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Legend of Keepers | Recensione mostruosa (Switch)

IMPORTANTE

Sin dai primi minuti di gioco, ero pronto ad un’esperienza leggera e divertente ma, è doveroso dirvelo, tutto questo è rimasto solo nelle intenzioni. Dopo appena un’ora, mi sono imbattuto in tutta una serie di bug che, nel momento in cui vi scrivo, mi hanno letteralmente impedito di poter spolpare il 100% del videogame. Di sicuro, Goblinz Studio è attualmente a lavoro per correggere ciò di cui vi ho menzionato; tuttavia, allo stato attuale, i crash che hanno funestato il mio playthrough sono stati tanti e tali da costringermi a cancellare ben quattro file di salvataggio, ma senza ottenere alcun miglioramento. La ciclicità di questi bug, di fatto, rende il titolo in questione non fruibile, compromettendo il lavoro svolto dallo sviluppatore francese.

Il software riscontra degli errori al termine di alcuni scontri, compromettendo il salvataggio e obbligandoci a crearne uno nuovo (ricominciando così tutto dall’inizio); non è raro, tuttavia, riscontrare crash pressoché identici in altri momenti di gioco, magari collegati a delle comunissime azioni (come lo spostare il cursore sugli sprite dei nemici), chiudendo forzatamente il software ed obbligandoci a fare i salti mortali per portare a termine lo scontro (sperando che la situazione non si riproponga in seguito).

Non dovrei dirvelo, ma ve lo dico lo stesso: certe volte, noi della stampa videoludica ci riempiamo così tanto la bocca con la cosiddetta “voglia di novità” che spesso ci dimentichiamo che, in alcuni casi, basta semplicemente apportare qualche piccolo cambiamento per ottenere un risultato godibile. Per quanto possa sembrarvi strano, nel nostro medium preferito, non sempre la proprietà commutativa è infallibile, ed il caso di cui stiamo per occuparci ne è un chiaro esempio.

Ci siamo già soffermati su quanto il genere dei roguelike (e dei roguelite) sia decisamente saturo e, se non ti chiami Hades, The Binding of Isaac o Returnal, è difficile che tu possa riuscire a bucare lo schermo. Cosa ci si può inventare per aggiungere un po’ di freschezza ad una formula già ampiamente collaudata? Invertire l’ordine degli addendi! Se qualsiasi dungeon crawler ci chiedeva di infognarci in sotterranei bui e claustrofobici alla ricerca di artefatti e tesori, in Legend of Keepers vestiremo i panni di quei mostri che normalmente saremmo abituati a detestare ed a vedere unicamente come carne da macello.

In attesa di una patch correttiva, proverò a parlarvi di ciò che di buono ho visto in Legend of Keepers che, al netto dei problemi di cui sopra, rappresenta una buona variante sul tema, che ci mette dalla parte dei “cattivi” e ci fa capire quanto sia sfiancante essere guardiani di un Dungeon.

Cari, f*ttutissimi eroi!

Essere guardiani di un dungeon è una faticaccia!

Facciamo tutti un salto indietro nel tempo. Ricordate le vostre prime feste di Carnevale? Quelle belle feste in maschera, quando Allauin non era ancora arrivato qui in Italia, in cui ognuno sfoggiava il proprio costume? Bene, in quelle occasioni, c’erano sempre uno o più bambini (quasi sempre figli di genitori danarosi) che si presentavano baldanzosi sfoggiando dei costumi da principe; dall’altra parte della barricata, trovavamo dei Batman più o meno riusciti, versioni low cost di Zorro (che avranno sempre il mio rispetto imperituro) e tanti, tantissimi pirati “arrangiati”. Vi chiedo la massima sincerità: a chi andavano le vostre simpatie? Ai principi o a tutta quell’improbabile marmaglia trash/proletaria?

Se vi piacevano i principi (o se voi stessi lo eravate), non abbiamo più niente da dirci: questa recensione non fa per voi. Se invece il vostro cuore batteva (e spero batta ancora) per i pirati, siete nel posto giusto.

Sotto questo aspetto, Legend of Keepers ci ricorda quanto sia noioso tifare per i buoni, facendoci impersonare il lato più oscuro (e divertente) dei dungeon. Possedete un castello o un sotterraneo e temete che un gruppo di eroi possa presentarsi e sottrarre i vostri tesori? Non abbiate paura: la Dungeons Company è qui per voi!

Si tratta di una serissima ditta che, in parole povere, gestisce il “comitato di accoglienza” per tutti quei condottieri senza macchia e senza paura che, quotidianamente, si avventurano per i dungeon in cerca di gloria e tesori. Mostri, trappole, incantesimi ed un temibile boss finale, tutto per un solo scopo: scacciare quegli odiosissimi eroi!

Ma non crediate che si tratti di un’impresa semplice! Gestire un’armata delle tenebre è un compito pieno di insidie, che richiede (letteralmente) soldi, lacrime e sangue, che vi metterà di fronte a mille imprevisti e a delle difficoltà sempre crescenti. Perché sconfiggere quei dannatissimi eroi è un duro lavoro, ma qualcuno deve pur farlo.

Come si sconfiggono degli eroi senza macchia e senza paura?

Quale dungeon master desiderate essere?

Il trailer ufficiale ci ha presentato Legend of Keepers come un Darkest Dungeon “alla rovescia” e, cimentandoci con il tutorial iniziale, la sensazione è proprio quella. Un gruppo di tre eroi sta per entrare nel nostro territorio, e starà a noi dargli un caloroso benvenuto. Ogni dungeon sarà composto da sei stanze, in cui potremo piazzare bande di mostri (non più di tre), trappole ed incantesimi, con lo scopo di uccidere o far fuggire gli avventurieri. Qualora questi ultimi dovessero miracolosamente sopravvivere, dovranno vedersela con il dungeon master, in veste di boss di fine livello.

Come in tutti i roguelike, tutto ruota attorno ad un approccio strategico. Ognuna delle nostre creature sarà dotata di due attacchi (fisici o elementali) e di un’abilità passiva; va da sé che, quando ci ritroveremo a scegliere quali creature andranno a comporre le nostre linee di difesa, dovremo badare alle debolezze nostre e degli avversari.

Fondamentalmente, avremo due modi per sbarazzarci delle frotte di eroi che ciclicamente invaderanno i nostri dungeon: ucciderli o… farli scappare! Ogni nostro avversario sarà infatti dotati di due barre, una di queste indica la salute, mentre l’altra ci mostrerà il suo morale. Vi trovate di fronte ad un eroe con tanti HP? Provate a farlo scappare!

Le vostre creature saranno spesso dotate di attacchi che potranno incidere direttamente sul morale avversario, così come anche le vostre trappole e gli incantesimi del dungeon master potranno incrinare il valore degli eroi nemici. Alla fine dello scontro, avrà inizio un momento gestionale, in cui scoprirete i tre elementi fondamentali su cui dovrete investire per diventare dei perfetti Re dei Sottorranei.

Denaro, lacrime e sangue

Nessuna pietà!

Come detto in precedenza, fare la guardia ai dungeon è un duro lavoro, ed è proprio qui che ve ne accorgerete. Inutile che ve lo dica: perderete tantissimi mostri durante le scorribande degli eroi; anche se verranno riportati in vita al termine dello scontro, non crediate che questo continuo ritorno dal Regno dei Morti non abbia conseguenze. Ogni creatura rediviva avrà un morale più basso e, per sopperire a questo malus, dovrete mandarle a riposo nella guarnigione; quanto ora detto vi obbligherà ad avere dei mostri panchinari che, all’occorrenza, dovranno dare il cambio ai titolari. Come ottenerli? Ma al mercato, ovviamente!

Dopo ogni scontro con gli eroi, sarete ricompensati con denaro, sangue (se avrete ucciso i vostri avversari) e/o lacrime (qualora li abbiate messi in fuga). Saranno proprio queste le risorse con cui dovrete edificare e rafforzare la vostra posizione di Dungeon Master.

Il gameplay si divide in settimane (per un totale di circa 40 per stage) e, al di fuori dei combattimenti, ciascuna di esse vedrà comparire degli eventi tra cui dovrete scegliere. Volete potenziare i vostri soldati demoniaci? L’addestratore è qui per questo! Desiderate trappole più potenti? Non dovrete fare altro che rivolgervi all’ingegnere! Avete bisogno di denaro bonus? Dedicatevi ad assedi e saccheggi! Il vostro dungeon master è rimasto ferito nell’ultimo scontro, o desidera migliorare le sue abilità? Il dottore e la palestra sono ciò che fa per voi!

Infine, qualora nessuna delle opzioni settimanali vi soddisfi (o se, semplicemente, non avete risorse da spendere), potrete sempre optare per l’evento misterioso; si tratta un vero e proprio cartellino degli imprevisti di “monopoliana memoria” che, in pratica, potrà tanto andare a vostro favore (arricchendovi) quanto andare a vostro detrimento (sottraendovi risorse o rendendo indisponibili alcuni dei vostri minion).

Comparto tecnico, longevità e divertimento

Neanche nei dungeon più oscuri si può stare in pace!?

Legend of Keepers si presenta con una grafica in pixel ben definita e dettagliata, che farà la gioia dei nostalgici, grazie anche a tante meccaniche old school (tra cui il combattimento a turni). Sempre sotto l’aspetto artistico, il titolo Goblinz Studio offre anche un’ottima varietà, grazie ai tre Dungeon Master (di cui due sbloccabili successivamente) che portano in dote tutta una serie di nuove creature e di nuove abilità. Da questo punto di vista, il videogame si dimostra sin da subito estremamente rigiocabile, sforando ampiamente le 10 ore circa che vi occorreranno per arrivare ai titoli di coda.

Nonostante gli accostamenti a Darkest Dungeon (con cui condivide l’ambientazione), il titolo si avvicina maggiormente alla formula proposta da Slay the Spire e, soprattutto, Monster Train, escludendo la meccanica delle carte. Rispetto al titolo Red Hook Studios, l’elemento strategico, seppur presente, non possiede la stessa profondità, non riuscendo quindi a toccare le vette di uno dei dungeon crawler per eccellenza.

A differenza di tutti i videogame citati, però, Legend of Keepers è intriso di un’ironia di fondo che strapperà più di un sorriso. Che sia una sessione di “terapia di gruppo” per i vostri mostri, un evento casuale in cui avrete a che fare con la versione infernale di un noto culto religioso (con la passione per i citofoni), o anche un semplice colloquio con l’addetta della Dungeon Company, adorerete la leggerezza di cui il titolo è dotato.

Come sottolineato in apertura, senza tutti i bug che hanno afflitto la nostra esperienza con Legend of Keepers, avremmo potuto goderci un gioco che fa del divertimento la sua arma principale, facendoci ricordare quanto sia bello (e faticoso) vestire i panni dei cattivi.

Giudizio finale

Legend of Keepers è un roguelike dall’aspetto retro che, nonostante una buona attenzione dedicata alle meccaniche strategiche, decide di non prendersi troppo sul serio, facendoci schierare dalla parte del “lato oscuro” dei dungeon, ovvero di quei mostri che tanto odiamo e riempiamo di improperi. Ci sarebbero tutte le carte in regola per una valutazione superiore alla sufficienza, ma i problemi tecnici di cui il gioco soffre ne hanno impedito una corretta fruizione, compromettendo il principale punto di forza dell’opera Goblinz Studio: il divertimento. In attesa di una patch correttiva, vi consigliamo di tenere d’occhio Legend of Keepers, soprattutto a chi, in fondo in fondo, non ha mai veramente sopportato gli eroi.

This post was published on 5 Giugno 2021 18:00

Claudio Albero

Nasce a Torre del Greco, una piccola metropoli alle falde del Vesuvio, nei favolosi anni ’80, che già però non avevano più niente di favoloso. Provano ad educarlo con Beatles e musica classica sin dalla più tenera età, ma lui, di tutta risposta, si appassiona all’ heavy metal ed ai videogame , spendendo un piccolo patrimonio in sala giochi, quando queste due parole erano ancora slegate dalle slot machine. Dopo aver mosso i primi passi su Sega Master System II con Alex Kidd, il Super Mario con le orecchie a sventola, si innamora dei platform, degli action/adventure e degli RPG, con particolare attenzione alla saga di Final Fantasy. Inguaribile sognatore con le radici saldamente ancorate nel passato, scopre la sua passione per la scrittura quasi per caso, in uno dei tanti pomeriggi passati tra i corridoi della Facoltà di Giurisprudenza di Napoli, dove si laureerà giusto qualche anno dopo, con una tesi in Diritto d’Autore basata sull’opera multimediale. Dopo aver scritto di attualità e musica su Lacooltura.it , Road TV Italia e Federico TV , approda sui lidi di Player.it , in cui comincia sin da subito ad apprendere e fare domande, guadagnandosi rapidamente il titolo di “ redattore rompiscatole del mese ”. Nonostante sia legatissimo alla grande famiglia di Player, non sono rare alcune sue incursioni su portali come Gameplay Café e Spazio Rock . Musica, videogame, concerti, boardgame, modellismo, fumetti, cinema e serie tv: tanti hobby diversi tra loro, ma collegati da un fil rouge che li unisce tutti: il divertimento . È proprio questo che cerca in un videogame, è proprio questo sentimento che muove le sue dita, ed è sempre il divertimento la sensazione che cerca di infondere nei suoi articoli. Al di fuori del mondo del gaming, indossa giacca e cravatta per mimetizzarsi nel mondo degli avvocati, esercitando la professione forense, con lo scopo di conoscere a fondo le “ regole del gioco ”, nonché di minacciare di far causa a chiunque al minimo pretesto.

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