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Recensioni

The Pathless | Recensione (PS4)

I talentuosi sviluppatori di Giant Squid fanno ritorno all’alba della nuova generazione, dopo il loro debutto qualche anno fa con Abzu, una piccola perla indie che ci permetteva di esplorare dei suggestivi fondali sottomarini. Abbandonato il setting oceanico, ci si ritroverà ora in una misteriosa foresta con The Pathless, titolo uscito di recente e sviluppato su PlayStation 4, PC, iOs e con una versione anche per PlayStation 5.

Giocando al secondo titolo di Giant Squid, ci si rende subito conto di come qui il gameplay abbia un ruolo più centrale rispetto a quanto non accadesse in Abzu, che principalmente voleva fornire ai giocatori un’esperienza visiva e sensoriale proprio come faceva la sua fonte d’ispirazione, ossia quel gioiello chiamato Journey. Questo non vuol dire che in The Pathless manchi una art direction ispirata, anzi, ci troviamo di fronte a un titolo incantevole dal punto di vista visivo, ma stavolta gli sviluppatori hanno indubbiamente puntato molto anche sull’aspetto ludico.

Se Journey, come già accennato, era la principale fonte d’ispirazione per Abzu, in questo caso l’ispirazione viene da un altro titolo molto poetico (e anche storico, per casa Sony), ossia Shadow of the Colossus; qui però indosseremo i panni di una misteriosa cacciatrice e come compagno fidato, invece di un cavallo, avremo un’aquila.

Una cacciatrice e la sua aquila

L’avventura ha inizio con lo sbarco della nostra protagonista, la Cacciatrice, su un’isola misteriosa, dove un tempo regnavano gloriose divinità ora cadute per colpa di un essere malefico che ha corrotto ogni cosa. Starà dunque alla nostra eroina senza nome, insieme alla sua fida aquila, che rappresenta molto più che un semplice compagno animale, riportare questi luoghi alla pace di un tempo.

La narrazione in The Pathless non segue un classico sviluppo lineare ed è lasciata molto all’intuizione del giocatore. Esplorando l’isola in lungo e in largo scopriremo rovine di civiltà perdute e altri frammenti di una vita che non c’è più, tutti piccoli pezzi di un puzzle che ci racconteranno, una volta uniti, una storia di uomini e divinità e di guerre senza senso combattute in un lontano passato, fino alla divisione che ha portato alla caduta delle antichi dèi e a un nuovo dominio fatto di malvagità.

Non sarà facile comprendere ogni aspetto narrativo del gioco e per farlo bisognerà esplorare ogni angolo dell’isola, così da non perdersi neanche un piccolo frammento di lore.

Fortunatamente il nuovo titolo di Giant Squid non è troppo dispersivo, nonostante la sua struttura open world, e vi basteranno 7-8 ore per finirlo e circa una manciata di ore in più per esplorare ogni area al 100%. Le atmosfere sono uno dei punti di forza del gioco, che nei suoi paesaggi naturali mostra tutta la sua forza, invogliando a esplorare proprio per scoprire ogni bellezza che nasconde.

Questi stessi paesaggi rappresentano l’incarnazione dei temi legati all’ambiente e alla natura tanto cari al team di sviluppo, come già si era visto in Abzu, in contrapposizione al male delle creature corrotte che incendiano e bruciano ogni cosa al loro passaggio, come metafora della distruzione della natura di cui da sempre l’umanità si macchia.

Potrete accarezzare la vostra aquila per curarla dalla corruzione, ma sappiamo già che lo farete a priori

Non è quindi un caso se è negli animali che troviamo l’aspetto più simbolico di questa produzione, iniziando proprio dalla nostra aquila, con cui costruiremo un rapporto di affetto sempre più intenso che in alcuni casi potremo anche accarezzare e ripulire dalla corruzione.

Questi momenti tra l’altro non sono fini a sé stessi, ma avranno una loro funzione anche all’interno del gameplay, dato che sarà come una sorta di cura per l’efficacia del nostro amico pennuto.

Veloce come il vento

Passando al gameplay, The Pathless presenta un open world atipico, dove non avremo una minimappa a guidarci, ma tutto si baserà sulla speciale abilità della cacciatrice di individuare i punti più importanti dell’area in cui ci troveremo.

Una volta scelto l’obiettivo, inizieremo la nostra corsa verso di lui: per continuare a correre e per aumentare la velocità dovremo colpire degli speciali talismani con le nostre frecce. In realtà l’operazione non avrà bisogno di una mira perfetta, ma basterà il giusto tempismo nella pressione di un tasto. Così facendo riempiremo una barra della corsa che ci consentirà di sfrecciare tra gli alberi della foresta veloci come il vento, finché manterremo il ritmo.

L’esplorazione è una delle colonne portanti del titolo e non sarà mai troppo monotona o ripetitiva nei suoi obiettivi, anche per la breve durata del gioco, che non ci ammorba con contenuti ridondanti.

Avremo obiettivi primari e secondari e spesso, una volta arrivati sul luogo di nostro interesse, troveremo un puzzle ambientale da risolvere per ottenere un sigillo, che ci servirà a sconfiggere la corruzione dilagante, o dei cristalli per potenziare le abilità della nostra aquila.

Quest’ultima sarà importante anche nelle fasi d’esplorazione, infatti ci permetterà di volare per brevi tratti e ci sarà utile anche in combattimento.
Gli enigmi saranno godibili e mai troppo banali, senza comunque risultare troppo complessi nella risoluzione. A volte saranno semplicemente delle prove d’abilità, mentre in altri casi richiederanno il nostro ingegno.

I combattimenti, invece, saranno principalmente contro i boss del gioco, ossia le enormi creature che dovremo affrontare per liberare un’area dalla corruzione.

Prima di combattere contro di loro, però, di tanto in tanto dovremo affrontare una fase stealth in cui le bestie tenteranno di dividerci dalla nostra amica aquila: brevi sezioni in cui dovremo stare attenti a non farci scoprire dal mostro di turno, camminando lentamente e restando immobili non appena questa ci punterà addosso il suo sguardo.
Queste fasi sono effettivamente le parti più deboli di The Pathless, data l’indolenza della loro struttura, cosa che invece non si può dire del combattimento vero e proprio.

La caduta dei colossi

Prima di affrontare una delle bestie presenti in The Pathless, dovremo purificare tre torri presenti in ogni area; fatto questo si darà il via al vero scontro.

La prima fase della battaglia sarà solitamente una corsa in cui dovremo concentrarci sui punti deboli del mostro con un sistema di attacco simile a quello descritto in precedenza per i talismani, ma in questo caso dovremo anche stare attenti agli attacchi del nemico.

Fatto questo, si arriverà a una seconda fase che rappresenta lo scontro vero e proprio, e qui, come succedeva in Shadow of the Colossus, dovremo capire come affrontare e sconfiggere il nostro enorme avversario più con l’astuzia che con la forza bruta.

Ogni nemico rappresenterà una battaglia unica e avvincente e dovremo comprendere la giusta tattica per vincere lo scontro: in alcuni casi basterà il giusto tempismo nell’attaccare, mentre in altri ci saranno dei veri e propri enigmi da superare. Innegabile che per la spettacolarità dei colori e dell’impatto scenico dello scontro queste boss fight rappresentino il fiore all’occhiello di The Pathless.

In definitiva la struttura del titolo è piuttosto lineare e semplice, in quanto il gioco si riduce a una corsa per l’area alla ricerca di cristalli e sigilli per purificare l’area stessa e alla successiva lotta contro il boss, divisa in due fasi, e via così fino ai titoli di coda. Tra l’altro non sarà possibile esplorare liberamente il mondo di gioco una volta conclusa l’avventura.

Tecnicamente The Pathless è molto ben fatto e ha il suo perché anche su una console di vecchia generazione, come nella versione PlayStation 4, con cui abbiamo effettuato la prova. Ovviamente non ha un comparto tecnico da tripla A, ma l’art direction riesce a colmare la mancanza di risorse con degli scenari suggestivi e che lasciano il segno.

I colori vivi dei paesaggi e delle creature danno un tono quasi fiabesco ad alcuni momenti, con il rosso fuoco delle creature nemiche che permea la scena e dà un tocco speciale alle battaglie. La fluidità dell’azione è tenuta sui 30 FPS fissi sulla vecchia generazione, compromesso più che accettabile sull’ammiraglia PlayStation arrivata sul mercato ormai 7 anni fa.

Giant Squid ritorna dopo Abzu con un nuovo titolo che vuole mantenere le atmosfere evocative e artistiche del suo debutto, coadiuvate da un gameplay più strutturato. L’esperimento è riuscito quasi perfettamente, ma non mancano dei difetti importanti dovuti a una struttura troppo semplice e ripetitiva e ad alcune fasi di gioco non all’altezza delle altre. The Pathless si distingue però nella sua eccellente art direction e in un gameplay veloce e avvincente, con delle ottime boss fight accompagnate da una storia narrata in maniera non lineare, che spingerà il giocatore all’esplorazione per il puro gusto della scoperta di ulteriori indizi sull’interessante mondo di gioco.

This post was published on 15 Dicembre 2020 15:21

Silvio Mazzitelli

Tutti mi chiamano Shiruz, tanto che ormai lo considero come il mio secondo nome. Scrivo di videogiochi e di altri argomenti a tema nerd da diverso tempo, continuando a divertirmi come se fosse il primo giorno, se non di più. Tra i miei generi videoludici preferiti ci sono gli RPG, gli action duri e puri e i picchiaduro, ma datemi una bella storia in cui perdermi e avrete conquistato il mio cuore. Sono un grande appassionato di tutto ciò che riguarda il Giappone, tanto da averne studiato la lingua, la storia e la cultura durante il mio percorso universitario, senza dimenticarne il lato più pop, con cui sono cresciuto. Amo moltissimo anche la mitologia, in particolare quella nordica e spero un giorno di finire nel Valhalla, in attesa del Ragnarǫk.

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