Nonostante Facebook abbia preferito parlare di giornata internazionale per la protezione dei dati, Gennaio è universalmente ricordato per essere il primo mese dell’anno e per contenere uno dei giorni più importanti per la storia di tutto il mondo.
La giornata della memoria è lì a ricordarci che per evitare di dover affrontare futuri terribili è necessario richiamare alla mente eventi specifici, per evitare che questi accadano di nuovo.
I videogiochi, in tal senso, possono avere il ruolo di messaggi e di promemoria; possono far passare concetti il modo molto più limpido grazie alle caratteristiche uniche di cui dispongono. I videogiochi possono essere edutainment e pura satira, quindi perché non farsi anche una mangiata di storia già che ci siamo?
Through the Darkest of Times, dello software house tedesca Paintbucket Games, si è posto un obbiettivo affine a ciò. Mostrare uno dei periodi storici più chiacchierati (anche dal punto di vista videoludico) di sempre per rivelarne gli anfratti nascosti, attraverso un punto di vista molto particolare.
Non stiamo parlando uno sparatutto in prima persona dove di tedesco vediamo gli armamenti e di cadaveri; si tratta di un videogioco strategico dal piglio realistico in cui ci si ritroverà a vivere nella resistenza. Through the Darkest of Times chiede al giocatore di interpretare il ruolo di colui che resiste al regime, di colui che non vuole vivere tappandosi il naso davanti agli orrori di tutti giorni.
Nel farlo mette insieme un sacco di idee interessanti, una resa grafica cruda quanto serve e qualche stortura che siamo dispostissimi a perdonare.
Vediamo insieme qualcosa in più su Through the Darkest of Times .
Vivere nel peggior luogo possibile, nel peggior tempo possibile.
Cosa significa far parte della resistenza quando il regime nazista sta prendendo il potere? Cosa significa vivere il preludio della seconda guerra mondiale dall’interno? Cosa vuol dire perdere la normalità della propria vita per vedere l’orribile accadere continuamente sotto ai propri occhi?
Sono le leggerezze a far più male: è leggere i quotidiani e sapere che non c’è più democrazia, è scoprire di gente scomparsa e di diritti recisi. È sapere che il proprio compagno d’arme (per così dire) non ha assolutamente più voglia di mettersi contro il regime nazista perché di paura, a questo mondo, non ce n’è mai abbastanza.
Il titolo di Paintbucket, nel tentare di replicare un atmosfera torva e opprimente come quella della genesi di una dittatura, gioca con numerosi parametri.
Il primo in assoluto è forse la scrittura delle situazioni e la natura di queste stesse, sempre capaci di mostrare la terribile lucidità con cui il regime nazista compieva le sue malefatte. Giocando a Through The Darkest Of Times si riescono a toccare più e più volte le situazioni che hanno portato, all’epoca, alla creazione di una resistenza così forte e capillare; tutto questo è realizzato con dovizia di particolari e con cura per la realtà, sottolineando anche come, la scelta contraria, non risultasse completamente aliena a molti abitanti tedeschi.
Il secondo parametro con cui gioca è invece quello della rappresentazione tecnico artistica, la quale vola su altissimi livelli dal punto di vista prettamente stilistico. La Berlino dipinta nel titolo è cupa, con tratti da graphic novel ed un character design coerente il giusto con le mode dell’epoca. Ad accompagnare questo tratto, pesante e pungente, troviamo anche un reparto sonoro interessante, pensato per non distruggere l’atmosfera e fatto di rumori bianchi e chiacchiere; tra comunicazioni radio claudicanti e vecchie canzoni dell’epoca.
Il terzo punto con cui il titolo gioca è, a buon dire, il suo sistema di gioco.
Pesante sì, ma in grado di accalappiare il giocatore con un cappio dal ferreo nodo.
Col fiato sul collo
Il gameplay del titolo mischia una struttura visiva da visual nove/libro game a quella di un gestionale classico, con parametri da tenere sott’occhio e scelte da compiere al fine di evitare il game over.
Al giocatore spetterà il compito di scegliere quali missioni affrontare, quali membri della resistenza mandare (in base ovviamente ad un set di statistiche da controllare) e a cosa puntare. A questo andranno aggiunte anche le scelte da fare di volta in volta, in base alla situazione in cui ci troveremo d’innanzi.
Meglio difendere un ebreo da un linciaggio di massa al costo delle nostre vite o salvarne cento con un piano meglio studiato?
Meglio farsi i fatti propri o portarsi a difesa di chi è più sfortunato?
Questo sistema funziona magnificamente nella difficoltà standard, dove l’assenza di salvataggio manuale ci costringe a pensare in modo realistico.
Come stiamo resistendo al nostro avversario, attraverso il cuore e le reazioni di pancia o attraverso il cervello, consapevoli della necessità di sacrificare qualcuno?
La difficoltà, di per sè, è abbastanza altina per dei giocatori non abituati al genere; questo è tale perché i parametri da tenere in considerazione sono molti. Ogni personaggio avrà un suo schieramento politico, un orientamento religioso da seguire, delle abilità specifiche e vari valori come la forza, il carisma e così via. Tutti questi vanno presi in considerazione quando si ragione su chi mandare a completare una missione invece che un’altra.
Quando si è disperati, tutto conta.
Anche il proprio credo politico e religioso ha un impatto sul completamento delle missioni; i membri del nostro gruppo potrebbero non voler fare qualcosa che và contro il proprio partito, ne magari vuole andare a seminare carbone presso un luogo di culto del proprio dio.
Le azioni che possiamo fare per cercare di togliere Berlino dalle mani dei fascisti sono fortunatamente molte: raccolta fondi, sabotaggi o imprese di ricerca sono tutte missioni che i nostri eroi possono andare a compiere per cercare di guadagnare qualche risorsa sul proprio avversario. Per cercare di evitare il tracollo della resistenza è obbligatorio cercare di tenere alto il morale dei nostri, visto che giorno dopo giorno i quotidiani non faranno altro che ricordarci delle crudeltà in cui ci ritroveremo a sguazzare.
Tanto importante quanto il morale è l’apporto economico dei sostenitori, necessari a far si che la resistenza sia in grado di perdurare del tempo. Il flusso costante di denaro che verrà tirato fuori in tal caso andrà centellinato di volta in volta, alla ricerca di una strategia in grado di sopravvivere sulla lunga distanza.
Più si va avanti nel gioco (diviso in capitoli di difficoltà crescente), più aumenta la complessità delle missioni che si va ad affrontare. Queste missioni, solitamente legate ad obbiettivi storici molto importanti, vanno completate attraverso il recupero di risorse e la preparazione di squadre e lasciano completa libertà al giocatore. Questa libertà, specie nei neofiti del genere, potrebbe spaventare a causa della mancanza di indirizzo, uno dei difetti principali del titolo.
A change of heart
Di capitolo in capitolo è semplicemente necessario sopravvivere, cosa tutto sommato fattibile una volta apprese le meccaniche che regolano la natura di Through The Darkest Of Times. Avere dei capitoli senza obbiettivi secondari da raggiungere può scontentare i giocatori già dediti al genere, ammazzandone la rigiocabilità.
A questo vanno aggiunti dei problemini di narrazione dovuti più che altro a delle mancanze del generatore procedurali di eventi.
Alcuni degli eventi casuali che modificano la vita del nostro nucleo di resistenza sono troppo fantasiosi (è possibile trasformare una persona da membro della resistenza a nazista in due giorni? in Through The Darkest Of Times a quanto pare si) e rischiano di abbattere l’immersione del giocatore, altrimenti a livelli altissimi grazie alla cura media dei particolari.
Il titolo inoltre non presenta una traduzione in italiano; la cosa di per sé non sarebbe un problema, se soltanto alcune scelte non fossero legate alla velocità con cui vengono date. Una scarsa conoscenza dell’inglese potrebbe rendervi la vita più difficile (ma lo fa già nel mondo reale senza che ci siano i videogiochi di mezzo, motivo per cui andate a studiare!) del previsto, nonostante un grado di difficoltà non particolarmente elevato.
Through The Darkest Of Times è un titolo potente, in grado di rendere giustizia all’argomento trattato grazie a meccaniche di gioco intelligenti e ad un comparto tecnico/artistico di prim’ordine, tra stili grafici d’annata e musiche inquietanti. Il mondo della Germania Nazista, nonostante qualche bizza narrativa ed una rigiocabilità non al top per il genere, risulta ben approfondito ed in grado di interessare per più di una decina di ore. Se avete voglia di andare a farvi un giro nel peggiore dei periodi storici, avete appena trovato un modo intelligente per farlo.