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Nioh 2 | Recensione (PS4)

L’8 Febbraio 2017, dopo uno sviluppo lungo e travagliato, Team Ninja riusciva finalmente a dare alla luce Nioh, un titolo tanto atteso quanto ambizioso. Un po’ Dark Souls, un po’ Ninja Gaiden, un po’ Onimusha, il gioco fu un vero e proprio successo di critica e pubblico, tanto da convincere Koei Tecmo a puntare nuovamente sul franchise.

A poco più di tre anni di distanza, Nioh 2 è sbarcato sugli scaffali dei negozi di tutto il mondo, siano essi fisici o virtuali. Sin dall’inizio della sua campagna promozionale, il titolo si preponeva di riproporre la formula vincente del primo Nioh, ma approfondendone le meccaniche, senza però rinunciare ad implementarne di nuove.

La domanda che in molti si staranno ponendo è più o meno questa: il titolo è all’altezza del suo illustre predecessore? Vi diremo la nostra nel corpo di questa recensione, ma possiamo anticiparvi una cosa: Nioh 2 ci ha convinti, come e più del precedente capitolo.

Tra uomini e yokai

Dopo aver creato il vostro personaggio, sarete catapultati nel breve tutorial di gioco.

Se nel primo Nioh ci eravamo avventurati nel Giappone Feudale, pochi anni prima della sua unificazione, vestendo i panni di William, il samurai dai capelli bianchi, Nioh 2 prende piede nel 1555, circa cinquant’anni prima degli eventi narrati nel primo capitolo.

Siamo nel cuore dell’epoca Sengoku, periodo segnato dalle incessanti guerre degli Stati Combattenti e, come se tutto ciò non fosse già abbastanza, la terra del Sol Levante è sconvolta da orde di yokai, che funestano tanti villaggi inermi, corrompendoli con la loro aura maligna e sterminandone gli abitanti.

Il protagonista del gioco è un cacciatore di demoni, frutto dell’amore di un umano e di una yokai. In tenera età, il nostro eroe ha assistito all’uccisione della madre, di cui conserva solo un misterioso pugnale, sulla cui lama è inciso il suo nome: Hide.

Nel corso delle sue avventure, Hide incontrerà Tokichiro, un astuto mercante di Amrita, le pietre dell’anima che abbiamo imparato a conoscere nel primo Nioh. Tra i due nascerà subito una proficua collaborazione, che li porterà ad esplorare i luoghi più devastati ed infestati del Giappone Feudale, facendo luce sul passato di Hide e chiamandolo ad adempiere al suo destino.

Un gameplay sugli scudi

Diciamocelo chiaramente: la trama in Nioh ha sempre rivestito un aspetto secondario. Per quanto sia indubbiamente affascinante incontrare la versione digitale e rivisitata (nel senso più fantasy del termine) dei personaggi che hanno fatto la storia del Giappone Feudale, il vero cuore pulsante dell’esperienza ludica offerta da Nioh è uno soltanto: il gameplay.

Sotto questo aspetto, in molti hanno identificato il franchise di Team Ninja come “l’ennesimo soulslike“, ma chiunque si sia spinto oltre le prime ore di gioco, si è immediatamente reso conto di quanto questa considerazione fosse tanto affrettata quanto inesatta.

È vero, in Nioh dovremo morire un numero considerevole di volte (ed in Nioh 2 la difficoltà iniziale è ancora più esaltata), il sistema di progressione è simile a quanto visto nella saga targata FromSoftware, così come lo sviluppo del nostro eroe. Tuttavia, il titolo imbocca una strada diversa da quella dei Souls, incentrando l’esperienza di gioco sui combattimenti, di cui vi parleremo più avanti.

Qualcosa di “vecchio” e qualcosa di “nuovo”

La cura nei dettagli del gioco è ancora una volta sbalorditiva.

Neanche il tempo di prendere il pad in mano e Nioh 2 ci sorprende con qualcosa di nuovo, di cui vi avevamo già parlato nella nostra anteprima: la creazione del nostro personaggio.

Saremo noi a dare forma al protagonista, attraverso un editor decisamente ricco di opzioni, e che consente di “importare” gli avatar creati da altri utenti attraverso un codice. Inutile dire quanto tutto questo abbia fatto scatenare la parte più fantasiosa del web, che ha partorito delle creazioni veramente degne di nota (cliccate qui per saperne di più).

Dobbiamo essere sinceri con voi: sin dalle prime ore di gioco, ci siamo subito “sentiti a casa“. Il gameplay di Nioh 2 ricalca molto quello del primo capitolo, ragion per cui ci troveremo ad esplorare le mappe dei vari stage che affronteremo alla ricerca di tesori, dei kodama e dei sudama (dei kodama di colore viola, corrotti dal mondo demoniaco), senza ovviamente dimenticarci di fare a brandelli tutti i nemici, umani e non, che ci si pareranno innanzi.

Una delle novità di questo Nioh 2 è rappresentata dalle sezioni del Regno Yokai. Si tratta di sezioni di stage interamente permeate di aura demoniaca, e che potranno essere purificate solo a patto di uccidere il demone che ha causato la corruzione. Inutile dire che, nel Regno Yokai, i vostri avversari saranno ancora più letali.

Come detto in precedenza, le meccaniche trial and error sono chiaramente percepibili, e forse ancora più esaltate: un singolo errore, una piccola distrazione o, peggio ancora, il sottovalutare il nemico saranno ancora sinonimo di morte certa e dolorosa.

Sotto questo aspetto, però, i giocatori più inesperti potranno contare sulle Tombe Benevole. Similmente a quanto visto nei vari Souls, pagando un tributo di Tazze Ochoko presso queste tombe azzurre, potremo evocare dei visitatori benevoli, guidati dall’IA, che ci aiuteranno nelle nostre imprese.

Un combat system ancora più vario e profondo

Qualche vecchia conoscenza…

Nel primo gioco, venivamo messi davanti ad un arsenale decisamente nutrito, con la possibilità di scegliere tra ben sette armi bianche, ognuna di essere utilizzabile in tre posture diverse: bassa (prevalentemente difensiva), alta (più lenta ma capace di infliggere i danni maggiori) ed intermedia (a metà strada tra le due precedenti).

Nioh 2 eredita il roster del suo predecessore, aggiungendo altre due armi nuove di zecca: le doppie asce ed il falcione, con quest’ultima che sfrutta le statistiche della magia Onmyo, favorendo le build improntate su questa statistica.

Man mano che utilizzerete ciascuna di queste armi, sbloccherete dei punti abilità, che vi consentiranno di sbloccare perk, abilità passive e combo relative a quella determinata arma, così da prediligere l’approccio che più ritenete adatto al vostro stile di gioco. Siete dei nuovi giocatori? Armatevi di lancia senza indugio! Desiderate colpire i vostri nemici con attacchi devastanti? L’ascia è ciò che state cercando!

Rimangono intatte sia la Magia Onmyo che il Ninjutsu, che ancora una volta vi garantiranno una miriade di modi diversi per addentrarvi nelle profondità di Nioh 2.

L’importanza di essere per metà yokai

Se desiderate perfezionare la vostra tecnica, allenatevi al dojo.

Già da queste premesse, si potrebbe dire che Nioh 2 ha ampliato un sistema già ampiamente collaudato, ma le sorprese non finiscono qui. Il nostro Hide è un “mezzosangue“, e questa sua caratteristica ci tornerà dannatamente utile.

Nel corso della nostra avventura, potrà capitare che gli yokai da noi uccisi possano rilasciare un nucleo anima. Questo nucleo, se raccolto ed armonizzato, ci garantirà un attacco aggiuntivo, che sfrutterà il potere del demone da cui proviene. Per utilizzare questo tipo di colpo, dovremo sfruttare una barra, che si caricherà ogni volta che uccideremo dei nemici.

Potremo disporre di ben tre attacchi con i nuclei d’anima, sfruttando il dorsale R2 ed i tasti quadrato, croce e triangolo. Premendo R2 e cerchio, invece, accederemo ad una nuova funzione di Nioh 2: il contrattacco esplosivo.

Nel momento in cui vedrete il vostro nemico illuminarsi di rosso (segno che sta per lanciare un devastante attacco caricato), premendo R2 e cerchio con il giusto tempismo potrete sferrare un contrattacco esplosivo, che non solo interromperà l’azione nemica, ma danneggerà anche la sua salute ed il suo Ki (la barra della stamina).

A quanto ora detto, si aggiungono tre diverse forme yokai (Bruto, Feroce e Spettro) che, a seconda dello spirito guardiano che sceglieremo, ci garantiranno poteri aggiuntivi.

Come avrete avuto modo di constatare, la “ricetta segreta” del primo Nioh è stata non solo rispettata, ma arricchita ed approfondita di nuovi elementi, per la felicità di tutti.

Comparto tecnico e level design

Un’avventura a metà strada tra regno umano e yokai.

Chiunque abbia giocato al primo Nioh, ricorderà a menadito tutti i suoi pregi e le sue lacune. Tra queste, c’era una veste grafica non esattamente smagliante, in linea con un Dark Souls ma non, ad esempio, con un Sekiro: Shadows Die Twice. Ebbene, anche sotto questo aspetto, Nioh 2 è riuscito a superare il suo predecessore.

Il motore grafico di cui si è avvalsa la creatura di Team Ninja riesce a rendere ancor più giustizia alle atmosfere eteree che permeano il Giappone Feudale. Fiammate, nebbie e tutti i vari “effetti speciali” risultano essere molto più delineati e credibili rispetto al primo Nioh. Per quanto riguarda invece i fondali e la cura per i dettagli, ci attestiamo su livelli decisamente ottimi.

Così come il suo predecessore, anche in Nioh 2 avremo la possibilità di scegliere tra due settaggi grafici, uno incentrato sulla risoluzione, l’altro sull’offrire il framerate più stabile possibile. Su quest’ultimo versante, il gioco si dimostra piuttosto solido, con pochi cali di frame nelle sezioni più “concitate” e piene di nemici.

Lo stesso level design è decisamente ispirato, con mappe varie, a sviluppo sia orizzontale che verticale, piene di aree secondarie e segrete, ricolme in egual misura sia di tesori che di nemici assetati di sangue.

Una nota di merito va data alla colonna sonora composta da Yugo Kanno, capace tanto di infondere la giusta tensione nelle fasi esplorative, tanto di esaltarci nelle epiche boss fight che il gioco ci offrirà.

Una longevità pazzesca e qualche angolo da smussare

Vi sentite dei samurai provetti? Mettetevi alla prova con le missioni crepuscolo.

Come ogni RPG che si rispetti, Nioh 2 vi offrirà tante ore di intrattenimento. Tra missioni principali e secondarie, sarete impegnati per circa 40 ore, che aumenteranno a dismisura nel caso in cui vi imbarcaste nelle Missioni del Crepuscolo e nel completamento al 100% del gioco.

Volendo cercare il pelo nell’uovo, il titolo presenta degli aspetti su cui si sarebbe potuto fare di più. Uno di questi è rappresentato dal multiplayer, che ricalca quasi in toto quanto visto nel primo Nioh, conservandone la stessa macchinosità e farraginosità. È vero che videogame del genere sono pensati quasi unicamente per il single player, ma non nascondiamo che sarebbe stato bello mettere le mani su qualche nuova modalità online, sgrezzata dalle pecche precedenti.

In secondo luogo, il crafting risulta ancora adesso poco sviluppato, soprattutto per quanto riguarda il fabbro, a cui ci si rivolgerà quasi unicamente per l’ottenimento degli ultimi trofei. Il looting selvaggio del gioco, inoltre, difficilmente vi spingerà a collezionare o a prediligere un determinato set di armature, ma ad equipaggiare semplicemente i pezzi con il più alto valore difensivo e con le abilità più convenienti, con buona pace dell’estetica.

Infine, nonostante i nuovi yokai introdotti siano decisamente ben riusciti, è chiaramente visibile come certi asset siano stati riciclati in questo secondo episodio. Quanto ora detto non è necessariamente un male, ma volendo proprio essere sinceri, si sarebbero potuti inserire altri nuovi demoni.

Giudizio finale

Pur partendo dalle ottime basi gettate dal precedente capitolo della saga, Nioh 2 riesce ad innovarne quasi ogni aspetto, attestandosi come un gioco di assoluta eccellenza, capace di venire incontro ad ogni tipo di giocatore. Il gamer più esigente ed hardcore troverà pane per i suoi denti, ma anche l’utente meno avvezzo alle meccaniche punitive potrà trovare il suo spazio, ricorrendo a determinate build ed alle Tombe della Misericordia. I nuclei d’anima ed il contrattacco esplosivo sono delle ottime aggiunte ad un gameplay già solido ed avvincente, ma che ora risulta ancora più profondo e vario, capace di soddisfare tutti i palati. Le uniche due pecche sono rappresentate dal crafting e dal multiplayer, non abbastanza sviluppati, ma niente che possa offuscare il nostro giudizio complessivo.

This post was published on 18 Marzo 2020 19:11

Claudio Albero

Nasce a Torre del Greco, una piccola metropoli alle falde del Vesuvio, nei favolosi anni ’80, che già però non avevano più niente di favoloso. Provano ad educarlo con Beatles e musica classica sin dalla più tenera età, ma lui, di tutta risposta, si appassiona all’ heavy metal ed ai videogame , spendendo un piccolo patrimonio in sala giochi, quando queste due parole erano ancora slegate dalle slot machine. Dopo aver mosso i primi passi su Sega Master System II con Alex Kidd, il Super Mario con le orecchie a sventola, si innamora dei platform, degli action/adventure e degli RPG, con particolare attenzione alla saga di Final Fantasy. Inguaribile sognatore con le radici saldamente ancorate nel passato, scopre la sua passione per la scrittura quasi per caso, in uno dei tanti pomeriggi passati tra i corridoi della Facoltà di Giurisprudenza di Napoli, dove si laureerà giusto qualche anno dopo, con una tesi in Diritto d’Autore basata sull’opera multimediale. Dopo aver scritto di attualità e musica su Lacooltura.it , Road TV Italia e Federico TV , approda sui lidi di Player.it , in cui comincia sin da subito ad apprendere e fare domande, guadagnandosi rapidamente il titolo di “ redattore rompiscatole del mese ”. Nonostante sia legatissimo alla grande famiglia di Player, non sono rare alcune sue incursioni su portali come Gameplay Café e Spazio Rock . Musica, videogame, concerti, boardgame, modellismo, fumetti, cinema e serie tv: tanti hobby diversi tra loro, ma collegati da un fil rouge che li unisce tutti: il divertimento . È proprio questo che cerca in un videogame, è proprio questo sentimento che muove le sue dita, ed è sempre il divertimento la sensazione che cerca di infondere nei suoi articoli. Al di fuori del mondo del gaming, indossa giacca e cravatta per mimetizzarsi nel mondo degli avvocati, esercitando la professione forense, con lo scopo di conoscere a fondo le “ regole del gioco ”, nonché di minacciare di far causa a chiunque al minimo pretesto.

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