Ho avuto la (s)fortuna di conoscere la saga di NieR con una splendida copia di NieR GestalT prestatami a tempo indeterminato da un mio caro amico cinque o sei anni fa.
Ci giocai durante un’estate di quelle noiose, a casa, dopo aver finito tutti gli esami dell’università. Ci giocai su di un monitor da 21.5 pollici appollaiato con una scrivania improvvisata, con l’audio basso per non svegliare i miei che dormivano un paio di stanze più in là per capirci.
Non ho grossi ricordi di quel playthrough se non uno forte senso di straniamento: come poteva un gioco così brutto dal punto di vista ludico venir considerato una gemma nascosta?
Perché si, quando io mi sono approcciato per la prima volta a NieR già di AutomatA un po’ si parlava, almeno a livello di annunci ed il suo predecessore era considerato uno di quei recuperoni curiosi da fare se si aveva una console di precedente generazione.
Si parlava di un gioco capace di piegare la volontà del giocatore tra mille scelte curiose, sia di gameplay che di trama.
Peccato che la mia prima run è stata letargica, durata un mese nonostante una ventina di ore di gioco. Una storia ficcante incastrata in un gameplay vecchio pure per il 2010, costellato da quest secondarie da denuncia penale in un mondo di gioco scarno e tecnicamente arretrato.
Eppure quei personaggi e quella musica sono ricordati ancora oggi con una certa forza: Keiichi Okabe è diventato rapidamente uno dei nomi di punta di certa musica giapponese, complice una sua prova da totale leone con i 43 brani contenuti nel gioco.
Che dire dei personaggi scritti da Yoko Taro e illustrati da D.K? Che dire di Emil, diventato suo malgrado una specie di icona grazie alle idee bislacche del suo creatore?
Nier, in sostanza, aveva lasciato la sua impronta anche su di me; magari non la più positiva possibile, certo, ma mi aveva sicuramente dato di approfondire un po’ di più le opere del bislacco Yoko Taro.
Per tutti questi motivi quando mi hanno detto che c’era la possibilità di provare in anteprima la versione potenziata e migliorata di quel titolo mi sono detto semplicemente “è giunto il momento di tornare sui miei passi”.
Fortunatamente per me l’ho fatto.
NieR Replicant ver.1.22474487139 è un videogioco sviluppato dalla software house giapponese Toylogic con la supervisione di Yoko Taro che si pone un solo obbiettivo: trasportare ciò che di buono c’era nel primo NieR all’interno di una giocabilità adatta a questi giorni, soddisfacendo quanto più giocatori possibili e integrando nel pacchetto tutte le belle idee messe insieme nei dieci anni che sono passati dalla prima release.
Il risultato finale, lo diciamo subito a scanso di equivoci, è molto positivo.
Nier Replicant Ver. 1.22474487139 è un ottimo prodotto sotto praticamente tutti i punti di vista. Esso migliora quasi tutti gli aspetti negativi che c’erano nel primo gioco, riuscendo a trasformarli in elementi gradevoli o di pregio.
Quelli che invece erano gli aspetti positivi sono stati mantenuti e, quando possibile, enfatizzati ancora di più grazie ad un lavoro di ottima fattura; questo ha sicuramente lasciato stupiti tutti quelli che si aspettavano da Square Enix l’ennesimo compitino.
Il titolo è una specie di complete edition con miglioramenti tecnici di quello che in Giappone era conosciuto come NieR Replicant e che da noi anglofoni non è mai arrivato.
Si, perché come se non bastasse la pubblicazione dell’originale NieR è stata abbastanza ingarbugliata: in Giappone esistono due versioni di NieR, una chiamata NieR Replicant ed una Nier Gestalt. Nel territorio americano ed europeo ad arrivare è stata unicamente la versione Gestalt che, per l’occasione, perse il sottotitolo.
Eppure le differenze tra i due titoli erano praticamente minuscole!
Tolto il cambio di qualche frase per adattarsi ad un diverso protagonista, la grande differenza tra i due titoli era rappresentata da un diverso personaggio principale.
In Replicant il protagonista era un adolescente sedicenne mentre in Gestalt tra le mani del giocatore avevamo un nerorbuto uomo di mezza età. Questo, chiaramente, modificava il rapporto del protagonista con Yonah, altro personaggio importante che fa da cardine e da motore alle vicende della storia: in Replicant ci si trovava ad interpretare la parte del fratello maggiore mentre in Gestalt ci si trovava ad interpretare la parte del padre.
Ora saltiamo tutti i perché ed i percome e passiamo a cosa abbiamo oggi.
Acquistando NieR Replicant il giocatore vivrà per filo e per segno la storia narrata dal punto di vista dell’adolescente fratello di Yonah, una scelta che per quanto ci riguarda risulta vincente anche nell’ottica dell’immersività.
Rispetto al Nier Replicant originale troviamo qualche spicchietto di trama extra con un boss tutto nuovo, anche abbastanza interessante dal punto di vista della spettacolarità.
Non possiamo fare molti spoiler a livello tematico ma vi giuriamo che i contenuti nuovi sono più che gradevoli e lasciano ancor di più assaporare il grande estro creativo di Yoko Taro.
Oltre a ciò NieR Replicant Ver: 1.22474487139 contiene il DLC del primo titolo chiamato 15 Nightmares che mostra dei retroscena relativi alla madre del protagonista ed un sacco di nuovi costumi, con tante strizzatine d’occhio a chi con NieR AutomatA c’ha lasciato il cuore.
Questo, comunque, non è altro che l’antipasto rispetto a ciò che è contenuto in questa versione del titolo perché, come già detto in corso di anteprima, ciò su cui Toylogic ha messo più impegno è il gameplay.
Il primo Nier da giocare era un mezzo disastro.
La software house Cavia non è mai stata famosa per mettere insieme sistemi di combattimento interessanti o raffinati e quel gioco ne era la perfetta dimostrazione.
Nier Replicant Ver.1.22474487139 è un videogioco più strutturato e raffinato, complice anche la supervisione di Takahisa Taura (che ha lavorato e ideato l’ottimo sistema di combattimento di NieR AutomatA) allo sviluppo.
Il sistema di combattimento ne guadagna notevolmente in profondità, dando al giocatore un rinnovato feeling di controllo del personaggio tra animazioni più malleabili e schivate più intelligenti. Il sistema di combattimento, inoltre, integra anche un sistema di difesa e parry che farà felici tutti quelli che amano le strategie high risk high reward.
A livello di possibilità il giocatore può fare grossolanamente le stesse cose dell’originale: il protagonista può eseguire due tipologie di attacchi ravvicinati e attaccare a distanza utilizzando i poteri di Grimoire Weiss.
Questi ultimi, esattamente come nel gioco originale, sono declinabili in diverse forme passando da una serie di sfere lanciate in maniera continuativa a mò’ di mitragliatrice a magie più complesse come assorbimento dei proiettili altrui, pugni in grado di stordire gli avversari, lance in grado di lanciare in aria i malcapitati e così via.
Tra le novità di questa nuova versione di gioco troviamo la possibilità di abilitare il cambio rapido delle armi attraverso la pressione dei un singolo tasto direzionale, permettendo al giocatore di mettere insieme combo di colpi più complesse cambiando al volo tipologia di arma.
Questa caratteristica dona al sistema di combattimento ancora maggiore varietà e dinamismo, passando dai lenti attacchi delle armi a due mani ai più rapidi colpi delle spade con l’uso di un singolo tasto. Questo va unito ad un rinnovato sistema di targeting che permette al giocatore di effettuare delle schivate aggiranti per attaccare direttamente le spalle dell’avversario.
Anche le mosse a disposizione del giocatore sono aumentate, con tanto di attacchi caricati che possono fungere da enabler per eventuali combo aeree a seconda di quale arma si decine di utilizzare. Tutto questo ben di dio viene valorizzato in maniera decente dalle battaglie contro avversari di media taglia o contro i mini boss.
Per le bossfight principali, invece, andrebbe fatto un discorso diverso.
Qui il gameplay lascia il passo ad una narrazione che si fa strada di colpo in colpo, complici cutscenes che si attivano al raggiungimento di una certa soglia dei danni. Questa scelta permette ai giocatori di prendere respiro tra una schivata e l’altra, conoscendo in maniera più approfondita i giocatori e le vicende.
Tutto questo concentrato di botte da orbi e schivate è incatenato ad un sistema di statistiche legato alle armi utilizzate e al loro livello (oltre che al livello del protagonista, meno importante dal punto di vista prettamente numerico ma comunque utile ai fini della sopravvivenza).
Durante il corso del gioco sarà possibile raccogliere materiali da utilizzare all’interno per potenziare in maniera molto elementare i propri strumenti di morte, dando un senso al sistema di drop e ricompensando il giocatore per esplorare i dungeon.
Sia le magie che le armi risulteranno poi potenziabili attraverso l’equipaggiamento delle cosìdette parole del potere, letteralmente accessori in grado di potenziare a in percentuali parametri come l’attacco base, il danno contro le armature, il costo in PM o la percentuale di oggetti/ESP droppati. Questa coppia di elementi da gioco di ruolo non è particolarmente approfondita o complessa ma aggiunge un po’ di varietà a quello che, altrimenti, sarebbe stato un gioco puramente e unicamente action.
NieR Replicant Ver: 1.22474487139, esattamente come il suo illustre predecessore ed il suo capostipite, non si diverte a rimanere perennemente uguale a sé stesso durante il corso del gioco. Esso non è soltanto un action in terza persona con un sistema di combattimento degno di questo nome ma si divertente a mutare e mescolare cose, piegando l’aspettativa del giocatore a diversi cambi di regime.
Esattamente come abbiamo imparato ad apprezzare in Automata qui la telecamera ruota, si sposta, ci guarda dall’altro o da un’angolazione particolare dando al gioco un sapore diverso ripetute volte: ogni tanto ci sembrerà di giocare ad un platform, ogni tanto ad un run & gun. In una sezione specifica la splendida visuale isometrica ci metterà di fronte ad una sezione quasi da hack and slash di blizzardiana memoria. Questo accadrà spesso durante il corso dei dungeon del titolo che, pur evitando di splendere per art direction e level design, risulteranno divertente e variegati al punto giusto da evitare la noia.
Alle volte, pur di farci cambiare prospettiva su ciò che stiamo giocando, la telecamera deciderà di smettere di funzionare e lascerà spazio a sezioni completamente raccontate dai dialoghi, sezioni che enfatizzano quello che ancora oggi è uno degli assoluti punti forti del titolo.
Se NieR è riuscito a scavarsi un posto nel cuore dei giocatori è grazie alla scrittura e alla sapiente mano di Yoko Taro, autore sregolato capace di dare vita a situazioni, personaggi e narrative degne di grande attenzione.
La storia di NieR parte da uno dei finali alternativi del primo Drakengard per costruire una narrativa che attraversa i millenni, con stravolgimenti in grado di far strappare i capelli ai più. Una narrativa abitata da personaggi potenti, destinati a rimanere per molto tempo nel cuore dei giocatori.
Volendo fare un riassuntone possiamo dirvi questo: il giocatore, nei panni del protagonista della storia dovrà esplorare il mondo alla ricerca di una cura per una malattia chiamata Necrografia che sta lentamente uccidendo l’unico familiare rimasto nella sua vita. Durante il corso di questo percorso esso si farà aiutare da un libro magico parlante, da una ragazza tanto violenta quanto maleducata e da un giovane bambino con il potere di pietrificare ciò che tocca con lo sguardo. Ognuno di questi personaggi però nasconde più segreti e traumi di quanti vorrete ricordarne a fine trama, dando le motivazioni per vedere il flusso del racconto attorcigliarsi su sé stesso e divagare altrove, toccando corde emotive difficili.
Rispetto alla media dei videogiochi di matrice nipponica Nier Replicant Ver.1.22474487139 non le manda a dire e mette in mostra fin da subito una certa crudezza nelle tematiche e nella loro rappresentazione.
Un esempio per noi lampante è rappresentato dalle sottotrame delle quest secondarie, spesso molto interessanti grazie anche a risvolti di trama spesso imprevedibili.
Le persone nel mondo di NieR muoiono, soffrono, stanno male e non fanno nulla per nasconderlo, dando un senso di quasi triste realismo alla vicenda.
La trama stessa del titolo tocca un’infinità di tematiche diverse: dal senso d’identità all’esclusione, al dolore per l’accettazione di sé passando per il senso della vita, dell’amicizia alla della famiglia arrivando a toccare di striscio tematiche lontanissime come l’ecologia, l’apocalisse e chi più ne ha più ne metta. È difficile parlare di tutto questo senza fare spoiler ma quello che possiamo dirvi è di acquistare il titolo e di giocarlo, specie se siete interessati ad un videogioco capace di emozionare attraverso una scrittura non banale e lontana dai classici stilemi nipponici.
Molti dei traguardi ottenuti dalla narrativa derivano dal quartetto di personaggi su cui poi ruotano le vicende del titolo. Se il protagonista è forse quello meno interessante del gruppo, gli altri tre personaggi viaggiano su livelli altissimi di caratterizzazione con costruzioni meravigliose per quanto riguarda sia Emil che Kainé.
Tutti quanti i personaggi, in occasione di questa versione del gioco, sono stati doppiati nuovamente in maniera magistrale e riescono ancor di più nell’emozionare durante le numerose cutscene di cui saranno protagonisti, strappando volentieri sincere emozioni al cuore del giocatore.
Le interpretazioni di Emil, Kainé sono spesso toccanti mentre è impossibile non farsi salire un ghigno sentendo la voce di Grimoire Weiss, con il suo fare sardonico. In generale il doppiaggio di NieR Replicant Ver: 1.22474487139 riesce nel brillare, complice un cast azzeccato ed una direzione capace, per un risultato finale molto sentito dal punto di vista emotivo.
La grande scrittura dei dialoghi è un riflesso dell’incredibile capacità di Yoko Taro di saper comunicare con forza e potenza mondi tanto terribili quanto bizzarri, impregnati di un umanità sudicia e terribilmente reale. Questo si nota in tutti quei dialoghi di contorno che sono presenti all’interno della narrativa, capaci di mettere nero su bianco sentimenti come la paura, la speranza, l’innocenza o la semplice ignoranza dell’essere umano. Tutto senza nemmeno dover scomodare la trama principale.
Le location esotiche in NieR Replicant risultano egualmente interessanti grazie ad un worldbuilding che sfrutta delle idee intelligenti e che mette d’accordo tutti, complice anche un art direction estremamente funzionale allo scopo del racconto.
Discorso a parte andrebbe poi fatto per le weapon stories, ovvero i segmenti di lore che sono inclusi in un ogni arma e che vengono scoperti insieme all’aumento di livello dell’arma. Questi sono stati aggiunti all’interno del titolo, riprendendo il percorso portato avanti dall’autore sin dal primo Drakengard. Esse spingono il giocatore interessato a sviscerarne i contenuti ad approfondire le meccaniche relative al grinding e al drop degli oggetti, il tutto per ricompensarlo poi con altre storie, altri segmenti di narrativa, altri picchi emotivi.
NieR Replicant è (presumibilmente, non ci sono molte dichiarazioni ufficiali al riguardo) un porting molto fedele dei contenuti del primo gioco all’interno del framework di sviluppo che Platinum ha messo insieme per NieR AutomatA.
Questo ha permesso un netto potenziamento del gameplay ed portato sul palcoscenico un videogioco visivamente interessante, che sembra quasi recente nonostante una base vecchia di una decina d’anni.
Rispetto all’originale i miglioramenti sono palesi sotto molteplici punti di vista: anche sull’ormai vetusta Playstation 4 base i modelli poligonali sono gradevoli, le ambientazioni nonostante la loro natura rarefatta hanno un certo carisma e gli effetti speciali durante i combattimenti non mancano. Il comparto delle animazioni è di buona qualità, assicurando mosse spettacolari ed un ottimo feeling delle varie mosse utilizzabili dal giocatore in praticamente ogni contesto. Certo, siamo lontani da livelli di eccellenza o anche solo di avanguardia ma sostanzialmente evitiamo di lamentarci troppo: l’atmosfera finale è in grado di migliorare l’esperienza del giocatore.
L’unico punto negativo che ci sentiamo di segnalare è da ritrovarsi nel framerate, un po’ instabile in situazioni molto concitate come alcune bossfight. Il gioco rimane stabile sui 60 FPS per poi crollare verso i venti in situazioni molto sparute ma, ahinoi, esistenti; niente che non si possa sistemare con una passata di patch, in ogni caso. Questo problema, per di più, potrebbe tranquillamente non esistere su console mid gen o di nuova generazione.
Solo applausi abbiamo, invece, per il comparto musicale che propone una versione riorchestrata e riarrangiata di alcune delle tracce originali aggiungendole ai 43 brani di quel capolavoro che era l’OST originale.
Questi riarrangiamenti realizzati col supporto di Keiichi Okabe sono preziosi, in grado di dare nuova brillantezza alle melodie memorabili di brani come Kainé, Emil e la splendida Song Of Ancients, in virtù di strumenti e timbriche assenti nelle versioni originali.
Finora abbiamo speso oltre duemilacinquecento parole per tessere le lodi di questo gioco che, se non si fosse capito, ci è piaciuto e non poco.
Purtroppo, come ogni rosa ha le sue spine, non tuttissimo è andato per il verso giusto e qualcosina a questa produzione va recriminato.
Dal NieR originale Yoko Taro & soci hanno avuto la malsana idea di portarsi dietro anche quello che forse era l’elemento più insopportabile e tedioso: le quest secondarie.
Ecco, nonostante abbiamo speso belle parole per parlavi della narrativa dietro questi elementi vi assicuriamo che altrettanto non si può fare per il comparto ludico.
Perché si, le quest di Nier Replicant sono praticamente tutte raccogli x oggetti, elimina x mostri, vai da punto y a punto x e niente di più: sono tutte, maledette, fetch quests.
Nessuna di questa cose ha una qualità ludica tale da invogliare il giocatore al loro completamento, tanto che siamo sicuri che molti non platineranno il gioco per l’odio che finiranno per provare per questo genere di missioni, la cui qualità generale alla fine del discorso è dissimile da quelle che erano presenti in NieR AutomatA.
Le uniche che, a nostro dire, si salvano sono quelle realizzate all’interno della foresta dei miti che bypassano direttamente il gameplay del titolo per portare al cuore del giocatore delle storie narrate a mò di visual novel; vi assicuriamo che funzionano molto meglio di massacrare 2000 ombre nella speranza che ci vengano droppati 10 oggetti di un tipo. Anche tutta la storyline relative alla guardiana del faro è da considerarsi come emotivamente ficcante.
Stesso discorso si potrebbe fare per i minigiochi presenti nel titolo: pescare e coltivare non è particolarmente divertente ma vabbè, ci passiamo sopra.
Un’altra critica si potrebbe fare invece alla scelta di ammorbidire i tratti di Kainé, facendola risultare molto più femminile di quanto era in origine.
Questo processo è molto simile a quello che ha portato il modello poligonale di Aerith in Final Fantasy 7 Remake a venir modificato in favore di un viso meno allungato ma che, in questo caso, vista anche la natura del personaggio (tranquilli che non spoileriamo nulla) lascia un po’ basiti.
Anche Emil ha visto il suo volto perdere qualcosa in termini di espressività, sebbene c’è comunque da rimanere soddisfatti in merito a nostro parere.
Per il resto?
Per il resto stiamo parlando di un videogioco che forse, tecnicamente, poteva fare di più almeno sulle console di nuova generazione o midgen. Riteniamo abbastanza triste che un videogioco uscito così in la nel ciclo produttivo di una console abbia un livello di dettaglio così mediocre dal punto di vista grafico ma chissà, forse c’è sempre tempo per rivedere questo titolo uscire ancora una volta su Playstation 5 e Xbox Series X/S.
Nier Replicant Ver.1.22474487139 è un videogioco molto interessante che ci sentiamo di consigliare in maniera spassionata a tutti quelli che non guardano soltanto al comparto grafico in un videogioco.
Yoko Taro e Toylogic hanno realizzato un lavoro di grande qualità, rinnovando un gameplay stantio in quasi ogni sua parte e marcando ancor di più il tratto sui punti forti della produzione. Il risultato finale è un videogioco incredibilmente lodevole, capace di emozionare moltissimo complice una scrittura di grande qualità e dei personaggi di indubbia forza.
Se avete apprezzato NieR AutomatA l’acquisto di Replicant è quasi obbligatorio, difficilmente ve ne pentirete.
This post was published on 22 Aprile 2021 14:00
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