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Recensioni

Space Crew | Recensione (PC): Bomber Crew nello spazio!

Curve Digital ci ha permesso di provare Space Crew, un gioco strategico in tempo reale sullo stile di Bomber Crew dello stesso developer Runner Duck, ma ambientato su un’astronave che viaggia tra basi spaziali, asteroidi e attacchi alieni. Come il suo predecessore spirituale, anche Space Crew è un survival che offre un tipo di esperienza rapida e immediata, nonostante le varie arguzie da gioco di strategia, le parentesi gestionali e le componenti GDR.

Sopravvivere alla minaccia aliena

Giochi come Space Crew non offrono una vera e propria storia, ma piuttosto un incipit e un’ambientazione che contestualizzano la progressione delle missioni del giocatore. A grandi linee ci viene fatto sapere dell’esistenza di alieni che ostacolano l’espansione e le azioni umane nello spazio, e quindi consegnare merci o semplicemente cercare indizi per capire cosa sta succedendo comporta sempre il doversi difendere da attacchi di navicelle nemiche.

Come in Faster Than Light o nello stesso Bomber Crew, il giocatore assembla un equipaggio con diversi compiti per gestire la nave nelle più disparate situazioni. Quando si tratta di agganciarsi a un portale per viaggiare alla velocità della luce l’ingegnere deve spostare l’energia dei reattori direttamente nei motori mentre il pilota servirà a ingaggiare il viaggio, quando invece si tratterà di combattere il giocatore si troverà a dover spostare qua e là addetti alla sicurezza e alle comunicazioni per avere più posti disponibili per combattere nelle postazioni della nave, mentre nel frattempo l’ingegnere riparerà gli eventuali danni.

La gestione del personale si fa ovviamente frenetica in sede di combattimento, sia a distanza che nel corpo a corpo quando qualche alieno proverà un arrembaggio. Il tutto poi può essere coadiuvato dalla telecamera controllata dal giocatore per individuare e agganciare i bersagli come accade in Bomber Crew, o dall’allocazione dell’energia dei reattori nel potenziamento degli scudi o delle armi offensive.

Lo staff della nave può guadagnare esperienza e quindi acquisire nuove abilità, e il suo equipaggiamento è personalizzabile così come lo è anche la nave. Potenziamenti ed equipaggiamento si sbloccano attraverso la ricerca e possono essere acquistati tramite i soldi, due risorse che entrambe ci vengono fornite dal completamento delle missioni.

È dalla base di Athena, appena fuori dall’orbita terrestre, che verranno gestite tutte le operazioni prima e dopo un viaggio spaziale, dalla personalizzazione alla semplice scelta di una missione. Nella base è possibile anche informarsi sullo stato della “storia” del gioco attraverso la Hall.

Sci-fi e immediatezza

L’intera esperienza di gioco di Space Crew fa dell’immediatezza il suo mantra: nonostante a conti fatti si tratti di un RTS con componenti gestionali e ruolistiche, sono davvero pochi i tasti da memorizzare per giocare. I tutorial accompagnano in maniera poco invasiva il giocatore nell’intraprendere i primi passi, portandolo agilmente ad avere una panoramica completa delle azioni da poter compiere nella base e nell’astronave.

Anche il comparto grafico, malgrado la sua semplicità, riesce a comunicare perfettamente il suo intento con l’impatto visivo: luci fredde e predominanza del blu e del nero, per esempio, calano il giocatore in una dimensione fantascientifica e spaziale, mentre i modelli grafici 3D hanno pochi poligoni tondeggianti, al punto che i personaggi umani sembrano letteralmente dei funko-pop digitali. I movimenti della camera e le transizioni da scena a scena sono fluidi e piacevoli alla vista, così come anche gli effetti grafici come la messa a fuoco. Gradevoli anche le diverse citazioni a opere fantascientifiche più famose.

Le interfacce di gioco sono chiare e semplici da comprendere in ogni situazione, e quindi del titolo risulta complicato solo il compito del giocatore di smistare il personale di bordo in giro per l’astronave durante le missioni più ardue. Per quanto riguarda il comparto sonoro, la musica non eccelle e diventa presto monotona pur essendo contestuale, mentre i suoni ambientali fanno il loro dovere a sufficienza.

Il punto dolente di Space Crew va individuato, purtroppo, nella sua durabilità: per quanto ben congegnato, il gameplay risulta molto presto monotono e ripetitivo, costringendo il giocatore a prendere in mano il titolo giusto per qualche occasione mordi e fuggi. Una delle cose più noiose è, forse, la meccanica dell’aggancio dei bersagli tramite telecamera manovrata dal giocatore, in quanto non serve a nient’altro se non a distrarre il giocatore dall’azione all’interno della propria astronave: una volta localizzati i bersagli non possiamo fare altro con questo meccanismo.

Attendiamo comunque fiduciosi l’arrivo dei nuovi contenuti disponibili al lancio ufficiale il 15 ottobre per poter fornire ulteriore opinioni a riguardo, e magari migliorare la quality of life di questo titolo.

Conclusioni

Space Crew è praticamente Bomber Crew fantascientifico: un videogioco strategico in tempo reale ambientato nello spazio tra consegne interplanetarie e minacce aliene, con qualche elemento gestionale e una progressione dei personaggi gidierristica. Al giocatore spettano i compiti di assemblare un equipaggio con diversi ruoli, di personalizzare la propria nave e di partire per le più disparate missioni fintanto che astronave e staff riescono a non riportare danni irreversibili. Si tratta di un titolo fatto per l’immediatezza d’uso, e perciò, per divertirsi al meglio con Space Crew è consigliabile affrontare piccole sessioni di gioco o si rischia di incappare in una forte ripetibilità che annoia.

This post was published on 13 Ottobre 2020 15:00

Alessandro Colantonio

Game designer in erba e chitarrista a tempo perso. Nasce all'ombra del Vesuvio nel 1991, muove i suoi primi passi nel mondo dei videogiochi su un Windows 95 all'età di 5 anni, e diventa presto un Allenatore di Pokémon. Bazzica tra radio web e band durante i suoi studi universitari tra Napoli, Roma e Milano, si parcheggia nella fan-community di Pokémon Milennium dove instaura il suo regime dittatoriale da caporedattore, costruendo una macchina da recensioni e contatti e diventando inconsapevolmente PR. Oggi, oltre a prestare le sue dita a Player.it per articoli, recensioni e approfondimenti, figura anche come streamer di Twtich, content creator di TikTok e PR abusivo. I suoi generi preferiti sono i gestionali, gli strategici, i tattici e i GDR. Ma essendo un accumulatore seriale di videogiochi, cerca sempre di giocare ogni titolo che gli capita sotto mano. Ha una perversione per le pratiche fandom, i cani e la birra artigianale. Adora D&D, va in ira e carica.

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