Per molti sono stati otto anni di attesa da quell’annuncio di CD PROJEKT RED, per me molti di più.
Fantasticavo con i miei amichetti del party di gioco di ruolo nel lontano 2004, volevamo un D&D che andasse oltre Baldur’s gate, volevamo un MMORPG di Vampire The Masquerade che comprendesse tutto il mondo di tenebra (eravamo sotto choc per quel nuovo universo chiamato “World of Warcraft“) e da appassionati del gdr Cyberpunk 2020 volevamo un gioco futuristico con le macchine volanti, le cyber apparecchiature e una distopia dirompente.
Adesso, nel 2020 quel sogno si è avverato.
[DISCLAIMER: PRIMA DI COMINCIARE LA LETTURA]
Il gioco è stato recensito per PC, le recensioni per console arriveranno a breve dai miei colleghi, la valutazione si riferisce solo alla mia esperienza su un computer di fascia medio/alta.
Il voto finale sarà ritoccato ad inizio 2021 in base alle patch che CDPR applicherà al gioco.
LA RECENSIONE NON CONTIENE SPOILER SIGNIFICATIVI
Prima di iniziare con la recensione vera e propria dobbiamo fare un excursus della narrativa immaginata da Pondsmith, creatore di Cyberpunk 2020.
In primis vi consiglio la lettura di Neuromante di Gibson, per poi proseguire sull’intera opera letteraria di Philip K. Dick, entrati nel mood potrete davvero capire che in questo futuro distopico tutto quel che conta è lo stile e non la sostanza, che la tecnologia e l’uomo vanno di pari passo e che il progresso è servo delle ambizioni dell’uomo stesso.
Con questi presupposti verrà creato uno dei più bei giochi di ruolo, mettendoci al tavolo con gli amici e le amiche vivremo un 2020 diverso dal nostro, fatto di città malfamate e intrise di malavita come nei film degli anni 80, tutto ricorderà la Detroit infestata da malviventi come nel film Robocop o le grandi metropoli e la colonia Marziana in Atto di Forza, il mondo è governato da grandissime corporazioni che rendono i governi deboli e poco influenti, i poliziotti cadono come mosche e dovranno sconfiggere bande armate di assassini e mercenari dotati di cyberimpianti, le intelligenze artificiali inoltre governano questo tetro mondo fatto di pubblicità olografiche e al neon, profilando ogni singola persona e trattando gli umani come semplici numeri pronti a gonfiare le casse delle grandi corporazioni.
Nel 2077 è cambiato qualcosa, il mondo è sempre più diviso e le grandi corporazioni oramai hanno un dominio quasi incontrollato della vita quotidiana, gli umani combattono per le briciole e al di fuori delle megalopoli ci sono solo zone rurali degradate dove si combatte per la sopravvivenza in uno scenario post atomico, sì avete letto bene, difatti qualche decennio prima il mondo è stato sconvolto da un disastro nucleare di portata globale e nulla è più come prima.
Al di fuori di Night City ci sono le Badlands che sono abitate dai reietti e dai Nomadi.
I confini sono stati ridisegnati, nazioni intere sono cadute e il commercio tra continenti è diventato più difficile che mai. La globalizzazione a suo modo ha fallito, di brutto.
Dentro le nuove metropoli intere fazioni di ogni estrazione sociale, etnica e culturale si contenderanno i territori, a fare da ponte ci saranno i mercenari che dovranno mantenere l’equilibrio tramite gli incarichi forniti dai Fixer, le figure più influenti dell’intero immaginario cyberpunk.
Tramite i Fixer viene gestito il potere, questi individui sanno tutto, tengono per le palle le corporazioni, i politici e i criminali, tramite il loro ventaglio di influenze e conoscenze manovrano come pedine i mercenari al loro soldo e governano indirettamente Nightcity. Che inizino le danze.
Prima di cominciare, ricordo ai nostri lettori che Cyberpunk non è “un gta futuristico” bensì un gioco di ruolo in piena regola con forte railroading e una buona componente action shooter.
Dopo aver completato la creazione del personaggio (ve ne parlerò in seguito) potremo scegliere tra 3 Background: Nomade, Vita di strada, Corporativo.
Per la mia avventura ho scelto di vestire i panni di un corporativo, il personaggio per tutti si chiamerà V e avrà una sua storia iniziale (differente per ogni background), la sua rete di amicizie, le sue conoscenze, la familiarità con certi luoghi e una missione di fondo: sopravvivere in questa vasca di squali chiamata Night City.
V sarà catapultato in una serie di vicissitudini che gli stravolgeranno la vita, perderà man mano ogni convinzione e certezza, passerà dai piani alti di una corporazione (nel mio caso) fino alla rovina e al doversi reinventare una carriera col suo amico di vecchia data Jackie, diventerà quindi un mercenario.
Da questo punto in poi qualsiasi cosa che scriverei sulla trama diverrebbe spoiler puro, quindi cercherò di analizzare la narrazione andando con i piedi di piombo.
Durante l’intero arco narrativo verremo catapultati in un’avventura semplicemente fantastica, la forza del titolo sta nella sua storia e dietro la supervisione di Pondsmith gli sceneggiatori hanno lavorato in modo eccelso.
Se posso fare un paragone azzardato, immaginate la trama di “Una notte da Leoni” ma senza la verve comica, il nostro V dovrà combattere una serie di concatenazioni e peripezie tracciate da un Deus Ex Machina che se non fosse così meschino oserei dire che si diverte a vederci soffrire.
Passeremo dall’ordire complotti contro organizzazioni corporative al dover risolvere guasti di un’intelligenza artificiale che pilota i taxi, troveremo l’amore e scopriremo la vera amicizia in un luogo dove questi sentimenti sono fortemente estremizzati o ostracizzati, piloteremo macchine potentissime, modificheremo il nostro corpo – lo cromeremo parlando nel gergo del gioco – e diventeremo dei mercenari che risolvono temibili contratti contro/con la malavita.
Nella nostra avventura come potrete aver capito dalle decine di Spot ci sarà Keanu Reeves che vestirà i panni di Johnny Silverhand, in qualche modo (non posso spoilerarvelo) vi accompagnerà per tutta la durata del lunghissimo secondo atto, avrà un ruolo da co-protagonista e, anche se vi darà delle possibilità di scelta, vi guiderà in un’inesorabile spirale di eventi catastrofici/imprevedibili, da vero Rocker.
In tutto questo il gioco ci metterà di fronte a delle scelte etiche e forti implicazioni, ve ne parlerò nel prossimo paragrafo.
Scrivere una recensione senza spoiler è difficilissimo, cercherò anche qui di parlarvi della filosofia dietro al gioco senza farvi grandi rivelazioni per poi passare alla parte tecnica.
Partiamo da dei concetti principali, la distopia di Cyberpunk è stata trattata da Asimov, Dick, Gibson e tanti altri autori della saggistica e letteratura di genere, in quei libri viene trattato il rapporto uomo/macchina, la robotica e le intelligenze artificiali, il superare i limiti dell’uomo e l’esasperare il controllo dei potenti e del capitalismo. In cyberpunk c’è tutto questo ed è narrato deliziosamente.
Nel gioco saremo bombardati letteralmente dalle pubblicità (lavoro M A G I S T R A L E), saranno presenti ovunque, nella tv visibile con un chip nella corteccia cerebrale, negli ascensori, in ogni bar, come ologramma ovunque, negli shard (piccole chiavi usb sparse in giro), sui computer, in cielo su sommergibili a propulsione e proiettati verso la stratosfera sviluppandosi inizialmente sulle facciate dei palazzi, sono letteralmente in ogni dove.
Il gioco mostra un what if di un futuro dove il consumismo e il capitalismo prevaricano i reali bisogni delle persone, lo vedo anche in ottica di denuncia verso la deriva delle ads a cui ci stiamo letteralmente abituando presenti in ogni dove (probabilmente ne apparirà anche una dopo questo paragrafo) e in un futuro che non sembra poi così distopico se proiettato nel nostro mondo tra 50 anni.
Un altro punto riguarda gli eccessi, il dover sfoggiare un look e un’appartenenza ad ogni costo, essere se stessi ma eccedendo, trovare il vestito più sgargiante o il completo più alla moda, esasperando il concetto di moda e portandolo molto oltre la settimana della moda Milanese, in Night City il look si vede letteralmente in tutto, anche nelle modifiche apportate al proprio corpo, alle protesi o a dei nuovi bulbi oculari con led. Dannazione, sembra il paradiso dei pc gamer con tutte quelle lucine e in pochi sono disturbati dalle “cromature” (ovvero gl impianti), tranne i medici chiamati “bisturi”, loro si mostreranno quasi sempre restii all’impiantistica cibernetica, ma non voglio farvi spoiler su questo flavour di trama che passa in secondo piano.
Oltre l’estetica e il consumismo il gioco affronta tematiche legate all’etica, partendo da concetti più che giusti come il “sii quel che diavolo vuoi” senza badare al genere, transessuale, omosessuale, genderfluid? Non c’è problema, non c’è neanche il bisogno di doverlo rimarcare, nessuno è visto “realmente come diverso” in Cyberpunk, le unicità risiedono in altri aspetti, fondamentalmente sul look. Anche la gestione patriarcale e “machista” va un po’ a sfumare dietro a donne molto forti e con ruoli di potere in ogni dove. That’s the spirit.
Le altre questioni etiche riguardano il sesso e l’eccesso.
Nell’esplorazione di Night City noterete che un buon 30% dei negozi sono a tema sessuale, viene però messo tantissimo pepe su come il sesso è vissuto in questo futuro, le vetrine di ogni distretto sono piene di “Doll”, ragazze/i che rasentano la perfezione che sono il tutto e per tutto macchine da sesso cibernetiche, senzienti e reali (sempre di matrice umana).
Queste Doll hanno anche un’opzione per caricare dei Microchip emozionali (ci starebbe anche la citazione ai Subsonica) che sono capaci di captare dagli impianti cibernetici le più oscure passioni e proiettare il cliente verso nuovi orizzonti del piacere, scavalcando il concetto del sesso ed elevandolo ad estremizzazione del piacere, al di là del mero gesto sessuale.
Sempre rimanendo sull’ambito del sesso quel che si capisce dalla narrazione è che molte persone affrontano il tema della sessualità e della visione di pornografia tramite la braindance, ve ne parlerò dopo nella paragrafo del gameplay ma per farla breve è una registrazione video che coinvolge tutti i sensi tramite un’immersione sensoriale. Una sorta di “realtà virtuale TANTO aumentata“.
Ed è proprio con la braindance che gli sceneggiatori scavano a fondo nella malattia mentale di una società totalmente fuorviata dall’eccesso, nel gioco in diverse occasioni sarà narrato anche l’intimo orrore dello snuff movie, ovvero la ripresa in realtà aumentata di omicidi e altre bestialità che non voglio scrivere da rivivere comodamente da casa, sentendo la forza del carnefice o della vittima a seconda degli umori, non essere più spettatori di una scena raccapricciante ma fautori virtuali.
È qui che arriva dirompente la critica del gioco all’eccesso del futuro, persone che non riescono ad averne abbastanza e trovano nuovi metodi per sollazzare i più bassi istinti, tutto ciò viene mostrato con un realismo che mette i brividi, davvero.
Un altro lato della filosofia di Cyberpunk che ho apprezzato è come viene dipinto il gioco di potere delle corporazioni che ci fa riflettere, nel 2077 in Night City le corporazioni si comportano esattamente come si comporterebbero le nostre aziende nelle loro condizioni, strapotere iper condizionato dai soldi e dai dati.
Proprio sui dati c’è la seconda denuncia del gioco nella sua narrazione, dati che sono più importante degli eurodollari del gioco, sapere movimenti, gusti, abitudini, rapporti e collegamenti di ogni singolo cittadino dà un potere inimmaginabile.
Su questo punto è meglio soffermarci e iniziare a ragionare scome stiamo dando in pasto i nostri dati sensibili nel mondo che ci appartiene, le big tech nel 2077 potrebbero avere lo strapotere che hanno in un gioco che è pura finzione ma che può dimostrare di essere un triste oracolo di un futuro poco roseo, dove un’azienda leader dello storage di dati può mettere in scacco governi, nazioni e continenti.
È solo un gioco, ma la filosofia che c’è dietro l’etica disegnata dagli sceneggiatori ci pone delle questioni davanti ai nostri occhi a cui dovremo dare peso, perlomeno pensarci con consapevolezza. Uno spaccato che se portato ai nostri tempi e al nostro futuro è da brividi.
Chiuso il capitolo sulla filosofia e la narrazione passiamo alla parte preferita dei videogiocatori, l’azione!
In cyberpunk 2077 l’azione non manca mai, davvero.
Potrete giocare con l’approccio che più vi aggrada, siete dei giocatori che amano lo stealth? No problem. Siete dei pacifisti che non vogliono combattere? No problem. Amate l’hacking e la possibilità di “hackerare delle persone”? No problem. Volete sparare all’impazzata o picchiare con i pugni nelle mani o con una katana? No problem. Volete creare oggetti unici smontando e rimontando le cianfrusaglie che troverete in giro? No problem. Volete fare un mix di tutto questo? NO PROBLEM!
Il gioco ci darà carta bianca su qualsiasi specializzazione sceglieremo, nella mia run ho cercato di costruire un personaggio netrunner (gli hacker per farvela semplice) che a suo modo è un infallibile cecchino.
Ho potuto farlo e mi sono divertito tantissimo.
Dopo aver scelto il background noteremo da subito che dovremo dare i punti caratteristica che sbloccheranno relativi talenti più o meno utili, tutto nel pieno stile di un gioco di ruolo di tutto rispetto, le possibilità di specializzazione sono disorientanti, ci sono infinite possibilità e possiamo adattare le nostre fantasie e il nostro gameplay preferito a qualsiasi stile che ci aggrada.
Il gioco permette un avanzamento costante in base ai contratti, le missioni o il progredire della storia e i punti esperienza guadagnati progredendo, inoltre più useremo delle abilità e più accumuleremo punti di specializzazione in determinate skills che sbloccheranno nuovi rami dei talenti e nuove possibilità di gioco.
Nel gioco mentre esploreremo il vasto Open World ci imbatteremo in decine di scontri con fazioni rivali o semplici malviventi, tutti gli scontri porteranno ad un looting selvaggio (e ad uno zaino a dir poco enorme, anche troppo), ci sarà quindi un ricambio sempiterno di nuovo materiale bellico, oggettistica, vestiario e shard.
Stessa cosa per le missioni ufficiali fornite dai nostri fixer (ve ne parlavo nei primi paragrafi), tramite le quest avremo la possibilità di scoprire qualcosa in più sui personaggi delle missioni con narrazioni mai lasciate al caso e ricche di dettagli, la cosa che mi ha lasciato sbalordito è la completa elasticità nell’affrontare ogni pericolo.
Un plauso va alla gestione del “cyberware”, ovvero gli innesti cibernetici che ci renderanno “cromati” e più potenti, potremo scegliere tra tantissime opzioni da qualsiasi bisturi nella città (per un valore effettivo meglio da Viktor Vektor) che ci avvicineranno sempre di più al mondo delle macchine.
Esempio pratico di gioco: più o meno a metà della mia avventura (livello 15 circa) avevo già sviluppato diverse skill da Netrunner, c’era un membro degli Animals che come mi vedeva poneva fine alla mia esistenza con un colpo, al terzo riavvio al checkpoint ho iniziato ad agire d’astuzia. Ho hackerato le telecamere da fuori e tramite le stesse ho inquadrato il boss che mi dava noia, ho usato il cyberattacco “cyberpsicosi” che ha costretto il malcapitato a sparare a zero sui propri compagni uccidendoli tutti, sempre da remoto l’ho folgorato e arrivato davanti a lui ho utilizzato l’hack “blocca movimento” che mi ha permesso per 6 secondi di colprlo con gli headshot e finirlo.
Niente di nuovo nel mondo dei videogiochi, in qualche modo su Watch Dogs e Deus Ex si poteva fare qualcosa di simile ma non con questa elasticità e perizia.
Il crafting è un po’ legnoso ed assomiglia molto a quello di The Witcher 3, c’è bisogno di un po’ di tempo per affinare il proprio talento nella creazione e nel potenziamento di un equipaggiamento sempre migliore, senza considerare che in media il looting dei nemici è quasi sempre più conveniente, salvo la specializzazione nel talento del crafting, in quel caso si potranno creare oggetti straordinari e hack uniche accessibili solo con quel ramo di talenti.
Sempre riguardo il looting l’esperienza di gioco è arricchita dagli shard, dei database di dati sparsi ovunque nel gioco (ne avrò lootati almeno 1000), dentro si trovano informazioni preziose su Night City, sul completamento delle missioni e sul flavour riguardante l’ambientazione, a mio parere non leggere gli shard dimezza la qualità dell’esperienza di gioco e non dà credito all’enorme mole di lavoro svolta dal comparto sceneggiatura che ha creato un sottosistema di Lore da far venire il capogiro a qualsiasi dungeon master del mondo.
Nel comparto Gameplay ci sono diversi punti dolenti che tratterò meglio nel paragrafo “Le 10 cose che non mi sono piaciute” ma prima c’è da parlare della Direzione Artistica del gioco
Veniamo ora al mio punto preferito, la direzione artistica del gioco.
I ragazzi e le ragazze di CDPR non hanno badato a spese, nel gioco sono presenti cameo di eccellenza, c’è un certo Kojima che appare a caso nel gioco come npc, un certo Keanu Reeves che vestirà il ruolo di coprotagonista con il suo Johnny Silverhand, Lizzy Wizzy è la popstar più famosa di Night City ed è interpretata da Grimes, senza dimenticarci di tutti gli attori e le attrici presenti nel doppiaggio originale e gli artisti di spicco che hanno contribuito alla colonna sonora (ne parlerò dopo).
Al di là del cast a coadiuvare la direzione artistica e la narrazione c’è Pondsmith, il creatore originario del leggendario gdr, insomma, CDPR non si è limitata e ha puntato direttamente il sole, scottandosi su più riprese ma centrando il bersaglio su molti punti cruciali in quello che è a tutti gli effetti uno spartiacque nel mondo dei videogiochi.
Il gioco è diretto magistralmente, da una parte in fase di creazione del gioco è stato promesso il mondo intero, dall’altro canto molte aspettative si sono rivelate più rosee del previsto.
Si parte subito con un climax niente male per poi interrompersi bruscamente mostrando una lunga cutscene che accellera di tanto una fase che – se narrata – avrebbe allungato di molto il brodo, ovvero l’ingresso di V nel mondo dei mercenari. Quella sequenza è composta divinamente e ci prepara al secondo atto che smorzerà da subito il ritmo, proponendoci una linea definita di missioni che porteranno all’epilogo.
Questa virata di ritmo narrativo è ciò che di meglio poteva capitarci, potremo finalmente iniziare ad esplorare night city senza troppe pressioni e ci perderemo in un world building mai visto prima.
Night City ti inghiotte, è un formicaio maledetto con diversi distretti con peculiarità diverse, quando pensi di aver imparato un po’ la mappa ti infili in un vicolo e sei costretto a ricrederti, dietro ogni bancone o sulle panchine la città è viva più che mai, gli npc hanno dei dialoghi tra di loro e se ti fermi ad ascoltare capisci che c’è di più che un mero guscio vuoto, tutto quello che dovrebbe essere un solo contorno anche se non ha un’interazione diretta è lì che ti ricorda il mood del gioco.
Un altro particolare su cui vorrei soffermarmi è la cura dei dettagli, ogni angolo della mappa è tappezzato da pubblicità fatte ad hoc dai grafici di cdpr e da tanti artisti freelance, c’è una varietà senza precedenti e c’è una completa dissacrazione e distorsione del concetto di pubblicità, è come se il social media manager di Taffo fosse andato in trip di acidi e avesse cominciato a creare pubblicità per ogni azienda, semplicemente fuori di testa.
La cura del dettaglio è presente in tutti i posti che vedremo, dalle espressioni degli npc alla qualità degli interni delle vetrine dei negozi, dai rumori diegetici o dal suono degli oggetti ai centinaia di easter egg presenti nel gioco, dal contenuto degli shard alla possibilità di parlare in videochiamata con gli npc del più e del meno con conversazioni del tutto randomiche che rendono il gioco sempre più vivo.
Menzione d’onore all’incedere della trama verso il finale, se nelle prime decine di ore del gioco c’è una sorta di railroading delle quest su cui si può decidere giusto l’ordine o l’esito di alcune missioni verso la fine avremo davvero possibilità di scelta e decidere come finire la storia, ricordandoci che ogni finale ha una sua dignità e tutto dipende da come abbiamo deciso di ruolare il nostro personaggio, come se fosse un grande GDR con un Master molto ma molto egocentrico, ma pur sempre un ottimo master.
Per finire, la grafica è semplicemente spettacolare.
Ho giocato su PC con la seguente configurazione:
Malgrado la configurazione sia solida la GPU ha i suoi anni, eppure con i settaggi giusti sono riuscito a giocare in 4k a 30 fps con una combinazione di medium e low (giudicate voi dagli screenshot la resa), scendendo sui 2k e impostado molti parametri ad high sono riuscito a sfiorare i 60 fps fissi con un leggero overclock.
Il mondo di gioco ha una qualità mai vista prima nel medium videoludico, a tratti sembrerà di vivere dentro un rendering ad alta fedeltà e la visione in prima persona aiuta di tanto l’immersione nel gioco. Bel lavoro cdpr, e dire che ero scettico da amante della terza persona.
Il gioco ha i suoi bug ed è meglio parlarne nel paragrafo “10 cose che non mi sono piaciute”, giudicherete voi.
Chi mi conosce sa del mio passato a stretto contatto con le band, ho fotografato decine di band in tour e fotografato centinaia di concerti e festival, i Refused che sono colonna portante della parte “rock” del titolo ho avuto modo di conoscerli e condividere il palco con loro (se pur dietro le quinte come fotografo) ed ero molto ma molto scettico sulla loro presenza e delle altre band/dj.
Mi sono ricreduto, funziona tutto alla grande, la loro musica è una reminiscenza del passato di Johnny Silverhand e del 2020, tempo e luogo più consono al genere.
La colonna sonora è per lo più un misto di Industrial, techno e EBM (da non confondere con l’EDM, è un’altra roba, avete presente i video meme con i darkettoni con i tubi in testa? Ballano quella roba lì, l’EBM), il tutto ricorda molto l’epoca dei rave degli anni 90 e ad alcuni tratti i luoghi occupati di una Berlino di altri tempi degli anni 80, i combattimenti – anche i più insulsi – hanno sempre la musica giusta e mi hanno caricato come una molla.
La selezione della radio sui mezzi (e ci passeremo molto tempo sopra) è molto variegata, c’è praticamente musica per ogni gusto e non ho trovato una canzone che possa stonare, per quanto molti generi non siano tra le mie corde.
Nella mia run ho ascoltato moltissima elettronica e ho lasciato spazio alla “Radio Ritual” che ha dato voce a tantissimi gruppi underground black e death metal polacchi, con addirittura un pezzo dei Converge, “I Won’t Let You Go” che mi ha lasciato di sasso quando li ho riconosciuti nella radio del gioco.
Durante gli spot pubblicitari sugli schermi c’è addirittura la musica composta da VHS Glitch e Perturbator, due artisti che avrei voluto presenti nella ost principale ma capisco i motivi per la loro esclusione, vi basterà vedere il “behind the music” su Youtube.
La campionatura dei suoni di gioco come fucili, colpi di katana, le auto, le moto e i dialoghi degli npc sono sempre di altissima qualità.
Il doppiaggio Italiano poi è finalmente a livello, forse la voce che stona di più è proprio quella di Luca Ward nei panni di Johnny Silverhand, a tratti sembra fare il compitino con pochissima enfasi ma è pur sempre una voce nell’olimpo dei doppiatori Italiani, il doppiatore di V uomo (quello ho potuto sentire per ora) ha recitato il suo doppiaggio alla grande, complimenti vivissimi.
Per una volta potrete giocare con doppiaggio in Italiano “senza cringiare” (urca, mi sento giovane ad usare questi termini)
Se nei toni sono stato lusinghiero è per il mio approccio ai videogiochi incentrato molto sulla narrativa (come dimostrato sulla recensione di Red Dead Redemption 2) ma non ho il paraocchi, un gioco come Cyberpunk si è prefissato a portavoce del gioco perfetto, se non si sistemano almeno questi 10 punti il perfect score rimarrà un miraggio:
Bonus 1: L’approccio stealth è da vecchia generazione, mi aspettavo qualcosa di più innovativo e coinvolgente.
Bonus 2: La versione PC ha ancora qualche glitch e (almeno a me) si sono bloccate con dei bug vistosi solo due quest (una ad inizio gioco, un’altra è una secondaria che riguardava il sindaco e spionaggio), per risolvere purtroppo ho dovuto riavviare il gioco caricando i salvataggi precedenti.
Tutti e 10 i punti che ho elencato sono fixabili dal team di sviluppo, sono conscio che al lancio nessun gioco è perfetto, ma dopo tutti i rimandi speravo davvero di vedere giusto qualche glitch e non errori di ottimizzazione che ad occhi inesperti sembrano anche banali.
Buttati così alla fine della recensione questi difetti sembrano fortemente invalidanti verso la bontà del titolo ma non è così, la mole di cose da fare, l’impatto visivo e l’immersione completa che si ha nel gioco lasciano in secondo piano la maggior parte delle brutture, fidatevi e provate il gioco, almeno su pc o su Stadia, capirete voi stessi cosa intendo dire.
Il mio consiglio principale è: vivetelo come un gioco di ruolo.
Leggi anche: Cos’è un gioco di ruolo? Come funziona?
Immedesimatevi in V, create un personaggio che si discosta dalla vostra persona, fategli fare cose che vi lascerebbero di stucco, seguite una linea morale e/o un codice personale. Vivete il tutto come una vita alternativa, che non sia la vostra, vi godrete il gioco alla grande.
Per quanto riguarda la Build ne scriverò parecchie nel nostro sito, le troverete qui, per quanto posso dirvi in poche parole: scegliete una carriera che possa appagarvi e che si avvicina al vostro stile di gioco, non spendete punti abilità a caso e ponderate la gestione delle skill.
Per finire il consiglio più grande che posso darvi è esplorate il mondo di gioco, perdetevi e sentite viva Night City. Solo così vi divertirete al 100%, non rushate il finale, non vi corre dietro nessuno. Davvero.
La recensione rimarrà aperta a modifiche, un lavoro simile ha bisogno di tempo per sbocciare in tutte le sue peculiarità, vi lascio un ultimo appunto e vi aggiornerò nei prossimi mesi in base alle modifiche apportate dal team di CDPR.
Cyberpunk 2077 poteva essere il titolo del decennio, ma ha alcune lacune che limitano di quasi un punto il mio voto finale, mi riservo il diritto di dare il 10 se entro febbraio 2021 l’intero gioco avrà fixato le problematiche più grandi riguardanti l’ottimizzazione per PC, allo stato attuale non posso dare il voto pieno anche se per la potenza narrativa e l’impatto visivo meriterebbe un 10 con lode.
Forza ragazzi, potete farcela, credo in voi. Buon fix!
Riassumendo, Cyberpunk 2077 non porta nessuna meccanica realmente innovativa, ma non è un dramma. Il titolo prende le migliori meccaniche di tutti gli open world usciti negli ultimi dieci anni e ne attinge a piene mani creando un’esperienza unica e fortemente immersiva; Perdersi in Night City è un piacere unico e ci lascia senza parole mentre svoltiamo un vicolo o ci affacciamo da una balconata, il mondo è pulsante e difficilmente ci annoieremo. Inoltre una cosa è certa, il titolo col tempo potrà solo migliorare regalandoci il miglior ARPG di tutti i tempi, su questo sono abbastanza sicuro e fiducioso.
E per finire: per capire il mondo di Cyberpunk 2077 una vita sola non basta. Capirete a tempo debito.
Buonanotte Night City, al prossimo viaggio Choom.
This post was published on 15 Dicembre 2020 11:55
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