Le agenzie spaziali di tutto il mondo si stanno preparando da tempo per portare l’uomo su Marte. Proprio in questi giorni c’è stato un lancio affidato alla joint-venture tra la NASA e il contractor privato SpaceX, l’ennesimo di una serie che testerà moduli e apparecchiature necessari a far atterrare gli astronauti sani e salvi su suolo marziano. Siamo nell’epoca dei pionieri dell’esplorazione spaziale, e giorno dopo giorno scopriamo sempre più cose nuove dell’universo in generale, ma anche del nostro sistema solare.
Creato col supporto dell’ESA (European Space Agency), Mars Horizon è un videogioco indie sviluppato da Auroch Digital e pubblicato da The Irregular Corporation che focalizza il suo gameplay proprio su questo aspetto esplorativo appena descritto.
Il gioco vede agenzie spaziali in competizione per scoprire quanti più segreti in giro per il sistema solare, con l’obiettivo di arrivare prima o poi a portare l’uomo su Marte.
Il titolo è un lungo gioco gestionale a turni dove il giocatore ha il compito di dirigere un’agenzia spaziale (reale o personalizzata) a partire dal 1957, all’alba dell’era dello spazio. Di mese in messe bisogna pianificare gli investimenti economici, la ricerca e le missioni spaziali, esplorazioni che consentiranno all’agenzia di guadagnare più consenso e più fondi, in modo da arrivare a sondare tutti i corpi celesti del nostro sistema solare fino a portare il primo uomo a scrutare l’orizzonte di Marte sul pianeta rosso.
La schermata principale si apre su una mappa astronomica laterale che rappresenta i corpi celesti raggiungibili. Inizialmente avremo missioni a disposizione solo per il Pianeta Terra, ma ben presto, col raggiungimento di determinate milestone, la prospettiva si allarga man mano portandoci a contatto con la Luna, coi pianeti interni e con i corpi celesti più lontani.
Le missioni si dividono in principali e secondarie, e le loro uniche differenze risiedono nel fatto che le principali conferiscono bonus maggiori alle agenzie che arrivano per prime al loro compimento, mentre le secondarie possono regalare boost significativi ad alcune risorse (incluse quelle monetarie), o upgrade. Le missioni hanno grossomodo tutte la stessa struttura spalmata su più turni: dopo averne accettata una, il giocatore delega immediatamente la costruzione del payload, ossia il carico del razzo che sarà necessario a compiere i vari rilevamenti scientifici nello spazio.
Quando il payload è pronto, si passa alla costruzione del razzo per altri mesi. Alla componente appena assemblata vanno quindi aggiunti uno stadio superiore e un propulsore, ed eventualmente altre variabili che vengono sbloccate durante il gioco. Ogni pezzo che va a comporre il razzo conferisce diverse caratteristiche alla riuscita della missione, tutte perfettamente spiegate da un dettagliato tutorial che può accompagnare il giocatore in ogni partita fin dal suo principio. La costruzione dei razzi non è dettagliata come in altri giochi come Kerbal Space Program, ma è giocosa e piena di parametrini da tenere sott’occhio senza difficoltà.
Finalmente dopo mesi di costruzione arriva il momento di trovare una finestra di lancio per il razzo. Attraverso una nuova schermata, il giocatore è chiamato a selezionare l’eventuale equipaggio, il focus dei preparativi per il lancio e il mese che più può portare giovamenti alla missione secondo le previsioni. Il giorno del lancio è sostanzialmente un tiro di dadi basato sulle percentuali di probabilità della sua riuscita, e tra esse possono nascondersi anche lievi bonus e malus per le prossime fasi delle missioni.
Tutte le fasi di ogni missione sono rappresentate da dei puzzle a turni evocativi delle diverse manovre che umani o sonde sono chiamati a compiere per raggiungere i loro obiettivi nella realtà. Anche le fasi sono eventualmente spalmate su più mesi a seconda della lunghezza delle missioni. Tali rompicapi sono basati sulla gestione logica di iconcine delle risorse entro un limite di turni variabile. In questi puzzle è presente anche una forte componente casuale, che però è in grado di dar fastidio al giocatore solo a difficoltà elevata.
I rompicapi relativi alle missioni e all’ampliamento della propria base terrestre sono ottimi diversivi da un gioco che altrimenti sarebbe fatto solo di pianificazione e click su dei tasti. In particolare, le nuove strutture che sbloccheremo e costruiremo sulla griglia della nostra base sono di vitale importanza per le meccaniche e per i bonus che sono in grado di conferire, e soprattutto per la sinergia che si può creare affiancando alcuni edifici. In molti momenti sarà vitale posizionare un edificio per ottenere una missione prima delle altre agenzie, pur andando a limitare lo spazio circostante a causa di foreste e rocce disseminate in giro che aumenteranno i costi di costruzione dei prossimi edifici.
Tutto ciò rientra in un grande e stimolante circolo vizioso che non farà mai smettere il giocatore di cliccare sul tasto del prossimo turno per scoprire cosa accadrà. La competizione con le altre agenzie controllate dall’intelligenza artificiale si fa sentire in maniera molto forte, ma è davvero un peccato che non esista il multiplayer.
Tra la costruzione di una sonda e la sperimentazione di una capsula per equipaggio umano, starà al giocatore decidere se rivaleggiare con le altre agenzie spaziali presenti in gioco, o se trarre vantaggio dalla cooperazione. Si tratta a conti fatti di una emulazione delle diverse situazioni che l’esplorazione spaziale ha affrontato fin dagli esordi nella realtà, dalla Guerra Fredda con la Russia combattuta anche a suon di pionierismo spaziale fino alla costruzione della Stazione Spaziale Internazionale con l’aiuto delle altre agenzie.
Mars Horizon ha quindi in sé un’anima storica che permette al giocatore di “toccare con mano” pezzi delle scoperte tecnologiche e scientifiche relative all’esplorazione del nostro sistema solare, condite qua e là anche da eventi realmente accaduti in formato pop-up – per esempio, personalmente mi è capitato di ricevere un bonus al supporto delle missioni perché una band progressive rock ha composto un album sul lato oscuro della Luna, superficie che la mia agenzia è stata la prima a esplorare.
A proposito dell’accuratezza storica, come non citare l’imponente Spacepedia, un’enciclopedia enorme che contiene al suo interno i resoconti storici delle missioni, la spiegazione del funzionamento di booster e razzi che il giocatore sblocca, foto e perfino audio degli eventi della storia spaziale.
A questa anima storica si unisce la simulazione fantascientifica, o, per meglio dire, fantastorica visto che gli unici elementi sci-fi sono costituiti dalle missioni finali di colonizzazione di Marte, che al momento nel mondo reale esistono solo sulla carta.
Ogni partita a Mars Horizon è diversa dalle altre perché il gioco non fa ripercorrere alle agenzie le tappe con esattezza cronologica, ma semplicemente simula i loro comportamenti generando quindi di volta in volta scenari di gioco anacronistici: nella vostra prima partita la NASA magari è la prima a calare l’uomo sulla Luna, ma in un’altra potrebbero essere i Russi ad aver portato il primo uomo sul satellite!
A ciò poi va aggiunto il gameplay del giocatore e la sua personalizzazione. Io ad esempio ho creato l’agenzia spaziale Player.it con le seguenti caratteristiche:
Le scoperte di Mars Horizon non sono solo quelle di gioco: col tempo il gameplay si espande e il gioco permette di sbloccare nuove meccaniche, ampliare i propri bonus e i propri orizzonti esplorativi con nuove missioni e nuove risorse da tenere d’occhio nei rompicapi, in un costante meccanismo di scoperta del gioco durante le scoperte in gioco.
I difetti di Mars Horizon vanno trovati, purtroppo, nel comparto artistico: le interfacce salvano l’intera grafica di gioco, sempre chiare, colorate e immediate, mentre i modelli 3D minimal sono carini solo per quel che riguarda pianeti visti da lontano, razzi e sonde; quando invece si tratta di guardare un atterraggio, o peggio, un ammaraggio, sarebbe meglio ricevere un pugno nell’occhio.
Musiche e suoni sono contestuali ma assolutamente anonimi, non ci si accorge quasi della loro presenza.
Non è un caso che il publisher The Irregular Corporation abbia preso in custodia un gioco come Mars Horizon. L’azienda indie è specializzata nei titoli gestionali (PC Building Simulator, The Good Company, Going Medieval) ed esige da loro sempre completezza e profondità.
Mars Horizon è a tutti gli effetti un ottimo titolo gestionale con meccaniche solide, ben strutturate e coerenti con l’intento divulgativo dell’esplorazione spaziale: attraverso il gameplay, il giocatore può farsi un’idea dei sacrifici e degli sforzi necessari per amore della scoperta. E lo fa divertendosi.
Auroch Digital ha prodotto anche un gioco da tavolo durante lo sviluppo di questo titolo, chiamato Mars Horizon: Blast Off!. In effetti, la stessa iterazione videoludica, per la sua struttura a turni si adatterebbe facilmente a una versione da tavolo. Potete trovare il board game qui, mentre il videogioco è acquistabile dal 17 novembre su PC, Xbox, PlayStation 4 e Nintendo Switch.
Mars Horizon è un divertente gioco a turni che trascina il giocatore in un’accesa competizione per la corsa alla conquista e alla condivisione dello spazio, calandolo nei panni di un’agenzia spaziale. Il gioco racconta attraverso partite anacronistiche le scoperte astronomiche della nostra epoca, cercando di far interessare il giocatore all’esplorazione spaziale tramite un gameplay chiaro, immediato e stimolante. Lungimiranza e pianificazione costante sono le chiavi per accedere alle porte di Marte. Peccato solo per il lato artistico carente e per l’assenza del multiplayer, due elementi che avrebbero reso il gioco perfetto.
This post was published on 17 Novembre 2020 16:00
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