La saga di Final Fantasy occupa un posto speciale nel cuore di ogni videogiocatore, a maggior ragione se appassionato di RPG – o JRPG dato che è proprio grazie alla “Fantasia Finale” che è stato creato il genere dei Giochi di Ruolo alla Giapponese – e soprattutto il Settimo capitolo ha ridefinito nel lontano 1997 gli Standard su cui lavorare in futuro.
Riprendere in mano l’originale Final Fantasy 7 oggi, nel 2021, porta alla luce un gioco nato con l’idea di diventare un Blockbuster ma prodotto con le risorse di una recita di quartiere: una storia appassionante e lunga, descritta nei minimi dettagli e con dei colpi di scena inimmaginabili, il tutto amalgamato con una tecnologia ancora in fase di sviluppo. Le risorse Hardware per il tempo erano potenti, le migliori forse, ma il team di sviluppo voleva e necessitava di qualcosa in più.
Quindi cosa succede quando non ci sono più limiti tecnologici, sostituiti da 24 anni di progresso? Square Enix si presenta con Final Fantasy 7 Remake – ed il suo update Intergrade – pronta per tenere fede a quelle promesse fatte sul finire degli anni ’90.
Ridefinire i poligoni
Visto che non si è avuta l’occasione di parlare del titolo originale – del Sacro Final Fantasy VII – su questi lidi, ne approfittiamo per dire la nostra sul ritorno di Cloud e di Avalanche tutta in questa nuova versione meno poligonale.
Ciò che colpisce di questo Remake è che, nonostante abbia ampliato gli avvenimenti iniziali del gioco – le 6 ore del vecchio CD 1 sono diventate infatti circa 40 – la storia rimane fedele all’originale; cerca anzi di aggiungere un tocco di profondità, finora lasciato solo all’immaginazione del videogiocatore. Final Fantasy 7 Remake è solo il primo capitolo della reimmaginazione di una storia molto più grande, ricco di dettagli precedentemente inesplorati, capostipite di un nuovo corso narrativo più ambizioso. Un neofita, che si avvicina per la prima volta a questo mondo difficilmente potrà pensare che FF7 sia mai esistito in un’altra versione.
La nostra partita inizia nei Bassifondi del Settore 7 di Midgar, una città iper-tecnologica costruita dalla Shinra Corporation su di una piattaforma a 300 metri di altezza, prendendo il controllo dell’ ex Soldier, ora mercenario, Cloud Strife.
Mi permetto di svicolare un attimo dal sentiero tracciato per la recensione ma devo dirlo: l’iconica cutscene del treno che sfreccia sulle rotaie è da brividi. Sensazioni che riaffiorano, ricordi delle ore passate sul gioco “originale” e la voglia di tenere quel gamepad solo un altro pò per vedere come proseguivano gli eventi. Tutto questo è stato per me Final Fantasy e tutto questo ho ritrovato nella cutscene introduttiva di Remake.
Settore 7 dicevamo. Sotto Midgar, megacity circolare costruita dalla Shinra Corporation e che grazie ad 8 Reattori assorbe l‘energia Mako – l’ energia intrinseca del pianeta – per generare elettricità, danneggiando però al contempo il pianeta stesso. Cloud, presentatoci nelle vesti di mercenario, viene assoldato dall’ Avalanche – un gruppo di Eco-Terroristi – per sabotare uno dei reattori Mako. Da questo punto partirà la nostra avventura.
La caratterizzazione dei personaggi è fedele alla Fantasia Finale del 1997. Cloud, il personaggio con il quale avremo più a che fare, è sempre il solito uomo tenebroso. Cupo come 24 anni fa, di difficile lettura da parte dei componenti della sua squadra, anche se con il passare delle ore di gioco questo Remake gli regala alcuni spunti di simpatia in più – che non guastano mai per risollevare il tono di alcune scene, altrimenti troppo lunghe e smorzate.
A seguire tutti gli altri personaggi come Barret, Tifa, Aerith e persino Jesse hanno beneficiato di qualche piccolo ritocco dal punto di vista della caratterizzazione: finalmente si possono vedere scene in cui il duro e fin troppo focoso leader di Avalanche mette a nudo il suo lato umano quando è con la figlia Marlene; Tifa riceve un background più completo riguardo il suo rapporto con Cloud e, per finire, si scopre che – anche nei dialoghi che possiamo ascoltare di sfuggita passando accanto agli NPC – gli storici membri di supporto Jesse, Biggs e Wedge finalmente vengono caratterizzati meglio – potendo contare su più battute durante le 40 e più ore necessarie per completare la storia di gioco – sviscerando i motivi che li spingono a sabotare la Shinra.
Tutto questo cosa comporta ai fini della storia vera e propria?
Pur avendolo commercializzato con il nome di Final Fantasy 7 Remake, Square Enix si è presa delle piccole licenze narrative. I nuovi dialoghi, la sapiente direzione artistica e la regia delle cutscene o dei segmenti girati col motore grafico, hanno reso più fruibile al pubblico una storia che già dal 1997 era appassionante, sviscerandone meglio tutti i legami emotivi tra i protagonisti, le loro paure, i loro sogni ed i loro obiettivi. Il bonding emotivo che viene così a formarsi tra i Cloud, Aerith, Tifa e tutto il resto del party è notevolmente aumentato e questo permette anche a chi è davanti allo schermo di sentirsi parte del gruppo, parte di Avalanche.
Tutta questa libertà in più comporta anche una leggera modifica a quella che è la storyline originale, quella degli anni ’90. Dovendo diluire circa 6 ore in 40, il gioco a volte lascia il sentiero tracciato dal suo omonimo più anziano per esplorare nuove strade. La narrativa risulta così leggermente diversa da quella che ricordiamo – una cosa su tutte è la presenza di Sephiroth sin dai primi momenti di gioco – ma va ad adeguarsi agli standard dei giochi attuali, offrendo una esperienza più ricca e lontana anni luce dallo storytelling più semplice visto su PlayStation 1. Una scelta audace da parte di Square, che rimanda ai posteri (ed ai giocatori del futuro Remake Part 2) l’ardua sentenza.
Midgar in 4K
Il comparto tecnico di Final Fantasy 7 Remake, in qualsiasi sua versione, è davvero poderoso. Ritrovarsi per le stradine dei Bassifondi o a girare nel Mercato Murato del Settore 6 è una gioia per gli occhi. La potenza di calcolo della PS5 rende giustizia alla pulizia delle textures e dà la sensazione che i protagonisti del gioco siano attori reali seguiti da bravissimi cameraman.
A proposito di cameraman, non si può non menzionare la performance offerta dalla direzione artistica di questo Remake: la squadra diretta da Shintaro Takai è riuscita a riproporre in maniera cinematografica quelle che “nei tempi che furono” non erano altro che semplici camminate attraverso degli sfondi pre-renderizzati con cambi di telecamera – spesso non troppo reattivi.
Quante volte non sono riuscito a salire sui tubi perché la telecamera non cambiava l’angolazione.
La nuova visuale in terza persona, offre la possibilità di apprezzare ogni minimo dettaglio della strada che stiamo percorrendo: dalle lattine per terra ai giochi di luci ed ombre creati dai primi raggi di sole che si stagliano su tutta Midgar quando una delle piastre su cui si fonda la città si stacca precipitando sui settori dei Bassifondi – e fidatevi, ho perso ore ad esplorare il Mercato Murato; tutte le insegne luminose, gli NPC che si lamentano della loro incapacità di trovare lavoro o dei tempi bui in cui vivono, i locali ed infine la villa di Don Corneo. Ogni cosa di questo Remake è caratterizzata da dettagli spettacolari.
La stessa qualità grafica si riscontra durante i combattimenti, partendo dalle semplici schivate o attacchi frontali alle animazioni degli Esper da “effetto wow”, passando per l’utilizzo di magie ed abilità speciali. Tutto di questo Remake è curato nei minimi dettagli per sfruttare a pieno l’hardware delle console di nuova generazione e per restituire una resa visiva da Blockbuster cinematografico.
Chi di Spada (Potens) Ferisce…
Il Combat System di questo Remake attinge a pieno dall’esperienza maturata con Final Fantasy XV e va a limare qualche piccolo dettaglio. I combattimenti avvengono in tempo reale – un cambiamento epocale rispetto al combattimento a turni del gioco originale – con i soli attacchi fisici, schivate e parate permessi ad “inizio turno”. È ancora presente la barra ATB – o Active Time Battle – che si riempirà man mano che vengono sferrati attacchi o quando si subiscono danni ed i cui indicatori, quando carichi, possono essere sfruttati per usare oggetti, sfruttare le abilità speciali e lanciare magie curative o di attacco.
Durante le fasi di scontro è possibile controllare un solo personaggio alla volta – gli altri saranno guidatai dalla IA, intelligente ma non troppo – anche se è possibile impartire ordini ai propri comprimari o addirittura prenderne il controllo durante il combattimento a nostro piacimento, in modo tale da fare miglior uso delle loro abilità speciali ed attacchi. Questo sistema di “passaggio di consegne” sfrutta delle piccole stasi temporali (passatemi il termine): nel momento in cui si sceglie il personaggio a cui passare il controllo attivo, o quando si devono spendere cariche ATB, il tempo in-game rallenta abbondantemente, fornendo al giocatore la possibilità di pianificare bene la sua prossima mossa.
Questa scelta adottata da Square Enix è stata oggetto di alcune critiche, visto che ha ridotto molti scontri minori ad un semplice Scan delle debolezze, cast di incantesimi sulla debolezza elementale del nemico fino a portarlo allo Sfinimento e via di randellate fino alla sua completa sconfitta.
Differenti sono le Boss Battle: in questi casi le stasi temporali ci vengono davvero in aiuto permettendoci di pianificare al meglio lo scontro. Ogni mostro finale che Cloud e soci incontrano lungo il loro cammino alza l’asticella della sfida; in ogni battaglia si nota tutto l’amore e l’impegno che il team di sviluppo ha portato nel progetto Final Fantasy Remake. I dettagli dei mostri incontrati, il cambio di istanza di combattimento – che spesso comporta una modifica delle debolezze elementali –, i mugugni dei membri del party quando gli attacchi non apportano un danno sufficiente e le grida liberatorie una volta vinto lo scontro rendono ogni battaglia epica, e fanno venir voglia di affrontare e riaffrontare tutti i Boss uno dopo l’altro all’infinito.
Il discorso è diverso in Modalità Difficile. Per chi vuole una sfida degna di questo nome giocare questo Remake alla difficoltà massima può essere la soluzione poiché non è possibile utilizzare oggetti nè vi è rigenerazione automatica degli MP. Questo comporta la necessità di ponderare al meglio quali materie utilizzare ed in quale combinazione.
L’abilità Aspir e la Materia Volitiva saranno le vostre più care amiche.
Il grado di sfida offerto da questa difficoltà di gioco è severo ma giusto: impone al giocatore di utilizzare un approccio più ragionato, senza buttarsi a capofitto nello scontro, esaspera la sua pazienza, ma restituisce tanta tanta soddisfazione oltre che a diversi bonus utili per il cammino in quel di Midgar. In primis doppia EXP e tripli AP per poter raggiungere più rapidamente alti livelli di combattimento. A completare le possibilità evolutive dei personaggi, inoltre, la Modalità Difficile nuovi nuclei per ogni arma aumentandone le capacità di potenziamento.
Dulcis in fundo, per i completisti, platinare Final Fantasy 7 Remake richiede di finire il gioco a Modalità Difficile: rimboccatevi le maniche ed a lavoro!
Ed ora una nota (di demerito) sul comparto telecamera durante i combattimenti. Questa, a detta di molti, è stata una delle pecche del nuovo sistema di combattimento. Purtroppo, c’è da ammetterlo, la cam non è sempre puntata al meglio sul nostro protagonista ed anche il suo utilizzo tramite i stick direzionali risulta molto macchinoso nelle fasi di scontro; spesso la visuale è letteralmente scoordinata e quasi fuori sincrono rispetto alla posizione di Cloud e soci e questo ci lascia vulnerabili ad alcuni attacchi che, con un campo visivo meglio organizzato, sarebbero potuti essere evitati o parati facilmente.
Permettetemi ora questa digressione: chi si lamenta troppo del comparto telecamera di questo Remake non ha mai giocato a Devil May Cry. Li si che c’è da piangere ad ogni Boss Fight.
È il combat system perfetto? Magari no. È quello di cui abbiamo bisogno? Forse. Forse perché siamo tutti troppo abituati allo Standard e questa nuova modalità ha portato una ventata d’aria fresca, una diversità a cui non siamo abituati ma che può far bene all’industria videoludica tutta.
Storia di un Tuttofare
Final Fantasy 7 Remake aggiunge anche nuove, tante missioni secondarie sparse per tutta Midgar. Nonostante la maggior parte di queste abbia una utilità in merito all’ esperienza complessiva di gioco trascurabile, le missioni secondarie sono state concepite come un modo per approfondire la conoscenza del mondo di gioco e delle persone che ci vivono, compresi quindi i nostri protagonisti; purtroppo, sono inspiegabilmente isolate dal resto della storia.
In alcuni momenti, generalmente quando Cloud arriva in un nuovo settore dei Bassifondi o in alcuni passaggi di Midgar, il giocatore ha l’opportunità di interrompere il progresso della storia principale e scorrazzare nell’area appena scoperta per cercare nuove quest sussidiarie – che, solitamente, prevedono la ricerca di una persona scomparsa, l’uccisione di determinati mostri pericolosi o l’accumulo di risorse da riportare al committente – fino a che non ci si stanca e si decide di proseguire con la storyline.
Dicevamo qualche rigo più in su, che la maggior parte delle side quests sono trascurabili. E le altre? Una delle cose che ho apprezzato di questo Remake è che le missioni secondarie, trascurabili e non, aggiungono un bagaglio emotivo ai protagonisti della storia ed ampliano il nostro livello di conoscenza generale della storia di Midgar e dei Bassifondi. Ogni enigma da risolvere, ogni boss battle e si, ogni missione secondaria, porta con se una riflessione o una linea di dialogo che caratterizza meglio un personaggio e che fa risaltare lo spirito politico del gioco.
Ad esempio quando, sul finire della campagna principale, il nostro gruppo fa irruzione nell’edificio Shinra, Tifa dimostra tutta la sua consapevolezza riguardo ciò che Avalanche sta facendo. Nasce una riflessione sui dipendenti Shinra, che dall’alto delle loro case a 300 metri da terra non comprendono l’oppressione e la sofferenza che pervadono i Bassifondi; sono solo comuni impiegati che lavorano per assicurare una vita felice alle loro famiglie. Tifa, in quel momento, si pone dei dubbi su come sia giusto affrontare la battaglia contro la Shinra, pur sapendo che quella battaglia va assolutamente combattuta.
Final Fantasy 7 Remake non lesina di questi momenti complicati e politically (in)correct. E sono proprio questi momenti che aiutano a capire meglio la personalità dei nostri protagonisti. Come in un circolo vizioso fatto di quest – cutscene – repeat, se avviate nel giusto momento della storia le missioni secondarie rendono più piacevole l’esperienza finale.
Final Fantasy 7 Remake o Remake Intergrade?
Un piccolo approfondimento a margine è doveroso. Square Enix ha rilasciato Final Fantasy 7 Remake il 10 Aprile 2020e, nel corso del successivo anno, complice la commercializzazione di PlayStation 5 ha sviluppato e pubblicato una versione “next-gen” del titolo, ribrandizzata in Final Fantasy 7 Remake Intergrade rilasciata il 10 Giugno 2021.
Ma quali sono le differenze tra le due versioni?
Sostanzialmente Intergrade è il “miglioramento” per PlayStation 5 di Final Fantasy 7 Remake e porta con se una serie di upgrade grafici, un nuovo DLC ed una storia leggermente aggiornata per il gioco principale. La novità più grossa, come facilmente intuibile, è il DLC Episode INTERmission che vede il giocatore vestire i panni di Yuffie Kisaragi attraverso due capitoli completamente nuovi.
Le differenze più marcate tra le due versioni sotto l’aspetto grafico ci sono e si notano. Remake Intergrade permette di scegliere tra la Modalità Performance e la Modalità Qualità. Quest’ultima rende possibile giocare a risoluzione 4K a 30 fps, mentre la Modalità Performance gira a 1620p e 60 fps. Per fare un confronto, la PlayStation 4 Pro fa girare il gioco si a 1620p, ma a soli 30 fps.
Ed attraversare Midgar in 4K è una cosa che auguro a tutti.
I miglioramenti grafici aggiungono anche un restyling delle texture di gioco, migliorate su tutta la linea, che hanno reso possibile un aumento della fedeltà visiva e dei dettagli. Le ombre sono state leggermente rielaborate insieme alla gestione dell’illuminazione globale per consentire di riprodurre maggiori dettagli ed essere proiettate in maniera più accurata.
Final Fantasy Remake Intergrade ha sfruttato a pieno anche l’SSD di PlayStation 5, permettendo tempi di caricamento notevolmente migliorati: si passa dai circa 40 secondi di Final Fantasy Remake ai 2 secondi di caricamento per la versione Intergrade.
Episode INTERmission: Yuffie Kisaragi a rapporto!
Ed eccoci a parlare di quella che è la vera novità di Final Fantasy 7 Remake Integrade per PlayStation 5: il DLC Episode INTERmission che vede protagonista Yuffie Kisaragi.
Abilissima guerriera ninja di Wutai, viene inviata in missione a Midgar per rubare l’Ultramateria, potentissimo oggetto creato dalla divisone bellica della Shinra in grado di cambiare le sorti della guerra in corso con la sua terra natìa. Pur non avendo un vero e proprio tutorial introduttivo – il gioco infatti ci consiglia di intraprendere il viaggio con la nostra ninja preferita solo dopo aver completato la storia principale del Remake – la prima mezz’ora del DLC fa un po’ da recap di tutto quello che potrebbe servirci nel prosieguo dell’avventura: stili di combattimento, tecniche ninjutsu e cast di incantesimi sono accompagnati al primo utilizzo da un piccolo messaggio a schermo che ci ricorda il loro utilizzo e via, si procede con la nostra missione speciale.
La ninja più energica e chiassosa della storia non è sola in questo suo compito, è accompagnata da Sonon Kusakabe – personaggio creato ed introdotto appositamente per questo DLC – che più che compagno d’armi è il suo grillo parlante. La sua bussola morale.
Passare da un party da tre ad un party da due personaggi lascia però una sensazione di tristezza, un senso di mancanza quasi. Dopo aver affrontato innumerevoli sfide e mostri potendo contare sull’aiuto di due comprimari sui quali fare affidamento, dover puntare tutto solo sul silenzioso Sonon lascia quell’amaro in bocca, quel vuoto riempito solo dalla straordinaria capacità tecnica con cui sono stati pensati e creati i movimenti di Yuffie. Ed è così che, passata la prima oretta di gioco non vorrete più avere la possibilità di switchare personaggio ma sarete presi da quella foga agonistica, da quella voglia di più battaglie da affrontare contando solo sul ninja Yuffie e sul suo ninjutsu.
In ogni caso la coppia funziona. E meglio di quanto molti – me compreso – si sarebbero aspettati. Le meccaniche sono leggermente diverse rispetto al gioco completo visto che, sebbene combatta al fianco di Yuffie per gran parte di Episode INTERmission, non potremo mai controllare direttamente Sonon, solo impartirgli degli ordini o equipaggiarlo con Materia per permettergli di essere la spalla di cui abbiamo bisogno; scelta particolare vista la libertà lasciata in Final Fantasy 7 Remake Integrade, ma che permette di ammirare il nuovo stile di combattimento creato apposta per Yuffie: il ninjutsu coadiuvato dagli attacchi a distanza con lo Shuriken.
Final Fantasy 7 Remake ha strappato le radici JRPG dal gioco originale e lo ha convertito a tutti gli effetti in un Action, e con INTERmission lo stile di combattimento di Yuffie fatto di azioni ad alta velocità ed ampio raggio, ed incentrato sulla mobilità porta questa conversione a livelli ancora più elevati. Lo Shuriken è il nostro compagno più fedele e ci permette di sferrare attacchi ravvicinati e ad ampio raggio ad una velocità così elevata che spesso ci si dimentica che la barra ATB è piena.
Osservare Yuffie saltare da un angolo all’altro del terreno di scontro è una gioia per gli occhi. Aggiungeteci poi le tecniche di Ninjutsu – utilizzabili in combinazione con il lancio a distanza dell’arma – animate alla perfezione ed otterrete la ricetta perfetta per un combat system sempre in continua evoluzione.
Le combo aeree diventano indispensabili, non perchè siano così tanto utili, ma per il semplice fatto che sono bellissime da vedere – e si, diciamolo, effettivamente portano il nemico allo sfinimento. Quindi si, sono anche utili – e la sinergia con Sonon porta a spettacolari animazioni di attacco degne del miglior film Marvel.
Sinergia. Non ho usato questa parola a caso qualche rigo più in su perché è proprio una delle tecniche combinate utilizzabili dai due nostri protagonisti. Questo meccanismo permette alla coppia di sferrare attacchi coordinati capaci di infliggere una quantità enorme di danni e sfinire prima gli avversari. La peculiarità della Sinergia è che sfrutta i segmenti ATB di entrambi i personaggi per creare varianti sinergiche delle abilità di Yuffie, in modo da rendere anche Sonon partecipe degli attacchi. Ma la sinergia ha anche delle controindicazioni: in questa modalità, infatti, l’Active Time Battle di Sonon si ricarica più lentamente, aumentando così il tempo necessario per il suo utilizzo successivo.
Chissà che il sistema di Sinergia non diventi anche uno standard per Remake Part 2.
Come se tutto ciò non bastasse, Yuffie può anche caricare elementalmente il suo ninjutsu per colpire i punti deboli dei nemici senza dover attingere alla sua riserva di MP, può quasi completamente negare il danno ricevuto da qualsiasi attacco con un blocco temporizzato, e può usare una schivata speciale per ripristinare la sua riserva ATB se correttamente eseguita. Tutto questo, unito alla definizione delle texture di volti ed ambiente ed ai giochi di luci ed ombre – che portano con se tutti i miglioramenti grafici introdotti con Remake Integrade – ci introduce ad alcuni dei combattimenti più divertenti e impegnativi dell’intero gioco.
La storia raccontata in Episode INTERmission si districa in soli due capitoli, della durata di circa 5-7 ore in totale. È una narrazione particolare a dir poco, che rende omaggio alla storia di Wutai e ne chiarisce alcuni punti più oscuri; affina il background di Yuffie introducendola molto prima della sua effettiva comparsa nella lore di Final Fantasy ma, al contempo lascia qualche vuoto o buco di trama. Non sono pochi i rimandi a Dirge of Cerberus, senza aver effettivamente un riscontro nel prosieguo della storia – che sia un espediente? un tentativo di sondare il terreno per una futura introduzione di Vincent Valentine come personaggio non opzionale? – che lasciano i neofiti con qualche domanda non risposta di troppo.
È stato allo stesso tempo emozionante vedere come si siano create interazioni tra la nostra ninja protagonista ed i personaggi dell’avventura principale in alcune zone dei Bassifondi. Creare delle basi, delle connessioni ancor prima che queste siano effettivamente necessarie ai fini del gioco completo; Square Enix in Episode INTERmission ha adottato un comportamento proattivo con alcuni dei personaggi che, a mio parere, può solo far bene alla lore ed al backgroud generale. Immaginate a come cambierà il futuro incontro tra Yuffie ed il gruppo di Cloud avendo già avuto a che fare con alcuni di loro: i legami avranno già basi solide di fiducia reciproca e sarà possibile esplorare zone che nel gioco originale non si è potuto esplorare. Ad maiora!
Fort Condor, Remake
Presentato come un minigioco con una sua storyline sussidiaria e completamente opzionale, Fort Condor rivisita sullo stile di un gioco da tavola uno dei segmenti del Final Fantasy VII originale.
Il gioco viene reinventato come uno strategico Tower Defense, con truppe da schierare su un campo di battaglia per distruggere le torri di difesa nemiche. Vedetelo come un Clash Roayale ambientato nel mondo di Final Fantasy.
La partita inizia con la scelta di una formazione, dalla quale dipenderà il tipo di unità a nostra disposizione ed il numero di magie sfruttabili. In Fort Condor esistono tre tipi di unità: Attacco, Difesa e Lungo Raggio, ognuna con delle peculiarità e delle resistenze e debolezze verso le altre. Schierare unità o lanciare incantesimi costa segmenti ATB, che si ricaricano con il tempo in modo da fornire una riserva sempre costante di punti schieramento. Lo scopo del minigioco è, ovviamente, schierare unità sul campo di battaglia fino ad arrivare a distruggere le torri nemiche.
In sé per se Fort Condor è piuttosto caotico, vista la gran mole di informazioni mostrate a schermo e la visuale non liberamente modificabile a dir poco confusionaria, ma Square Enix ha dichiarato che è stato pensato per essere compreso fin da subito nelle sue meccaniche – che effettivamente sono elementari – e, soprattutto, come contenuto ricreativo assolutamente opzionale.
Ma, una volta conosciuta la storia che c’è dietro la quest chi mai potrà lasciare il gioco incompiuto? E soprattutto, non siete curiosi di sapere qual è la Materia … Fenic…. coff coff… messa in palio dal campione in carica del Settore 7?
Giudizio Finale
Nonostante questo Remake si prenda delle licenze narrative a volte anche pesanti, va ad aggiungere contenuti alla lore di Final Fantasy che i veri appassionati non possono che apprezzare. Si pone anche come punto di partenza per i neofìti, che possono così approfondire una storia che è stata il perno verso la definizione dell’RPG moderno. Final Fantasy Remake Integrade fa tutto questo grazie ad una sapiente direzione artistica che, coadiuvata dalle nuove possibilità tecnologiche è riuscita a rendere spettacolare ogni cutscene ed ogni combattimento. Qualche pecca sulla gestione della telecamera è perdonabile – e non auspicabile in Remake Part 2 – ad un gioco che si vuole imporre, 24 anni dopo l’originale, come nuovo punto di partenza per l’industria videoludica del Videogioco di Ruolo.
PRO
- È Final Fantasy, ha ridefinito gli standard dei JRPG
- Combat System vario, che sa di novità
- Direzione Artistica a livelli eccelsi
- Episode INTERmission è un valido contenuto aggiuntivo
- Yuffie beneficia a pieno del 4K e dei 60 fps
CONTRO
- Presenta qualche licenza narrativa che ai puristi può non piacere
- Poca ottimizzazione per il DualSense
- Da rivedere i controlli della Camera in alcune fasi di combattimento
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