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Recensioni

Recensione Earthnight (Nintendo Switch)

I videogiochi su smartphone hanno visto tra le loro file anche dei generi completamente originali, difficilmente poi ripresi da altre console o da altre scuole di pensiero riguardanti il “come si fa” un videogioco.  Super Mario Run, Jetpack Joyride, Temple Run sono tutti videogiochi che in un modo o nell’altro rappresentano le sublimazioni riguardanti il genere videoludico degli endless runner, una delle invenzioni originali di un mondo fatto principalmente da smartphones e da tablets. Earthnight è una specie di figlio bastardo del genere che si ibrida con mille altre cose, al fine di portare innovazione nel genere e di tirare fuori dal cappello un suo modo di essere inteso. Il titolo arriva, con somma sorpresa, su un po’ tutte le console principali del mondo odierno senza abbandonare del tutto la sua piattaforma principe (il titolo è infatti disponibile sul servizio in abbonamento Apple Arcade).

In un mondo tutto sistemi di controllo complicati, quella degli Endless Runner è un’esperienza rinfrescante. Questi videogiochi sono di chiara matrice arcade e chiedono al giocatore pochissime informazioni per poter essere assorbiti correttamente. In mano al giocatore ci sarà un avatar che dovrà correre lungo un percorso più o meno infinito, raccogliendo nel bel mezzo potenziamenti e collezionabili al fine di semplificare il suo tragitto ed aumentare vertiginosamente il proprio punteggio. Nelle infinite liste di endless runner presenti all’interno dell’odierno mercato videoludico possiamo trovare runner bidimensionali, runner tridimensionali, runner che integrano storyline e missioni ma non riusciamo a fare il nome di un altro prodotto con il potenziale artistico che invece è proprio di EarthNight.

Il titolo di Cleversoft è decisamente meglio della sua concorrenza e aspira direttamente alla cima di una montagna di cadaveri fatta di giochi su licenza e titoli sbrigativi fatti per raccattare qualche moneta. Pescando a destra e manca da vari generi e varie ispirazioni, vediamo insieme se questo EarthNight vale la pena di essere giocato.

Draghi volanti e atmosfere.

La proposta narrativa con cui EarthNight si approccia al giocatore è strana a dir poco e si presenta fin da subito come un’ ottimo punto di partenza per i giocatori più artisticamente sensibili. Nel futuro descritto dal titolo la terra non è esattamente come al giorno d’oggi ce la ricordiamo; il nostro pale blue dot è diventato la dimora dei draghi e gli essere umani sono diventati loro sottoposti; a ribellarsi a questo strambo presupposto troveremo Stanley, Sidney ed un curioso scienziato pazzo dotato di una indispensabile stazione spaziale orbitante. Stanley e Sidney, entrambi essere umani dotati di chiari poteri soprannaturali, insieme allo scienziato pazzo di cui sopra sono gli unici con le abilità necessarie a cavalcare questi enormi draghi cinesi, di colori e nature diverse, al fine di attaccarne il cranio per sconfiggerli.

Ad essere infestata non è tanto la crosta terrestre quanto l’intera atmosfera che al giorno d’oggi respiriamo ed osserviamo guardando il cielo; Earthnight, nella sua discesa verso la terra, chiede al giocatore di attraversare quattro differenti segmenti dell’atmosfera affrontando ogni volta draghi diversi per colore e natura. Iniziare una partita significherà scegliere un personaggio (Sidney e Stanley si controllano in modo leggermente diverso tra loro, come poi vedremo) e significa iniziare a macinare chilometri sul dorso di questi mostri millenari, raccogliendo oggetti di qualsiasi natura che potrebbero sempre tornare utili per un motivo o per l’altro.

Il dorso dei draghi è difatti cosparso di una quantità praticamente indefinibile di oggetti e di avversari,  parassiti che aiutano la sopravvivenza del gigantesco bestione e che rappresentano la maggioranza delle sfide che vi troverete ad affrontare. In questo percorso lineare nei panni dei sopracitati personaggi il giocatore avrà il compito di evitare e saltare quando necessario, raccogliendo souvenir da riportare allo scienziato, abbattendo nemici e arrivando poi a scontrarsi con il bestione mitologico con qualche botta in testa. Una specie di Robot Unicorn Attack artisticamente impeccabile.

Raccolti gli oggetti, eliminati i mostri, sconfitto il drago, il giocatore si troverà a dover discendere nell’etere verso la terra stessa scegliendo la sua prossima vittima, diminuendo progressivamente la propria altitudine come in un’ impresa di Baumgartneriana memoria. La poesia di Earthnight comincia proprio qui e si dipana prepotente grazie ad un saggio utilizzo di musica e di scelte visive: una telecamera alle spalle del proprio personaggio mostrerà la visuale assurda di un essere umano contro innumerevoli, titanici draghi; una scarica di adrenalina non farà altro che arrivare rapidamente nel sangue di chi gioca, accompagnata dalla splendida colonna sonora presente e che darà inizio ad un gameplay loop semplice ma efficace.

Gameplay speziato.

Virtualmente il titolo potrebbe essere finito qui: EarthNight poteva concludersi nell’essere una specie di endless runner poetico per cuori gentili e invece và oltre. Oltre ad avere personaggi con sistemi di movimento differenti, che prediligono stili di gioco differenti, raccogliere oggetti all’interno di EarthNight permetterà al giocatore di sbloccare una pletora enorme di potenziamenti in grado di semplificare il viaggio successivo. Gli oggetti raccolti ( che variano dalla cianfrusaglie, alle monete d’oro, ai denti di drago o alle uova degli stessi) hanno valori differenti in partita in partita e vanno ad aumentare le riserve idriche della propria stazione spaziale, creando un infinito richiamo alla soddisfazione personale del giocatore che si troverà di partita in partita a gettarsi in queste sfide semi impossibili al fine di ottenere quell’uovo tanto desiderato.

Tutte gli strumenti del titolo sono potenziabili ripetute volte, donando alla formula una longevità che si attesta sulle decina di ore se si riesce ad apprezzare il gameplay loop. Ogni drago affrontato avrà sul suo dorso una varietà differente di avversari (ognuno con pattern e abilità specifiche), una varietà differenti di trappole da evitare e così via, donando una varietà interessante ad una formula di gioco. Durante le fasi più avanzate della partita, cercare di arrivare alla testa del drago sarà una sfida estremamente complicata dove ogni errore può risultare fatale, obbligando (di fatto) il giocatore ad uno stile di gioco conservativo e concentrato. Questa difficoltà perennemente verso l’alto che si accentua nelle fasi finali dona solidità alla sfida, fornendo al giocatore un tetto per la propria abilità sempre più difficile da raggiungere.

La formula messa in piedi da Cleversoft non è, ovviamente, priva di difetti. In primis ci sentiamo di segnalare una incertezza di fondo che va via solo dopo molte ore nel riconoscere al volo gli oggetti ed i nemici; questi ultimi, complici anche i design davvero particolari, si possono scambiare alle volte per strambi oggetti collezionabili e faranno finire in game over più di qualche partite. A questo va aggiunta anche un’esposizione dei contenuti non sempre cristallina, con tutte le meccaniche alle volte nemmeno accennate dal gioco stesso e lasciate in balia all’ingegno del giocatore;  una scelta molto old-school che però non aggiunge niente di che al gameplay o al contenuto del titolo, rendendone la fruizione semplicemente più difficile.

Schermi sorridenti.

Dal punto di vista prettamente tecnico EarthNight, nella versione da noi provata su Nintendo Switch, non ha presentato problemi di sorta. Forte di una grafica bidimensionale di ottima qualità, con disegni dettagliati e carichi di stile, il titolo non presenta particolari rallentamenti nemmeno durante le fasi più concitate, peccando giusto di qualche tempo di caricamente poco più lungo di quello che sarebbe logico aspettarsi, specie nel passaggio da un segmento a quello dopo dell’atmosfera. Lo stile artistico del titolo è insolito e pesca da frangenti incredibilmente diversi tra loro, proponendo draghi cinesi, demoni orientali e mostri che sembrano essere usciti da una versione per bambini dei racconti di H.P Lovecraft.

Il sapore arcade del titolo viene impreziosito in modo fine da una colonna sonora di chiptune particolarmente ben realizzata, tutta opera del musicista Chipocrite che presenta sonorità sintetiche con una buona varietà di mood. Il primissimo stage, musicato dalla splendida Little Computer People, da solo rischia di valere il prezzo dell’acquisto vista la scarica di adrenalina che riesce a dare. Molto interessanti anche le altre tracce, tutte melodicamente ispirate e dotate di capacità di adattarsi con maestria alle scelte visive presenti all’interno del titolo.

Il titolo presenta giusto una modalità a giocatore singolo senza presenza di aggiunte come leaderboard online che ne avrebbero migliorato ulteriormente la longevità; una piccola occasione sprecata.

EarthNight è un prodotto strano. Il titolo di Cleaversoft richiama in maniera scolastica molti endless runner prendendoli in giro e riscrivendone i cardini, al fine di ottenere un’esperienza differente e divertente. Forte di uno stile artistico ispirato, di una colonna sonora capace di emozionare e di un gameplay semplice e approfondito al contempo, il videogioco si propone come passatempo ludico da ancora un’altra e vado a dormire”, grazie a partite rapide e divertenti. A minare sulla valutazione complessiva troviamo qualche problema di user experience, con avversari non sempre perfettamente visibili su schermo e troviamo qualche schermata di caricamento leggermente più lunga del previsto.

 

This post was published on 3 Dicembre 2019 13:00

Graziano Salini

Perennemente alla ricerca di legami tra argomenti distanti tra loro, con una certa predilezione per musica e videogiochi. Faccio il possibile per fare in modo che ci siano meno errori di concetto possibili sugli articoli di Player.it, grande fan degli errori grammaticali invece, quelli fanno sempre ridere. Quando non sto amministrando questo sito lavoro mi occupo di spiegare cose difficili in maniere semplici su altri siti, su tematiche molto meno allegre dei videogiochi.

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