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Recensioni

Tails of Iron, una brutale avventura con adorabili protagonisti | Recensione PC

Sin dai primi trailer Tails of Iron ci aveva incuriosito mostrandoci alcuni scorci di un’avventura dark fantasy basata sulla guerra tra topi e rane.

Abbiamo potuto giocare al titolo di Odd Bug Studio con largo anticipo e vi proponiamo quindi la nostra esperienza.

Da Omero a The Witcher

Topi e Rane nemici per natura sono!

Quella della battaglia tra topi e rane è una delle storie più antiche del mondo, già Omero nel suo Batracomiomachia (che vuol dire appunto battaglia tra topi e rane) raccontava in un poemetto da 303 versi la guerra tra queste due specie nata dopo il tradimento del re delle rane e la morte del principe dei topi, costituendo un primo esempio di parodia dell’epica eroica.

Secoli dopo Giacomo Leopardi ne scrisse una sorta di sequel, i Paralipomeni della Batracomiomachia, dove non solo continuava la storia originale ma ne faceva una satira del suo tempo, ironizzando sulla situazione politica e sul fallimento dei moti rivoluzionari affidando alle rane il ruolo dei Borbone e agli insorti liberali napoletani i topi.

Anche nei media più recenti questa battaglia è proposta, anche se con toni più leggeri, dalla Dreamworks con Giu’ per il tubo, dove i roditori protagonisti cercano di sventare i piani di un’organizzazione criminale formata da rane. Quindi avrete capito che il setting di questa storia è un grande classico della storia umana, ma qui Odd Bug Studio ci mette il twist, un’ambientazione dark a metà strada tra The Witcher e Warhammer Fantasy dove la pioggia si mischia con il sangue e il fango, dove i degli adorabili dei topini si scontrano con mostrousi clan di rospi per il controllo del regno.

E quale miglior narratore per una storia del genere se non Doug Cockle, voce di Geralt di Rivia dei giochi della saga di The Witcher.

Il trono di scamorze

Gli ultimi attimi di pace di Redgi e la sua famiglia.

Dopo anni di sanguinose battaglie contro i clan delle rane, il regno dei topi viveva ormai un periodo di pace e prosperità, ed è qui che conosciamo Redgi, il figlio più piccolo del Re.

La nostra storia inizia proprio nel giorno più importante del giovane Redgi: la cerimonia di successione al trono, in questo giorno di festa per tutto il paese Redgi e suo fratello maggiore Denis si scontrano nell’arena sotto l’occhio del padre per dimostrare il proprio valore e reclamare il proprio diritto di sedere sul trono.

Veniamo quindi accompagnati dal nostro scudiero alla scoperta delle principali meccaniche di gioco e a conoscere gli altri nostri fratelli che, a differenza di Denis, hanno intrapreso la via dell’artigianato dividendosi tra la cucina e la fucina.

Sconfitto Denis, un gracidio straziante zittisce la folla in festa ed una lancia trafigge in pieno il Re in procinto di da porgere la corona a Redgi, le rane hanno fatto ritorno.

Ore dopo l’attacco Redgi si risveglia sotto una montagna di cadaveri, al buio e infreddolito con sulle spalle il pesante fardello di un regno da ricostruire.

Alle rane faremo vedere i sorci verdi!

Di tanto in tanto Redgi ci delizierà con finisher degne di Mortal Kombat.

Tails of Iron si presenta come un’avventura in 2D influenzata dai generi del gdr e dei souls-like, e sì in questo gioco si muore parecchio.
Durante il suo viaggio Redgi affronterà non solo le Rane ma anche altre creature che minacciano la pace del regno come larve, zanzare e anche addirittura ratti non morti.

Per fronteggiare i diversi nemici, Redgi avrà a sua disposizione un arsenale degno di un Re con la quale potrà equipaggiarsi al meglio durante la sua avventura ed il tipo di setup deciso influenzerà anche il nostro stile di gioco.

Le armature, oltre a valori di difesa e resistenza alle varie tipologie di mostri hanno anche un peso che determinerà la nostra rapidità di schivata durante i combattimenti.
Per quanto riguarda le armi avremo a disposizione tre tipologie: a una mano, a due mani e a distanza tutte contemporaneamente utili a seconda della situazione in battaglia.

Ci sono però sottili differenze tra le armi che delineano ulteriormente il playstyle ad esempio le lance sono molto rapide ma infliggono meno danni mentre martelli ed asce sono lente ma devastanti. Ogni pezzo di equipaggiamento ha diverse rarità indicate dai colori e possono non solo essere trovati nei cadaveri dei nostri nemici ma anche esplorando le mappe o acquistando i progetti da portare al fabbro una volta salvato.

Come si presenta la schermata del fabbro.

Il sistema di combattimento è tanto semplice quanto brutale e premia chi sa aspettare il momento giusto per attaccare.

Ci troveremo spesso infatti a giocare sulla difensiva aspettando di rispondere alle azioni nemiche preannunciate da diversi simboli: tre linee bianche sulla testa dell’avversario ci avvertono di parare con lo scudo, tre linee rosse significano che dobbiamo prepararci a schivare mentre tre lampi gialli a contrattaccare con lo scudo e infine i cerchi rossi ci diranno quando fuggire dagli attacchi ad area.

Sembra facile descritto così ma il tempismo e imparare i pattern dei vari mostri in combattimento sarà fondamentale per evitare di vedere spesso la schermata di game over.

Fortunatamente il mondo di gioco è disseminato di checkpoint dove poter salvare e rifornirsi di cure e munizioni o cambiare il proprio equipaggiamento.
Per avere la meglio contro minacce sempre più pericolose sarà inoltre possibile aumentare la propria vita massima trovando i diversi ingredienti sparsi per il mondo da portare al cuoco di corte.

Una parata al momento giusto può fare la differenza.

L’esplorazione del mondo si sviluppa in tante sezioni orizzontali disposte verticalmente una sopra l’altra quasi a ricordare proprio le tane scavate dai topi o dalle talpe, ognuna colma di nemici, sezioni platform e tesori nascosti.

Per facilitare il passaggio tra alcune zone è possibile anche utilizzare il viaggio rapido da apposite bacheche. Non manca infine anche una buona dose di backtracking che ci porterà a tornare sui nostri passi per esplorare determinate sezioni una volta ottenuta la chiave per super un determinato ostacolo o per completare alcune missioni secondarie.

Oltre alla storia principale sarà possibile completare anche delle missioni secondarie dalle bacheche dei villaggi per ottenere soldi, materiali o equipaggiamenti aggiuntivi.

Come una fiaba

In questa foto c’è anche il famoso Talp Cena, ma non potete vederlo.

La narrazione si presenta come quella della fiabe con un narratore esterno come unica voce presente all’interno del gioco che si veste di uno stile grafico simile a Darkest dungeon caratterizzato da colori tenui e contorni marcati.

Ciò che davvero colpisce del level design è la dinamicità che viene espressa dai diversi livelli, i quali si andranno a modificare man mano che proseguiremo con la storia marcando in maniera definitiva i progressi della restaurazione del nostro regno.

Ci lasceremo quindi alle spalle villaggi saccheggiati e macerie per ritrovare in seguito ridenti cittadine ricche di contadini, mercanti e menestrelli a cui verrà affidata la quasi totalità della colonna sonora.

Proprio questo aspetto della musica rende il titolo ancora più immersivo, mostrandoci sullo sfondo sempre chi sta eseguendo la musica che sentiamo per dare maggiore profondità al mondo 2D che ci circonda.

La cosa più dolce che leggerete oggi

Una curiosità degna di nota riguarda il character design della maggior parte del cast del gioco: tutti i personaggi sono ispirati a veri topi da compagnia.

Durante lo sviluppo di Tails of Iron, i topi erano sempre lì a tenermi su il morale e darmi quella scintilla di creatività.

Ci siamo sempre divertiti a inventare dei lavori per i topi e un giorno decidemmo che Redgi era il principe che regnava su tutti gli altri. Redgi è il protagonista perché era il più coraggioso e fedele di tutto il suo branco.

Tutto il cast di personaggi è basato sui veri fratelli di Redgi. Non ho dovuto inventare personaggi immaginari perchè vivevano già tutti con me. La storia di Redgi che salva i suoi fratelli e tiene al sicuro la sua famiglia nasce dal fatto che non importa quanto siano grandi le loro battaglie, i topi restano uniti e mettono da parte le proprie differenze.

Volevo assolutamente creare un gioco sui topi perché vengono sempre percepiti negativamente dai media e dal pubblico in generale, ma sono in realtà le creature più affettuose del mondo.

Dan Robinson – Team Leader/Character Artist/Designer/Animator – Odd Bug Studio
Il cast di Tails of Iron al completo.

In conclusione

Tails of Iron è assolutamente un must se vi piacciono le sfide impegnative, ma anche se siete alla ricerca di una bel fantasy classico che va dritto al punto senza però mancare di sorprese. Complessivamente non presenta difetti se non per qualche leggerissima sbavatura di imput lag in alcune boss fight, ma nulla che una buona dose di pazienza non possa risolvere.

This post was published on 17 Settembre 2021 14:00

Diego Del Buono

Classe 1992 Studente di lingue cresciuto a pane e videogames, dalla Super Nintendo a tutta gamma Playstation. Nel 2007, scoperto l'online gaming con World of Warcraft, il suo interesse per il mercato videoludico è cresciuto a dismisura. Il suo sogno è di trasformare la sua passione per i videogames in un lavoro. Proprio parlando di WoW, spesso lo troverete su Twitch con il suo canale Ilvecchiojameson.

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