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The Elder Scrolls Online: Blackwood | Recensione

L’arco narrativo di Gates of Oblivion, i Cancelli di Oblivion, iniziato col dungeon pack Flames of Ambition, prosegue come da prassi con una corposa espansione, Blackwood, che aggiunge l’omonima regione alla già vastissima mappa a disposizione dei giocatori di The Elder Scrolls Online.

L’atteso zone DLC è stato rilasciato il primo Giugno su PC e Mac, e l’8 Giugno sulla consueta line-up composta da Stadia, PlayStation 4 e Xbox One, a cui si aggiungono anche Xbox Series X|S e PlayStation 5 tramite retro-compatibilità.

Stavolta, però, c’è una sostanziosa novità per chi gioca su console: ESO Console Enhanced, una versione di The Elder Scrolls Online dedicata proprio ai possessori di PlayStation 5 e Xbox Series X|S, che più avanti vedremo in dettaglio. Intanto vi beccate il trailer di lancio di Elder Scrolls Online: Blackwood.

Con Blackwood si aprono i cancelli di Oblivion

Se avete intenzione di rigiocare The Elder Scrolls IV: Oblivion, cosa che per inciso vi consiglio assolutamente, stavolta avete un’alternativa: in linea generale il capitolo di ESO: Blackwood ricorda piuttosto da vicino l’amato action RPG pubblicato nel 2006, nello spirito se non nella trama specifica.

Ambientato circa 750 anni prima di Oblivion, 747 se non ho sbagliato i calcoli tra Seconda e Terza Era, il DLC Blackwood vede il nostro personaggio, presentato come mercenario, alle prese con una fitta trama di congiure Imperiali di palazzo, sette di assassini, culti daedrici, tomi arcani, una serie di… artefatti, e sullo sfondo i segreti di una dinastia di Imperatori e soprattutto le mire di Mehrunes Dagon, il Principe Daedrico della Distruzione e del Cambiamento. Suona familiare, vero?

L’effetto nostalgia in Blackwood sarà piuttosto evidente per chi ha adorato Oblivion, ma ciò non sottrae nulla all’esperienza dei novelli avventurieri nello sconfinato universo di The Elder Scrolls.

Gli stessi veterani di ESO riconosceranno alcuni elementi già presenti nel gioco base: il piano di Molag Bal, antagonista principale nel gioco vanilla nonché Principe Daedrico della Dominazione e della Schiavitù, consisteva nel fondere il proprio piano di Oblivion, Coldharbour, con il mondo di Nirn.

Mehrunes Dagon deve avergli rubato l’idea, suppongo, o magari è vero che il fine ultimo dei Principi Daedrici è sempre lo stesso. Nel dubbio, vediamo il ritorno di Lyranth, una Dremora che ci aiuta nel gioco base e nel DLC Flames of Ambition, nonché di un misterioso tomo daedrico che abbiamo incontrato in Oblivion e, di sfuggita, anche in Skyrim. E no, non sto parlando dell’Oghma Infinium del buon vecchio Hermaeus Mora.

Blackwood, una nuova regione esplorabile

A differenza di alcune delle precedenti zone introdotte da story DLC, quella di Blackwood non è caratterizzata dalla presenza di una singola etnia o razza giocabile: troviamo Imperiali al fianco di Argoniani e Khajiit, che coesistono senza troppi problemi.

La regione, racchiusa tra Elsweyr, Murkmire e Cyrodiil, include due principali città: Gideon, più legata alle paludi degli Argoniani e alla loro antica civiltà, e Leyawiin, più ampia e sostanzialmente un hub commerciale tra l’Impero e la provincia di Black Marsh.

Come però abbiamo già intravisto nel precedente dungeon pack, il nuovo capitolo dell’avventura di Gates of Oblivion ci porta soprattutto ad esplorare le Deadlands, l’inospitale e infuocato regno di Mehrunes Dagon: fiumi di lava, cielo cremisi e tanti, tanti flashback della prima volta in cui ho attraverso un portale daedrico in Oblivion. Lacrimuccia.

La mia variegata esperienza nelle lande di Blackwood

Premetto che, come ormai i lettori abituali sapranno già, appartengo alla categoria dei videogiocatori denominati bastardi completisti: completo anche la più becera delle fetch quest, ma nel frattempo borbotto, brontolo, impreco, mugugno e digrigno i denti.

Il DLC Blackwood mi ha portato via ben più delle 30+ ore previste, perché oltre a esplorare ogni proverbiale nook & cranny sono anche andato a cercarmi col lanternino tutti i pregevolissimi incontri casuali, non marcati sulla mappa, con NPC peculiari e memorabili: non solo per i dialoghi secondari che aggiungono varietà, ma anche per l’occasionale quanto esilarante glitch grafico.

Dal veggente ciarlatano, che in cambio di una settantina di monete d’oro ci butta lì un messaggio criptico che potrebbe valere per qualunque avventuriero, alla coppia in cerca di consigli sull’outfit da indossare per il proprio anniversario, fino al mago in grado di scacciare una presunta presenza che si è impossessata di noi, e che sembrava un palese truffatore finché non è riuscito effettivamente a far palesare lo spirito di una strega che si era ancorata alla nostra anima.

Insomma, trenta ore sì, ma solo se si tira dritto, si ignorano gli extra e soprattutto si ha la borsa dei materiali di crafting dell’ESO Plus, che annulla le pachidermiche tempistiche per la gestione dell’inventario.

A proposito di crafting: il nuovo hub commerciale di Leyawiin è, a mio avviso, uno dei migliori punti di ritrovo per gli amanti delle professioni. In una singola piazza si trovano tutti i banchi da lavoro: i workbench da carpentiere, fabbro, sarto, incantatore, gioielliere, alchimista e cuoco sono a due passi dalla banca, dagli altari per il respec e dalla Wayshrine, e poco lontano troviamo anche ricettatore e stalliere dedicato all’interminabile stillicidio del miglioramento della riding skill di ciascun personaggio.

Proprio mentre stavo pensando di acquistare una casa nei paraggi, mi sono reso conto che la locanda del posto voleva regalarmi una stanza, da aggiungere al menu di spostamento rapido e bypassando quindi anche i Wayshrine. E che vogliamo di più?

A parte questo, Blackwood affronta con una certa profondità alcune tematiche classiche, come l’inevitabilità del destino che caratterizza la tragedia greca, e altre più legate forse al genere dello Sci-Fi, come il ventaglio dei futuri possibili ma non ancora scritti.

Riassumendo, quest’espansione ci offre una ricca trama, piena zeppa di inganni su tradimenti, posti dietro piani subdoli sullo sfondo di altri tradimenti. Roba così convoluta da far emergere la mia -più che giustificataparanoia da giocatore di ruolo, soprattutto nel finale, dopo aver letto alcune delle opzioni disponibili nei dialoghi. HMMMM.

Abbiamo inoltre la possibilità di reclutare alcune delle fazioni per cui svolgiamo quest secondarie, per farci aiutare nell’epilogo che definirei… campale. E infine, da aracnofobico, vorrei menzionare il labirinto sotterraneo infestato da ragni demoniaci giganti che si calano giù dal soffitto: che fai, te ne privi?

Recapponi, infodumping forse evitabili e stridor di denti

Nessuna opera dell’ingegno umano può soddisfare in ogni aspetto tutti i suoi fruitori: persino capisaldi incrollabili come Red Dead Redemption 2, che -con colpevolissimo ritardo- ho terminato poco prima di mettermi a scrivere questa recensione, mi hanno lasciato qualche granello di sabbia sotto i denti. Sto guardando voi, controlli con mouse e tastiera.

Ma torniamo a The Elder Scrolls Online: Blackwood, suvvia. Anche in questa seppur molto apprezzata espansione ho trovato qualche nota stridente: in primis la colonna sonora che ci accompagna nelle quest ambientate nelle Deadlands.

Ok, capisco la necessità di veicolare l’inquietudine dell’ambientazione daedrica, ma quante ore di cori acuti, dissonanti e penetranti si possono sopportare prima di mutare la colonna sonora? Nel mio caso circa 12 minuti. Quando invece si torna su Nirn, in soldoni il mondo dei mortali, fanno anche il loro trionfale ritorno i brani epici e le colonne sonore di stampo eroico. Tutto diventa più gradevole… almeno fino alla successiva scampagnata nell’Oblivion.

Un altro mio pet peeve personale, che -forse con presunzione- ritengo condiviso da buona parte dei giocatori appassionati di videogame di ruolo, riguarda l’infodumping: la valanga di lore e informazioni che, in blocco, ci viene riversata addosso durante le quest. A una giocata meno approfondita questo aspetto può anche scivolare addosso, ma chi legge pergamene, libri, foglietti e bigliettini si ritroverà ben presto a dover mettere mano alla custodia degli occhiali da vista.

Sempre nella stessa categoria rientra il fenomeno del recappone: questo frequente riassunto delle puntate precedenti può essere utile, vista la lunga durata dell’esperienza di Blackwood che, per ovvie ragioni, va distribuita su più giorni di gioco, ma stavolta forse così tante ripetizioni risultano un po’ eccessive.

Ogni singola fase di ciascuna quest è seguita dallo stesso obiettivo: bisogna parlare con Eveli Sharp-Arrow, l’NPC che funge da Virgilio in questo viaggio dantesco nel piano di Oblivion, che provvederà a somministrarci lo spiegone. Anche nelle conversazioni più carine e spensierate si annida, magari dietro un’innocente linea di dialogo, il mostro del recappone.

È un espediente comprensibilissimo, visto che si tratta pur sempre di un MMORPG e non di un videogame single player, e soprattutto la storia è piuttosto complessa: si parte da una frasetta in codice sulla paginetta di un diario, e si finisce per ritrovarsi invischiati nei piani stratificati di uno dei più potenti Principi Daedrici. Solo un giorno qualunque in The Elder Scrolls Online, immagino.

I Portali di Oblivion: una nuova tipologia di world event

Continuando a parlare della personalissima esperienza del mio tutt’altro che ottimizzato Nord Magplar, che si aggira sui 300 CP ma che ha un miliardo di inesistenti punti stile, passiamo alla nuova tipologia di world event: gli Oblivion Portals, delle attività multiplayer overland che uniscono orde di personaggi carichi di cibo, pozioni e cattive intenzioni.

Il punto dell’attività: fare irruzione nel regno di Mehrunes Dagon nel piano di Oblivion, commettere genocidi daedrici e chiudere questi fiammeggianti costrutti cremisi che minacciano la gente di Nirn… almeno fino al respawn successivo.

Dove prima c’erano le Dark Anchor, dove in seguito ci sono stati i draghi, ora ci sono i Portali di Oblivion. Molto più cool, secondo me.

Premi e ricompense di ESO: Blackwood

Oltre agli outfit, ai memento e agli stili che, come di consueto, si ricevono con l’acquisto del DLC, l’eventuale pre-order di The Elder Scrolls Online: Blackwood ci fa portare a casa anche il pucciosissimo non-combat pet Nightmare Bear Cub e la mount Nagahide Welva Ravager, che è oggettivamente massiccia per quanto non solletichi particolarmente il mio gusto personale.

Passando alla Collector’s Edition di Blackwood (grazie, Zenimax e Bethesda!), invece, che dire: mi ha fatto ottenere la s p e t t a c o l a r e mount Battlefield Nightmare Senche, grazie alla quale i miei PG ricevono automaticamente IL POTERE DI GRAYSKULL, e la versione tascabile del serpente piumato Quetzalcoatl, il pettino Jewel-Feathered Sep Adder.

Una volta scaricato e installato il gioco, invece, possiamo sudarci un’altra serie di ricompense, tra cui una carrellata di achievement, collezionabili e parecchi nuovi set di equipaggiamento di ispirazione daedrica, sia droppabili sia craftabili o ottenibili tramite il sistema delle Antiquities, nonché un pet aggiuntivo tramite l’achievement Lost in the Wilds: il Bog Dog.

Vanno assolutamente menzionati il titolo Champion of Blackwood, con cui il mio Templar si bulla quando va a piegarsi alla corvée della gestione del loot e dei materiali, e l’emote / Offer Weapon, che è entrata prepotentemente tra le mie preferite.

Il nuovissimo Rockgrove Trial

Non tutti sono asociali sugli MMORPG come il sottoscritto, e l’accoppiata Zenimax – Bethesda ha pensato anche a voi estroversi del multiplayer: Rockgrove Trial è un nuovo trial, appunto, un raid che mette insieme 12 giocatori per salvare il villaggio di Rockgrove dalle mire e dalle corrotte grinfie di un culto argoniano dedito alla venerazione dei Daedra.

Oltre ad achievement e collezionabili, le ricompense includono sei set di equipaggiamento o, per essere più precisi, tre set e le relativi versioni Perfected ottenibili in modalità Veteran:

  • Bahsei’s Mania, un set Light da Magicka damage dealer;
  • Perfected Bahsei’s Mania, ottenibile in Veteran e in versione Heavy;
  • Saxhleel Champion, un set Heavy da Tank, che mi sembra studiato per un NecroTank;
  • Perfected Saxhleel Champion, idem;
  • Stone-Talker’s Oath, un set Light da supporto;
  • Perfected Stone-Talker’s Oath, idem.

I Trial mi attirano pochissimo, dopo un’adolescenza trascorsa a tankare nei raid da 25 su WoW, quindi direi che possiamo tranquillamente passare a qualcosa che ho avuto modo di toccare più da vicino. Capitemi.

In arrivo un sistema di imprese giornaliere e settimanali

Prima di passare a qualcosa di davvero, davvero sostanzioso, devo spendere due parole per il freschissimo sistema delle Endeavors: una serie di compiti e imprese che, ogni giorno e ogni settimana a seconda della tipologia, ci ricompenseranno con esperienza, oro e soprattutto Seals of Endeavor.

Questi sigilli sono, ricapitolando, una nuova forma di valuta, che ci permette di acquistare oggetti e collezionabili finora ottenibili solo tramite le Crown Crate. Sì, non sarà più indispensabile sborsare quattrini reali per ottenere gli oggetti delle casse: basterà farmare le imprese attraverso l’Endeavor System, introdotto dall’Update 30 e attivato il 17 Giugno.

L’Update 30, inoltre, ha aggiunto anche un inedito sistema Tutorial per i nuovi giocatori: la quest introduttiva ci vedrà alle prese con delle rovine Direnni sull’Isola di Balfiera, e al termine della breve avventura potremo scegliere dove iniziare il cammino del nostro personaggio, tramite una serie di portali connessi con i luoghi iniziali delle tre fazioni del gioco base e con quelli delle espansioni di cui disponiamo.

Il sistema dei compagni

Ok, finora abbiamo scherzato: la novità che mi ha fatto drizzare le orecchie è il sistema dei compagni. Sì, esatto, ora abbiamo degli NPC, speccabili ed equipaggiabili a nostra discrezione, che ci accompagneranno nella stragrande maggioranza delle nostre avventure.

È stata aggiunta una tab apposita nel pannello delle Collezioni, e questi compagni sono talmente versatili da poter ricoprire qualsiasi ruolo: ho provato a impostarli come tank, healer, damage dealer melee e damage dealer ranged, e non hanno perso un colpo neanche nelle più cupe profondità del più oscuro sotterraneo daedrico.

Provenendo da una discretamente lunga esperienza su Star Wars: The Old Republic, che dispone di un sistema analogo, mi sono trovato immediatamente a mio agio col nuovo sistema dei compagni su ESO. Personalmente consiglio le specializzazioni da damage dealer ranged o al limite da healer, anche se il mio Magplar non ha bisogno di cure ma gradisce parecchio una velocizzazione degli scontri.

Al momento i compagni disponibili sono due:

  • Bastian Hallix, Imperiale e più o meno Mago, ottenibile tramite la quest Competition and Contracts in Deepscorn Hollow;
  • Mirri Elendis, una Dark Elf archeologa ed esperta di Daedra, che si unisce a noi al completamento della quest Shattered and Scattered in Doomvault Vulpinaz.

Possiamo acquistare un equipaggiamento di base dai vendor NPC, o possiamo dropparne delle versioni migliorate anche nel normale loot overland. Il giocatore di ruolo che c’è in me, però, è stato particolarmente soddisfatto dalla presenza di un sistema di relazioni con questi compagni.

Oltre a livellare e ottenere nuove skill in vari rami di specializzazione, un po’ come i PG veri e propri, i nostri nuovi compagni d’avventura gradiranno alcune nostre azioni e inorridiranno davanti ad altre, e offriranno una lunga serie di commenti, a volte esilaranti, e addirittura ci daranno consigli quando ci vedranno in difficoltà.

Nella quest di Mirri, ad esempio, ho potuto scegliere tra un approccio diretto ma rischioso e uno tortuoso ma senz’altro più sicuro, e Mirri ha avuto da dire parecchio in un senso e nell’altro.

Man mano che il rapporto con loro aumenterà, ci terranno sempre più compagnia, si apriranno a noi e ci racconteranno di loro, del loro passato e di quel che cercano dalla nostra collaborazione.

L’aspetto migliore, comunque, è che il livello raggiunto dai compagni è account wide: non dovremo livellarli da zero per ogni PG, ma basterà sbloccarli per averli al livello massimo raggiunto dall’account.

Una chicca: possiamo far indossare loro i costumi che abbiamo sbloccato, ma soprattutto possiamo assegnare loro le cavalcature presenti nella nostra collezione. Abbinare armature e cavalcature del team è il mio guilty pleasure.

Se da una parte questo sistema ci incentiva a partecipare ad attività di gruppo e side-quest, dall’altra si va a gravare ulteriormente sulla già problematica gestione dell’inventario, almeno per chi non ha la bag dei materiali dell’ESO Plus.

Un altro piccolo inghippo riguarda il posizionamento del compagno, che spesso va a piazzarsi proprio tra il cursore e l’NPC o l’oggetto con cui volevamo interagire, intercettando quindi l’interazione e il dialogo, e la cosa diventa piuttosto frustrante se aggiungiamo anche l’NPC che funge da Cicerone, in questo caso la dolce Eveli.

A proposito di questo: va detto che nel corso delle quest viene considerano e coinvolto nei dialoghi solo l’NPC di accompagnamento, Eveli Sharp-Arrow, mentre il nostro compagno (Mirri o Bastian) viene completamente ignorato. Persino quando è stato necessario un cambio d’abito per un party elegante, diciamo, la povera Mirri non è stata affatto calcolata.

Ad ogni modo sono certo che queste piccolezze verranno limate con l’introduzione di altri compagni che, per inciso, non vedo l’ora di scoprire quali saranno. E verranno senz’altro sistemati anche i buffi ma fortunatamente rari glitch come questo: mi sono ritrovato improvvisamente fuori dalle texture.

ESO: Console Enhanced

Sebbene io abbia sempre giocato a The Elder Scrolls Online su PC, so che la community italiana su console è attiva e fiorente; ebbene, per loro è in arrivo Console Enhanced, una versione di ESO che rivoluzionerà il modo di giocare a questo MMORPG su PlayStation 5 e Xbox Series X|S.

Se avete acquistato almeno il gioco base, Console Enhanced è disponibile gratuitamente per voi, e dovrebbe incrementare drasticamente la qualità della vostra esperienza di gioco: dovrebbe infatti portare a 60 gli FPS, e migliorare texture, riflessi, antialiasing, draw distance e quant’altro.

Chi gioca su PlayStation 5 dovrà scaricare manualmente questa versione sul game hub di ESO, mentre per gli utenti di Xbox Series X|S il processo è automatico. Vi lascio un filmatino di presentazione di ESO: Console Enhanced, per farvi rendere conto delle migliorie grafiche apportate.

I prossimi DLC di The Elder Scrolls Online

Oltre alla versione per console di nuova generazione, l’evento Xbox & Bethesda Games Showcase ci ha portato anche l’annuncio dei prossimi passi per The Elder Scrolls Online.

Come già sapevamo avremo un nuovo dungeon pack nel terzo quadrimestre del 2021, a cui farà seguito l’avventura conclusiva dell’arco narrativo di Gates of Oblivion: stiamo parlando di The Elder Scrolls Online: Deadlands, un’espansione al pari di Blackwood.

Deadlands ci porterà ancora più in profondità nell’omonimo reame di Oblivion, su cui regna –finora– incontrastato il Principe Daedrico Mehrunes Dagon: le Deadlands, infatti, verranno aggiunte come una vera e propria zona esplorabile, un po’ come già fatto per Coldharbour, casa dolce casa di Molag Bal.

Insomma, possiamo ragionevolmente aspettarci di vedere sempre più Oblivion all’interno di The Elder Scrolls Online, e non penso che la cosa dispiaccia a qualcuno. Il mio Nord Templar si sta già preparando nel tempio più vicino.

This post was published on 23 Giugno 2021 19:26

Pierluigi Michetti

Pierluigi è un abruzzese di 33 anni, cittadino d'Europa e appassionato non soltanto di tutto ciò che sia vagamente fantasy, ma anche di mitologia, rievocazione storica e rasatura tradizionale. Cresciuto a pane, olio d'oliva, videogame di ruolo, letteratura fantasy, lezioni di pianoforte ed heavy metal, studia Scienze Politiche, prima, Pubblicità e Marketing, poi, e a metà della storia si ritrova a fare il copywriter e il redattore. Dopo aver adorato D&D 3.5, Sine Requie, Il Richiamo di Cthulhu e altri titoli meno celebri, si ritrova quasi per caso a sfogliare il PHB e la DMG di D&D 5E, e lì viene risucchiato in un vortice dimensionale senza via di scampo. Dopo aver giocato il Guerriero / Chierico per una dozzina d'anni, attualmente si diverte con un Barbaro in una campagna, fa il DM in una seconda, e gioca (male) un Warlock Legale-Malvagio in una terza, sempre con lo stesso gruppo. In tenera età, armato di un Amiga Commodore 64 e un SEGA Master System II Plus, inizia a esplorare il multiverso videoludico; la vera passione, però, sboccia soltanto con l'arrivo di un Pentium 1 133 MHz. I titoli amati, in ordine sparso: da Age of Empires a Earthsiege 2, da Earth 2140 a Carmageddon, e poi SimCity, SimCopter, i simulatori di volo, Populous, Black & White, Monkey Island, Wolfenstein, BloodRayne, Planescape: Torment, i Baldur's Gate (inclusi i Dark Alliance), Dark Forces, senza dimenticare Ultima Online, World of Warcraft, i due Knights of the Old Republic (giocati più volte di quel che il pudore mi consente di ammettere), Star Wars the Old Republic, i vari Max Payne, i Vampire the Masquerade: Redemption e Bloodlines, Kingdom Come: Deliverance e naturalmente la saga di The Witcher, quella di Dragon Age, i vari The Elder Scrolls (incluso l'Online) e soprattutto quella di Mass Effect, di cui è perdutamente innamorato. Dopo una primissima adolescenza trascorsa in compagnia dei romanzi di Tom Clancy e Bukowski, spicca il volo con gli autori canonici, tra cui Tolkien, G. R. R. Martin, J. K. Rowling, Weis - Hickman, Terry Pratchett, Stephen King, Gemmell, Howard e -in parte- Terry Brooks; attualmente adora la prosa di H. P. Lovecraft ma non tanto la sua poesia, divora Luk'janenko, Sapkowski, Karpyshyn, Zahn e tutto l'Universo Espanso di Star Wars.

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