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Recensioni

Tony Hawk’s Pro Skater 1+2 | Recensione (PS4)

C’erano una volta gli anni novanta.
Con gli anni novanta c’erano altri videogiochi, altri generi, altre tendenze. Prima dei longboard o dei monopattini elettrici c’erano gli skateboard, prima dei tiktok con la gente che balla, degli instagram reels con i tumbler che fanno le piroette c’erano le VHS in cui riprese fatte col fisheye venivano mischiato col pop punk di quegli anni.

Bel periodo gli anni novanta, specie dal punto di vista prettamente videoludico.
La seconda metà di quel decennio, grazie anche all’arrivo delle console di sesta generazione, ancora oggi viene ricordata con incredibile affetto da praticamente tutti gli adulti di oggi.

Tra i titoli che maggiormente si sono presi la briga di finire nel cuore dei giocatori troviamo anche una saga di sportivi che, al giorno d’oggi, veniva ricordata per essersi conclusa con un disastroso quinto capitolo numerato.
Parliamo proprio della saga di Tony Hawk’s Pro Skater.

Vecchio ma nuovo.

Partiamo subito col definire nel modo più freddo possibile il prodotto con cui abbiamo a che fare.

Tony Hawk’s Pro Skater 1+2 è un videogioco sportivo arcade che abbraccia prepotentemente il gameplay classico della saga, mischiando il mondo dei platform collectathon con quello dei picchiaduro, implorando il giocatore di inanellare combo sempre più mastodontiche per mettere da parte altro punteggio.
Il tutto con una tavola sotto ai piedi ed un parco mosse enorme, composto da trick di diversa natura, esattamente come nel reale mondo dello skateboard.

Il remake di Vicarious Visions si pone sullo stesso piano qualitativo degli altri remake made in Activision. Si prende il gioco originale, lo si studia a puntino e lo si aggiorna dal punto di vista tecnico/contenutistico con nuove cose, il tutto per non scontentare i vecchi giocatori strizzando l’occhio anche a chi di anni sul groppone ne ha decisamente meno.

Questa formula sostanzialmente abbandona tutta la scemenza messa in piedi con lo splendido duo di capitoli col sottotitolo underground e ci porta davanti alla ricetta messa in piedi nei primi quattro capitoli della saga. Il titolo è sostanzialmente diviso tra modalità campagna, modalità multigiocatore e modalità creativa, assicurando ai giocatori maggiormente legati al brand decine e decine di ore di gioco.

La campagna metterà il giocatore davanti alla possibilità di affrontare le storyline di entrambi i titoli in maniera del tutto libera, sbloccando di volta in volta contenuti e risorse utilizzabili per l’ecosistema stesso del gioco. Tutte quante le mappe proposte si presentano come versioni aggiornate quasi 1:1 delle loro controparti originali e faranno battere fortissimo il cuore dei giocatori più appassionati con scorci da togliere il fiato e richiami a tutta la mitologia della saga.

Rispetto ai titoli originali le variazioni presenti sono di carattere minimo, tra sfide aggiunte, lettere riposizionate e piccole modifiche strutturali ad alcuni elementi del level design. Certi trick sono diventati diventati impossibili mentre molte altre nuove possibilità si sono aperte, grazie anche alla possibilità di giocare la campagna di THPS1 con le movenze e le possibilità che erano state date soltanto nel due (perché sì, nel primo capitolo della saga i manual e i revert non erano disponibili).

Chi sono io?

Il titolo ci farà giocare la campagna inizialmente nei panni del sopracitato Tony Hawk, senza però impedirci di impersonare un altro dei famosissimi skater presenti nel roster tra vecchie glorie presenti nell’originale (Chad Muska, Rodney Mullen, Steve Caballero) e nuove glorie dello skate come Riley Hawk o Aori Nishimura. C’è pane per i denti di tutti gli appassionati all’interno del titolo, complice anche l’incredibile grado di personalizzazione che il negozio estetico genera.

Il titolo è dotato anche di due ottimi editor: uno per la creazione di uno skater personalizzato e uno per la creazione di interi livelli. Quello per i livelli è, tra le altre cose, integrato con il più classico degli ecosistemi online, facendo schizzare la longevità del gioco verso livelli mai raggiunti prima dalla saga.

È possibile creare una mappa per condividerla con i propri amici o farla semplicemente circolare per il web, con altri giocatori che si divertiranno a scoprirne i segreti e a raggiungere record lì sopra. Purtroppo per noi che lo abbiamo recensito è stato impossibile vedere produzioni in grado di far stropicciare gli occhi, ci rimettiamo alla passione della community.

Al momento l’unica cosa che sembra non quadrare nello splendido progetto della software house è l’impossibilità di aggiungere obbiettivi alle mappe custom, generando sicuramente meno voglia nei non appassionati nel provare tutta questa serie di aggiunte community based.

La modalità multiplayer di Tony Hawk’s Pro Skater 1+2 è sbarazzina al punto giusto, dividendosi tra multi locale e online, permettendo due amici di allenarsi insieme o di competere con obbiettivi personalizzabili all’interno del parco mappe offerto dalla modalità campagna del titolo. Con qualche aggiornamento la modalità sarà in grado di soddisfare i palati più difficili della playerbase sul lungo periodo.

60 frames di punk californiano.

Dal punto di vista prettamente ludico, tolto qualche baco odioso che ci farà schizzare fuori dai confini delle mappe di gioco e qualche collisione dubbia, Tony Hawk’s Pro Skater 1+2 vola altissimo, esattamente come i capitoli che richiama nel titolo. Inanellare combo grindando, ollando e più in generale creando linee dove non ce ne sono è ancora oggi incredibilmente divertente.

La curva di apprendimento è tutto fuorché ripida, grazie anche alla presenza delle mod gioco (veri e propri cheat legali) che ci permettono di smettere di preoccuparci di mantenere l’equilibrio quando si è in grind o manual.

Come giocatori avremo la possibilità di personalizzare anche il parco mosse del nostro skater preferito, il tutto a patto di completare alcune tra le infinite sfide che il gioco ci metterà davanti. La longevità del titolo, se si punta al completismo più totale, vola altissimo grazie a qualcosa come 20 sfide esclusive per skater, ognuna in grado di ricompensare il giocatore con oggetti estetici o risorse di altro genere.

Più o meno allo stesso livello di assoluta gioia per l’anima troviamo il comparto tecnico del titolo, diviso tra un restyling grafico molto fedele e solido ed una colonna sonora degna di entrare nella storia per scelta dei brani.

Come annunciato nei mesi scorsi la maggioranza delle canzoni che hanno fatto la storia di THPS1&2 sono ritornate anche in questo nuovo capitolo e ad esse sono state aggiunte quaranta nuove canzoni, spaziando tra il grime di Skepta al pop punk sporco di Machine Gun Kelly.

Niente da eccepire in entrambi i casi: è difficile chiedere di più ad un gioco di skate se non di grindare a 60 frames granitici con un pezzo dei Dead Kennedys in sottofondo.

Tony Hawk’s Pro Skater 1+2 è l’ennesimo ottimo remaster che Activision ha commissionato a Vicarious Visions. Il titolo ha il potenziale per restare nel tempo grazie a potenti editor per la community, non può scontentare i vecchi fan grazie ad un rispetto enorme per il materiale originale e rimane incredibilmente divertente grazie ad un concept che non è invecchiato granché. Se siete alla ricerca di un gioco terribilmente divertente avete trovato pane per i vostri denti.

This post was published on 6 Settembre 2020 17:28

Graziano Salini

Perennemente alla ricerca di legami tra argomenti distanti tra loro, con una certa predilezione per musica e videogiochi. Faccio il possibile per fare in modo che ci siano meno errori di concetto possibili sugli articoli di Player.it, grande fan degli errori grammaticali invece, quelli fanno sempre ridere. Quando non sto amministrando questo sito lavoro mi occupo di spiegare cose difficili in maniere semplici su altri siti, su tematiche molto meno allegre dei videogiochi.

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