Magari ai giovani videogiocatori questo titolo non poterà nulla alla mente, eppure, la recensione che noi di Player vi stiamo presentando oggi riguarda un remake di una saga storica che affonda le sue radici nella metà degli anni Ottanta.
Wonder Boy è una serie di videogiochi platform che debuttò nel mercato arcade nel “lontano” 1986. La storia presentata dal platform con mescolanze RPG è in realtà molto semplice; nel primo capitolo, si narrano le vicende di un giovane ragazzo di nome Tom Tom che deve salvare la sua fidanzata rapita da un malvagio stregone.
Il canovaccio non presenta nulla di nuovo se non la tipica formula “salva la ragazza in pericolo” tanto in voga in quegli anni che tanto farà felici i videogiocatori nostalgici.
Wonder Boy: Asha in Monster World non è altro che il remake di Monster World IV, titolo uscito nel 1994 per Sega Mega Drive e mai visto all’infuori dei confini giapponesi.
Questo Monster World è stato un titolo che portava maggiore innovazione rispetto al passato della saga, portando un gameplay rinnovato (con elementi ruolistici, oggetti equipaggiabili, un companion da portarsi dietro) in un mondo mai visto prima.
Asha in Monster World è iinfatti spirato alle ambientazioni orientaleggiante, con echi e richiami a La Lampada di Aladino e Le Mille e Una Notte.
La protagonista di questo titolo è più una Wonder Girl, a discapito del titolo: Asha, una ragazzina dai capelli verdi, ha la capacità di comunicare con alcuni spiriti e viene assoldata dalla regina di Rapadagna come guerriera, incaricata a riportare la pace nel regno. Per farlo, la ragazza armata di scimitarra e scudo, dovrà recuperare quattro spiriti elementali: terra, fuoco, acqua e vento.
La ragazza lascerà il suo paesello natìo, salutando il padre, i vari paesani e soprattutto l’anziano del villaggio che – con tutti gli onori del caso – verrà salutata con la speranza di vederla tornare trionfando di aver eliminato una volta per tutte gli spiriti malvagi. L’introduzione fungerà da vero e proprio tutorial che vedrà i giocatori, soprattutto i meno avezzi ad avventure action-platform di questo genere, prendere dimestichezza con il gameplay.
Alla fine non è poi nulla di così difficile: Asha avrà dei comandi abbastanza limitati, con un attacco normale in cui potrà dirigere i suoi fendenti verso i nemici, un attacco magico (ovvero più potente da caricare in anticipo ed utile soprattutto con i nemici più ostici), il salto e la difesa, con l’apposito scudo in dotazione.
Dopo l’arrivo a Rapadagna, Asha troverà nella tesoreria del castello della Regina, uno strano uovo dorato che si schiuderà al contatto con l’acqua che sgorga dalla Fontana Sacra poco fuori dall’uscita del castello.
Da questo uovo, uscirà il simpatico Pepelogoo, un essere blu con delle piccole ali che aiuterà Asha nel superare ostacoli e nell’effettuare il doppio salto in alto per raggiungere delle piattaforme sopraelevate. Un companion di tutto rispetto che alzerà di poco l’asticella della difficoltà rendendo Asha in Monster World che, come vi ricordiamo, si tratta di un titolo platform con meccaniche action e vagamente RPG dal sapore nostalgico.
Si tratta di un remake che è semplicemente un rifacimento stilistico, e a nostro avviso davvero ben fatto, del gioco uscito negli anni Novanta ma che, tuttavia, a livello di gameplay rimane solido nel suo tempo.
Il titolo presenta, oltre al suddetto combattimento e l’uso di Pepelogoo, anche una componente che stuzzicherà di certo gli amanti dei collezionabili, con 200 gocce di vita da raccogliere, sparse per tutti i livelli di gioco. Fondamentale sarà il backtracking grazie al quale sarà possibile collezionarli tutti (ogni dieci gocce di vita sarà possibile aumentare di un cuore la salute) e in cui sarà possibile farmare delle monete d’oro o lingotti da poter spendere per acquistare nuovi equipaggiamenti.
All’interno di ogni stage ci potranno trovare delle macchinette automatiche (abbastanza anacronistiche per tempi e luoghi ma squisitamente giapponesi) in cui sarà anche possibile spendere soldi accumulati per “rifocillare” la barra di salute e la scorta di Elisir che serviranno a rianimare la giovane Asha a seguito di un Game Over.
L’interazione con l’ambiente è davvero minima, per entrare in nuove stanze all’interno dei dungeon o in case e negozi nelle cittadine, occorre spingere il tasto triangolo, oppure si possono scegliere nuove strade parallele seguendo le frecce direzionali poste sul terreno di gioco. L’unica cosa che spinge il videogiocatore a passare un po’ più di tempo nell’esplorazione è, come detto prima, il farming di monete d’oro e gocce blu che vanno ad aumentare la vita di Asha.
A parte il puro platform e l’interazione con gli ambienti di gioco facilitata dal fido Pepelogoo, i combattimenti non sono entusiasmanti, neanche quelli con i boss che (dimenticatevi delle boss fight spietate come in Cuphead) presentano lo stesso pattern di attacchi e non riescono a dare guizzo o intensità alla battaglia. Dagli anni ottanta ad ora, purtroppo, sono passati molti anni.
Abbiamo notato anche qualche incertezza a livello di localizzazione, con vari errori sia di traduzione che di battitura (lettere mancanti in alcune parole nell’incipit), un lavoro che – considerata la qualità del remake – poteva essere trattato con un po’ più di attenzione.
Questo remake pubblicato nel 2021 presenta una grafica in 2D/3D e cel-shading, una colonna sonora riarrangiata, sviluppato da Studio Artdink e G Choice, prodotto da ININ Games e dalla stessa Sega la quale fece uscire sui suoi dispositivi i titoli originali.
Gli sviluppatori hanno cercato di renderlo fedele al capitolo uscito nel 1994 con un ammodernamento sicuramente piacevole all’occhio e accattivante anche ad un pubblico più giovane. T
uttavia, chi si avvicina a questo titolo per la prima volta, deve tener presente che Wonder Boy: Asha in Monster World è comunque un titolo rinnovato ma ancorato al suo tempo, nel senso che presenta una struttura ludica tipica dei titoli di quasi trent’anni fa, come uno stile trial and error, la difficoltà crescente tra un dungeon e l’altro e il backtracking.
Pubblicato il 28 maggio 2021 su PS4 e Nintendo Switch, il “nuovo” Wonder Boy ha una longevità bassina per un playthrough normale.; la campagna principale si aggira sulle sei ore totali che può aumentare se si decide di completare al 100% il titolo. Inoltre, la versione retail di Wonder Boy: Asha in Monster World contiene al suo interno il titolo originale, Monster World IV che i videogiocatori possono tranquillamente gustarsi per tornare “virtualmente” indietro al 1994.
Stando alla lista trofei presente sulla versione PS4 (che noi di Player abbiamo testato per questa recensione), per il platino occorre completare la storia, raccogliere i collezionabili e sbloccare alcune chicche.
Queste ultime sicuramente strizzeranno l’occhio al fan più nostalgico che è sicuramente l’utente target di questo remake curato in maniera molto efficace da parte degli sviluppatori ma che è comunque “arenato” al suo tempo senza dimenticare che con gli anni i gusti dei consumatori cambiano, si evolvono e cercano altrove.
Wonder Boy è un titolo che ci ha convinto proprio grazie alla sua natura semplice e un livello di sfida medio al quale possono aspirare davvero tutte le tipologie di videogiocatori.
Ci ha strappato qualche sorriso l’intro che è una vera e propria dichiarazione d’amore al celebre incipit di Star Wars e in generale un graphic design che ci ha ricordato un po’ il mondo fantastico illustrato dal duo artistico conosciuto sotto il nome di Fujiko Fujio.
Questo remake ci ha sicuramente orientato verso un franchise che è stato qui in Occidente un titolo difficile da reperire ma che è senza dubbio una piccola, piacevole scoperta di una saga importante per il retrogaming. Quello che consigliamo a coloro che vogliono avvicinarsi al titolo è di recuperarlo a prezzo scontato considerando anche la longevità complessiva che non raggiunge neanche dieci ore. Consigliamo caldamente, invece, le avventure di Asha in nuova veste grafica a tutti coloro che hanno provato Wonder Boy nei lontani anni Ottanta e non riescono a resistere al richiamo dei tempi andati. Per il resto, il lavoro svolto dal team è comunque di pregevole fattura portando con sé sia i pregi che difetti del titolo originale.
This post was published on 4 Giugno 2021 12:00
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