In Underhero, un platform bidimensionale pubblicato e sviluppato da Paper Castle Games, impersonificheremo il Ragazzo mascherato, uno dei tanti minion servi di Mr. Stitches, padrone e signore malvagio di Chestnut Kingdom che domina sui suoi sottoposti. Ma qualcosa di inaspettato sconvolgerà i suoi piani: Masked Guy diventa il “nuovo eroe” e cerca di interrompere il circolo continuo e inarrestabile del Male. Una storia breve ma divertente, ci porterà a riconsiderare ciò che e buono e ciò che è malvagio.
Il nostro protagonista fa parte di una schiera di minions, fedeli sudditi di Mr. Stitches, e metterà in atto una sorta di doppio gioco: da un lato asseconderà il suo signore e prometterà di riportare le tre “Triviality Stones” ai rispettivi padroni per riattivare il ciclo del male che attrae il bene, ma dall’altro combatterà contro gli stessi padroni, ergendosi a paladino del Bene.
Masked Guy non ha voce, si esprime con suoni, punti interrogativi, sospensivi, ama i tesori ed è un personaggio silenzioso capace comunque di dar vita a momenti comici, seppur senza dire una parola.
La companion, che il protagonista conosce dopo aver sconfitto il vero eroe, si chiama Elizabeth IV ed è un’elsa di spada che può cambiare forma in una spada, una fionda e un martello, utilizzati da Masked Guy come armi da combattimento.
Un altro personaggio che interagisce col protagonista ed arricchisce la storia è il Grey Kid, minion che si distingue dagli altri per l’assenza di colori sgargianti nel suo vestiario e che ricorda Shy Guy di Mario Kart: anch’egli vuole combattere e sconfiggere Mr. Stitches, allontanandosi dalla schiera tutta uguale di servitori che obbediscono senza batter ciglio, e dando vita ad una nuova storia.
La linea di demarcazione tra bene e male è difficilmente definibile, infatti tutti i personaggi potrebbero essere o nemici o collaboratori, perché nel castello troveremo nostri simili e fuori dalle mura Elizabeth userà spesso il suo charme per convincere le guardie a lasciarci passare; questi stessi nemici/compagni sono ben definiti, sembrano lavoratori salariati a basso costo e spesso insoddisfatti della loro posizione.
Tra la schiera di nemici troviamo gli Itormons, personaggi molto interessanti perché sono un misto tra tentativo di opposizione e facilitazione per il giocatore: essi infatti sono monitor di computer che suggeriscono al Ragazzo Mascherato come e quando colpire, rivelandogli anche importanti password per proseguire nel gioco.
Per quanto il concept sembri simpatico ed originale, il gameplay risulta problematico o rispecchia e valorizza queste premesse?
Underhero è un platform 2D e RPG che trae indubbiamente ispirazione da altri giochi, indie e meno. Innegabili le influenze di Undertale, sia per l’utilizzo di umorismo e sarcasmo nei dialoghi, nella caratterizzazione del personaggio di Puzzleman (che ricorda tanto Mettaton, un computer con un’anima che sottopone il protagonista del titolo di Toby Fox a continue e non richieste sessioni di quiz a risposta multipla), ma soprattutto nella tipologia del combat system, che in Undertale è a turni, mentre in Underhero una sorta di ibrido: è sempre Masked Guy a iniziare lo scontro (o può decidere di chiacchierare col nemico e corromperlo con delle monete per interrompere lo scontro), colpendo con la spada o la fionda (a seconda che il nemico fluttui o meno), può utilizzare uno scudo per parare i colpi e una rush mode permette di causare più danni. Inoltre è possibile schivare gli attacchi dei nemici e fare dei parry per evitare che lo scudo si rompa.
Originale sia la possibilità di causare ulteriori danni se il nemico viene colpito a ritmo di musica (con un utile indicatore a schermo), e il fatto che i nemici non hanno una barra della stamina. Inoltre, la nostra barra si riempie più velocemente dopo un attacco andato a segno. Il tutorial “in gioco” è molto esplicativo, semplice e ben pensato, perché spiega tutte le “armi” passo per passo, affrontando il primo mondo; ma proprio il combattimento può risultare a volte troppo ripetitivo, inframmezzando la fluidità del gioco a lungo.
Le battaglie, infatti, non possono essere né evitate (a meno che non si corrompano i nemici), né si può scappare. Tra le altre problematicità ci sono i caricamenti spesso troppo lunghi, i salvataggi troppo distanti tra loro (anche se originali: si timbra un cartellino e si paga una piccola quota ogni volta!), e il leveling up che non ha una reale corrispondenza nel gioco, se non aumentare un po’ la stamina e qualche altra caratteristica basica.
Per quanto riguarda, invece, la parte grafica, Underhero ha uno stile tutto suo, con colori sgargianti, spesso non complementari; nonostante ciò, lo stile risulta non ben definito e i personaggi non sembrano iconici, non restano nella mente.
Glitch e bug sono sì presenti, soprattutto nel platform del primo mondo ci sono delle difficoltà, ma per il resto del gioco la godibilità non è intaccata da piccole problematiche. Il sound system è ottimo (bellissimo il motivetto quando si sconfigge un nemico! Quello sì che resta impresso), le musiche sono appropriate e contribuiscono a creare una bella ambientazione.
Per quanto i livelli siano complessi e pieni di tesori da scoprire, mancano boss e livelli/mondi opzionali, riducendo un po’ la rigiocabilità. Manca una mappa consultabile in ogni momento tramite un pulsante, ma ci sono dei “punti mappa” dove è possibile vedere tutto il percorso.
Altre influenze sono certamente Paper Mario e gli RPG di Mario & Luigi, come traspare soprattutto dai livelli sottomarini in cui il Ragazzo mascherato non subirà diminuzione della stamina, nonostante si muova sott’acqua.
Il racconto però, che verso la fine prende un twist inaspettato, si conclude su un cliffhanger che lascia presagire l’uscita di un secondo capitolo. I personaggi rompono, in un certo senso la quarta parete e questo plot twist inaspettato porta il gioco su un livello più “alto”, nonostante Underhero non pretenda mai di essere altro oltre ciò che è, ovvero una storia che intrattiene senza alcun sottotesto complesso o doppio significato. Underhero infatti è sempre semplice, lineare, anche quando la trama svela tutte le “bugie” (non proprio velatamente) costruite sin dal principio.
Underhero è colorato, simpatico, pervaso da un semplice umorismo ma che riesce a intrattenere. Deve competere con tanti titoli indie magari più curati, ma la trama per nulla complessa e originale rende l’esperienza di gioco sicuramente godibile. Non un titolo imperdibile o un must, ma un platform carinissimo per qualche ora di svago che vale sicuramente l’acquisto.
This post was published on 6 Marzo 2020 10:45
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