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Recensioni

Bright Memory | Recensione (Xbox Series X)

Dopo un primo approdo su PC, il primo episodio di Bright Memory arriva anche sulla next gen. Probabilmente molti di voi avranno già sentito parlare di questo titolo: si tratta di un videogame sviluppato da una sola persona, che risponde al nome di Zeng Xiancheng, padre/padrone di FYQD Personal Studio.

Dopo il successo riscosso ai “botteghini virtuali” dell’Early Access, si è deciso di far diventare questo one man project videoludico un progetto più ambizioso, che vedrà la luce nel 2021. Per ora, tutto ciò che possiamo vedere di questa nuova versione di Bright Memory è racchiuso all’interno di questo Episodio 1: un piccolo antipasto della durata di un’ora circa, con il non facile compito di essere la summa di ciò che ci attenderà nel prodotto completo.

Come sono trascorsi questi circa 60 minuti di gioco? Cerchiamo di spiegarvelo nelle righe che seguono.

Un’esclusiva… per caso!

Una straniera in una terra strana.

Signore e signori: la next gen è finalmente tra noi… più o meno! Tra giochi rinviati, console diventate introvabili quanto tartufi e costose quanto diamanti, senza ovviamente dimenticare quell’affettuoso ed ingombrante vicino di casa di nome “pandemia”, l’Episodio 1 di Bright Memory si è ritrovato ad essere un’esclusiva di lancio di Xbox Series S|X, con l’arduo compito di mostrare i muscoli della nuova ammiraglia di casa Microsoft.

Neanche il tempo di prendere il pad in mano che siamo proiettati nel bel mezzo di una sparatoria. Apprendiamo di vestire i panni di una giovane donna di nome Sheila, membro dell’SRO (Science Research Organization) intento a sventare i piani di una misteriosa organizzazione militare.

A seguito di un incidente, la nostra protagonista si ritrova sbalzata su una non meglio specificata “Land of Sky“, un’insieme di isole fluttuanti situate nei dintorni del Circolo Polare Artico popolate da creature mostruose e da non morti. Il nostro scopo? Sbaragliare orde di nemici, risolvere qualche enigma e, ovviamente portare a casa la pelle!

Questo è ciò che abbiamo potuto apprendere nell’oretta in cui Bright Memory: Infinite ci ha intrattenuti, e l’impressione è che ne sapremo di più solo con l’avvicinarsi dell’opera completa.

Shooter, hack’n slash e platform

Le boss fight sono il vero emblema del gioco.

No, non è la formula segreta di qualche scienziato pazzo, ma è ciò che vi attende nel gioco. Il titolo presenta infatti un gameplay decisamente vario: dovremo spianarci la strada con le nostre bocche da fuoco (fucile d’assalto, pistola e shotgun), ma non mancheranno anche attacchi fisici (i fendenti di una spada) e delle abilità speciali, che andranno dalla telecinesi fino al rallentamento dello scorrere del tempo, rendendo più facile colpire i nostri avversari. Sotto questo aspetto, non è possibile non cogliere qualche somiglianza con Shadow Warrior 2.

Combinate questi tre elementi nella maniera più eccentrica che conoscete ed otterrete delle valutazioni (fino a “SSS”, in stile Devil May Cry): più saranno elevate e più alto sarà il numero di punti EXP che otterrete e con cui potrete sbloccare nuove abilità, aggiungendo nuove soluzioni al gameplay.

Tra uno scontro ed un altro si intervallano anche dei momenti platform, in cui dovremo risolvere un enigma o dovremo raggiungere una piattaforma sopraelevata, inanellando una serie perfetta di salti, magari sfruttando il nostro fedele rampino.

Inutile dire che le boss fight rappresentano il momento più alto di Bright Memory: Infinite, mescolando tattica, tempismo e, ovviamente, tantissima azione.

Gioie e dolori dell’Episodio 1

il voto di bright memory

Come di frequente accade, progetti creati da team piccoli (e con budget non elevati) si portano dietro dei limiti di sviluppo spesso evidenti, e Bright Memory: Infinite non fa eccezione.

Nonostante il gameplay sia effettivamente vario, la realizzazione tecnica non sempre brilla, soprattutto per texture, modelli 3D piuttosto “spigolosi” e, soprattutto, un frame rate decisamente poco stabile, sia all’inizio che nelle aree con tanti nemici su schermo.

FYQD Personal Studio ha cercato di allungare la durata complessiva dell’esperienza di gioco con delle fasi platform che, a nostro personale modo di vedere, stonano un po’ con l’atmosfera di gioco e che anzi, sanno di riempitivo.

Gli stessi livelli sono piuttosto lineari e, data la brevità del gameplay, non è possibile assistere a chissà quale varietà di stage.

Uno dei pregi di questo Episodio 1 consiste nella possibilità di effettuare il New Game+, conservando le abilità acquisite e potendo accumulare altri punti esperienza per sbloccare le altre, aggiungendo altre frecce al nostro arco.

Giudizio Finale (per ora)

Dobbiamo essere molto diretti: abbiamo visto troppo poco di Bright Memory per poterci fare un’idea completa. L’esperienza di gioco è decisamente breve, ed è capace di mettere in mostra delle caratteristiche interessanti, contrapposte a delle pecche di livello tecnico e di design che non possono non balzare all’occhio. Il prezzo contenuto del “biglietto d’ingresso” ci fa chiudere un occhio, ma sta di fatto che molto deve essere ancora mostrato, e che quello che abbiamo visto finora non può spostare l’ago della bilancia, in un senso o nell’altro. Proprio per questa ragione, la valutazione attribuita non può che essere la seguente, in attesa della versione completa del gioco.

This post was published on 16 Novembre 2020 11:31

Claudio Albero

Nasce a Torre del Greco, una piccola metropoli alle falde del Vesuvio, nei favolosi anni ’80, che già però non avevano più niente di favoloso. Provano ad educarlo con Beatles e musica classica sin dalla più tenera età, ma lui, di tutta risposta, si appassiona all’ heavy metal ed ai videogame , spendendo un piccolo patrimonio in sala giochi, quando queste due parole erano ancora slegate dalle slot machine. Dopo aver mosso i primi passi su Sega Master System II con Alex Kidd, il Super Mario con le orecchie a sventola, si innamora dei platform, degli action/adventure e degli RPG, con particolare attenzione alla saga di Final Fantasy. Inguaribile sognatore con le radici saldamente ancorate nel passato, scopre la sua passione per la scrittura quasi per caso, in uno dei tanti pomeriggi passati tra i corridoi della Facoltà di Giurisprudenza di Napoli, dove si laureerà giusto qualche anno dopo, con una tesi in Diritto d’Autore basata sull’opera multimediale. Dopo aver scritto di attualità e musica su Lacooltura.it , Road TV Italia e Federico TV , approda sui lidi di Player.it , in cui comincia sin da subito ad apprendere e fare domande, guadagnandosi rapidamente il titolo di “ redattore rompiscatole del mese ”. Nonostante sia legatissimo alla grande famiglia di Player, non sono rare alcune sue incursioni su portali come Gameplay Café e Spazio Rock . Musica, videogame, concerti, boardgame, modellismo, fumetti, cinema e serie tv: tanti hobby diversi tra loro, ma collegati da un fil rouge che li unisce tutti: il divertimento . È proprio questo che cerca in un videogame, è proprio questo sentimento che muove le sue dita, ed è sempre il divertimento la sensazione che cerca di infondere nei suoi articoli. Al di fuori del mondo del gaming, indossa giacca e cravatta per mimetizzarsi nel mondo degli avvocati, esercitando la professione forense, con lo scopo di conoscere a fondo le “ regole del gioco ”, nonché di minacciare di far causa a chiunque al minimo pretesto.

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