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Observer System Redux | Recensione (PS5)

A meno che non abbiate vissuto in una caverna negli ultimi anni, vi sarete imbattuti più volte nel nome di Bloober Team. Lo studio di sviluppo polacco è recentemente salito agli onori delle cronache per la partnership stipulata con Konami, alimentando i rumor sul ritorno di uno storico franchise del publisher nipponico… e no, non stiamo parlando di Metal Gear Solid, ma di qualcosa a tinte più horror, che è la vera specialità del developer europeo. Dal 2016 a questa parte, infatti, il team creativo di Cracovia ha concentrato i suoi sforzi nella realizzazione di avventure horror dal forte taglio psicologico. Tra queste, Observer merita una menzione particolare.

In questa sede, non ci interessa stabilire se si tratti o meno dell’opera meglio riuscita dello sviluppatore, ma una cosa possiamo affermarla con sicurezza: per tutta una serie di ragioni, Observer è un viaggio che non si dimentica facilmente. Sarà per la sua trama enigmatica, per le sue ambientazioni claustrofobiche e decadenti, per il carisma del suo protagonista, ma il titolo in questione riusciva a catturare l’attenzione come pochi dei suoi “colleghi” riescono a fare.

Probabilmente è stato per questa ragione che Bloober ha deciso di rilasciare Observer System Redux, ovvero una versione next gen del videogame rilasciato nel 2017, con delle migliorie e delle aggiunte che rappresentano il giusto incentivo per addentrarsi nella Cracovia del 2084 nei panni dell’investigatore Daniel Lazarski.

Nelle righe che seguono, ci tufferemo nelle cupe atmosfere di un futuro distopico, tirate a lucido in occasione dello sbarco su Playstation 5 ed Xbox Series X|S, ed esploreremo il lato più oscuro del cyberpunk.

Tra Blade Runner e Orwell

Un’avventura inquietante ed avvincente come poche altre.

Anno 2084, Cracovia non è più la città che eravamo abituati a conoscere, così come tutto il resto del mondo. La meraviglia tecnologica della “corsa all’hardware” aveva presto lasciato il posto al terrore generato dalla nanofagia, una piaga digitale che colpiva praticamente chiunque possedesse degli impianti cibernetici all’interno del proprio corpo. Questa malattia colpì centinaia di migliaia di persone, causando una guerra che, al suo termine, vide emergere un’enorme corporazione di nome Chiron; non ci volle molto a capire che il concetto stesso di libertà stava per essere enormemente ridimensionato.

Le vite dei cittadini polacchi sono costantemente controllate da un Grande Fratello che non dorme mai; con la scusa di garantire protezione, avanzati sistemi di sorveglianza scandagliano ogni singolo essere umano. Ma c’è di più: vengono creati gli Osservatori, un corpo di investigazione d’élite che, tramite un device chiamato “Mangia Sogni”, possono arrivare ad hackerare la mente umana, rivendo i ricordi del malcapitato in realtà aumentata.

E sarà proprio di uno di questi Osservatori che andremo a vestire i panni. Daniel Lazarski è un detective oramai attempato e consumato dalle tante indagini svolte e, nel bel mezzo di una serata come tante, riceve una telefonata che lo fa sobbalzare. Dall’altro capo del cavo c’è suo figlio Daniel che, nonostante non volesse più avere a che fare con lui, ha deciso di contattarlo per chiedergli di raggiungerlo ed aiutarlo. Il nostro protagonista non se lo fa ripetere due volte e si dirige presso il luogo dell’incontro: un condominio di classe C, a cui sono destinate le classi sociali meno abbienti.

Non appena entrati nell’appartamento di Daniel, capiamo che la situazione è peggiore di qualsiasi previsione: la stanza è a soqquadro, ci sono segni di colluttazione ovunque e, soprattutto, c’è un cadavere decapitato in bella vista. Che si tratti del figlio? Impossibile dirlo, ma le sorprese non finiscono qui: uno strano segnale manda l’intero edificio in lockdown, le comunicazioni con l’esterno sono tagliate e, finché la situazione non si normalizza, nessuno può entrare o uscire dall’edificio.

Inutile dire che tutto ricadrà sulle spalle di Lazarski, che sarà chiamato a capire che cosa sta accadendo all’interno dello squallido condominio e, al tempo stesso, qual è stato il destino di suo figlio Daniel. Tutto ciò con un unico mezzo a disposizione: il Mangia Sogni.

Quando l’hardware fa la differenza

Fate attenzione: una strana creatura si aggira nelle vostre visioni.

In Observer System Redux, inutile dirlo, la nostra attività principale consisterà nell’investigazione. Man mano che ci addentreremo nei meandri del condominio, inizieremo a scavare nei suoi misteri, scoprendo le macabre storie di alcuni degli inquilini. Ci saranno persone da interrogare, enigmi da risolvere ma, come in ogni cyberpunk distopico che si rispetti, gli impianti in nostro possesso faranno una grande, grandissima differenza.

Se del Mangia Sogni abbiamo già accennato, ulteriori strumento a disposizione del nostro Osservatore sono il Bio Visore e la visione elettromagnetica; il primo di questi device andrà ad evidenziare tutte le tracce biologiche attorno a noi, consentendoci di in individuare agevolmente macchie di sangue e qualsiasi liquido organico. La visione elettromagnetica, invece, è la maniera ideale per captare tutte le fonti di elettricità presenti in una stanza; basterà attivarla per capire subito quanti e quali dispositivi sono presenti in un determinato luogo , così da poterci subito interagire. È pur vero che il buon Lazarski è un detective e che, come ogni investigatore che rispetti, cercherà di interrogare tutti coloro con cui potrà interagire, ma fidatevi: gli inquilini di questo condominio sono diffidenti nella migliore delle ipotesi, e totalmente fuori di testa nella peggiore. In base a quanto ora scritto, il metodo più sicuro per arrivare a qualcosa di vagamente simile alla verità consiste proprio nel Mangia Sogni.

Vi basterà semplicemente infilare un cavo nell’hardware dell’NPC che vorrete scandagliare e, in pochi secondi, vi ritroverete a vivere i suoi ricordi in realtà aumentata. Ma fate attenzione, non tutto quello che troverete all’interno di queste visioni cibernetiche sarà inoffensivo: una misteriosa creatura si aggira in questi viaggi lisergici, ed è molto pericolosa. Inoltre, ai ricordi della persona “scandagliata” spesso si sovrapporranno i vostri, regalando al giocatore qualche squarcio sul passato di Lazarski e del suo complicato rapporto col figlio.

Passo dopo passo, l’incubo cibernetico si farà sempre più chiaro ai nostri occhi, fino a condurci al bivio che imprimerà la sterzata conclusiva al nostro viaggio, ma non fatevi illusioni: è risaputo che nel cyberpunk il lieto fine non esiste.

Migliorie tecniche ed estetiche

Ancora una volta, detective Lazarski.

Da un punto di vista tecnico, la versione originale di Observer, come molti ricorderanno, si muoveva tra alti e bassi. Sotto questo aspetto, l’edizione System Redux riesce a donare una veste grafica al passo coi tempi, rendendo ancora più vivide le luci al neon, aggiungendo tutta una serie di effetti particellari e potendo contare sul tanto agognato Ray tracing. La versione Playstation 5 da noi provata vanta anche alcune interessanti feature legate al DualSense, tra cui spiccano l’audio proveniente dall’altoparlante del pad ed il sensore aptico dei tasti dorsali, che reagiranno a seconda del tipo di interazione che andrete ad eseguire. Una porta bloccata, ad esempio, vi restituirà un feedback totalmente diverso da quello di una porta già spalancata, così come da quello di una porta che, invece, ha bisogno di un piccolo “incoraggiamento”. Non siamo ai livelli di Returnal o Ratchet & Clank: Rift Apart, ma l’aggiunta è degna di nota.

È impossibile negare che quanto ora detto renda ancora più immersiva l’esperienza di gioco realizzata dal team polacco, ma è altrettanto impossibile negare che siano praticamente rimaste tutte le parti più spigolose della sua opera, una su tutte: l’alternanza di modelli poligonali ben realizzati ad altri decisamente meno ispirati.

Sotto l’aspetto del gameplay, invece, Observer System Redux è praticamente identico alla versione originale del titolo Bloober Team, con l’unica eccezione di tre missioni aggiuntive che aumentano leggermente la longevità del titolo. Detto questo, è bene che sappiate che della versione old gen del videogame sono stati conservati sia gli aspetti positivi che quelli più ruvidi. Ancora una volta sarà possibile perdersi nell’esplorazione dei piani del condominio e, purtroppo, ancora una volta non sempre riusciremo ad interagire facilmente con alcuni degli oggetti presenti nel gioco, soprattutto con quelli più piccoli e difficili da inquadrare con il cursore.

LSD e cyberware

Non saranno molti i jumpscare, ma non mancheranno le parti in cui sarete pervasi da una sana e riconoscibile paura.

Se c’è qualcosa di Observer System Redux che colpisce ancora di più in questa versione tirata a lucido è la componente artistica. Una direzione decisamente ispirata rende pesante ogni singolo passo mosso all’interno di questo condominio futuristico, opprimendoci con i suoi ambienti bui e claustrofobici, e tenendoci sempre tesi come corde di violino. Nonostante i jumpscare siano pochi, così come poche saranno le possibilità di “morire”, sarebbe da bugiardi negare la costante sensazione di inquietudine che ci accompagnerà in tutte le fasi dell’investigazione.

L’art direction da il meglio di sé durante le sessioni di “hackeraggio mentale” attraverso il Mangia Sogni. Ciò che si verifica subito dopo l’inserimento del jack è quanto di più vicino ad un’allucinazione lisergica, generata non da un acido, ma da un malware del futuro; ricordi e suggestioni si mescolano, regalando indizi e svelando una minaccia tanto letale quanto misteriosa. Nonostante una sensazione di caos e perdita dell’orientamento (probabilmente frutto di scelte autoriali) ed una lunghezza forse eccessiva in alcuni punti, queste sequenze rappresentano il punto più alto realizzato da Bloober Team, riuscendo ad avvicinarsi come come pochi al concetto di braindance tanto caro agli amanti del cyberpunk.

Detto questo, l’esperienza di gioco è piuttosto asciutta e lineare, più incentrata sulla narrazione che non su un vero e proprio livello di sfida. Chi è abituato ai survival horror “duri e puri” probabilmente non sarà soddisfatto dalle pochissime volte in cui il nostro Lazarski sarà realmente in pericolo, e dal fatto che tali pericoli possano essere aggirati in maniera decisamente semplice. Sotto questo aspetto, potremmo quasi dire che Observer System Redux non fa paura, non nel senso classico del termine, ma riesce ad inquietare ed avvincere al tempo stesso, soprattutto grazie all’immensa caratura del compianto Rutger Hauer, che riesce a calarsi alla perfezione nel ruolo di un protagonista che dimostra tutto il peso dei suoi anni di servizio, e che sembra sempre più vicino ad un collasso mentale totale ed irreversibile.

Giudizio finale

Con Observer System Redux, Bloober Team ha voluto fornire una versione next gen di uno dei suoi titoli più riusciti e, come spesso accade in operazioni di questo genere, le migliorie si limitano perlopiù all’aspetto estetico. Al di là di qualche modello poligonale e qualche texture poco ispirati, il comparto grafico si mostra in tutto il suo splendore, potendo contare su tutta una serie di upgrade che puntano su un’esperienza più vivida e decisamente più immersiva. In questo frangente, ancora una volta il DualSense svolge egregiamente il suo lavoro. Il team creativo ha deciso di lasciare intatto il gameplay della sua opera, che conserva tutti i suoi pregi ed i suoi innegabili difetti, tra cui spiccano un’interazione ambientale non sempre agevole e, soprattutto, un grado di sfida tutt’altro che elevato. Nonostante quanto ora detto, Observer è un’esperienza che qualsiasi amante del cyberpunk dovrebbe provare almeno una volta, anche solo per tuffarsi in una trama piena di riferimenti ed omaggi al genere (la sola presenza di Rutger Hauer vale il prezzo del biglietto) e, soprattutto, capace di mantenere sempre un certo grado di tensione ed inquietudine di sottofondo. Lasciatevi ammaliare dalle visioni allucinate di Observer, potreste scoprire che l’incubo cyber è molto più vicino di quanto potevate immaginare.

This post was published on 10 Agosto 2021 17:13

Claudio Albero

Nasce a Torre del Greco, una piccola metropoli alle falde del Vesuvio, nei favolosi anni ’80, che già però non avevano più niente di favoloso. Provano ad educarlo con Beatles e musica classica sin dalla più tenera età, ma lui, di tutta risposta, si appassiona all’ heavy metal ed ai videogame , spendendo un piccolo patrimonio in sala giochi, quando queste due parole erano ancora slegate dalle slot machine. Dopo aver mosso i primi passi su Sega Master System II con Alex Kidd, il Super Mario con le orecchie a sventola, si innamora dei platform, degli action/adventure e degli RPG, con particolare attenzione alla saga di Final Fantasy. Inguaribile sognatore con le radici saldamente ancorate nel passato, scopre la sua passione per la scrittura quasi per caso, in uno dei tanti pomeriggi passati tra i corridoi della Facoltà di Giurisprudenza di Napoli, dove si laureerà giusto qualche anno dopo, con una tesi in Diritto d’Autore basata sull’opera multimediale. Dopo aver scritto di attualità e musica su Lacooltura.it , Road TV Italia e Federico TV , approda sui lidi di Player.it , in cui comincia sin da subito ad apprendere e fare domande, guadagnandosi rapidamente il titolo di “ redattore rompiscatole del mese ”. Nonostante sia legatissimo alla grande famiglia di Player, non sono rare alcune sue incursioni su portali come Gameplay Café e Spazio Rock . Musica, videogame, concerti, boardgame, modellismo, fumetti, cinema e serie tv: tanti hobby diversi tra loro, ma collegati da un fil rouge che li unisce tutti: il divertimento . È proprio questo che cerca in un videogame, è proprio questo sentimento che muove le sue dita, ed è sempre il divertimento la sensazione che cerca di infondere nei suoi articoli. Al di fuori del mondo del gaming, indossa giacca e cravatta per mimetizzarsi nel mondo degli avvocati, esercitando la professione forense, con lo scopo di conoscere a fondo le “ regole del gioco ”, nonché di minacciare di far causa a chiunque al minimo pretesto.

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