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Recensioni

Zombie Army 4: Dead War | Recensione (PS4)

Rebellion torna a raccontarci una storia alternativa della Seconda Guerra Mondiale in cui gli zombie imperversano sulle strade durante il conflitto. Il quarto capitolo della serie spin-off di Sniper Elite ha l’ambizione di arricchire la struttura della trilogia precedente con nuove meccaniche, nuove abilità e nuovi tipologie di zombie. Ci sarà riuscito? Scopritelo nella nostra recensione di Zombie Army 4: Dead War.

Carneficina in singolo e in cooperativa

Siamo ormai abituati a scenari alternativi del secondo conflitto mondiale, in cui i nazisti o hanno già vinto o sono vicinissimi a mettere le mani sull’intero globo. La serie di Wolfenstein è maestra in questo, anche se affronta in modo completamente diverso la questione della riscrittura della storia, puntando maggiormente sul realismo, seppure, nel gioco Machine Games, ci sia la presenza di soldati zombificati, che va a sottolineare la passione, mai negata dalla storiografia, dei nazisti per il misticismo e l’occultismo.

Questo secondo fattore in Zombie Army viene portato all’estremo, con un intero esercito di zombie riportato in vita da Hitler, il quale dà inizio a un conflitto parallelo, la Dead War, la guerra dei morti viventi, a mo’ di film di romeriana memoria.

La trama di Zombie Army 4 non è ciò per cui il gioco deve essere acquistato e apprezzato, d’altronde parliamo di una storia che fa da mero pretesto alle scorribande in multiplayer di giocatori con tanta voglia di uccidere zombie e nazisti, se poi le due cose coincidono, meglio ancora. Diamo precedenza, nella nostra recensione, alla modalità in singolo in modo da chiarire cosa dovrà aspettarsi un giocatore poco avvezzo al multiplayer.

La campagna può essere giocata da un solo giocatore o può essere affrontata con altre persone, in cooperativa, fino a un massimo di 4 giocatori totali. In coop, le opzioni prevedono la partita rapida in cui si viene catapultati nella mischia senza tanti fronzoli, sfoglia che ci permette di scegliere varie impostazioni di gioco e missioni, e ospita che ci dà modo di fare da padroni di casa di una partita in coop. Il multiplayer offline in locale non è supportato, quindi bisogna sempre e comunque avvalersi della connessione internet se si vuole giocare in compagnia.

Continuiamo questa disamina delle impostazioni facendo notare che all’inizio di ogni missione della campagna in singolo è possibile scegliere la configurazione del numero dei nemici. Un solo giocatore difficilmente potrà tenere testa a una quantità di zombie pensata per tre o quattro personaggi, dunque ci è consentito scegliere la configurazione in base al numero di persone presenti in squadra. Parlando, invece, di cose più impattanti sul gameplay, scegliendo una difficoltà tra normale e difficile i proiettili saranno influenzati dal vento e dalla forza a cui tutti noi, sul pianeta Terra, dobbiamo sottostare, la gravità. Ciò non avviene in modalità facile. Questi due fattori rendono l’azione, in alcuni casi, più tattica di quanto si possa immaginare.

Italia sotto assedio

Appurato tutto questo, possiamo iniziare a parlare del gioco vero e proprio. Zombie Army 4: Dead War è uno sparatutto in cui saremo sempre in netta minoranza, contro orde di infetti che si accalcano noncuranti di qualsivoglia ostacolo. Le creature non sono tutte insipienti, molte useranno armi da fuoco, armi da mischia e si porranno tra noi e l’obiettivo manovrando una torretta mitragliatrice. L’ambientazione del gioco è l’Europa, con missioni che prendono luogo anche in Italia, da Milano a Venezia, dalla Sardegna a Napoli.

Nonostante il livello tecnico sia alto, non si raggiungono mai vette incredibili anche se una minor pulizia potrebbe essere il compromesso per un frame rate stabile. Abbiamo giocato su PS4 standard e non abbiamo riscontrato alcun tipo di problema con la fluidità, anche con centinaia di zombie su schermo ed esplosioni sullo sfondo. Dobbiamo riconoscere che le città italiane, invase dagli zombie, hanno mostrato un particolare fascino purulento; bellissime, ad esempio, le sezioni sulla barca tra i canali di Venezia.

Altra sorpresa che ci ha piacevolmente colpito è la varietà degli “zombie unici”, cioè quelli meno comuni, una sorta di miniboss che di tanto in tanto si distinguono tra la folla infetta. Abbiamo zombie giganteschi armati di mitragliatore pesante (che possiamo raccogliere una volta ucciso), armati di lanciafiamme, abbiamo incontrato nostro malgrado il Necromante, in grado di riportare in vita i nemici già eliminati, il demone Ombra, nemico molto pericoloso se riesce ad avvicinarsi e agguantarci.

Il massacro più totale

I giocatori, in singolo o in coop, devono perseguire dei micro-obiettivi che vanno a comporre le missioni di gioco. Si denota dalle prime battute che tutto l’impianto è stato costruito in modo da far collaborare più giocatori e per far risultare centrale l’esperienza multiplayer. La struttura generale ricalca le proprie orme più e più volte, facendoci fare, approssimativamente, le stesse cose per i nove capitoli che compongono la campagna (per una durata di circa 15 ore).

Gli obiettivi vanno dal cercare un fusibile da inserire in un generatore che poi andrà difeso dall’attacco dei mostri, cercare taniche di carburante per far partire un veicolo o un macchinario che poi andrà difeso dall’attacco dei nemici, sopravvivere a un’orda, uccidere tutti i nemici per rompere un sigillo di sangue che sbarra una porta, liberare una zona e così via. Ci sono pochissime eccezioni alla regola e questo, a lungo andare, potrebbe risultare ripetitivo e monotono. Le cose cambiano, però, se si fa parte di una squadra di quattro giocatori, poiché i vari compiti andranno suddivisi coinvolgendoci maggiormente nell’azione e diversificando lo sviluppo delle missioni.

I giocatori hanno dalla loro parte non solo un arsenale abbastanza nutrito, tra pistole, fucili, mitra, granate a frammentazione, granate elettriche, ma anche delle abilità speciali uniche per ogni singolo personaggio selezionabile. Shola, Boris, Karl e Jun (altri due possono essere sbloccati in seguito) hanno diversi livelli di resistenza, agilità, maestria con un’arma piuttosto che con un’altra, ma a queste statistiche generali si affiancano delle abilità uniche da inserire in slot prima di partire in missione. Le abilità vanno a influenzare molto il gameplay perché saperle sfruttare fa tutta la differenza del mondo: ad esempio, Shola può selezionare molteplici nemici e ucciderli con un colpo solo alla testa, oppure esiste la seconda chance, cioè la possibilità di ritornare in piena salute se si uccidono un tot di nemici prima che una barra rossa si prosciughi. Ci sono poi abilità che permettono di caricare colpi perforanti e superefficaci anche contro nemici corazzati.

Completando obiettivi e missioni si aumenta di rango, cosa che permette di sbloccare nuove abilità e bonus. In ogni missione, è possibile visitare i rifugi che fanno da checkpoint e stanza sicura, un po’ alla Resident Evil, in cui potersi riorganizzare, scegliere armi e abilità interagendo con i banchi da lavoro. Presente anche la moviola ai raggi X che rende le scene di sterminio ancora più belle da vedere e cinematografiche.

Multiplayer: orde ed eventi settimanali

La modalità multiplayer non si discosta molto dalla struttura della campagna, anzi, è più corretto dire il contrario: la campagna non si discosta dal multiplayer perché, come abbiamo già affermato, Zombie Army 4: Dead War è un titolo che spinge a giocare online con altri giocatori.

La modalità Orda è molto divertente e conferma che l’unica regola che non può essere infranta è il massacro assoluto di ogni forma non morta presente sul campo di battaglia. Una volta scelta la missione e trovato i compagni, inizia la collaborazione con quest’ultimi per sfuggire all’assedio di nemici sempre più forti e resistenti.

La modalità Orda di Zombie Army 4 porta a morte sicura se si sta fermi in un punto della mappa aspettando che siano gli altri a fare il grosso del lavoro, la mole di nemici infatti è davvero gigantesca e per trovare le migliori armi è necessario esplorare gli scenari.

I giocatori che vogliono provare maggiore brio e scontrarsi con regole più restrittive, possono poi giocare agli Eventi settimanali che vengono aggiornati ogni martedì. Ogni evento ha regole specifiche che modificano in modo netto l’esperienza; in alcuni eventi verrà chiesto di arrestare l’avanzata degli zombie con un numero di munizioni limitato, oppure senza l’utilizzo dell’arma secondaria, mentre in altri verranno distribuiti dei bonus o dei malus, come aumento della vitalità o riduzione della resistenza.

A nostro parere, gli eventi settimanali sono più divertenti e meno ripetitivi delle altre modalità.

Commento finale

Zombie Army 4: Dead War è un videogioco che dà il meglio di sé in compagnia di altri giocatori con la nostra stessa voglia di eliminare centinaia di zombie. Le missioni che compongono la campagna, alla lunga, possono risultare ripetitive, ma giocando in coop in un team di quattro persone le cose cambiano radicalmente. L’ambientazione italica ispirata e un frame rate sempre solido offrono un’esperienza gratificante. Il miglior capitolo della serie senza ombra di dubbio.

Consiglio del redattore

Giocate Zombie Army 4: Dead War solo dopo aver controllato di avere abbastanza granate nel comodino accanto al letto.

This post was published on 3 Febbraio 2020 17:00

Michele Longobardi

Laureato in Lettere moderne, scopro la passione per il giornalismo quasi per caso. I videogiochi sono il mio più grande amore e così decido di coniugare le due cose. Il giornalismo videoludico diventa la mia forma finale. Per me i videogiochi sono una forma d'arte e guai a dirmi il contrario. Appassionato di tutto ciò da cui sgorga sangue: cinema horror (registi preferiti Argento e Romero), letteratura gialla e dell'orrore (autori preferiti Christie, Poe e Lovecraft) e ovviamente i videogiochi del genere (Silent Hill e Resident Evil sopra ogni cosa). Il mio videogioco preferito di sempre è Fahrenheit che ho finito un numero non precisato di volte, da lì scaturisce la mia ammirazione per tutti i lavori di David Cage. La mia "carriera" videoludica è segnata da un marchio da cui non sono mai riuscito a staccarmi: PlayStation! In circa 20 anni di gaming, ho completato più di 800 titoli.

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