Annunciato, forse un po’ in sordina, nel Gennaio di quest’anno, il dungeon pack Harrowstorm è il punto di partenza dell’arco narrativo Dark Heart of Skyrim, che ancora una volta porterà i giocatori di The Elder Scrolls Online nelle gelide lande del Margine del Cielo: Skyrim, appunto.
Le successive pietre miliari includeranno l’attesissimo Greymoor, che vedremo il 18 Maggio su PC/Mac e il 2 Giugno su Xbox One e PlayStation 4; successivamente si proseguirà con un altro dungeon pack, nel terzo trimestre del 2020, e una story zone finale negli ultimi tre mesi dell’anno.
In questo mio centesimo articolo su Player.it, quindi, daremo un’occhiata insieme ai nuovi dungeon introdotti dal DLC Harrowstorm: il glaciale Icereach e l’ipogeo di Unhallowed Grave.
Questo MMO, pubblicato da Bethesda con Zenimax Online Studios in veste di sviluppatore, in passato ha avuto qualche problema con il launcher: come forse ricorderete dalla mia recensione del DLC Elsweyr, prima della patch dell’Aprile 2019 ero stato costretto a usare una VPN per scaricare i corposi aggiornamenti.
Anche stavolta, per fortuna, la provvidenziale patch mi ha evitato questo fastidio, e così ho potuto iniziare subito a giocar- no, invece no: mi sono schiantato in pieno contro il patching overhaul, cioè un grosso cambiamento nel modo di gestire il game client.
Il download, gli aggiornamenti e perfino la struttura dei file sull’hard drive sono stati modificati da questo Update 25 nel nome dell’efficienza e del miglioramento della performance, ma questo ha significato dover riscaricare tutto il client, da zero.
Sapendo che questo avrebbe irritato non pochi giocatori, o forse –come riferiscono fonti assolutamente (in)affidabili– per evitare l’ira funesta del sottoscritto, Zenimax ha regalato a tutti il simpatico Crimson Torchbug Pet: una lucciola pucciosa, che seguirà i nostri personaggi nel corso delle loro avventure.
La si potrà ottenere gratuitamente dal Crown Store, ma soltanto per un periodo limitato: dal 24 Febbraio al 9 Marzo per chi gioca su PC/Mac, e dal 10 Marzo al 24 Marzo per chi invece gioca su console.
Dopo questo inizio leggermente fastidioso, possiamo finalmente tuffarci nell’avventura.
Forse per aver dato retta ai feedback del giocatori in merito al dungeon pack Scalebreaker, di cui trovate qui la mia recensione, o forse per dare a tutti l’opportunità di provare a tutti l’esperienza Harrowstorm, i nuovi dungeon sono decisamente più semplici di quelli di Scalebreaker.
Cercherò di non addentrarmi troppo nelle meccaniche, visto che non si tratta di una guida, e soprattutto eviterò gli spoiler, considerato che questi contenuti saranno disponibili per chi gioca su console soltanto dal 10 Marzo.
Sembra che non ci sia un ordine ben preciso con cui affrontare i nuovi dungeon, almeno dal punto di vista narrativo; ho deciso di iniziare a esplorare i contenuti di Harrowstorm dal dungeon Icereach, semplicemente perché è stato il primo per cui ho trovato un party per il mio Nord Templar (Magicka). Pew-pew.
La situazione che ci troviamo davanti è questa: alcuni Thane, una sorta di cavalieri dell’High King di Skyrim, erano partiti alla volta di Iceareach per indagare sulle tempeste innaturali che flagellavano la zona, affondando le drakkar longship dei Nord e danneggiandone quindi l’economia; al loro mancato ritorno, viene inviata una missione di salvataggio (cioè noi), con l’obiettivo di scoprire l’accaduto e soprattutto di riportare a casa i superstiti.
Durante la ricerca ci imbattiamo in una nostra vecchia conoscenza: Lyris Titanborn, Nord / mezzo-gigante ed NPC preferito da tutti, nonché membro dei Five Companions, i cinque compagni dell’Imperatore Varen Aquilarios. Se avete giocato le espansioni precedenti saprete già di cosa parlo, altrimenti correte a farlo!
Ben presto scopriamo che quelle tempeste sono davvero innaturali, e ci troviamo a dover venire alle mani con una congrega di Hagraven: le orride streghe di Skyrim, ve le ricordate? Però stavolta ricoprono un ruolo molto meno marginale.
Tra i due nuovi dungeon introdotti dal DLC Harrowstorm, Icereach è sicuramente il più semplice. Per questo motivo consiglierei ai nuovi giocatori di partire proprio da questo, così da poter tastare il terreno e sentire il polso delle istanze.
C’è un rovescio della medaglia, però: l’altro dungeon è molto più movimentato e interessante, soprattutto grazie a una nuova meccanica che scopriremo insieme tra non molto.
Per il resto cosa possiamo dire? Una spedizione perduta, le tempeste innaturali, l’ambientazione antartica con un’antica fortezza, creature misteriose, follia dilagante, strane forme di controllo della mente e pochi superstiti: sembrerebbe quasi una rivisitazione in chiave medieval-fantasy di “Alle montagne della follia” di H.P. Lovecraft.
Come ci si può aspettare dal nome stesso, Icereach, i danni da fuoco e gli attacchi ad area aiutano notevolmente, credetemi.
Oltre al pet Crimson Torchbug regalato in occasione dell’Update 25 e all’emote Wickerman Mishap, ottenibile entrando in uno dei nuovi dungeon, questo dungeon pack ci permette di ottenere un outfit style che per alcuni potrebbe valere l’intero DLC: mi riferisco alla Lyris’ Icereach Battle Axe, che otteniamo completando Iceareach in difficoltà Veteran.
Ovviamente a queste ricompense si aggiungono la mount Pyre Watch Jackal e il pet Hallin Jackal, per chi acquista l’Harrowstorm Collector’s Bundle; il DLC include anche un sacco di collezionabili reperibili in giro per il mondo, e soprattutto nuovi set d’equipaggiamento:
Non sappiamo ancora di preciso come questo filo andrà a collegarsi con l’arazzo di Dark Heart of Skyrim, ma ricordando il legame tra le Hagraven, la stregoneria, i cuori di rovo (briarheart) e i rinnegati Forsworn di The Elder Scrolls V: Skyrim, il titolo di Cuore Oscuro di Skyrim assume un significato ben preciso.
Ed “esploriamo“ è proprio il termine più adeguato: se Unhallowed Grave fosse un’avventura di gioco di ruolo cartaceo, pesando ai pilastri di D&D e affini, le componenti sarebbero 50% Combattimento e 50% Esplorazione; Icereach, dal canto suo, si avvicina più a un 50% Combattimento e 50% Role-playing, se vogliamo.
Qui l’esplorazione è così importante perché è stata ripresa una meccanica già vista nel DLC Dragonhold, recensito in questo articolo: il grappling hook, o rampino da arrampicata.
Ma procediamo con ordine. L’antefatto che ci conduce in questo nuovo dungeon è piuttosto diverso dal precedente, così come lo è l’ambientazione: invece dei ghiacci di Skyrim, stavolta ci ritroviamo nel deserto sabbioso di Bangkorai, la regione che connette l’area di Hammerfell e del Deserto di Alik’r, terra dei Redguard, con quella di High Rock, patria dei Bretoni e degli Orchi.
Nella Prima Era, un’epoca perduta tra le sabbie del tempo, un misterioso male è stato sepolto dai Redguard in una cripta ancora più antica. Temendone il ritorno, i legionari hanno fondato un ordine di guardiani, i Pyre Watch, per vegliare su questa cripta.
Nel corso della Seconda Era, dopo millenni di onorato servizio, i Pyre Watch hanno dimenticato l’identità e la natura del male sepolto sotto le sabbie, e così anche il motivo della loro presenza; i loro ranghi si sono prosciugati sempre di più, e oggi rimane soltanto un membro: Shelaria, che da sola non può opporsi al gruppo di saccheggiatori di tombe, mercenari e negromanti chiamato Draugrkin.
Nel corso dell’avventura possiamo raccogliere frammenti di lore, che collegano la cripta al popolo Yokuda, antenati dei Redguard che in origine abitavano un continente inabissato in epoche remote, ma anche al celebre martirio di Saint Pelin.
Le rotelle iniziano a girare, gli ingranaggi a lavorare, e ci ricordiamo che Saint Pelin è legato al dio Stendarr e alla lotta contro i Vampiri e i non-morti. A conferma di questo troviamo il diario di un negromante che, esplorando la cripta alla ricerca di una via per diventare un Lich, rimase intrappolato e lentamente venne afferrato dai freddi tentacoli della follia.
Questo diario mi ricorda moltissimo il Beram Journal, cioè il diario di un capomastro che troviamo in The Elder Scrolls III: Morrowind, che ne documenta la discesa nel sottosuolo e soprattutto verso la pazzia.
Folli sono anche i Draugrkin, e anche piuttosto pericolosi: non è affatto furbo sottovalutare una banda di negromanti rintanata all’interno di un’immensa tomba sotterranea, dove sono sepolti i cadaveri di ogni genere di creatura. E mi fermo qui per non spoilerare troppo.
Rivelatosi un po’ più complesso di Icereach, Unhallowed Grave è un dungeon senz’altro divertente, soprattutto per la speciale meccanica del grappling hook.
Che si tratti di spostarsi nel dungeon, di rincorrere i boss in fuga o di esplorare anfratti nascosti, il nostro fido rampino sarà il nostro compagno di viaggio e, in alcuni casi, anche la nostra nemesi.
Mi sono sentito un vero e proprio esploratore, a metà tra Indiana Jones e un personaggio di un’avventura di D&D, nel saltare sopra crepacci e burroni con l’ausilio di corda e rampino.
Quando poi ci si ritrova a usare questi strumenti per correre dietro a un boss durante uno scontro, la difficoltà s’impenna notevolmente, così come il divertimento. E la frustrazione. Grrr.
Già, perché un altro dei nuovi elementi introdotti dal DLC Harrowstorm è quello delle aree segrete nei dungeon: mentre in Icereach non ne ho trovate, e a quanto pare non ce ne sono, in Unhallowed Grave c’è il Voria’s Sanctum: una sezione nascosta del dungeon, che non compare nemmeno sulla mappa.
Boss addizionali e facoltativi, raggiungibili attraverso il simpatico mini-game del rampino e altri artifizi che non vi spoilero in questa sede. Questi boss possono essere affrontati anche quando magari metà del party, dopo aver completato il dungeon, è già uscita dal gruppo. Le ricompense includono buff, achievement, collezionabili e loot vari, ma c’è un twist: alcuni di questi boss hanno una meccanica di fuga, bisogna cioè raggiungerli e interrompere il loro channelling prima che riescano a tagliare la corda, impedendoci a quel punto di proseguire nell’area segreta.
Combattiamo i tombaroli Draugrkin che vogliono depredare l’antica cripta, quindi, così poi potremo saccheggiare noi stessi la cripta in questione. Mi sembra giusto.
Similmente ad Icereach, le ricompense ottenibili dal dungeon Unhallowed Grave includono quattro nuovi set d’equipaggiamento, oltre a una pletora di collezionabili e arredi vari. Massì, arrediamo casa con le lapidi rubate, dai.
Vediamo quindi i gear set lootabili da Unhallowed Grave:
Completando il dungeon in modalità Veteran, inoltre, si sbloccano i Bloodrune Body Markings: dei tatuaggi geometrici e scarlatti, che nelle intenzioni di Zenimax avrebbero dovuto farci somigliare un mercenario Draugrkin, ma diciamoci la verità: vedendoli abbiamo pensato tutti a Kratos.
Atena! Gli dèi dell’Olimpo mi hanno abbandonato!
– Il Fantasma di Sparta
Tutto nuovo, tutto bellissimo, tutto fantastico. C’è un però: il sentimento comune, in questo caso, è quello di tenersi i vecchi set se si ha già un buon setup, e di risparmiare oro e materiali per il Big Chapter: Greymoor porterà sicuramente tantissime altre novità, e pare che i setup cambieranno drasticamente.
Ok, fin qui abbiamo parlato soltanto di PvE. Questo DLC Harrowstorm, però, porta qualche novità anche per gli appassionati di PvP: in particolare gli stili per armi e armature del Knight of the Circle.
I nuovi stili introdotti possono essere arraffati acquistando Knight’s Resolve oppure Knight’s Rebuke dai War Researcher di Cyrodiil, e combinandoli con gli Arena Gladiator Proofs ricevuti dalle Conquest daily quest; in questo modo otterremo una pagina che ci permetterà di imparare lo stile Knight of Circle per un pezzo casuale d’equipaggiamento.
Per le armature servono 20 Arena Gladiator Proofs e un Knight’s Resolve, mentre per le armi sono necessarie 40 Arena Gladiator Proofs e un Knight’s Rebuke.
Queste pagine di stile, infine, non sono bound, e quindi possono essere vendute e scambiate senza problemi.
L’Update 25 e questo nuovo DLC, inoltre, aggiungono tre crafting station alla mappa di Cyrodiil, e quindi altrettanti nuovi set craftabili:
Come sa bene chi mi segue qui su Player, non sono un grande appassionato di PvP, tranne che in alcune rare eccezioni, quindi mi fermo qui.
Ho avuto modo di gironzolare, testare, chiacchierare con altri giocatori e battere la capoccia contro il muro in un paio di punti dei nuovi dungeon, com’è giusto che sia.
Ne ho ricavato in particolar modo due impressioni:
Non ci vedo nulla di male, anche perché il risultato è parecchio divertente, soprattutto grazie all’uso massiccio delle meccaniche legate al grappling hook e agli spostamenti non tradizionali, che rendono i dungeon molto meno tediosi di quanto mi aspettassi.
Harrowstorm promosso con ottimi voti, insomma, ma c’è un piccolo pet peeve, un cruccio che mi accompagna fin da quando ho iniziato a giocare a The Elder Scrolls Online, e che si ripropone a ogni espansione e DLC, in misura variabile.
No, malfidati, non sto parlando della gestione dell’inventario. Ok, allora ho due pet peeve, ma intanto vediamo quello a cui mi riferisco: l’animation cancelling.
Mentre su altri MMO l’animation cancelling è considerato un exploit, in ESO non è soltanto tollerato, ma addirittura incoraggiato nei tutorial in-game e sulle varie guide, ufficiali o meno. Lo chiamano weaving, ed è reso sostanzialmente indispensabile dalla (maledetta) assenza di auto-attack e, per certi versi, dalla complessità delle animazioni degli attacchi manuali, sia quelli leggeri sia quelli pesanti.
Le animazioni sono piuttosto gradevoli esteticamente, ma a lungo andare distraggono dal combattimento, abbagliano e possono aumentare eccessivamente il tempo che intercorre tra un attacco e l’altro.
Si usano gli attacchi leggeri per abbreviare le animazioni delle skill più potenti? No, esattamente il contrario: in questo caso specifico sono le skill (o spell) a cancellare l’animazione degli attacchi leggeri / pesanti, a seconda delle build.
Tutto questo l’avrete già letto nella mia recensione del dungeon pack Scalebreaker; quello che forse non sapete, però, è che scambiando due chiacchiere con un qualunque altro giocatore mediamente esperto, magari durante una delle lunghissime code del dungeon finder, ci si accorge che sembra piuttosto diffuso il rimpianto non tanto per l’assenza di auto-attack, in stile World of Warcraft per intenderci, ma più che altro per la mancata implementazione di un sistema di macro legali.
Una funzione macro integrata in-game, quindi autorizzata dagli sviluppatori e permessa dai ToS, potrebbe rendere meno frustrante l’esperienza di gioco per tutti quei giocatori che si avvicinano a The Elder Scrolls Online più per l’appartenenza a un franchise di successo, caratterizzato da una lore più profonda della voce di Hermaeus Mora in Skyrim, che per le tradizionali sfide di un MMORPG.
Oltretutto mi si eviterebbe l’insorgere precoce della sindrome del tunnel carpale, ma tant’è.
Va detto, ad ogni modo, che in questo nuovo dungeon pack, Harrowstorm, il problema si pone con meno insistenza rispetto a Scalebreaker: i dungeon sono sensibilmente meno esigenti e meno stressanti da portare a termine, a prescindere dal livello di difficoltà scelto.
Dopo Season of the Dragon, il capitolo precedente durato all’incirca un anno, Harrowstorm apre la strada al nuovo arco narrativo di Dark Heart of Skyrim.
La Season of the Dragon è iniziata col dungeon pack Wrathstone, è andata avanti con l’espansione Elsweyr e con il dungeon pack Scalebreaker, per poi finire con il DLC Dragonhold.
La stessa formula è stata scelta da Zenimax per Dark Heart of Skyrim: dopo il dungeon pack Harrowstorm avremo l’espansione Greymoor, che aprirà la regione occidentale di Skyrim, poi un secondo dungeon pack, probabilmente più impegnativo di questo, e infine uno zone DLC che, immagino, dovrebbe portarci nell’unica zona di Skyrim che a quel punto sarà rimasta ancora inesplorata: quella centrale, visto che nelle precedenti espansioni abbiamo già potuto gironzolare nelle aree orientali di Eastmarch, The Rift e Bleakrock Isle.
La mia sensazione predominante è che i segreti scoperti sotto Unhallowed Grave ricopriranno un ruolo centrale in Dark Heart of Skyrim, mentre la Congrega di Streghe di Icereach e le relative tempeste sovrannaturali saranno al più degli elementi secondari.
Mi sarò sbagliato o avrò indovinato nel mio pronostico?
Lo sapremo soltanto nei prossimi mesi, questi teniamoci in contatto.
>>Leggi anche: la nostra recensione dell’espansione ESO – Elsweyr<<
This post was published on 16 Marzo 2020 19:32
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