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Recensioni

SNK VS. CAPCOM: The Match of the Millennium | Recensione (Switch)

Per molti lettori, specialmente i più giovani, il gioco riportato il alto potrebbe dire poco o nulla; tuttavia, per alcuni giocatori un po’ più “veterani”, quello indicato nel titolo non è un videogame come tutti gli altri, ma un piccolo, grande pezzo di storia, che segnò l’alleanza di due publisher storicamente rivali, che avevano plasmato il genere dei picchiaduro, portandolo alla gloria ed alla fama che conosciamo oggi.

SNK VS. CAPCOM: The Match of the Millennium è stato il primo dei fortunati crossover tra questi due giganti del medium che tutti noi amiamo; a circa 20 anni di distanza dalla sua release su Neo Geo Pocket Color, il titolo approda su Nintendo Switch, piattaforma da sempre amica del retrogaming.

Il porting in questione si presenta esattamente come la sua versione originale, con un roster di versioni “mini” di ben 26 combattenti e tutta una serie di divertentissimi minigiochi. Nelle righe che seguono, cercheremo di spiegarvi come ci si sente a fare un tuffo nel passato di oltre due decadi e, allo stesso tempo, cosa si prova a rigiocare un capolavoro del passato con una “testa” non più giovane ed alle prime armi (sigh!).

Un crossover leggendario

Se li riconoscete, avete avuto un’infanzia stupenda.

Siccome chi vi scrive rientra nella summenzionata categoria dei “gamer attempati”, lasciate che vi faccia una piccola lezione di storia. Forse qualcuno di voi non lo sa, ma tanto (troppo) tempo fa Capcom ed SNK si contendevano il trono di miglior sviluppatore di picchiaduro. La battaglia era senza esclusione di colpi: le due aziende si “punzecchiavano” a vicenda, inserendo, nelle cutscene o negli artwork dei propri giochi, riferimenti più o meno espliciti ai lottatori della “concorrenza”, battuti o in procinto di esserlo.

La guerra tra questi due colossi, tuttavia, non si limitava solo ai franchise da loro creati, ma si estendeva anche ai cabinati delle oramai scomparse sale giochi (sigh bis!): Capcom stava letteralmente conquistando quel settore grazie a Street Fighter II, mentre SNK, di lì a poco, avrebbe lanciato il Neo Geo MVS, un sistema con cui, all’interno di uno stesso cabinato, era possibile giocare fino a sei diversi videogame.

Lo stesso passaggio di Takashi Nishiyama, il director di Street Fighter che, sul finire degli anni ’80, passò da Capcom ad SNK per creare un franchise storico come Fatal Fury, non fece altro che ravvivare questa enorme corsa per il gradino più alto del podio dei picchiaduro.

Tuttavia, verso la fine degli anni ’90, SNK non navigava in buone acque e, in un tentativo disperato di risollevarne le sorti, Nishiyama in persona propose una sorta di “gemellaggio” tra i franchise dell’azienda giapponese e quelli Capcom. Anche se SNK fallì a neanche un anno di distanza, quell’esperimento dette vita a SNK VS. CAPCOM: The Match of the Millennium, il primo di una serie di crossover sempre apprezzati da critica e pubblico.

Ritorno al Neo Geo Pocket Color

Sconfiggere Iori Orochi richiederà un’abbondante dose di pazienza.

Come detto in apertura, SNK VS. CAPCOM: The Match of the Millennium uscì su Neo Geo Pocket Color, una console portatile che, di fatto, era il rivale più accreditato del Game Boy Color prodotto da Nintendo. Il porting eseguito per Switch ha rispettato quella che era la configurazione del titolo sulla console portatile SNK: ogni personaggio potrà sferrare quattro attacchi, premendo in maniera rapida o prolungata i due soli tasti presenti sul device, ottenendo rispettivamente un colpo leggero o pesante.

Il roster dei lottatori comprende 26 personaggi (di cui 8 da sbloccare) provenienti dalle più importanti serie targate SNK e Capcom. Volendone citare alcuni, è possibile menzionare Ryu, Ken, Dan, Guile, Zangief da Street Fighter, Morrigan e Felicia da Darkstalkers, Athena, Kyo e Ryo da The King of Fighters, Terry Bogard da Fatal Fury e Haohmaru e Nakoruru da Samurai Showdown.

È possibile affrontare diverse tipologie di combattimenti: da soli, in tag team o in una squadra di tre combattenti. Successivamente, si potrà scegliere tra tre differenti modalità (Average, Counter e Rush), che andranno a cambiare il criterio con cui potrete infliggere i danni più elevati. A seconda dei personaggi che sceglierete, cambierà il boss finale che sarete chiamati ad affrontare nella modalità “Torneo”: Iori Orochi nel caso in cui impersonaste un combattente Capcom, Evil Ryu qualora abbiate scelto un personaggio SNK.

Il divertimento offerto da SNK VS. CAPCOM: The Match of the Millennium non si ferma a quest’unica mode. Scegliendo “Olympic” dal menu principale, è possibile accedere a tutta una serie di nuove sfide, tra cui incontri in modalità survival (combatti fino a che non vieni sconfitto), scontri a tempo e ben sei diversi minigiochi. In uno di questi, dovrete aiutare Sir Arthur, storico protagonista di Ghost ‘n Goblins, a recuperare dei tesori senza essere colpito dai demoni; in un altro, invece, dovrete colpire le navicelle aliene viste nel combattimento finale di Metal Slug 2, mentre potrete addirittura gareggiare a passo di danza in “Cat Walk”, un vero e proprio rythm game.

La prova del tempo

Siete stanchi di combo e tecniche speciali? Mettetevi alla prova con i minigiochi!

Come tutti gli appassionati oramai sanno, questo è l’ostacolo più duro per qualsiasi porting e/o remaster: com’è giocare nel 2021 ad un videogame uscito nel 1999? Da un punto di vista squisitamente estetico, la prova può dirsi superata. Il porting eseguito da Code Mystics è di una fedeltà pressoché totale, e riprende alla perfezione sia i colori che le musiche che hanno reso celebre la versione Neo Geo Pocket Color (di cui è possibile anche cambiare la skin). È stata anche resa giustizia agli stessi background, provenienti dai rispettivi franchise.

Dal punto di vista del gameplay, invece, le cose stanno in maniera leggermente diversa. Il gioco presenta un sistema di combo decisamente impressionante, insieme a tutta una serie di spettacolari attacchi speciali (alcuni dei quali da sbloccare con dei punti cumulabili). Sotto questo aspetto, però, ci sono una serie di pecche da sottolineare.

La prima è che la fedeltà del porting è stata tale da mantenere intatta anche l’intelligenza artificiale del gioco. Questo si traduce in un’eccessiva facilità degli scontri iniziali, a cui però si contrappone una difficoltà quasi proibitiva degli avversari finali: il duo Geese/Bison sarà quasi impossibile da battere utilizzando un singolo combattente, stesso dicasi per Iori Orochi/Evil Ryu, entrambi capaci di polverizzarvi con pochi attacchi portati a segno. Sotto questo aspetto, un miglior bilanciamento della difficoltà sarebbe stata cosa gradita.

I picchiaduro di ultima generazione sono contraddistinti da comandi quasi chirurgici, tali da consentire la perfetta esecuzione delle tecniche e delle combo più complesse, cosa che non avviene nella versione Switch di SNK VS. CAPCOM: The Match of the Millennium. L’aspetto più problematico riguarda lo stick analogico, decisamente poco preciso; non sarà raro che un salto in avanti si traduca in un semplice salto “sul posto”, rendendovi un bersaglio facile per gli attacchi nemici, così come sarà piuttosto frequente fallire una combo, soprattutto nelle fasi più concitate degli scontri.

A proposito di combo: abbiamo detto che ogni personaggio del roster ha un vasto “parco tecniche”, con tanto di attacchi speciali ed una modalità sparring per fare pratica. Bene, dove è possibile trovare una lista di queste tecniche e combo, così da capire come eseguirle? L’unica possibilità che il gioco ci fornisce è costituita dalla versione digitale del libretto di istruzioni della cartuccia di gioco, sulle cui pagine sono riportate le sequenze di comandi per le mosse di ciascun personaggio… peccato che però si tratti delle pagine finali e senza alcun indice, raggiungibili pertanto solo dopo aver girato tutte le precedenti!

Non ci resterà, quindi, che armarci di pazienza e copiarle a mano su un foglio di carta da poter consultare volta per volta… sempre che i comandi di gioco non decidano di complicarci il lavoro, ovviamente.

Se a tutto questo aggiungessimo il fatto che il libretto in questione non copre anche le tecniche dei personaggi segreti da sbloccare, è impossibile non rimanere con un po’ di amaro in bocca.

Commento finale

È bene chiarirlo sin da subito: SNK VS. CAPCOM: The Match of the Millennium è un porting decisamente ben fatto e che vale tutta la cifra richiesta per l’acquisto (tra l’altro decisamente contenuta). L’altro lato della medaglia consiste nel fatto che, come spesso accade, questa categoria di videogame non sempre invecchia bene. I comandi non sono il massimo della precisione, soprattutto a causa della scelta di ricalcare i comandi del Neo Geo Pocket Color; era veramente eresia chiedere una mappatura a quattro pulsanti, invece di utilizzare solo due tasti? Stesso dicasi di un livello di difficoltà che va dal facile al difficilissimo in men che non si dica. Tuttavia, questi difetti nulla tolgono a quella bellissima gemma del passato che è SNK VS. CAPCOM: The Match of the Millennium che, per il divertimento che è capace ancora oggi di offrire, merita di essere preservata ad imperitura memoria.

This post was published on 21 Febbraio 2021 21:06

Claudio Albero

Nasce a Torre del Greco, una piccola metropoli alle falde del Vesuvio, nei favolosi anni ’80, che già però non avevano più niente di favoloso. Provano ad educarlo con Beatles e musica classica sin dalla più tenera età, ma lui, di tutta risposta, si appassiona all’ heavy metal ed ai videogame , spendendo un piccolo patrimonio in sala giochi, quando queste due parole erano ancora slegate dalle slot machine. Dopo aver mosso i primi passi su Sega Master System II con Alex Kidd, il Super Mario con le orecchie a sventola, si innamora dei platform, degli action/adventure e degli RPG, con particolare attenzione alla saga di Final Fantasy. Inguaribile sognatore con le radici saldamente ancorate nel passato, scopre la sua passione per la scrittura quasi per caso, in uno dei tanti pomeriggi passati tra i corridoi della Facoltà di Giurisprudenza di Napoli, dove si laureerà giusto qualche anno dopo, con una tesi in Diritto d’Autore basata sull’opera multimediale. Dopo aver scritto di attualità e musica su Lacooltura.it , Road TV Italia e Federico TV , approda sui lidi di Player.it , in cui comincia sin da subito ad apprendere e fare domande, guadagnandosi rapidamente il titolo di “ redattore rompiscatole del mese ”. Nonostante sia legatissimo alla grande famiglia di Player, non sono rare alcune sue incursioni su portali come Gameplay Café e Spazio Rock . Musica, videogame, concerti, boardgame, modellismo, fumetti, cinema e serie tv: tanti hobby diversi tra loro, ma collegati da un fil rouge che li unisce tutti: il divertimento . È proprio questo che cerca in un videogame, è proprio questo sentimento che muove le sue dita, ed è sempre il divertimento la sensazione che cerca di infondere nei suoi articoli. Al di fuori del mondo del gaming, indossa giacca e cravatta per mimetizzarsi nel mondo degli avvocati, esercitando la professione forense, con lo scopo di conoscere a fondo le “ regole del gioco ”, nonché di minacciare di far causa a chiunque al minimo pretesto.

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