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Recensioni

Monster Hunter Stories 2: Wings Of Ruin | Recensione (PC)

Ma quanto sono stati pieni di Monster Hunter gli ultimi anni di mondo videoludico?
Dall’arrivo in World in poi, la saga di Capcom ha pian piano acquisito una sempre maggiore importanza all’interno della galassia videoludica, complice un successo strabordante che, benché già intuibile con i precedenti capitoli, qui è diventato ancora più grande e deciso.

Probabilmente è stata questa situazione di assoluto agio per Capcom a far balenare in testa alla dirigenza l’idea di tirare fuori il seguito di Monster Hunter Stories, spin off della saga a tema JRPG uscito quattro anni fa per Nintendo 3DS.

Monster Hunter Stories, in maniera molto intelligente e coraggiosa, riusciva a rispondere positivamente alla domanda “che succede se mescoliamo Monster Hunter con i Pokémon senza perdere d’identità?”. Il primo capitolo di questa sotto saga è stato valutato positivamente dalla critica, ricevendo un decente riscontro anche nel pubblico.

Oggi parliamo del suo seguito, stavolta con un sottotitolo un po’ più minaccioso: Monster Hunter Stories 2: Wings Of Ruin.

Facciamolo più grande!

Monster Hunter Stories 2: Wings Of Ruin è un gioco di ruolo di matrice nipponica che si incastra all’interno di quella nicchia dove Pokémon ha sempre dominato.
Mostri da catturare, mostri da allenare, mostri tutti diversi con cui fare amicizia.

Esattamente come il primo capitolo il titolo ripresenta, all’interno di una struttura da gioco di ruolo di matrice nipponica (combattimento a turni, abilità da usare, risorse numeriche da gestire), la particolare fauna del mondo di gioco permettendo al personaggio del giocatore di farsi accompagnare da una creatura ben specifica, intercambiabile (esattamente come le armi) nel bel mezzo del combattimento.

Questi mostri hanno diversi gradi di personalizzazione e rappresentano il punto di partenza per il complesso sistema di crescita che il gioco presenta. A tutto ciò va aggiunta una quantità piuttosto elevata di meccaniche che vengono tradotte dal linguaggio dell’hunting game a quello de JRPG in maniera intelligente e bilanciata. Il risultato complessivo è, e lo diciamo fin da subito, divertente e di alta qualità.

Andiamo però per gradi, partendo prima dal comparto narrativo.
Visto il successo del primo capitolo della saga era logico aspettarsi un deciso passo in avanti a livello narrativo per Monster Hunter Stories 2: Wings Of Ruin e così è stato.
Il titolo di Capcom mette il giocatore nei panni di un giovane cacciatore completamente personalizzabile esteticamente, figura legata al leggendario rider Red, quasi nume tutelare del villaggio. Fin dall’inizio della storia sembra chiaro come uno dei temi più importanti sia il confronto tra presente e passato all’interno di un contesto di passaggio generazionale, con bambini che diventano rider e iniziano attivamente la loro vita all’interno dell’ecosistema del villaggio di Mohana.

Questo però è soltanto il punto di partenza perché, già nelle cinque ore di gioco successive, la trama prende il volo e svolta lontano. La Rathalos Guardiano legato alla protezione della nostra isola, per gli amici (come nel precedente capitolo) Ratha, smette di fare il suo lavoro di protezione causando un sconquasso dell’ecosistema locale.

Questo evento, unito ad un particolare uovo di cui evitiamo di dirvi molto, è il punto di partenza per un vero e proprio viaggio di formazione che vede il protagonista stringere amicizia con un sacco di diverse figure mentre viaggia per il mondo passando per Loloska, Turga, Lemur e diverse location che faranno felici gli appassionati.
Rispetto al precedente capitolo della saga si mostra fin da subito come palese il maggiore impegno proteso per la realizzazione di una narrativa più adulta, grazie a personaggi più sfaccettati e a dei dialoghi scritti in maniera più gradevole.

L’intreccio narrativo che compone lo scheletro di Monster Hunter Stories 2, chiaramente, non raggiunge grandissime vette ma si pone come interessante alternativa alle storie sempre blande che vengono narrate all’interno dei giochi a là pokémon. Durante il corso delle 40 ore di gioco che compongono l’avventura il giocatore farà la sua conoscenza con diversi personaggi e si ritroverà invischiato in diverse faccende, tutte incastrate in maniera coerente con la saga da cui provengono le nozioni di lore e worldbuilding.

Dal punto di vista narrativo, in sostanza, ci troviamo davanti ad una promozione. Stories 2 non cambierà la storia del genere ma rappresenta un videogioco con una narrativa apprezzabile da tutti, grandi e piccini.

Dove sono le mie monstieball?

Passiamo ora al succo della vicenda: come si gioca Monster Hunter Stories 2: Wings Of Ruin?

Come abbiamo già detto Monster Hunter Stories 2: Wings Of Ruin è un gioco di ruolo di matrice nipponica che vede il protagonista nei panni di un rider, ovvero un cavalcatore di mostri. Questi mostri addomesticabili, chiamati per l’appunto Monstie, sono ripresi dai nomi storici che abbiamo imparato a conoscere all’interno della saga.

I monstie sono ottenuti dal giocatore senza l’utilizzo delle sopracitate monstieball (grazie a dio) ma sono la ricompensa per l’esplorazione dei dungeon procedurali da parte del giocatore. Andando in giro per le varie location, infatti, il giocatore si può imbattere in delle caverne conosciute come tane di mostro.

L’esplorazione delle tane di mostro, piccoli dungeon creati in maniera procedurale, ricompenserà il giocatore con risorse, oggetti e in ultimo luogo le sopracitate uova.
Di queste ne esistono moltissime tipologie, in parte dipendenti dal motivo che le ricopre, in parte dipendenti dall’odore di cui sono pregne. Quest’ultimo verrà segnalato al giocatore da una vecchia conoscenza, ovvero il felyne Navirou presente anche nel precedente capitolo della saga, qui in veste di spalla del protagonista.


Una volta trovato l’uovo il giocatore potrà farlo schiudere, ottenendo quindi una creatura con delle abilità passive che dipendono dalle sopracitate caratteristiche.

Questo elemento mette in mostra fin da subito la profondità del gameplay che vede il giocatore poter mettere le mani su molti mostri (non quanti sono i pokémon della prima generazione, capiamoci) tutti ben caratterizzati tra loro e tutti decisamente personalizzabili.
Questo si riflette in un sistema di combattimento intelligente e divertente, che fa giocare subito il giocatore con tre tipologie diverse di attacchi in maniera non dissimile dal sistema di forza e debolezza proprio di Fire Emblem.

Potenza batte Tecnica, Tecnica batte Velocità, Velocità batte Tecnica è un mantra che il giocatore dovrà ripetersi ancora ed ancora durante il corso del gioco, senza mai dimenticarsi del forte rapporto che deve legare a suon di attacchi combinati con il suo monstie. Durante le sue lotte con la fauna locale, sempre tremendamente agguerrita, il giocatore sarà accompagnato dal suo monstie di fiducia. Lo scopo del monstie sarà quello di assistere il giocatore attraverso attacchi automatici, abilità uniche e come cavalcatura, in modo da poter attaccare con più forza o utilizzare attacchi esclusivi.

A completare questo già ricco quadro troviamo tre elementi: la possibilità di attaccare singolarmente delle parti del mostro, le diverse tipologie di armi presenti e la presenza dei compagni. Come in ogni Monster Hunter che si rispetti anche Stories 2 permette al giocatore di attaccare parti specifiche del corpo, al fine di ottenere loot esclusivo a battaglia conclusa. La parte ancora più interessante è che queste parti del corpo hanno resistenze specifiche a tipologie di attacco, cosa che obbliga il giocatore a cambiare tra le tre diverse armi di cui ci si può equipaggiare. Oltre alle armi presenti nel precedente capitolo (spadone, martello, spada + scudo e il corno da caccia) troviamo anche la lancia fucile e l’arco, ognuna con la sua tipologia di danno ed il suo utilizzo specifico.

Se, ancora una volta, tutto ciò non dovesse bastare per abbattere un avversario sarà bene affidarsi a dei compagni per poter portare avanti la propria battaglia. Questi compagni di squadra, controllabili da altri giocatori all’interno della modalità cooperativa, avranno il loro monstie di fiducia ed i loro attacchi.

Nonostante la presenza di una quantità incredibile di diversi sistemi di gioco all’interno della stessa ricetta, gli sforzi fatti da Capcom per rendere Monster Hunter Stories 2: Wings Of Ruin un titolo accessibile si sentono tutti. Questo è stato possibile grazie ad un interfaccia utente di grande pregio, realizzata, in maniera intelligente che utilizzando forme e colori riesci a comunicare in maniera corretta tutti i dati del caso, evitando al giocatore l’odiosa navigazione tra i menu durante la battaglia.
Il livello di sfida, inoltre, ci è sembrato abbastanza equilibrato anche per un giocatore principiante e siamo sicuri che invece i giocatori hardcore avranno poco di cui lamentarsi grazie alla presenza di quest secondarie e cacce ad altissimo livello di difficoltà.

Sinonimo di beltà

Monster Hunter Stories 2: Wings Of Ruin è un videogioco multipiattaforma, in arrivo sia su PC che su Nintendo Switch. Dal punto di vista tecnico su PC, questa sua origine, si fa notare con un pop up abbastanza presente degli oggetti a schermo. Questo difetto, in ogni caso, poco intacca lo splendido look del titolo che può vantare di una direzione artistica ispirata, che ibrida il senso di natura selvaggia della saga di Monster Hunter, con delle dolcezze e degli stereotipi tipici del gioco di ruolo nipponico.

Il titolo, inoltre, vanta modelli poligonali e personaggi molto ispirati visivamente, con forme morbide e tratti dolci che ricordano da vicino quel capolavoro tecnico che è stato Xenoblade Chronicles 2. A tutto ciò vanno aggiunti dei requisiti di sistema molto leggeri, caratteristica che permette al titolo di girare anche su macchine più antiquate.

Di ottima caratura il comparto sonoro, realizzato dal duo Marika Suzuki e Masahiro Ohki. Molto nintendiano nelle arie e nelle melodie e perfettamente in grado di spingere sull’acceleratore a necessità.

Monster Hunter Stories 2: Wings Of Ruin è un gioco di ruolo nipponico che prende le basi create dal predecessore e le migliora in maniera sostanziale, aggiungendo complessità e sfaccettature ad un sistema già rodato. Il titolo fa quindi notevoli passi avanti su ogni fronte, le uniche incertezze possono essere riscontrate in qualche bruttura tecnica su PC. Queste brutture tecniche, però, sono ampiamente controbilanciate dalla splendida art direction che risulta rispettosa e coerente con l’universo visivo immaginato nei precedenti capitoli del brand. In definitiva parliamo di un titolo incredibilmente interessante, magari un po’ più di nicchia rispetto alla saga madre, ma capace di stagliarsi nel cuore dei giocatori grazie alle sue caratteristiche e all’irresistibile richiamo per chi ama cacciare e catturare mostri, grandi o piccoli che siano.

This post was published on 7 Luglio 2021 17:00

Graziano Salini

Perennemente alla ricerca di legami tra argomenti distanti tra loro, con una certa predilezione per musica e videogiochi. Faccio il possibile per fare in modo che ci siano meno errori di concetto possibili sugli articoli di Player.it, grande fan degli errori grammaticali invece, quelli fanno sempre ridere. Quando non sto amministrando questo sito lavoro mi occupo di spiegare cose difficili in maniere semplici su altri siti, su tematiche molto meno allegre dei videogiochi.

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