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Recensioni

New Pokémon Snap | Recensione (Switch)

È il 1999, siete appena tornati da una giornata estenuante di scuola e non vedete l’ora di mettervi davanti alla TV per guardare un nuovo episodio dei Pokémon, un nuovo cartone animato giapponese. A fine puntata, scendete di casa col vostro Game Boy e andate a fare lotte e scambi di Pokémon con i vostri amici. Siete felici, va tutto bene.

Sono gli anni della Pokémania, il periodo in cui arrivava in occidente quello che poi si è confermato oggi come un fenomeno globale. Ogni bambino che ha vissuto quel periodo era costantemente immerso nel mondo dei Pokémon tra anime, videogiochi e gadget; tra i tanti prodotti, uscì per puro caso un certo Pokémon Snap per Nintendo 64, un atipico sparatutto su binari dove il giocatore non necessitava di sconfiggere i nemici a suon di proiettili, doveva solo fotografare creature nel loro habitat naturale. Ci sarebbe tanto da dire su come la possibilità di immortalare un frammento di gameplay come meccanica di gioco fosse pura avanguardia in un periodo senza social e senza console con funzioni di cattura, ma stiamo già divagando e la recensione non è nemmeno iniziata.

Ci sono voluti solo 22 anni per avere un seguito, identificato come New Pokémon Snap, un videogioco esclusivo di Nintendo Switch partorito dalla collaborazione tra la Grande N, The Pokémon Company e gli studi di Bandai Namco. Ci sono stati alcuni tentativi fallimentari di riprendere in mano l’idea di Snap, ma nel frattempo il mondo è cambiato, e con sé anche il concetto di fotografia e di videogioco. Ma allora ha davvero senso di esistere oggi uno spin-off Pokémon del genere? Questa è sicuramente la domanda che ci siamo fatti tutti vedendo i primi trailer di gioco.

Ricerca sul campo

New Pokémon Snap è ambientato nella nuova regione di Lentil, un arcipelago di isole maggiori e minori dominate da diversi habitat e, di conseguenza, da tante differenti creature tascabili. Il giocatore è chiamato a svolgere attività di ricerca sul posto per conto del Professor Speculux, coadiuvato da altri personaggi come Rita, Fil e Todd, una vecchia conoscenza del primo Pokémon Snap.

Al giocatore spetta il compito di immortalare foto naturalistiche dei Pokémon immersi nel loro habitat attraverso il Fotodex, un dispositivo che è contemporaneamente fotocamera, radar e Pokédex, la leggendaria enciclopedia tecnologica dei Pokémon. Per poter scattare foto in completa sicurezza, il giocatore si serve del NEO-UNO, un mezzo di trasporto che affronta percorsi prestabiliti.

La consueta attività di raccolta dati per completare il Fotodex è, però, ai fini della trama, solo un accompagnamento all’obiettivo principale delle ricerche del Professor Speculux: i Pokémon Lumina, particolari creature in grado di illuminarsi con schemi e ghirigori bioluminescenti sulla loro pelle. Le ricerche sul fenomeno Lumina porteranno il giocatore a spasso per tutte le isole, nel tentativo di indagare sulle sue origini.

Sebbene la trama piatta e banale sia solo un pretesto per avanzare di livello in livello tra le isole, e per poter avere dei Pokémon più appariscenti da immortalare nelle nostre foto, sorprendentemente l’epilogo, senza fare spoiler, si allaccia alla lore dei giochi principali, legando in questa maniera lo spin-off alle leggende canoniche del mondo Pokémon.

La vera Zona Safari

L’arcipelago di Lentil è tutto ciò che un fan di Pokémon ha sempre sognato dal mondo delle creature tascabili. Pur nella limitatezza di percorsi e isole, la sensazione di immersione all’interno degli habitat è di altissimo livello, e ciò deriva da tre fattori principali.

Il primo motivo di cui parlare, non per ordine di importanza ma per esigenze narrative di questa recensione, è il sound design. A bordo della NEO-UNO, il giocatore può girare a 360° in ogni direzione, ma non è solo quanto vede ad attirare la sua attenzione: un fruscio di una pianta potrebbe indicare la presenza di un Pokémon nascosto, un ruggito lontano può volgere lo sguardo su una belva sullo sfondo che non avevamo notato, un battito d’ali improvviso, un lamento, schizzi d’acqua, ogni minimo rumore insomma è parte di un percorso di scoperta che passa anche per le nostre orecchie grazie all’audio spaziale.

Il secondo motivo di immersione deriva dal comportamento dei Pokémon in gioco. Bandai Namco ha compiuto studi molto approfonditi sulla natura delle creature e sul loro Pokédex, riuscendo a portare nella regione di Lentil tantissime sfaccettature del mondo simil-animale dei Pokémon, molte delle quali non siamo mai stati abituati a vedere negli altri giochi. Ogni creatura ha tanti comportamenti differenti che sono perfettamente coerenti con il suo design, la sua fisionomia e i vari habitat in cui può essere scovata.

Possiamo osservare i Liepard nella giungla dormire o saltare con fare felino, i Bouffalant che brucano l’erba o si contendono il territorio a suon di testate, un Pidgeot che artiglia un Magikarp che salta fuori dall’acqua e uno Sharpedo che insegue uno Squirtle in mare, un branco di Mightyena che caccia in montagna comandato da una femmina alfa e un Sandshrew che scappa rotolando via da un Lycanroc nelle sabbie del deserto. Arriviamo quindi al terzo motivo fondamentale di immersione in New Pokémon Snap: le interazioni tra i Pokémon perfettamente orchestrate da Bandai Namco.

Ogni percorso racconta tante piccole storie nascoste che il giocatore può scoprire man mano che affronta più volte i livelli di gioco. New Pokémon Snap spinge il giocatore a riscoprire continuamente i suoi percorsi, nella speranza di trovare nuove creature, certamente, ma anche nel curiosare, nel capire perché certi mostriciattoli hanno determinati comportamenti, o nel comprendere che fine abbia fatto quell’Arbok pericoloso che abbiamo spaventato mentre aggrediva un povero Wooper per fare un piccolo esempio.

Queste interazioni fanno parte di un’esperienza unica che, forse, abbiamo visto appena accennata solo nella funzione Campeggio di Pokémon Spada e Scudo. C’è davvero da sperare che prima o poi questo grado di immersione arrivi anche nei giochi principali del franchise. I Pokémon sono vivi e viene davvero voglia di scendere dalla NEO-UNO per farsi un bel viaggio a piedi immersi nella natura come se fosse un vero Safari Pokémon, o per armarsi delle proprie Poké Ball e provare a lanciarle.

Ha senso un rail shooter nel 2021?

Ma quindi, com’è il gioco? L’immersione incredibile di New Pokémon Snap giustifica la necessità di uno sparatutto su binari, un genere considerato ormai desueto ai nostri giorni? La risposta è complicata, perché se da un lato ci sono meccaniche di gioco vecchie e superate, dall’altro lato esse sono affiancate da intuizioni accessorie tutto sommato valide, proprio come quella dell’immersione completa e rilassata. Diciamo che la risposta potrebbe variare molto a seconda di come vi approcciate al gioco.

I comandi

In termini manuali, il giocatore muove l’orientamento della fotocamera tramite levette analogiche, tasti direzionali e motion control (opzionale). Le levette e il giroscopio offrono un movimento più fluido e di accompagnamento, con la possibilità di aumentare la velocità usandole entrambe contemporaneamente. I tasti direzionali invece sono utili per girarsi di scatto in una delle quattro direzioni principali. Indispettisce, invece, la presenza di un solo livello di zoom.

Il giocatore può osservare passivamente i Pokémon nel loro habitat scattando foto a quanto gli si presenta davanti, oppure può cercare lo scatto migliore tentando l’interazione con l’ambiente e con i mostriciattoli. O, ancora, può cercare proprio nuove creature incatenando una serie di interazioni specifiche di ogni habitat. Tutto ciò avviene attraverso gli strumenti che New Pokémon Snap mette a nostra disposizione.

Ci sono le mele morbide da tirare sui Pokémon per suscitare reazioni o calamitare la loro attenzione. Tali frutti possono essere anche tirati di fianco alle creature, come esca, per attirarle in una specifica posizione. C’è la funzione radar che consente di cercare con un tasto i Pokémon nell’inquadratura o di spaventarli con il suo suono. C’è anche un motivetto sonoro da riprodurre per attivare altre reazioni di alcuni Pokémon. Infine c’è la Sfera Lumina, una tecnologia inventata dal Professor Speculux in grado di attivare un leggero effetto Lumina sulle creature o su specifiche piante, i Cristalfiori.

Interazione dopo interazione

Alcune di queste interazioni sono univoche, nel senso che basterà attivarle per ottenere pose e reazioni standard dai Pokémon. Ci sono, però, tipi di interazioni molto più complesse che possono portare anche a risultati davvero difficili da ottenere: ancora una volta, cercando di fare meno spoiler possibili, una Sfera Lumina lanciata al momento giusto potrebbe sbloccare un percorso divergente, o il dar da mangiare una mela morbida a un pokémon specifico potrebbe attirarlo più avanti nel percorso sbloccando altre interazioni e altre creature mai incontrate prima. Altre volte funziona anche una combo di questi strumenti.

Ottenere nuove interazioni, nuove pose e nuovi comportamenti dei Pokémon serve a scattare foto di qualità maggiore. Alla fine di ogni percorso, il giocatore deve scegliere una foto per ogni Pokémon immortalato; tali fotografie vengono sottoposte al giudizio del Professor Speculux, che tramite un complicato sistema di stelle e cifre assegnerà loro un valore. Le stelle, da 1 a 4, determinano la rarità della situazione che è stata scattata (una posa particolare o un comportamento inusuale), mentre il punteggio determina la qualità della foto (la centratura del soggetto, la rotazione del suo sguardo verso l’obiettivo, la proporzione rispetto al resto dell’inquadratura, e altro).

In questa maniera si completa anche il Fotodex della regione di Lentil, ma, onestamente, la possibilità di inserire solo 4 pose per Pokémon è un po’ misera data la grande varietà di comportamenti di tutte le creature. In nostro soccorso c’è l’Album Personale dove possiamo salvare le foto che più ci piacciono, applicando anche un po’ di post-produzione (di cui parleremo più giù).

La spirale di percorsi e sfide

Anche i percorsi possono salire di livello man mano che li affrontiamo ripetutamente per ottenere i nostri scatti. Percorsi di livello più alto offrono più interazioni, pose più accattivanti, ma soprattutto più creature da fotografare, anche nuove. È in questo contesto che viene subito fuori il difetto più grande di New Pokémon Snap, che è anche un difetto ben noto degli sparatutto su binari: l’estrema ripetitività.

Per esigenze di trama e di completismo, torneremo molto spesso ai percorsi di New Pokémon Snap, più e più volte, osservando per l’ennesima volta un copione già visto di Pokémon che compiono sempre le medesime azioni lungo i loro percorsi. Per i giocatori più competitivi l’assenza di un vero e proprio game over potrebbe essere anche un motivo di peggioramento della ripetitività di New Pokémon Snap, ma, attenzione, ciò non vuol dire che non ci siano buoni gradi di difficoltà: la sfida va semplicemente cercata nel catturare le pose più rare possibili o, nell’affrontare le tantissime Minisfide, assurde missioni secondarie che sono difficili da compiere per l’intenzionale cripticità delle loro istruzioni.

In sostanza, se siete giocatori molto competitivi è difficile che riusciate a trovare in New Pokémon Snap un titolo coinvolgente dopo le sue prime ore di gioco. Viceversa, se volete solo vivere un’esperienza rilassante in cui ogni tanto dedicarsi anche a strambe sfide per cercare nuove creature e nuovi scatti, la formula di questo titolo sarà sicuramente superefficace su di voi.

Le Minisfide cercano anche di tenere vivo il mondo di Lentil dopo il raggiungimento del finale della storia, ma anche qui pesa tantissimo la ripetitività estrema del gioco. Probabilmente avrebbe fatto comodo alla longevità del titolo un ventaglio di strumenti maggiore con il quale sbloccare ulteriori interazioni, con magari la possibilità del giocatore di scegliere quali di questi portarsi nei percorsi. O, ancora, sarebbe stato interessante un’approccio più sandbox dei percorsi di gioco (per esempio scegliendo il tragitto del nostro percorso all’interno di ogni livello, o introducendo dei Pokémon non scriptati).

Post-produzione e condivisione

Altro argomento dolce-amaro è quello del comparto accessorio. Al di fuori dei percorsi di gioco, il giocatore può dedicarsi alla post-produzione delle proprie foto e alla loro condivisione con il mondo online. Un vero peccato che, in un mondo tecnologicamente molto evoluto sia dal punto di vista della fotografia che della socialità online, entrambi i comparti mostrino lacune fastidiose nonostante il buon funzionamento e il buon grado di divertimento.

Per cominciare, la post-produzione è spaccata in due momenti che potevano benissimo coesistere, senza il bisogno di essere scissi in menu differenti. La modalità Foto Extra è disponibile solo al completamento di uno stage, e permette modifiche della spazialità dell’inquadratura, della luminosità e della sfocatura. La modalità Modifica, invece, è disponibile sempre nel proprio album personale e offre elementi di post-produzione più giocosi come filtri, sticker e cornici. Peccato, però, che i filtri non siano sovrapponibili e che quindi saremo costretti a sceglierne sempre e solo uno.

D’altro canto, se uniamo a questa lacuna l’impossibilità di tornare alla modalità Foto Extra quando vogliamo, la modifica di una foto diventa a questo punto anche un fastidio perché per procurarci l’inquadratura giusta dovremo ri-ri-riaffrontare il livello sperando di ottenere uno scatto accettabile da modificare.

Tutto sommato, le modifiche alle foto sono ricche di contenuti e divertenti, soprattutto quando si cominciano a sbloccare sempre più sticker, effetti e filtri. Non finiremo mai di collezionare effettini anche dopo la fine della storia di New Pokémon Snap, grazie al raggiungimento di nuovi traguardi di fotografia o semplicemente completando le tante Minisfide.

Per quel che riguarda il comparto online, oltre a delle classifiche generali che indicano il punteggio dei singoli percorsi o del completamento del Fotodex, è presente anche una modalità esplorativa dei profili che lascia un po’ insoddisfatti per la ristrettezza di contenuti che vi si possono caricare: ogni giocatore può avere nel suo profilo solo 8 foto, di cui 2 sono scelte arbitrariamente dal Professor Speculux senza alcuna possibilità di post-produzione. Sarebbe stato più divertente consentire una maggiore condivisione dei propri attacchi d’arte, ma è anche vero che magari i server di gioco hanno una capacità limitata.

In ogni caso, sostituendo le nostre foto conserveremo senza problemi i voti degli utenti, le Mele d’Oro. Manca un filtro di ricerca adeguato per i profili, ma comunque piombare in foto e profili altrui è un’esperienza simpatica: molto spesso si trovano scatti davvero interessanti e talvolta anche spunti per comporre le nostre opere d’arte

Disegnami come uno dei tuoi Bidoof francesi

Catturali tutti

New Pokémon Snap è un titolo intrigante, soprattutto per il fan Pokémon che ha la possibilità di vedere le sue creature preferite in contesti, movimenti e comportamenti di cui non ha potuto mai esperire prima d’ora. La varietà degli stage è giusta, così come sono giuste le ore dedicate alla trama prima che il gioco risulti una ripetizione continua. Il prezzo di 60€, forse, è un po’ meno giusto…

A Bandai Namco va l’onore di aver riportato sui nostri schermi un franchise che sembrava sepolto e dimenticato, di aver rinvigorito e ammodernato un po’ la formula degli sparatutto su binari, e soprattutto di aver costruito una messa in scena immersiva e curatissima in ogni livello. Vedersi le creature spuntare in tutte le direzioni, interagire con noi e con gli altri Pokémon creando un contesto molto credibile non era una cosa scontata, soprattutto quando si hanno a disposizione oltre 200 creature (senza considerare le tante forme alternative).

Who’s that Pokémon?

Dispiace per alcuni difetti di fabbrica come la ripetitività insita degli sparatutto su binari, così come per i piccoli difetti di alcune funzioni accessorie interessanti, ma onestamente, in prospettiva, New Pokémon Snap potrebbe essere una buona base per una serie più solida e approfondita e, perché no, un’ispirazione più naturalistica per gli altri videogiochi Pokémon, inclusi quelli della saga principale.

Catturare su pellicola i Pokémon nei loro habitat naturali, coglierli durante le loro faccende quotidiane mentre brucano l’erba, volano, nuotano, dormono, giocano o tentano di sopravvivere, è quanto di più reale si potrebbe provare con un gioco basato su creature immaginarie. New Pokémon Snap ha un fascino incredibile che scaturisce soprattutto dall’immensa cura nei dettagli apportata da Bandai Namco, studio di sviluppo che ha studiato alla perfezione ogni singolo Pokémon immesso in gioco. La ripetitività tipica dei rail shooter e alcuni difetti di gioco limitano la longevità del titolo, ma non minano affatto la sua qualità eccezionale. Speriamo di continuare a vedere nuovi episodi di questa serie, ma, per piacere, non fateci aspettare altri 22 anni.

This post was published on 7 Maggio 2021 9:43

Alessandro Colantonio

Game designer in erba e chitarrista a tempo perso. Nasce all'ombra del Vesuvio nel 1991, muove i suoi primi passi nel mondo dei videogiochi su un Windows 95 all'età di 5 anni, e diventa presto un Allenatore di Pokémon. Bazzica tra radio web e band durante i suoi studi universitari tra Napoli, Roma e Milano, si parcheggia nella fan-community di Pokémon Milennium dove instaura il suo regime dittatoriale da caporedattore, costruendo una macchina da recensioni e contatti e diventando inconsapevolmente PR. Oggi, oltre a prestare le sue dita a Player.it per articoli, recensioni e approfondimenti, figura anche come streamer di Twtich, content creator di TikTok e PR abusivo. I suoi generi preferiti sono i gestionali, gli strategici, i tattici e i GDR. Ma essendo un accumulatore seriale di videogiochi, cerca sempre di giocare ogni titolo che gli capita sotto mano. Ha una perversione per le pratiche fandom, i cani e la birra artigianale. Adora D&D, va in ira e carica.

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