Ci sono videogiochi che trascendono il loro ruolo di intrattenimento, riuscendo a diventare un fenomeno di massa in grado di segnare e cristallizzare un’intera epoca. È il caso di Guitar Hero di Harmonix Music Systems, una serie videoludica che negli anni 2000 da un lato ha portato i rhythm game, un genere considerato di nicchia, nell’olimpo dei videogiochi più diffusi, dall’altro ha preso in custodia i giovani ragazzi di quel periodo e li ha cresciuti donando loro un paio di converse sporche, polsini borchiati e un plettro tra le mani, trasformandoli in rockettari e metallari o semplicemente in appassionati di musica.
Dopo la pubblicazione di titoli minori in questi anni, Harmonix è tornata in pista con FUSER, un altro grande rhythm game che promette le stesse performance degli storici Guitar Hero e Rock Band, in uscita il 10 novembre 2020. Questa volta i giocatori saranno DJ dietro una console, e per questo lasceranno nella custodia le proprie chitarre per prendere in mano… niente! FUSER è un rhythm game che non necessita l’utilizzo di alcun controller particolare, ed è quindi approcciabile in qualsiasi maniera a seconda delle preferenze del giocatore.
Qualcuno urlerà al sacrilegio: un rythm game senza paddoni o controller perde quel feel arcade e ammazza la nostalgia degli anni 2000, ma spinti dalla curiosità, io e Graziano Salini abbiamo provato la versione VIP di FUSER donataci da NCsoft e ne siamo rimasti sorpresi. L’impianto di gioco principale è solido, innovativo e apre la strada a un futuro promettente per Harmonix e in generale per i rhythm game. Ora vi spieghiamo il perché.
Tra hit storiche, pezzi di tendenza e lucine colorate, FUSER si presenta subito come un gioco di semplice approccio. L’assenza dell’acquisto obbligato di un controller, come accadeva per le precedenti iterazioni ritmiche di Harmonix, consente a chiunque di poter avvicinarsi al titolo. Siamo coscienti che l’eliminazione di una barriera economica in favore di un pubblico più casual non può determinare da sola il successo di un gioco, in quanto c’è bisogno anche di sostanza in termini di contenuti e di solidità del gameplay. Per nostra fortuna, FUSER di sostanza sembra averne parecchia!
Una partita a FUSER vede il giocatore districarsi tra brani musicali scelti da lui prima di ogni sessione. In basso è posta una console da DJ dove in riproduzione possono essere messe 4 piste audio, mentre in alto è posizionata la selezione di dischi da cui attingere. Riproducendo, per esempio, la batteria di un pezzo con la melodia di altri due brani diversi e la linea di basso di un terzo, il giocatore creerà così il proprio mix, seguendo la sua creatività e, ovviamente, cercando di andare a ritmo.
Al ritmo e ai dischi si aggiungono poi altre variabili creative che verranno tutte introdotte al giocatore lentamente durante l’intero corso della lunga campagna di gioco. Al netto di una storia un po’ scialba e di personaggi ridicoli, questa modalità è retta in piedi dal livello di sfida gradualmente sempre più alto, e dalla necessità di apprendere le variabili di cui sopra.
In ognuna delle tante sessioni della campagna il giocatore sblocca un nuovo tassello, fino ad avere finalmente una padronanza completa della console: imparerà a cambiare i dischi in battere e in levare, potrà modificare i bpm, la tonalità, sbloccherà gli effetti più disparati, dal flanger ai delay passando per i de-strutter, e imparerà ad applicarli ai dischi o ad azionarli in automatico su un’intera pista, ma soprattutto sbloccherà anche gli strumenti, pad e controller che permetteranno di comporre i propri loop personalizzati da inserire nei mix che nulla hanno a che vedere con i brani selezionati in gioco.
C’è anche tanto altro nella console di FUSER, come il cue o il fade, ma il concetto fondamentale di questa mole di variabili è che in tale maniera Harmonix cerca di muovere l’abilità del giocatore dal premere i tasti a tempo allo sfogo della sua creatività a tempo: FUSER è a tutti gli effetti un software semplificato per DJ, reso giocoso e arcade. Concettualmente ci troviamo di fronte a qualcosa di simile a Rocksmith di Ubisoft, ma più accessibile data la non necessità di una chitarra. Noi per esempio ci siamo trovati molto meglio a giocare con mouse e tastiera, poiché sentivamo la necessità di muoverci liberamente nella schermata di gioco.
Ecco perché questo titolo è sorprendente: la creatività diventa la chiave di volta di un genere che tradizionalmente è sempre stato basato sull’abilità del giocatore di premere sequenze di tasti a ritmo. Ci viene naturale, quindi, una riflessione sulla sua dimensione competitiva.
Al giorno d’oggi Guitar Hero continua a far parlare di sé, post mortem, perché una
community di appassionati è riuscita a mettere in piedi un ecosistema vivibile per i giocatori, tra canzoni custom e modalità di gioco sempre più stringenti.
Difficilmente vedremo un Clone Hero a tema FUSER per motivazioni tecniche come la difficoltà di riuscire ad avere i master dei vari strumenti, necessari per la creazione dei mix che sono parte integrante del gameplay.
Se ne deduce (molto tristemente) che l’aspetto prettamente competitivo del gioco è in mano ad Harmonix e publisher che, di volta in volta, avranno il compito di rimpolpare la playlist attraverso nuove aggiunte.
Data la varietà di strumenti in campo c’è spazio di manovra per una quantità
consistente di sfide possibili, da challenge a carattere resistenza (mixa in maniera
sempre originale 10 tracce per almeno 5 minuti) a challenge specifiche, in cui viene chiesto di usare strumenti come il mute, il cue, e così via, soltanto entro un pool ritmico specifico.
L’asticella della difficoltà si può alzare in maniera molto semplice solo con gli strumenti presenti all’interno del gioco, quindi senza dover per forza scomodare la creazione di nuovi contenuti.
Sarebbe di fatto interessante vedere FUSER alle prese con generi musicali più
ritmicamente interessanti e incasinati: breakcore, drum and bass, juke/footwork e chi più ne ha più ne metta. Un conto è mixare in battere o levare quando si ha a che fare con pezzi ballabili o generalmente pop, un conto farlo quando i bpm volano verso i piani alti con certa techno o quando si deve interagire con le melodie iper-espanse delle produzioni trance odierne.
C’è talmente tanta carne che è possibile mettere al fuoco che l’unica cosa che al momento il sottoscritto vuole fare è sbavare sulla pagina degli annunci relativi al titolo.
In fase di recensione non possiamo far altro che valutare positivamente il futuro
competitivo del titolo ma è indubbio che questa caratteristica potrà venir pienamente
compresa col passare del tempo, quando si avrà una chiara idea della roadmap che
Harmonix userà per rendere il titolo longevo.
Trattandosi di un gioco musicale, FUSER non poteva che essere perfetto dal punto di vista sonoro. La tracklist è ottima e variegata sia per generi musicali che per epoche, anche se a dirla tutta c’è una pendenza, comprensibile, verso dance e hip-hop. Le piste audio di ogni singolo brano sono incastrate alla perfezione nella divisione ritmica fatta dagli sviluppatori di Harmonix, e in questa maniera il giocatore può comporre mix perfetti, a patto di andare a tempo. Non vediamo l’ora che vengano pubblicate altre tracce in futuro, dato che è presente anche uno shop interno.
Dal punto di vista grafico, invece, abbiamo qualche riserva. Menu fluidi e interfacce di gioco chiare e colorate sono gli unici elementi da salvare, assieme anche alla scelta di palette di colori accese e allegre. A dirla tutta anche gli scenari sono simpatici, i modelli 3D dei personaggi e del pubblico, invece, sono quasi un insulto all’Unreal Engine. Praticamente erano meglio i personaggi caricaturali di Guitar Hero.
Per quanto riguarda gli avatar del giocatore, la loro scarsa resa grafica è sopperita da una possibilità di personalizzazione molto prepotente ed espandibile nel corso del gioco, mentre per il pubblico non ci sono scusanti: sono sagome sfocate orribili da vedere e poco animate. Per fortuna il giocatore è concentrato sulla console durante le sessioni di gioco e non ci farà quasi caso.
Ad ogni modo, l’esperienza di gioco di FUSER è innovativa e divertente, e siamo sicuri che saprà regalare momenti gloriosi a ogni tipo di giocatore incuriosito dal titolo. Ci si può allenare in relax anche con una sessione di Freestyle, perfino in coop con un altro giocatore. È presente anche un Social Hub dove i giocatori possono condividere i propri mix, e abbiamo già avuto modo di assistere a mix prodigiosi, e a tantissime versioni di All Star degli Smash Mouth.
FUSER è plausibilmente il miglior gioco musicale degli ultimi dieci anni e si pone a metà tra uno strumento professionale come Virtual DJ e un videogioco dalla docile curva di apprendimento. C’è solo di cui esser felici all’interno dell’ultimo progetto dell’azienda americana.
FUSER è il rhythm game del futuro, senza mezzi termini. Da anni il genere ristagna sul semplice concetto del “premere i pulsanti a tempo“, ma Harmonix in questo titolo è riuscita a portare l’attenzione e il divertimento del giocatore sulla dimensione della creatività. Il giocatore deve essere abile tanto nell’andare a ritmo, quanto nel creare set e mix orecchiabili e coerenti, e tutto ciò è perseguibile in molti modi diversi. In poche parole, tra piste audio, dischi, effetti, pad e loop composti dal giocatore, FUSER è un tool da DJ reso semplice nel suo approccio e giocoso nel suo utilizzo.
This post was published on 6 Novembre 2020 14:00
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