I videogiocatori di lunga data saranno felici dell’arrivo di Vesper, un titolo dell’italianissimo studio Cordens Interactive che strizza l’occhio a pietre miliari quali Oddword: Abe’s Oddysee e seguiti, Another World e il suo “fratellino” Heart of Darkness (sì, quello che anni fa trovavamo nei cereali).
Ho sempre apprezzato i platform con meccaniche puzzle game in cui il protagonista è disarmato. In quelli tradizionali il giocatore può attaccare liberamente i nemici e superare gli ostacoli in maniera quasi passiva. Gli basta andare avanti e premere il tasto “fuoco”.
Cosa accade, però, quando abbiamo come arma solamente il nostro ingegno?
Ci sentiamo vulnerabili, riflettiamo, ci nascondiamo, escogitiamo un piano d’attacco e ci prepariamo a morire tante, tante volte.
Vesper, il gioco di cui vi parlerò oggi, segue i medesimi canoni.
Sono passati millenni da quando il pianeta Arysh è stato devastato da una lunga guerra tra Androidi alla quale ha avuto seguito il misterioso “Protocollo Vesper”. Il giocatore prende il controllo di un piccolo robot che dovrà sopravvivere ad un viaggio tra le rovine del suo pianeta superando i pericoli ambientali, l’ostilità della fazione nemica e una misteriosa entità tentacolare che distrugge tutto ciò con cui entra a contatto.
Il nostro cibernetico amico si risveglia in uno scenario di guerra evocativo: I soggetti principali in nero e fondali variopinti che si muovono in parallasse, di schermata in schermata sono una gioia per gli occhi. Il gioco di luci e colori, accostato agli effetti grafici di buona fattura coinvolgono sin da subito il giocatore.
Se l’impressione di pancia è più che gradevole, apprezzerete veramente Vesper una volta compreso il semplice, quanto funzionale gameplay. L’androide si muove tra una piattaforma e l’altra per proseguire alla “schermata”successiva. Molto spesso il passaggio è bloccato nemici e da portali. I primi saranno da evitare per non essere disintegrati in mille pezzi.
Per questo entra in gioco una meccanica stealth: è possibile mimetizzarsi tra i cespugli premendo l’apposito tasto (“R se si gioca da tastiera).
Per quanto riguarda i secondi, i portali, alcuni di questi possono essere attivati semplicemente avvicinandosi e premendo l’apposito tasto (“Q” se si gioca da tastiera). Per altri è necessaria l’alimentazione di globi di luce, l’energia che permea tutto il mondo di Vesper.
Il nostro alleato per manipolare la luce è la Drive Gun, un braccio meccanico che tanto ricorda la Gravity Gun del dottor Freeman o la Portal Gun dell’omonimo gioco. Esso ci permette di assorbire un globo di luce da un macchinario per trasferirlo in un altro. Potremo inizialmente trasportarne solo uno, in seguito avremo a disposizione un ulteriore slot grazie ad un drone.
Anche i soldati nemici sono alimentati da luce e se proviamo ad assorbire il loro globo ne prendiamo il controllo. Nei panni dei nemici possiamo attivare determinati terminali, sempre per sbloccare portali, oppure attaccarne degli altri.
Attenzione però, il controllo ha un campo d’azione limitato nello spazio (e talvolta anche nel tempo), superato il quale il controllato tornerà ostile. Una volta terminato il da farsi potremo riprendere le redini del nostro robottino ordinando l’autodistruzione. Esistono differenti tipologie di nemici, spetta ai giocatori come meglio utilizzarli.
Il game design di Vesper si basa su queste semplici premesse combinate e ricombinate nei vari schemi di gioco che procedono quasi sempre in modo lineare. Tra portali da superare, teletrasporti da attivare e nemici da cui nascondersi e controllare il giocatore dovrà ingegnarsi di volta in volta per trovare una soluzione. Tendenzialmente gli schemi sono semplici, solo successivamente iniziano a diventare un po’ più articolati ma mai frustranti, al contrario stimolanti.
Il ritmo è ben scandito da fasi di intermezzo nel quale possiamo ammirare la splendida direzione artistica. I giochi di luce di cui vi parlavo poc’anzi si basano essenzialmente sull’accostamento di elementi in forte contrasto e sull’alternanza dei colori rosso, blu, verde. Vesper è anche attenzione ai dettagli: le animazioni che siano del protagonista, che degli altri personaggi o gli ambienti circostanti, sono curatissime.
A condire il tutto, un ottimo sound design che funge da catalizzatore al già chiarissimo feedback visivo degli eventi di gioco e da una colonna sonora d’alto livello che rende ancora più avvolgenti le varie fasi di gioco.
Due parole sulla narrativa, senza fare alcuno spoiler: sebbene molti degli eventi di gioco siano mostrati a schermo in filmati di intermezzo o fasi semi-interattive gran parte della lore è acquisita tramite dei documenti da trovare nel mondo di gioco. Un po’ come avviene in Dark Souls, spetta al giocatore scoprire tutti gli eventi che hanno portato il pianeta alla rovina.
Sulla longevità ci sarebbe molto da dire. Una run ha una durata più che buona ma oltre a questo, il mio invito è quello giocarlo più volte. Il perché? Fatelo, non ve ne pentirete.
Vesper è un piccolo gioiellino tutto italiano di cui andare fieri. Un chiaro omaggio ai già citati cult di tempi passati. Un gioco piacevole, rilassante da vedere ma nello stesso tempo anche frenetico e accattivante, nonostante la sua essenzialità nel game design. Un gioco da avere, che siate amanti o no dei platform ad enigmi.
This post was published on 30 Luglio 2021 13:00
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