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Recensioni

Dice Legacy | Recensione (PC): l’indie italiano che ha sorpreso il Gamescom 2021

Recente vincitore del premio Most Original Game del Gamescom 2021, Dice Legacy è un titolo indie intrigante che fa della sua originalità l’elemento centrale del suo fascino. Il videogioco, in uscita il 9 settembre 2021, è un city builder mascherato da gioco da tavolo con elementi survival dove gli abitanti sono impersonati da dadi a 6 facce.

Dice Legacy è sviluppato da DESTINYbit, un team tutto italiano che ha la sua base a Ravenna, ed è pubblicato da una partnership tra Ravenscourt, Maple Whispering Limited e Koch Media. I ragazzi di DESTINYbit hanno 20 anni di esperienza nello sviluppo di videogiochi e giochi da tavolo, e il risultato è ben visibile in diversi aspetti del loro nuovo titolo.

Un’idea originale prodotta in Italia

Come potrebbe essere un gioco da tavolo alla tedesca in un mondo virtuale? Nonostante i suoi limiti, Dice Legacy è una risposta accattivante: il giocatore deve usare i suoi dadi-abitanti con la faccia giusta rivolta verso l’alto per accumulare risorse, sviluppare la città, difendere gli edifici e compiere altre azioni utili allo svolgimento del gioco.

Piazzamento di dadi, commerci e scambi, gestione e sviluppo: sono caratteristiche peculiari dei cosiddetti giochi da tavolo alla tedesca che in Dice Legacy prendono vita grazie all’inventiva di DESTINYbit e all’affascinante ambientazione che gli sviluppatori hanno creato. L’intero gioco si svolge su un mondo ad anello, come quello di Halo, dove però il setting non è fantascientifico: la città che il giocatore cerca di sviluppare è un avamposto medievale con leggeri richiami steampunk, un insediamento che pian piano cercherà di espandersi facendo un giro completo dell’anello. Non c’è una vera e propria trama in Dice Legacy, ma va bene così: il giocatore è subito calato nell’azione malgrado un tutorial dalle maniere un po’ rudi, e il suo gameplay determinerà la narrazione del gioco.

Prima di ogni partita il giocatore può scegliere un personaggio da impersonare che può conferire un bonus che mescola un po’ le dinamiche della partita. Posizionando un dado sugli edifici più idonei alla sua faccia rivolta verso l’alto, esso resterà occupato per un determinato periodo di tempo fino a che non completerà la sua azione. Gli utilizzi dei dadi sono limitati, e per questo vanno costantemente ristabiliti. Essenzialmente esistono 5 tipi di dadi, colorati in maniera diversa a seconda della loro funzione (villici, cittadini, soldati, mercanti e monaci), ma le carte in tavola – o meglio, le facce – possono essere potenziate e mescolate tra loro grazie alle intriganti meccaniche di creazione e modifica dei dadi. Di partita in partita sarà possibile sbloccare nuovi poteri dei dadi e perfino nuovi regnanti con cui iniziare le prossime.

Il comparto tecnico esalta in maniera accattivante ogni asset di gioco: le musiche d’atmosfera si mescolano ai suoni ambientali, creando elementi sonori che sono sempre in tema con quanto visibile su schermo. Sul versante grafico il gioco si mostra davvero gradevole, con effetti particellari e texture sempre in regola. L’unico appunto da fare per il comparto visivo è relativo alla riconoscibilità degli edifici: nulla da dire sulla loro estetica, ma quando in fase avanzate di gioco ce ne saranno tanti ravvicinati tra loro sarà molto difficile distinguerne alcuni dagli altri, con le loro funzioni visibili solo passando il cursore in sovrimpressione.

Le Casualità del Ghiaccio e del Fuoco

A ostacolare la crescita della cittadina e la vita dei suoi abitanti cubici, si pongono diverse difficoltà, a cominciare dal clima. Dice Legacy alterna stagioni calde, dove lo svolgimento del gioco avviene regolarmente, a stagioni con inverni rigidi, dove invece il freddo può congelare i dadi paralizzando le attività del giocatore a meno che non vengano prese efficienti contro-misure: caldaie da riempire di legna che riscaldano aree selezionate, leggi che aiutano a sopportare gli inverni o taverne che riscaldano i poveri dadi-abitanti ghiacciati, per non parlare della ricerca che attraverso i suoi alberi di sviluppo può aiutare su diversi fronti.

Nel mondo di Dice Legacy, tuttavia, non siamo soli: fuori dai nostri confini ci sono popolazioni più o meno ostili con le quali i dadi del giocatore possono interagire in maniera pacifica o bellicosa. Parte dei misteri del gioco sta proprio nel cercare di capire da dove vengono queste popolazioni, scovare le loro rovine e trovare nuove risorse da sfruttare. Ma attenzione, perché alcuni abitanti ostili potrebbero tentare incursioni per dare fuoco agli edifici del giocatore.

L’originalità di Dice Legacy e le sue meccaniche di gioco fanno del titolo un passatempo davvero divertente, ma questo gioco purtroppo non è esente da difetti, anzi… per cominciare la proceduralità con cui è generata la mappa forse è poco amichevole anche a difficoltà minori: più volte nelle partite iniziate da zero mi sono ritrovato con questa o quella risorsa esclusa dai confini di partenza, limitando il mio gameplay iniziale in maniera sensibile. Per fortuna questo è un problema minore facilmente risolvibile.

Il resto del gameplay purtroppo, col passare del tempo diventa un lungo processo di azioni frenetiche troppo ripetitive, perché contrariamente a quanto si potrebbe pensare vedendo la presenza di dadi, Dice Legacy non ha turni: questo vuol dire che man mano che la mappa si allungherà sotto il nostro sguardo, arriveranno costantemente nemici a rompere le scatole mentre cercheremo di sviluppare la nostra città o di curare e modificare i nostri dadi.

Sarà facilissimo dimenticarsi dadi in edifici o scordarsi completamente dell’esistenza di intere sezioni della mappa mentre cerchiamo di far fronte alla mole di informazioni e interazioni che ci vengono propinate. Per fortuna è possibile mettere pausa, ma durante questi momenti non ci sarà concesso utilizzare i dadi. Il dramma arriva quando i nemici arrivano a dare fuoco agli edifici: per trovare i dadi adatti a spegnere le fiamme e per non farle propagare bisognerà affidarsi freneticamente alla casualità.

Probabilmente si potrebbe ovviare ai problemi di disorientamento e frenesia generale anche aggiustando un po’ l’interfaccia dato che alcune situazioni che capitano non sono chiare nell’immediato: sarebbe gradito, per esempio, un sistema di notifiche visibile che avvisi il giocatore quando c’è un’incursione nemica, visto che al momento viene comunicata solo da segnali audio. Oppure, quando capita qualche evento particolare, si potrebbe utilizzare una shortcut per andare con la telecamera nel punto di interesse.

Intrigante e divertente

Dice Legacy, dal punto di vista dell’originalità, è motivo d’orgoglio della nostra industria videoludica italiana: elementi e meccaniche da giochi da tavolo inseriti all’interno di un contesto da RTS gestionale, fanno del titolo indie un intrigante videogioco tutto da sperimentare e ri-giocare continuamente. Purtroppo è proprio la dimensione in tempo reale a inficiare negativamente nel gameplay, rendendo la forte struttura gestionale troppo frenetica e poco gestibile, e annichilendo l’atmosfera strategica da gioco da tavolo: se volete provare un titolo originale e divertente, Dice Legacy fa al caso vostro. Se volete rilassarvi con una sorta di gioco da tavolo interattivo, state attenti perché il videogioco è tutt’altro che rilassante. Complessivamente Dice Legacy è interessante e siamo davvero curiosi di scoprire con cosa ci sorprenderà in futuro DESTINYbit sia con questo titolo, che con eventuali nuove uscite.

This post was published on 8 Settembre 2021 17:00

Alessandro Colantonio

Game designer in erba e chitarrista a tempo perso. Nasce all'ombra del Vesuvio nel 1991, muove i suoi primi passi nel mondo dei videogiochi su un Windows 95 all'età di 5 anni, e diventa presto un Allenatore di Pokémon. Bazzica tra radio web e band durante i suoi studi universitari tra Napoli, Roma e Milano, si parcheggia nella fan-community di Pokémon Milennium dove instaura il suo regime dittatoriale da caporedattore, costruendo una macchina da recensioni e contatti e diventando inconsapevolmente PR. Oggi, oltre a prestare le sue dita a Player.it per articoli, recensioni e approfondimenti, figura anche come streamer di Twtich, content creator di TikTok e PR abusivo. I suoi generi preferiti sono i gestionali, gli strategici, i tattici e i GDR. Ma essendo un accumulatore seriale di videogiochi, cerca sempre di giocare ogni titolo che gli capita sotto mano. Ha una perversione per le pratiche fandom, i cani e la birra artigianale. Adora D&D, va in ira e carica.

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