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Immortals Fenyx Rising: Una Nuova Divinità (DLC) | Recensione (PS4)

Immortals Fenyx Rising è stata una delle sorprese più inaspettate del 2020. Nella nostra recensione l’abbiamo detto e ripetuto: il titolo di Ubisoft è stato un vero e proprio fulmine a ciel sereno, capace di sorprenderci con una serie di soluzioni rubacchiate ad un certo The Legend Of Zelda ma applicate con intelligenza e gusto per il divertimento.

Il titolo, forte di un successo commerciale anch’esso inaspettato, sta venendo supportato dalla compagnia con contenuti scaricabili a pagamento. Ci saranno tre DLC di Immortals durante il corso di questo e del prossimo anno, tutti prodotti che andranno a potenziare l’esperienza realizzata da Ubisoft Quebec.

Solitamente avremmo paura a parlare di DLC perché, si sà, sono un ottimo modo per fare cashgrabbing senza particolari sforzi. Una nuova divinità, il DLC di Immortals, non si discosta moltissimo da questo concept ma riesce nel suo obbiettivo principale: divertire il giocatore proponendo altri contenuti, non dissimili da quelli già sperimentati nel gioco base.

Il DLC in questione infatti pone i riflettori su di una caratteristica del gioco base: la risoluzione dienigmi all’interno di dungeon. Se nell’originale avevamo a che fare con le cripte del tartaro qui ci troveremo a dover interagire con una serie di dungeon ambientato sul monte olimpo, per motivi che non vi stiamo a spoilerare troppo.

Vediamo insieme con cosa abbia a che fare nella nostra recensione di una nuova divinità, il DLC di Immortal Fenyx Rising.

Zero to hero

Ok partiamo dalle domande base: una nuova divinità è un DLC di Immortals Fenyx Rising venduto per quindici euro che offre una dozzina di ore di gioco offrendo un esperienza non lontanissima dal gioco base.

Questi contenuti sono ambientati esattamente dopo la fine di Immortals Fenyx Rising base, motivo per cui eviteremo completamente di parlare di cosa succede a livello narrativo. Sappiate soltanto che ritornano diverso volti noti e che, fortunatamente, i personaggi sono rimasti ben caratterizzati come nel titolo originale, mantenendo anche lo splendido cast di doppiatori.

Se il gioco principale era un mischione ben fatto di esplorazione libera, combattimenti feroci ed enigmi da risolvere, “Una nuova divinità” pone l’accento sugli enigmi. Il gioco non è altro che una collection (molto ben fatta, a scanso di equivoci) di enigmi da risolvere che impiegano in maniera avanzata le meccaniche di gioco che si sono palesate durante l’avventura base.

Grossolanamente per completare il DLC sarà necessario completare una ventina di dungeon divisi a gruppi di 5 in base al potere più importante dar utilizzare per semplificare il completamento.

I dungeon sono ci mettono di fronte a differenzi tipologie di enigmi: alcuni chiederanno al giocatore di completare dei complicatissimi percorsi ad ostacoli (vi giuriamo che il livello di difficoltà è tutto fuorché banale), alcuni di risolvere alcuni problemi spostando blocchi in enigmi dall’ottimo design, altri di scrivere trattati di dinamica prendendo a martellate palle giganti e sfruttando a proprio vantaggio la gravità ed il vento.

Le diverse sfide proposte sono dedicate ai giocatori che hanno già parecchia esperienza con il titolo principale e riescono nel difficile compito di portare ancora più in là l’asticella della difficoltà, senza mai scadere (troppo) nel frustrante.

Le novità

Le novità di questo titolo vengono rappresentate da quattro nuove abilità che sono veri e propri potenziamenti di quelli già presenti. Ci sarà infatti possibile generare tornadi attraverso la versione potenziata dell’ira di Ares, sfondare le pareti immortali attraverso la versione potenziata dello scatto di atena, trasportare oggetti pesantissimi o generare cloni con cui scambiare il proprio corpo.

Questo nuovo set di strumenti è in grado di farci compiere azioni molto interessanti ed il fatto che il personaggio possieda salute e resistenza portati al massimo permette al giocatore di approcciarsi alle sfide con una libertà assente nel gioco base. C’è anche da dire che, a differenza del gioco base, l’assenza di consumabili e di pozioni non permette al giocatore di rompere tutto attraverso il farming; ciò in ogni caso assicura una certa solidità degli enigmi che, per nostra fortuna risultano più difficili da rompere rispetto a quelli presenti nelle cripte del tartaro.

A nostra discolpa in ogni caso vogliamo sottolineare che siamo riusciti a bypassare intere sezioni attraverso lanci fortuiti o sperimentando con l’utilizzo del clone; il giocatore in ogni caso non dovrebbe lamentarsi troppo per questo genere di fallibilità contenutistica perché i modi per rompere gli enigmi non sono mai telegrafati, obbligando chi sta dietro al joypad ad usare il suo cervellino al meglio delle proprie capacità.

C’è in ogni caso un problemino: gli enigmi sono divisi in due macrocategorie ed il sistema di combattimento è lasciato praticamente da parte. Questo purtroppo lascia un po’ l’amaro in bocca perché la bontà del sistema di combattimento permane e sarebbe stato interessante dare il giusto spazio anche a battaglie in cui utilizzare in maniera proattiva le nuove abilità.

Per quanto riguarda gli appassionati di equipaggiamento c’è da dire che, le nuove sfide del DLC, nascondono spesso casse e scrigni il cui contenuto farà felice l’inventario del giocatore. Molto belli i design delle nuove armi e delle nuove armature, con abilità spesso molto interessanti che possono aiutare il giocatore nella risoluzione degli enigmi

La tecnica

Dal punto di vista prettamente tecnico ci troviamo sugli stessi alti livelli della versione base; il gioco su PS4 base fa trenta frames praticamente granitici a prescindere da quello che possiamo trovare a schermo.

Artisticamente parlando invece nulla da eccepire nella nuova ambientazione. Abbandonata l’isola dell’originale la cima dell’olimpo in una nuova divinità appare come un luogo idilliaco, dove il sole non tramonta mai e che offre tutto ciò che di bello l’immaginario greco possa offrire. Molti degli scorci che il gioco presenta riescono a togliere il fiato, complici anche le commistioni di architettura classicheggiante ed i cumulonembi dorati.

Anche il comparto sonoro non offre niente di nuovissimo sotto al sole, con brani d’ambiente che funzionano e nessuna novità rilevante sotto il punto di vista prettamente ludico.

Immortals Fenyx Rising: una nuova divinità è una buon DLC, uno di quelli che divertiranno sicuramente quelli che hanno apprezzato il gioco originale ma che scontenterà qualcun’altro. Il suo focus sugli enigmi è apprezzabilissimo, fornendo al giocatore una dozzina di ore di gioco piene di smadonnamenti e imprecazioni varie ma l’assenza di novità di rilievo potrebbero far storcere il naso ai più schizzinosi. Per la cifra a cui viene venduto è un dlc, a nostro parere, imperdibile per chi ha apprezzato il gioco base. Chi cerca invece scontri, bossfight ed in generale l’azione muscolare (che non apparteneva nemmeno al gioco originale) vada oltre e aspetti il prossimo contenuto scaricabile, quello ambientato nella mitologia cinese.

This post was published on 2 Febbraio 2021 10:00

Graziano Salini

Perennemente alla ricerca di legami tra argomenti distanti tra loro, con una certa predilezione per musica e videogiochi. Faccio il possibile per fare in modo che ci siano meno errori di concetto possibili sugli articoli di Player.it, grande fan degli errori grammaticali invece, quelli fanno sempre ridere. Quando non sto amministrando questo sito lavoro mi occupo di spiegare cose difficili in maniere semplici su altri siti, su tematiche molto meno allegre dei videogiochi.

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