World of Warcraft Shadowlands, la nuova espansione, è ormai uscita da una settimana e, tra un crash del server e un altro, ci siamo presi questi giorni per avventurarci nell’aldilà dell’universo Warcraftiano.
Se volete farvi un riepilogo delle espansioni passate trovate qui la nostra recensione generale.
Dopo gli atroci avvenimenti di Battle for Azeroth, Sylvanas Ventolesto compie un ultimo gesto estremo distruggendo l’Elmo del Dominio del Re dei Lich e squarciando di conseguenza il velo che separa il mondo dei vivi dall’aldilà, aprendo così un passaggio per le Terretetre.
I giocatori si lanceranno presto all’inseguimento della Regina Banshee per salvare Thrall, Anduin ed altri importanti personaggi dell’universo di Warcraft dalla Fauce, il luogo dove le anime vengono condannate alla dannazione eterna.
Nessuno è mai riuscito a scappare dalla Fauce, fino ad ora.
Il nostro arrivo nelle Terretetre sarà quasi profetico, tanto da valerci il titolo di Calcafauce. L’aldilà, a differenza di quanto avremmo potuto immaginare, si presenta come un mondo organizzato il cui equilibrio è minacciato dai piani del Carceriere, il signore della Fauce.
Fino a poco tempo fa il meccanismo delle Terretetre funzionava come una macchina ben oliata: da Oribos, L’Arbiter giudicava le anime e le smistava nei vari regni affinchè potessero intraprendere il loro cammino nell’aldilà e fornire animum, la fonte energetica principale di questo piano, alle diverse zone.
Qualcosa, però, ha rotto il meccanismo facendo defluire tutte le anime nella Fauce, luogo in origine destinato solo alle anime malvagie o incapaci di redimersi, alimentando così il potere del Carceriere.
Le nostre avventure ci porteranno a incamminarci nei vari regni e a scoprire come ognuno di loro sta affrontando la crisi di animum in atto.
Le anime più benevole o pregne di un forte senso di giustizia vengono mandate al Bastione, un luogo luminoso e rilassante dove le anime posso aspirare ad ascendere per compiere il sacro dovere di portare le anime da Azeroth alle Terretetre (Avete presente l’angelo che abbiamo visto per anni ad ogni morte? Ecco quelli erano abitanti di Bastione che semplicemente ci dicevano che non era ancora il nostro momento).
Se in passato avete amato Naxxramas e le Terre Infette, adorerete Maldraxxus. In questo “girone” in cui vengono mandate le anime di grandi guerrieri e di coloro che in vita avevano uno spirito combattivo, la necromanzia e la piaga regnano sovrane. Nonostante il loro aspetto ricordi una delle più grandi minacce di Azeroth, gli abitanti di Maldraxxus sono i difensori delle Terretetre e lavorano ogni giorno per rimpolpare i loro ranghi e per spiare le eventuali minacce esterne.
Quasi in contrapposizione a Maldraxxus, Selvarden pullula di vita presentandosi come una foresta rigogliosa. Qui le anime che in vita avevano un forte legame con la natura possono scegliere la forma che preferiscono o unirsi alla caccia selvaggia. Questo regno però ha degli ospiti speciali come le divinità selvatiche le quali effettuano un processo di incubazione per poi risorgere nel Sogno di Smeraldo.
Le anime dei peccatori ma che hanno ancora qualche possibilità di redenzione vengono mandati a Revendreth, un regno dai toni vampireschi, dove poter espiare i propri peccati. Coloro che riescono a fare ammenda dei propri errori possono diventare a loro volta dei mietitori e scolpendo la propria vita peccaminosa su una lapide celata agli occhi degli altri come memento personale. Quelli che invece non superano il processo di redenzione finiscono direttamente nella Fauce.
Una landa di fuoco, cenere e disperazione.
In questo luogo, dove la concezione del tempo svanisce, le anime sono destinate al tormento eterno. Qui il Carcieriere vigila su tutto e muove le sue armate contro chiunque metta piede nel suo dominio. Ad ergersi in mezzo a tanta desolazione c’è Torghast, la torrre dei dannati, una vera e propria prigione dove anche Anduin e gli altri sono tenuti segregati.
E’ ormai risaputo che World of Warcraft sia una formula già comprovata ma presenta due grosse novità che sicuramente portano una boccata d’aria fresca.
WoW ci ha sempre abituato ad un leveling monotono e spesso tedioso, ma qui i 10 livelli che intercorrono tra il 50 (level cap dell’espansione precedente) e il 60, scorrono lisci senza troppi intoppi. Questo grazie ad un comparto di storytelling come mai visto prima d’ora che accompagna il giocatore mettendolo al centro della narrazione con cinematic di intermezzo mozzafiato e molto meno macchinose rispetto alle espansioni precedenti. Si ha quasi la sensazione di giocare ad un single player e prima ancora di annoiarsi si è già al level cap, pronti ad unirsi ad altri giocatori nelle attività da endgame.
Altro aspetto particolare del leveling sono i Fili del Destino, una nuova funzione che permette di livellare i personaggi secondari saltando la storia ma dedicandosi da subito ad attività endgame leggermente edulcorate.
La Torre dei Dannati è una delle nuove feature introdotte nell’endgame di questa espansione: Una fusione tra le meccaniche di The Binding of Isaac e World of Warcraft. Questa esperienza roguelike metterà alla prova le abilità dei giocatori che potranno avventurarsi tra i piani della torre in cerca di Cenere d’Anima, un reagente fondamentale nella creazione di potenti oggetti leggendari.
Durante la loro scalata i giocatori, da soli o con gli amici, dovranno destreggiarsi tra stanze generate in maniera casuale con combinazioni di nemici diverse e raccogliendo potenziamenti lungo la strada. La chiave del successo sarà dettata anche dal sapersi adeguare alle combinazioni assurde di potenziamenti e abilità che si verranno a creare.
Questa nuova feature verrà implementata lungo tutta la durata dell’espansione con nuove stanze, nemici, trappole e potenziamenti ed ha tutte le carte in regola per diventare un contenuto fisso anche nel futuro del gioco.
L’endgame di Shadowlands è, tolta Torghast, bene o male il solito ma non per questo meno divertente.
Le attività giornaliere e settimanali sono pensate per non pesare sui giocatori e a non farli sentire in colpa qualora non vi si dedichino. Le diverse spedizioni sono nel complesso divertenti e ben strutturate, caratterizzate da un gameplay che premia un approccio vecchio stile fatto di interventi mirati al momento giusto per prevaricare le meccaniche dei vari boss.
Se siete curiosi di scoprire la “routine” da endgame, consultate la nostra guida.
Le Terretetre sono un mondo completamento nuovo e Blizzard riesce a farci sentire pienamente il distacco, per certi momenti si ha la sensazione di non stare nemmeno giocando a World of Warcraft. Questa espansione è un vero salto nel vuoto (e no non mi riferisco ad un’altra forza cosmica di WoW) soprattutto dal punto di vista narrativo dato che per la prima volta dopo 26 anni dalla creazione del franchise, ci si allontana così tanto dal canone originale andando ad inserire nuovi elementi narrativi che aprono milioni di strade per il futuro di questo già enorme universo. La bravura del team di sviluppo sta proprio nell’essere riuscito a distaccarsi tanto senza però andare fuori traccia ma riuscendo a coinvolgere i giocatori in un more of the same che ha questa volta un sapore completamente nuovo. Anche dal punto di vista delle tematiche trattate, dico solo (e senza fare spoiler) che Shadowlands si fa leggermente più pesante e matura andando a toccare discorsi quasi religioso/filosofici, quasi a voler accontentare un pubblico che ormai ha in media dai 25 anni in sù. E questo non può che fare piacere ad un fan di vecchia data come il sottoscritto.
E il voto?
Siamo solo all’inizio di questa espansione e abbiamo davanti almeno un paio d’anni di contenuti che andranno ad arricchire la trama già intricata di Shadowlands. Come per Battle for Azeroth, rimando quindi il verdetto finale a quando l’espansione sarà completa e avremo messo la parola fine a questo straordinario capitolo sulle Terretetre, ma posso già dire che questa volta Blizzard sembra aver imparato dagli errori commessi nell’espansione precedente.
This post was published on 1 Dicembre 2020 10:42
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