Udite udite madame e messeri, genti di tutti i popoli riunitevi al cospetto del Re dei videogiochi strategici: Crusader Kings III è il nuovo erede al trono di Paradox Interactive, compagnia svedese specializzata in titoli strategici, e ha tutte le carte in regola per diventarne il suo titolo di punta proprio come lo è stato il suo predecessore Crusader Kings II per circa 8 anni.
C’è chi addirittura parla di probabile Game of the Year, e guardando i voti che stampa e critica hanno dato finora in giro non c’è da stupirsi. Ma è davvero possibile detronizzare un secondo capitolo così redditizio che ha fatto la fortuna di Paradox, e insediarsi come Imperatore de jure (di diritto) di questo 2020?
La riuscita commistione di strategia, gestionale e GDR di Crusader Kings III potrebbe suggerire di sì, ma l’anno ancora non è finito e un tipo di gioco del genere, in teoria, non incontra sempre il favore del grande pubblico, nonostante i tentativi che Paradox ha fatto per rendere il più accessibile possibile questo capitolo senza snaturare la complessità del gameplay. Tuttavia ci troviamo davvero davanti a un assoluto capolavoro senza mezze misure; che sia GOTY o meno, siamo sicuri che sarà tra i titoli RTS in prima linea su PC per la prossima generazione. Scopriamo insieme il perché!
La serie di Crusader Kings è ciò che Paradox Interactive definisce un grand strategy game, cioè un RTS 4X (le quattro “X” stanno per “Explore, Expand, Exploit, Exterminate“, ossia “Esplora, Espanditi, Sfrutta e Stermina“) caratterizzato da un profondo comparto simulativo e da una dettagliata componente gestionale. Classici esempi di questo tipo di giochi provengono proprio da casa Paradox: stiamo parlando di Europa Universalis, Hearts of Iron e Stellaris.
Crusader Kings II era nato come un gioco indie e il suo supporto sarebbe dovuto durare circa 4 o 5 anni, tuttavia i giocatori sono letteralmente impazziti per le possibilità interpretative offerte dal gameplay e hanno continuato a far fatturare sempre di più Paradox, costringendo la casa svedese a prolungare le aspettative di vita del titolo per il doppio di quanto inizialmente previsto. Per questo motivo, Crusader Kings III è arrivato sul mercato con una brand identity molto più forte, al punto che può essere considerato quasi un Tripla A.
Ogni partita di Crusader Kings è ambientata nel Medioevo e permette al giocatore di impersonare il patriarca (o la matriarca) di una famiglia reale attraverso le generazioni tra guerre, complotti, matrimoni e crociate, il tutto sullo sfondo di una mappa dinamica che rappresenta il Vecchio Mondo (Europa, Africa del Nord e parte dell’Asia).
La serie di Crusader Kings può definirsi la perfetta unione tra Civilization, The Sims e la saga letteraria de Le Cronache del Ghiaccio e del Fuoco, proposta come un grande gioco da tavolo interattivo fatto di pedine animate su mappe cartacee dai confini colorati.
Ciò che ha reso la serie famosa è proprio il cambio di prospettiva dalla gestione delle nazioni negli RTS di simile impianto, al singolo personaggio e alla sua vita di corte, nonostante sullo sfondo ci siano comunque questioni sociali, economiche e politiche da tenere a bada. I personaggi sono il fulcro del gioco, e il giocatore è quindi stimolato a soddisfare i bisogni del regnante di turno piuttosto che le esigenze del popolo su cui regna. In questo senso, Crusader Kings II è stato catalogato anche come Gioco di Ruolo, proprio nel senso più interpretativo del termine: ogni singolo personaggio in gioco ha Tratti e Abilità che influiscono sulla sua personalità e sulle decisioni da prendere e che portano il giocatore ad adottare stili differenti di gameplay.
Con Crusader Kings III tale dinamica interpretativa è messa ancora più al centro del gioco, in quanto non rispettare i tratti e la personalità del personaggio in controllo può portare a penalità dannose per il proprio potere, o addirittura per la propria stessa vita.
Avete capito bene: Crusader Kings III costringe i giocatori a ruolare il personaggio di turno.
A patto di lasciarsi trasportare da questa dinamica, il gameplay apparirà sempre diverso da regnante a regnante all’interno della stessa identica partita.
Un esempio: il giocatore si ritroverà a complottare contro i propri vassalli perché lo stile di vita del duca che sta controllando è basato sugli intrighi e il suo carattere è di natura sadica e ingannevole, ma alla sua morte il giocatore dovrà impersonare il figlio che è un devoto cattolico con una natura caritatevole che vive basandosi sulla coltivazione dei rapporti personali.
In tutto questo susseguirsi di discendenze reali, è da ricordare che le varie dinastie rappresentate in gioco sono storicamente accurate. Ciò che il giocatore è portato a fare all’interno di Crusader Kings III quindi, è creare la propria storia all’interno della Storia, assumendo il ruolo di ogni erede della discendenza reale che ha scelto.
E questa scelta è da fare su diverse centinaia di famiglie nobiliari storicamente esistite, tra altrettante centinaia di nazioni.
In questo contesto storico si inserisce quindi una forte componente narrativa rappresentata dalle azioni del giocatore e dalle scelte fatte dal medesimo quando si tratta degli Eventi, finestre e pop-up che caratterizzano l’intera vita di ogni capofamiglia, e che trasformeranno la sua sessione di gioco in una vera e propria soap-opera medievale fatta di azione, gloria, tradimenti e colpi di scena.
Crusader Kings, essendo un gioco strategico, richiede per natura un pensiero ponderato per portare al successo la propria dinastia, e perciò anche l’attuale terzo capitolo della saga è un gioco dalla ripida curva di apprendimento: padroneggiare le tantissime meccaniche concatenate tra loro non è semplice per un novizio. Per nostra fortuna stavolta gli sviluppatori di Paradox hanno lavorato duro per rendere il titolo il più accessibile possibile attraverso tutorial e enciclopedie interattive, per non parlare dell’interfaccia di gioco più pulita, più navigabile e più funzionale, e dei tooltip dei consigli che hanno al loro interno altri tooltip con ancora altri tooltip!
Parlare del gameplay nudo e crudo di Crusader Kings III in una recensione senza che essa si trasformi in una guida per principianti è difficile.
La natura complessa del titolo, per fortuna o purtroppo, esige una categorizzazione ben definita degli argomenti di discussione o si rischia di perdersi nelle profondità dei sistemi di gioco.
In alto i vostri calici di vino prima di proseguire la lettura di questo paragrafo.
Tutto ciò che serve per giocare a Crusader Kings III è un mouse, un paio di scorciatoie dalla propria tastiera del PC, e aguzzare l’ingegno.
A seconda del vostro stile di gioco, e a seconda del personaggio che vi ritroverete tra le mani, potreste adottare diverse strategie per portare avanti il vostro dominio attraverso i secoli. Per semplificare il contenuto del titolo alla lettura, dividiamo il gioco in 4 macro-aree di analisi: la Discendenza, la Politica, la Guerra e Religione.
In Crusader Kings III tutti i personaggi, che siano giocabili o meno, fanno parte di una Famiglia legata a una Casata, a sua volta riconducibile a un’intera Dinastia.
Tali legami di sangue sono consultabili in ogni momento dall’albero genealogico raggiungibile da un click sull’emblema della propria casata, presente sempre in basso a sinistra sullo schermo o all’interno della scheda dei personaggi.
A differenza di un qualsiasi altro strategico in Crusader Kings III è più importante diffondere il proprio sangue reale in lungo e in largo per il mondo che conservare o ampliare i confini del proprio regno.
Territori e popoli sotto il proprio dominio cambieranno in continuazione, ciò che resta è il sangue della propria Dinastia.
Il giocatore controlla un solo personaggio.
Questo significa che ogni volta che il regnante di turno muore, il controllo passa al suo erede legale. Il Game Over, dunque, incorrerà quando l’ultimo personaggio giocabile della Casata scelta sarà morto.
A seconda dell’evenienza, utilizzando le proprie risorse personali come il Prestigio, la Fede o i Soldi, o sfruttando i bonus della propria Cultura di appartenenza o della propria Religione, il giocatore può compiere diverse azioni di gioco che possono andare dal legittimare un figlio bastardo (nato da una relazione extraconiugale) alla creazione di un nuovo ramo Cadetto.
Il valore della propria Casata è misurato con il renown (la rinomanza), un parametro che identifica la fama e l’appetibilità dei personaggi appartenenti alla stessa linea di sangue. Più i nostri familiari saranno numerosi e mescolati ad altre Dinastie, più essa aumenterà. La rinomanza accumulata può essere anche spesa per le legacy (le eredità), potenziamenti perenni applicati a tutti i personaggi della Dinastia.
Per perpetrare ai posteri il proprio sangue, una parte fondamentale del gioco consiste nel trovare un buon partito per i propri regnanti: ogni personaggio ha valori e simboletti che, nonostante una certa casualità di gioco, sono tramandabili ai propri figli attraverso la genetica o sono leggermente manovrabili attraverso azioni in gioco. Stiamo parlando dei Tratti e delle Abilità.
Per questo motivo è fondamentale combinare i migliori matrimoni possibili, tenendo in conto anche delle alleanze, del prestigio e della rinomanza che possono portare a personaggi e Casate. Altrettanto importante è relegare l’istruzione dei minori a personalità di corte che siano affidabili e che abbiano abilità e stili di vita riconducibili a quelle che vorreste per la vostra progenie.
Attenzione agli incesti!
Nel Medioevo in molte culture si usava conservare il sangue reale facendo accoppiare consanguinei, e saranno molte le volte in cui anche voi giocatori vi ritroverete a meditare se far sposare due cugini in modo da ereditare qualche tratto genetico utile: il problema è che questo può portare anche all’incombenza maggiore di tratti negativi, come malformazioni o infertilità.
Un personaggio adulto ha un minimo di 3 tratti della personalità che ottiene durante la sua crescita da bambino. Un’azione avventata durante uno scontro in guerra potrebbe farvi perdere un braccio donandovi il Tratto “Monco” con i suoi malus, oppure la scoperta di un complotto ordito per ammazzare l’ultimo erede di un parente in modo da strappargli di mano il suo dominio potrebbe farvi guadagnare la fama di Assassino. A volte il gioco potrebbe perfino affibbiarvi un soprannome legato proprio alle vostre vicissitudini.
Per quanto riguarda le abilità, esse sono valori che sono cumulabili lungo tutto il corso della vita e sono legate a doppio filo con gli stili di vita e con il Consiglio, di cui parleremo nel prossimo paragrafo. Esse sono la diplomazia, la marzialità, l’amministrazione, l’intrigo e l’istruzione, e tutte nel loro insieme qualificano le capacità di gestione del potere dei personaggi: ogni volta che ci sarà una decisione da prendere verranno prese in considerazione le abilità adatte alla situazione. Di norma più alto è il loro valore, più ci sono possibilità di successo.
Gli stili di vita sono una novità assoluta di Crusader Kings III.
La loro aggiunta permette di implementare ulteriori dinamiche da GDR all’interno di Crusader Kings, inserendo un vero e proprio sistema di esperienza e interi alberi di benefici da sbloccare. I benefici possono variare o aggiungere meccaniche, oltre a dare nuovi bonus e malus, e sono in grado di cambiare il gameplay molto in profondità.
Personalmente mi è capitato di aver approfondito uno stile di vita legato alla marzialità, e mi sono trovato ad abbattere eserciti sempre più grandi del mio senza particolari problemi. E siccome ogni regnante non è che duri per sempre, ecco spiegato uno dei motivi principali per cui alla morte di ogni personaggio cambierà drasticamente l’esperienza di gioco.
Al di fuori della propria cerchia familiare e della propria Dinastia, c’è un intero mondo con cui avere a che fare. In Crusader Kings III è essenziale gestire il proprio dominio occupandosi delle politiche interne senza tralasciare la politica estera: a volte per le vostre mire espansionistiche occorrerà utilizzare la vostra diplomazia, altre volte dovrete ricorrere agli intrighi, altre volte ancora sarà meglio prendere iniziativa con una sana Guerra.
Prima di comprendere come muoversi tra il proprio governo e i governi delle altre nazioni, è essenziale capire la struttura del mondo di gioco. In Crusader Kings III, come tutti i grand strategy game di Paradox, c’è una gerarchia tra i vari tipi di domini. Al grado più alto abbiamo gli imperi, che sono formati da più regni, a loro volta costituiti da uno o più ducati che, infine, sono un assembramento di una o più contee.
Il giocatore può impersonare quindi un Imperatore, un Re, un Duca o un Conte a seconda del tipo di dominio che si ritrova tra le mani, e ovviamente più sarà in alto nella scala gerarchica, più avrà possibilità decisionale sui suoi sottoposti e sul suo dominio, ma anche più responsabilità.
I personaggi che regnano sotto il giocatore sono chiamati vassalli, e oltre a voler partecipare al processo decisionale dell’intero governo standosene nella vostra corte, contribuiscono a portare tasse alle vostre casse del tesoro e leve al vostro esercito, quindi è bene tenerseli buoni e amici garantendo loro qualche titolo onorifico o addirittura una posizione all’interno del Consiglio.
Ogni personaggio ha un limite di domini che può possedere, ma non un limite di vassalli.
Al di sotto delle contee ci sono poi i baronati, una novità di Crusader Kings III. Identificati da confini tratteggiati ed edifici ben visibili sulla mappa di gioco, essi non sono direttamente controllabili dal giocatore, ma ampliano il gameplay delle contee che nel precedente capitolo della saga non godeva della stessa profondità di gioco degli altri tipi di reggenza.
Che voi siate un Basileus bizantino, uno Jarl vichingo o l’ultimo Duca di umili origini a cui è stato affidato un castello nel Sacro Romano Impero, il vostro primo punto di interazione col mondo politico di Crusader Kings III è il Consiglio.
Esso è formato da 6 individui: il vostro partner reale, il leader religioso dei vostri territori, il cancelliere, il sovrintendente, il maresciallo dei vostri eserciti e il maestro delle spie.
Le abilità dei consiglieri influiscono direttamente sulle capacità del loro ruolo e sui bonus del vostro dominio, ma la cosa più importante è che è attraverso questi personaggi che il giocatore può influenzare le dinamiche di gioco. Il maresciallo per esempio, tra le varie cose può stringere il controllo del potere su un territorio in rivolta o può aumentare il numero di leve a disposizione del giocatore, il sovrintendente può aumentare le tasse o alleggerire i costi di costruzione di edifici e migliorie, e così via.
Ogni posizione nel consiglio ha il suo ruolo strategico, per questo è fondamentale affidarla a chi ha un’elevata abilità in quel determinato ambito politico ma purtroppo non sempre il giocatore si ritroverà a scegliere la migliore opzione.
Le incombenze del caso vi costringeranno ad avere, per esempio, un leader religioso scansafatiche ed eretico perché quella posizione nella vostra religione o nel vostro tipo di governo non è assegnabile da voi, oppure, come vedremo nel prossimo sotto-paragrafo, sarete costretti ad assegnare una posizione di rilievo a un vostro cugino perché gli dovete un favore e non potete fare altrimenti.
Nell’enorme rappresentanza del mondo medievale dallo stretto di Gibilterra al corno meridionale dell’India, sono state individuate 3 forme di governo giocabili dai creativi di Paradox che differiscono per cultura e per struttura attraverso i secoli di gioco.
Il governo feudale è focalizzato sui contratti, schede di gioco che permettono una personalizzazione dettagliata delle obbligazioni dovute dai Vassalli in termini di tasse e soldati di leva.
Il tipo di governo dei clan invece è più incentrato sulle relazioni dinastiche piuttosto che su patti scritti. La motivazione ultima dei clan è la conquista di un intera nazione, per questo i sovrani di questo tipo di governo possono perseguire tale desiderio una sola volta in tutta la loro vita, a patto di meritarselo con la giusta dose di fama.
Il governo tribale invece è basato sui possedimenti e sui raid: più sono i domini conquistati, più il sovrano è considerato potente e può permettere ai propri sottoposti di andare a fare incursioni in giro per il mondo per portare tesori e ricchezze nelle proprie casse.
Qualunque sia la forma di governo che il giocatore si troverà tra le mani, Crusader Kings III ne permette una discreta modifica delle leggi, che a loro volta consentono di ricevere nuovi bonus e malus e di accedere a nuove meccaniche. Col passare dei secoli, con la progressione del proprio regno e della Cultura di cui si fa parte, diventa possibile cambiare le leggi di successione, istituire nuovi titoli nobiliari o addirittura creare un regno ex novo con nome e stemma a scelta.
In Crusader Kings III, per ottenere ciò che si desidera dalle altre persone o dagli altri governi, il giocatore può usare vie diplomatiche, come ad esempio matrimoni strategici che garantiscono alleanze, regali in denaro o semplici influenze personali. Oppure si può ricorrere ai piani, meccaniche relative alla rinnovata e approfondita area di gioco degli Intrighi.
Rispetto a Crusader Kings II, gli intrighi del nuovo capitolo sono diventati ancora più invadenti all’interno del gameplay. La schermata dedicata ad essi permette di tenere traccia dei propri piani, dei propri segreti e della nuova meccanica degli hook (“Agganci“): una volta scoperto il segreto di una persona, esso può essere usato per ricattarla e quindi ottenere un aggancio che permetterà al giocatore di obbligarla a fargli un favore, come per esempio cedere il suo posto nel Consiglio o pagare più tasse; oppure, il segreto può essere reso pubblico per destabilizzare i suoi conoscenti e il governo di cui fanno parte, e magari incarcerarli.
I piani, che siano diplomatici o complotti, hanno una barra di avanzamento e delle percentuali di successo che possono essere tenute d’occhio e controllate. Ma a cosa può servire complottare in un gioco come Crusader Kings III?
Beh, tenendo conto che ogni personaggio di gioco ha sue personalità e sue ambizioni, per prima cosa è essenziale difendersi dagli attacchi al potere.
In secondo luogo, invece di organizzare matrimoni su matrimoni per guadagnare un erede al trono di un dominio che vi interessa, potrebbe essere una via più semplice ammazzare in segreto l’ultimo erede avversario rimasto prima che il dominio in questione passi a voi.
E questa è solo una delle tante possibilità che possono venirvi in mente.
C’è un’altra via veloce che permette al giocatore di ottenere ciò che vuole: la guerra. Certo, non è detto che tutte le guerre siano decise dal giocatore, e può capitare che qualche guerra non sia esattamente veloce, ma si tratta comunque di un’area di gioco molto importante.
Prima di poter ancora chiamare a raccolta il proprio esercito in una guerra offensiva, il giocatore ha bisogno di avere un claim, ossia una “pretesa” su un determinato territorio, o in generale un casus belli come una semplice motivazione legata alla propria Religione o alla propria cultura, ad esempio una guerra santa o un raid vichingo.
I claim sono visualizzabili nelle schermate dei personaggi, e possono essere fabbricabili attraverso le azioni del proprio leader religioso nel Consiglio col passare del tempo e con la spesa di una determinata somma di denaro. Possono essere utilizzati anche i claim dei propri vassalli o delle personalità di corte. È anche possibile dichiarare guerra senza avere reclami né casus belli, ma in questo caso si incorrerà in alcuni malus dentro e fuori dalle battaglie… a meno che il vostro sovrano non sia un Tiranno minaccioso!
Nel precedente Crusader Kings II la composizione delle proprie armate era problematica, in quanto dipendeva in maniera troppo diretta dai propri vassalli, non permettendo al giocatore di poter scegliere l’assortimento dei differenti tipi di truppe. In questo terzo capitolo la situazione è un po’ cambiata: le truppe di base sono sempre costituite dalle leve fornite dai propri vassalli, ma stavolta sono composte unicamente da fanteria leggera; in aggiunta, in base al proprio potere e altri diversi fattori legati al governo o alla propria persona, il regnante può assemblare delle truppe personali di tipologia differente a seconda delle sue esigenze.
È anche possibile insignire dei cavalieri, potenti personaggi che da soli valgono tante Leve quanto è alto il valore della loro prodezza, un’abilità secondaria dei personaggi.
In questo modo non solo il regnante ha un potere leggermente più diretto sul proprio esercito, ma si aggiunge all’esperienza di Crusader Kings qualcosa che, stranamente, è sempre mancata nonostante si tratti di un gioco che tratta di crociate e di Medioevo.
I cavalieri, infatti, ci sono sempre stati nei capitoli precedenti, ma la loro esistenza era legata meramente alla necessità di avere titoli nobiliari da affibbiare ai cortigiani per farli contenti.
Il combattimento vero e proprio è rappresentato dall’incontro di pedine animate sulla mappa, ognuna contrassegnata da un valore che rappresenta il numero di leve schierate. Più questo valore è alto, più ci sono chance di vittoria, ma le sorti di una battaglia vengono decise anche da diversi fattori, come la presenza e la forza dei cavalieri, il tipo di truppe schierate e la conformazione del terreno.
Oltre agli scontri frontali, ci sono anche gli assedi, che permettono di controllare una zona nemica dopo aver passato sufficiente tempo ad assaltarne gli edifici.
Come molti altri titoli 4X di Paradox, la strategia nel combattimento è localizzata nelle fasi prima delle singole battaglie e dell’intera guerra: decidere a chi attaccare, come formare il proprio esercito, cosa o chi attaccare prima, dove attirare gli eserciti avversari, quali alleanze stringere, e così via. Le sorti di un’intera guerra vengono decise dalla somma di battaglie e assedi.
Una parte importante di Crusader Kings III è dedicata alla sfera delle religioni, da sempre presenti nel franchise ma mai approfondite così tanto prima d’ora. Il credo di ogni personaggio, al pari della sua cultura, determina in primo luogo la percezione che le altre persone hanno del giocatore, ma anche il suo modo di rapportarsi col mondo.
Il nuovo Religion System di Crusader Kings III è organizzato per fedi, sottocategorie delle religioni principali dalle quali ereditano diversi attributi positivi o negativi. Ogni fede ha i suoi comandamenti, precetti da seguire che possono cambiare da fede a fede all’interno della stessa religione.
Essi sono 3, e oltre a fornire i soliti bonus e malus di sorta, consentono anche lo sblocco di alcune meccaniche di gioco, andando ancora più a fondo nella personalizzazione e nella personificazione dei personaggi.
Ad esempio, il comandamento della comunione in una delle fedi del Cristianesimo consente di chiedere l’indulgenza ai propri leader religiosi, ricevendo somme di denaro in cambio di pietà, una risorsa dei personaggi legata proprio alla religione.
Ogni fede ha poi le sue virtù e i suoi peccati, che non sono altro che tratti dei personaggi visti come positivi o negativi dai seguaci religiosi, e le dottrine, numerosi modi di vedere la vita secondo i credenti che influenzano l’intera percezione del mondo. Tali dottrine vanno dalla sfera clericale a quella personale e romantica, e aggiungono tratti, bonus e malus ai giocatori che rispettano o infrangono tali leggi religiose.
Ma che succede se il proprio potere personale è ostacolato dai precetti religiosi che si seguono, o del leader religioso del proprio credo?
Crusader Kings III stupisce tutti con una dettagliata e costosa (in termini di pietà come risorsa) creazione di una fede. Il giocatore può fondare un nuovo credo scegliendone personalmente i precetti, dai comandamenti fino all’iconcina che lo rappresenta in gioco.
Oltre alle fedi, il giocatore può anche istituire nuovi ordini religiosi. Si tratta di corpi militari dei quali il sovrano ne è il patrono, e dai quali può intascare quote di denaro quando essi verranno pagati per offrire le loro prestazioni in guerre religiose. Il patrono di un ordine religioso può anche assumere per sé stesso i loro doveri bellici senza alcun costo di acquisto.
La sensazione generale di ogni titolo 4X di Paradox è quella di avere a che fare con un enorme tabellone di un gioco da tavolo, trasposto però in un mondo virtuale dove è possibile vederne la dinamicità, le animazioni e la profondità.
Crusader Kings III non è da meno, e, anzi, la “sensazione gioco da tavolo” è esaltata ancora di più dalla mappa di gioco, rappresentata alla massima distanza come una cartina strategica poggiata su un tavolo di legno.
La mappa dinamica di Crusader Kings III è uno spettacolo per gli occhi da qualunque filtro e distanza viene osservata.
Da vicino è possibile distinguere i più minuti rilievi e corsi d’acqua, e in generale il terreno ha una grande varietà di colorazioni a seconda della zona di appartenenza. Certo, ci sono un po’ di imprecisioni, ma la fedeltà generale al mondo reale è strabiliante, e a volte una bella carrellata a tempo perso sul mappa di gioco sarà d’obbligo per il puro piacere della vista. I principali corsi d’acqua e le montagne più imponenti sono terreni non percorribili, e diventeranno parte integrante delle mire di conquista del giocatore e delle sue strategie di guerra.
I protagonisti assoluti di Crusader Kings III, tuttavia, sono i suoi personaggi.
Già nel titolo Imperator: Rome eravamo entrati in contatto con i nuovi modelli 3D dei giochi Paradox, ma è con questo titolo che essi prendono vita.
Le loro pose, le loro espressioni e il loro vestiario rispecchiano esattamente ciò che comunicano le loro schede tra tratti e abilità. Anche nelle diverse situazioni degli eventi di gioco, li vedrete ora spaventati, ora impavidi e fieri a seconda di cosa sta succedendo. Le pedine di gioco, invece, sono ancora troppo legate al passato dei titoli di Paradox. Per quanto la qualità sia sinceramente migliorata, sarebbe forse l’ora di evolvere questo sistema di gioco per modernizzare ancora di più i titoli.
Ottimo anche il grande lavoro svolto sui menu di gioco e sulla pulizia delle interfacce.
A parte Cities: Skylines, forse per la prima volta in assoluto un gioco strategico di Paradox è di facile approccio e comprensibilità, complici anche i tooltips.
L’audio, come sempre, è magnifico. Gli effetti sonori sono contestuali e ben amalgamati al tema medievale, ma è con la musica che si raggiunge l’eccezionalità. Nel video in basso è presente una delle tante esecuzioni orchestrali che sono state inserite nel titolo, ed è incredibile come nella loro magniloquenza riescano sempre a dare il giusto sottofondo a ogni situazione che si paventa davanti al giocatore.
Personalmente, la mia traccia preferita è The Dinasty, il tema principale del gioco: inizia come una semplice e calma aria medievale fatta di corni e leggere strimpellate mentre in background il gioco carica tutti gli assets, ma all’improvviso esplode in una impetuosa marcia di guerra che prelude a battaglie tempestose e omicidi, per poi svilupparsi in un sontuoso brano fatto di cori minacciosi e trombe squillanti, palesemente ispirato a O Fortuna dei Carmina Burana, e infine si trascina verso il silenzio in un calmo dramma di cori e archi malinconici.
Potete trovare l’intera tracklist qui.
Le partite di Crusader Kings III possono essere totalmente personalizzabili nelle opzioni di gioco prima di lanciare una campagna. Al di là delle classiche differenze di difficoltà, si può optare per avere un’attinenza storica più stretta, ad esempio con le invasioni di popoli barbarici o con la creazione di regni storicamente esistiti durante la simulazione del resto del mondo, o si può optare per avere un filtro più inclusivo per le persone più sensibili alle tematiche gender: insomma, ci troviamo in un contesto medievale e molte culture all’epoca demonizzavano gli orientamenti diversi dall’eterosessualità.
Tuttavia, nonostante le tante opzioni selezionabili, è un po’ strano trovarsi davanti a un gioco Paradox che non permette l’inizio di una campagna in una data a scelta del giocatore.
Questo è forse l’unico difetto di gioco, se non proprio un passo indietro rispetto al capitolo precedente: di solito in giochi del genere il giocatore può decidere l’anno in cui iniziare la propria campagna, ma in Crusader Kings III per il momento la scelta è relegata solo a due date, l’867 e il 1066. Certo, si può pur sempre avviare una partita come spettatore e osservare per un po’ come l’Intelligenza Artificiale modifica il mondo di gioco fin quando non arriverà la data preferita, ma non è esattamente la stessa cosa perché si perde l’accuratezza storica, oltre che del tempo di gioco.
Un discorso a parte va fatto per le mod.
Per cominciare, c’è da spiegare perché stiamo parlando di mod in una recensione: Paradox Interactive è indissolubilmente legata alla sua community di modder dato che tre quarti dei suoi sviluppatori, incluso il game director di Crusader Kings II e Crusader Kings III, vengono proprio da lì. Inoltre, proprio per questo titolo Paradox ha deciso di dare l’accesso anticipato ad alcuni rinomati modder per consentire di presentare già delle mod attive al lancio.
Nel corso degli anni Paradox ha sempre più affinato il suo mod support, e ai giorni nostri offre una più che completa personalizzazione del gioco che arriva a modificare dal semplice dettaglio dell’interfaccia fino a un’intera creazione di giochi a parte, come è successo, per esempio, in una mod presentata al lancio di Crusader Kings III ambientata nel contesto dark fantasy del Mondo di Tenebra, ai tempi della caduta di Costantinopoli.
La mod è talmente strutturata bene con modifiche di meccaniche esistenti e della grafica, e con l’inserimento di meccaniche aggiuntive, che è praticamente un gioco a parte rispetto a Crusader Kings III. Chissà che in futuro non arrivino altre mod di qualità che esplorino altri mondi fantasy, come quello de Le Cronache del Ghiaccio e del Fuoco o dei Forgotten Realms di D&D.
Crusader Kings III rasenta la perfezione per le possibilità di gioco, il gameplay dinamico e l’unione azzeccata tra GDR e strategia che è stata affinata dal suo predecessore e portata al suo massimo potenziale. Bastano appena 10 minuti per ritrovarvi intrappolati nelle trame familiari e nelle dispute territoriali di personaggi raccontati e simulati dai sistemi di gioco, e non potrete fare a meno di seguire con interesse la trama da soap-opera medievale che si dipana di fronte a voi. Potete trovare Cursader Kings III su Steam e su Xbox Game Pass per PC.
Visto il decorso storico del precedente capitolo, vista l’accuratezza medievale e vista la profondità delle dinamiche di gioco, Crusader Kings III, per grazia di Paradox e volontà dei suoi sviluppatori, autorizza il matrimonio tra narrativa ruolistica e meccaniche strategiche per consegnare al popolo di giocatori un modo rinnovato di interpretare e giocare gli RTS. Che sia dichiarata la nascita di un capolavoro di sangue reale, addì 1 Settembre 2020.
This post was published on 11 Settembre 2020 10:05
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