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Recensioni

Shin Megami Tensei III: Nocturne HD Remaster | Recensione (Switch)

Ci sono voluti sedici anni per rivedere Shin Megami Tensei III: Nocturne, uno dei giochi di ruolo della sua epoca e forse della storia intera, tornare su una console giocabile senza tubi catodici o strani emulatori.

All’epoca ce ne volettero quasi dieci per vedere un seguito al precedente capitolo della saga nella numerazione interna. Tra Shin Megami Tensei II e III sono passate due console, una dimensione spaziale, cinque o sei capitoli alternativi e davvero parecchi anni.

Lo sforzo fatto all’epoca fu quasi epocale a ben pensarci, con Atlus che riuscì in un qualche modo a tridimensionalizzare le impalpabili atmosfere dei due capitoli precedenti all’interno di un videogioco destinato a suo modo a scrivere la storia del genere e dei videogiochi made in Japan.

Shin Megami Tensei: Nocturne ha avuto (incredibilmente per gli standard del bran) successo all’epoca, tanto da venir esportato anche prima in America con lo stesso nome e poi successivamente in Europa. Qui ha cambiato leggermente volto, facendosi adattare in diverse lingue (senza italiano) con il nome di Shin Megami Tensei III: Lucifer’s Call.

Al giorno d’oggi sono tre i motivi per cui ricordiamo con amore il titolo in questione: per la bellezza dell’opera, per la difficoltà assurda del gioco anche a normale e per avere tra i personaggi giocabili un certo Dante (from devil may cry series direbbero i memomani).

Adesso facciamo un bel salto in avanti temporale: sono passati sedici anni e, all’improvviso, a Luglio 2020 durante un Nintendo Direct manco troppo interessante Atlus si sveglia dal torpore e lancia due bombe di fila: una data per Shin Megami Tensei V (perché si, la saga è continuata) e Shin Megami Tensei III: Nocturne HD Remaster per Playstation 4, PC e Nintendo Switch.

Trainata dal successo sbalorditivo del brand Persona (qui trovate la recensione di Persona 5 Royal, uno degli apici dei JRPG odierni), Atlus ha deciso di provare a riproporre al suo pubblico uno dei suoi assoluti pezzi da novanta e oggi, noi di Player.it, cercheremo di dirti com’è questo gioco.

Mettetevi comodi e gettate ogni certezza, il viaggio nel mondo di SMTIII: Nocturne è qualcosa che non si dimentica facilmente.

Apocalisse, demoni, religioni ed occultismo

Come ogni buon Shin Megami Tensei che si rispetti anche Nocturne comincia lasciando il giocatore nel completo sbaraglio.

Il protagonista della vicenda, il giocatore, non è altro che un adolescente qualunque, abbastanza sfortunato da sopravvivere alla così detta concezione. Questa non è altro una versione dell’apocalisse, necessaria per permettere al mondo di evitare una situazione di stasi al fine di ottenere una rinascita.

In questa vicenda, già di per sé decisamente fuori dal comune, il giocatore verrà trasformato in un mezzo demone e, dopo essere sopravvissuto alla fine del mondo, si ritroverà volente o nolente ad essere l’ago della bilancia per il futuro dell’esistenza stessa.

Si, perché nella Tokyo post concezione le cose funzionano in modo strana a dir poco.
Il mondo è rappresentato come la parte interna di una sfera, i demoni camminano a piede libero e per strada soltanto le anime dei morti possono allietarci con qualche racconto di tristezza e disperazione.

Il mondo è però ancora malleabile, basta solo avere abbastanza Magatsuhi ed una ragione abbastanza forte da poter dipingere il futuro per come lo si vuole.
Qui si staglia il percorso del giocatore, burattinaio di una storia folle che mescola religione, filosofia, violenza, occultismo e surrealtà in un intreccio incredibile.
Shin Megami Tensei III: Nocturne, nonostante una scrittura molto orientale (passatemi il termine) in termini di caratterizzazione e dialoghi, riesce a rivaleggiare in alcuni momenti con le più blasonate produzioni narrative occidentali dei bei tempi andati, offrendo una storia cruda, matura, forte e d’impatto senza mai scadere nella pomposità e nell’esagerazione.

Questo magari poteva all’epoca scontentare il pubblico medio, fatto di giocatori alla ricerca di un nuovo Final Fantasy.

Oggi questa caratteristica è un valore aggiunto perché il videogiocatore medio è invecchiato, esattamente come gli sviluppatori. Ogni giocatore stanco di giochi di ruolo nipponici infarciti di fanservice dovrebbe acquistare quanto prima Shin Megami Tensei III: Nocturne HD Remaster perché è deviante, un po’ folle, violento e senza peli sulla lingua, il tutto nonostante qualche astrazione di troppo.

Chiaki, Takao, Isamu, Hikawa, Hijiri e compagnia cantante non sono personaggi carismastici nel senso classico che verranno ricordati nella storia per aver fatto innamorare il giocatore. Essi sono più dei plausibili “virgilio” per un viaggio dall’inferno della Tokyo post concezione all’inferno della realtà successiva.

In tutto questo è importante sottolineare come Shin Megami Tensei III: Nocturne Hd Remaster, pur non aggiungendo niente a livello di narrativa all’originale, ha forse l’aggiunta più desiderata per noi italofoni: la traduzione italiana.

Il livello di questa è buono, con un adattamento più che interessante nella maggioranza dei casi. L’adattamento, finalmente, permette a chi non ha grande dimestichezza con l’inglese di approcciarsi a tutte le moralmente complicate vicende che si intrecciano lungo le 50 ore di durata del titolo. La longevità è però leggermente maggiore, vista la presenza di contenuti secondari e la presenza di molti finali, anche piuttosto diversi l’uno dall’altro.

Sottolineamo con piacere anche la presenza della possibilità di switchare tra doppiaggio inglese e giapponese, con il primo che si lascia ascoltare ed il secondo che invece è quello che consigliamo per la fruizione dell’esperienza di gioco.

A quanti game over siete pronti?

Okok, abbiamo capito che dal punto di vista storico narrativo questo è un titolo da giocare ma, visto che ci siamo, come si gioca?

Shin Megami Tensei III: Nocturne HD Remaster è un gioco di ruolo nipponico a turni: niente ibridazioni col tempo reale, niente scacchiere da tenere d’occhio, niente di tutto questo. Solo turnazioni precise da rispettare, con un twist incredibilmente interessante

Questo twist prende il nome di press turn e non è altro che un sistema di gioco che poi si è evoluto nella filosofia di design che ha fatto la fortuna dei Persona.

Il concetto base è molto semplice: se si colpisce un nemico con una tipologia di attacco a cui si è debole si ottiene un turno extra, se invece l’attacco è inutile si perde un turno.

Questo principi si applicano anche dagli avversari al party del giocatore, cosa che costringe tutti a creare un gruppo di demoni (perché si, non c’è spazio per gli esseri umani qui dentro) bilanciato anche nelle debolezze. Ogni demone in squadra ha le sue abilità, le sue statistiche, le sue debolezze per un melting pot di enorme complessità, dosata con abilità all’interno della durata del gioco.

Tutto questo accade mentre si esplorano dungeon urbani lunghi e articolati, spesso anche troppo, caratterizzati da una certa povertà visiva (che però fa perfettamente parte dello stilema da videogioco dungeon crawler a cui SMT si rifà) sia in terza che in prima persona.

Come i predecessori anche Nocturne fa ampio uso di tutta una serie di meccaniche che chiedono al giocatore di creare il suo gruppo di demoni e di portarlo alla ribalta.
Convincere i demoni ad unirsi al gruppo del giocatore, fondere i demoni tra loro per ottenere magie e abilità più potenti, studiare gli avversari per carpirne le debolezze e combattere più agilmente sono soltanto tre delle cose che andranno fatte con cadenza quotidiana all’interno di Nocturne.

La sola meccanica delle fusioni richiede un certo impegno al giocatore che si troverà a dover rispettare anche le fasi lunari del Kagutsuchi per capirci.
Senza una bella guida di supporto sarà difficile per molti arrivare alla fine del gioco.

Qui abbiamo una buona notizia da dare al giocatore che non ha seguito ne l’annuncio ne le anteprime.
Atlus per questa riedizione troviamo un DLC (!!) intelligente e destinato a tutti i giocatori un po’ impauriti dalla nomea che c’è intorno al titolo: la difficoltà clemente.

Chiunque abbia giocato a Nocturne ben conosce il suo devastante livello di difficoltà: i dungeon sono enormi, i punti di salvataggio sono sparsi e lontani tra loro, le battaglie sono lunghe e difficili.
C’è una bossfight specifica che, se giocata a difficoltà normale, metterà in crisi anche più scafato dei giocatori tanto è bastarda e complessa da approcciare.

Nocturne è un videogioco complicato, uno di quelli che al giorno d’oggi avrebbe fatto titolare riviste e siti con frasi tipo Shin Megami Tensei III: Nocturne è il dark souls dei JRPG. Questa volta, per nostra fortuna non accadrà perché grazie alla difficoltà clemente chi vuole soltanto godersi la storia può farlo.
Unico appunto che è un difetto ma in realtà non lo è: ma perché rendere la difficoltà aggiuntiva un DLC gratuito?

Shin Megami Tensei III: Nocturne tra aggiunte, rimozioni e… DLC

Ecco, se c’è qualcosa che vogliamo recriminare a questo titolo è la sua politica sui DLC.
SEGA e Atlus faranno sostanzialmente uscire Shin Megami Tensei il 21/05/2021 in due versioni: normale e Digital Deluxe Edition.

La Deluxe contiene i seguenti DLC:

  • Difficoltà clemente (gratuito)
  • Pacchetto musica Shin Megami Tensei (7.99 €)
  • Pacchetto mappe pietà e aspettative (6.99 €)
  • Pacchetto Maniax (9.99 €)

Ora siamo d’accordo con il far pagare a parte la colonna sono del gioco ma un po’ meno per gli altri due pacchetti.
Da una parte abbiamo pietà e aspettative, due DLC per alleggerire il grinding e dall’altra abbiamo il pacchetto Maniax che sostituisce il personaggio segreto Raidou Kuzunoha (presente in origine in SMTIII: Nocturne Maniax, una specie di versione riveduta e corretta di Nocturne) con Dante, lo stesso che gratuitamente potevamo trovare in Lucifer’s Call.

Qual è il senso di inserire questi contenuti a pagamento quando letteralmente sono integrazioni per portare il gioco ai giorni nostri nella maniera più completa possibile?

Per il resto dobbiamo sottolineare come non abbiamo potuto testare la difficoltà clemente perché si sarebbe sbloccata unicamente il giorno di release del titolo.
È legittimo pensare che, come è accaduto per Persona 4 Golden, con questa difficoltà il titolo sia effettivamente fruibile da chiunque e che perda un po’ di divertimento legato al gameplay in favore di una fruizione più rilassata della storia.

Un’aggiunta che invece abbiamo potuto testare e che abbiamo adorato è il salvataggio libero.

Shin Megami Tensei III: Nocturne HD permette al giocatore di salvare liberamente su di uno slot temporaneo che può venir ricaricato dal menu principale.
Questo è un modo intelligente per semplificare la fruizione di un gioco lungo, magari fatto parallelamente ad altri, senza permettere al giocatore di inficiare il bilanciamento attraverso l’abuso di queste meccaniche di quick saving.

Sinfonie demoniache e affreschi metropolitani

Arriviamo in fondo alla nostra analisi con qualche parolina sui lifting subiti a livello tecnico dal titolo. Shin Megami Tensei III: Nocturne HD Remaster è un videogioco visivamente molto gradevole, che pur non brillando per impatto visivo riesce a rimanere stampato nella memoria del giocatore grazie al lavoro fatto illo tempore dal reparto artistico di Atlus.

Ancora oggi le ambientazioni realizzate da Kazuma Kaneko e soci, i personaggi e le atmosfere riescono a lasciare il segno perché sembrano fuori da ogni altro canone.
Sono ambientazioni metropolitane molto più magiche delle solite foreste incantante, intrise di una realtà alterata in maniera fortissima e che risultano sottilmente inquietanti.

Nonostante una scarsa varietà visiva è impossibile non rimanere affascinati dallo stile utilizzato, capace di trasmettere inquietudine in maniera importante e antesignano di tutto un certo sentire concretizzatosi poi in cose come le estetiche after hours, backrooms, liminal space e chi più ne ha più ne metta.

Rispetto ai precedenti capitoli della saga in Nocturne scompare del tutto l’elemento Cyberpunk per dare maggiore spazio a tutto un substrato di realtà magica, occultismo e chi più ne ha più ne metta. Questo si riflette anche nel design dei demoni, ora più sanguigni e carnosi per come dire; anche qui è importante fare diversi applausi a Kaneko e soci, capaci di disegnare alcune tra le figure più iconiche di uno dei brand più importanti per la nicchia dei giocatori di ruolo degli ultimi dieci anni.

Il comparto tecnico, nello specifico, è stato potenziato in maniera leggera ma gradevole, migliorando la qualità delle texture e aumentando leggermente il numero di poligoni a schermo.

Questo conserva le atmosfere dell’originale che, complici le splendide ed inquietanti musiche di Shoji Meguro che aiutano ulteriormente il processo di immersione, risultano infinitamente fascinose.

Anche in questo caso è importante sottolineare che Shin Megami Tensei III: Nocturne HD Remaster non è un gioco di ruolo tradizionalmente giapponese e che pertanto la colonna sonora rispecchia queste sue caratteristiche con moltissimi brani d’ambiente, con inserti noiseggiante ed un tema hard rock dal retrogusto disperato, quasi nichilista.

Shin Megami Tensei III: Nocturne HD Remaster è un grande prodotto, un po’ imbastardito da delle scelte buffe in termini di contenuti aggiuntivi ma va bene uguale. Il titolo sviluppato da Atlus quindici anni fa è ancora incredibilmente godibile, divertente e profondo, dotato di un atmosfera irripetibile e di un design ancora oggi difficile da ricreare con la stessa maestria e capacità. La versione aggiornata a noi proposta contiene le migliorie tecniche di cui si poteva aver bisogno, insieme ad una difficoltà più morbida per superare alcuni degli spigoli che permangono rispetto al gameplay originale. Chiunque abbiamo voglia di gustarsi un piatto diverso dal solito ha appena trovato pane per i suoi denti.

This post was published on 18 Maggio 2021 16:00

Graziano Salini

Perennemente alla ricerca di legami tra argomenti distanti tra loro, con una certa predilezione per musica e videogiochi. Faccio il possibile per fare in modo che ci siano meno errori di concetto possibili sugli articoli di Player.it, grande fan degli errori grammaticali invece, quelli fanno sempre ridere. Quando non sto amministrando questo sito lavoro mi occupo di spiegare cose difficili in maniere semplici su altri siti, su tematiche molto meno allegre dei videogiochi.

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