di una mossa consona al proprio job.
Questo sistema di gioco è molto divertente e da il meglio di sé nelle battaglie contro i boss in cui il nostro raziocinio viene messo a dura prova.

Il sistema di crescita di Astria Ascending è altrettanto interessante ed è una variazione sul tema del classico Job System. La progressione del personaggio in questa sua classe avviene attraverso la spesa di una risorsa chiamata JP, che viene accumulata di battaglia in battaglia e si variega ancor di più quando arrivano i job secondari, andando a garantire grande libertà di scelta al giocatore.

Vorremmo inoltre stare qui a parlare un pochino del J-Ster, minigioco di carte che si presenta effettivamente come una versione evoluta del Triple Triad di Final Fantasy VIII e che a conti fatti rappresenta effettivamente un’interessante aggiunta al titolo. Ci sono le regole che variano in base alla propria posizione nel mondo, ci sono abilità per trasformare i mostri in questi gettoni, ci sono giocatori fortissimi nascosti in ogni dove; ottimo passatempo tra un dialogo inskippabile e l’altro.

Un po’ meno bene sono le altre attività secondarie, un po’ affogate da una scrittura un po’ scialbina ma che, alla fine, fungono da divertenti riempitivi.

Questione di segno

Dulcis in fundo, parliamo dell’elemento che sicuramente avrà accontentato il maggior numero di giocatori che hanno visto queste righe: la grafica.

Astria Ascending è un videogioco con grafica bidimensionale profondamente influenzato dalle scelte stilistiche e di segno di Vanillaware. Gli sprite dei personaggi sono enormi, disegnati in maniera sopraffina con pattern di idle animations (animazioni che i personaggi eseguono quando sono fermi) che richiamano da vicino la bontà che abbiamo visto in Guilty Gear Strive. Le palette di colori utilizzate per andare a descrivere Orcanon sono pastellose il giusto, sfruttando in maniera saggia le sfumature e andando a usare un tratto grafico molto delicato per dipingere frutteti lussureggianti o città multietniche. In battaglia le animazioni delle varie abilità sono realizzate con cura, andando a comunicare in maniera intelligente il power level delle varie abilità, con tanto di Cosmo Breaks pirotecniche.

Unico punto negativo del comparto grafico: alcune animazioni che avvengono durante il movimento, specie nei salti e dei movimenti a mezz’aria, sembrano tagliate abbastanza con l’accetta; l’effetto è sgradevole se comparato con la bontà generale del resto.

Nota di merito per il comparto sonoro, con un Sakimoto che mette in piedi melodie e orchestrazioni convincenti usando, per di più, una libreria di timbri che richiama da vicino l’epoca Playstation 2, per un effetto nostalgia che a noi ha fatto davvero piacere sentire in questo caso.

Conclusioni

Astria Ascending è un JRPG vecchio stampo con molte belle idee, una realizzazione imperfetta ed un ritmo ostile al divertimento. Nonostante questo ci sentiamo di premiare gli sforzi fatti da Artisan Studios per la realizzazione del prodotto che, a conti fatti, farà sicuramente breccia nel cuore degli appassionati grazie al suo comparto grafico, al suo gameplay profondo e alla sua narrativa interessante.

This post was published on 27 Settembre 2021 16:13

Graziano Salini

Perennemente alla ricerca di legami tra argomenti distanti tra loro, con una certa predilezione per musica e videogiochi. Faccio il possibile per fare in modo che ci siano meno errori di concetto possibili sugli articoli di Player.it, grande fan degli errori grammaticali invece, quelli fanno sempre ridere. Quando non sto amministrando questo sito lavoro mi occupo di spiegare cose difficili in maniere semplici su altri siti, su tematiche molto meno allegre dei videogiochi.

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