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Recensioni

She sees red | Recensione (PC), dalla Russia con brivido

Grande città russa, discoteca, notte. Qualcuno balla e si diverte, qualcuno muore nel retro del locale, assassinato da un omicida senza volto. Una poliziotta dalla scorza dura viene chiamata a indagare. Ad accoglierla il padrone, tipo losco come pochi altri. Insieme seguiranno le tracce che l’assassino ha lasciato sul suo cammino, sino all’inevitabile resa dei conti.

Signori, benvenuti in She Sees Red, thriller interattivo di produzione russa in grado di farci vivere una storia gelida e tagliente come un coltello affilato…

Breve, anzi brevissimo

Cosa aspettarci installando nel nostro PC la creatura di Rhinotales? Beh, dobbiamo subito mettere in chiaro un punto: un gioco breve, adatto a essere finito in poco tempo e ricominciato subito. Stiamo parlando infatti di un titolo story driven, strutturato sulla stessa logica di Erica, titolo britannico che avevamo avuto modo di provare la scorsa estate. In entrambi i casi si tratta di film interattivi che giocano tutto sull’inchiodare il giocatore alla poltrona di sessione in sessione sfidandolo a scoprire il modo di attivare tutte le scene filmate guidando le scelte dei personaggi.

Venendo invece al tempo effettivo richiesto per completare una partita, quest’ultimo può essere considerato al tempo stesso un difetto e un pregio. Siete il pausa pranzo e vi serve una partita rapida a qualcosa di non troppo impegnativo? Beh, con con She Sees Red si può: a conti fatti, una giocata non dura più di una mezz’ora scarsa. Sì, avete capito bene. Se Erica era un film interattivo medio dalla durata di due ore, il thriller russo di cui vi parliamo oggi è di fatto un cortometraggio giocabile. Tenendo conto del fatto che il gioco ha quattro finali e alcuni bivi che cambiano sensibilmente la storia, diciamo che potrebbe essere un valido divertimento per un pomeriggio o una serata diversa dal solito.Quindi…

No, fermi, fermi! Aspettate, non fate quelle facce. E’ vero, è di fatto un gioco brevissimo, anche tenendo presente la rigiocabilità abbastanza limitata, ma… uno, il prezzo è abbastanza contenuto (sei euro e ottanta). In secondo luogo, a giustificazione degli sviluppatori c’è il fatto che SSR necessitava di una breve durata in quanto pensato anche per mobile. Infine, credeteci, ragazzi: non dandogli una chance vi perdereste un gran bel pezzo di cinema noir.

La nostra alter ego senza nome, un’ispettrice della polizia dura quanto il buon vecchio Callaghan.

Tutto in una notte

Bene, sappiatelo: qualora decideste di continuare a leggere, sarete costretti a partecipare a una bella sessione di cineforum come Dio comanda, perché è praticamente impossibile non valutare le qualità di She Sees Red senza confrontarle con alcuni classici visti sul grande schermo.

Conoscete il cinema di Michael Mann? No? Male male male, perché con questo noir interattivo siamo davvero molto vicini alle storie che questo regista statunitense predilige. Giusto per dare un’idea, fra i suoi film troviamo Collateral, con un Tom Cruise trasformato da pilota belloccio a killer brizzolato e sociopatico, e Heat-La sfida, in cui Robert DeNiro e Al Pacino interpretato un rapinatore professionista e uno sbirro che si sfidano in un gioco al massacro con morti e feriti da ambo le parti. Si tratta di film sospesi fra il noir, l’hard boiled e l’action che raccontano storie molto umane e profonde, capaci di mettere lo spettatore di fronte a dei dilemmi niente male. She Sees Red, con la sua scelta di raccontare una storia dal ritmo serrato, fatta di spazi chiusi e personaggi loschi con (molti) segreti da nascondere riesce a rendere bene la stessa atmosfera di ambiguità e tensione che si possono respirare in alcuni frammenti dei film che abbiamo citato, immergendoci in una vicenda cruda e d’impatto.

Altro film col quale possiamo confrontare She Sees Red potrebbe essere I soliti sospetti di Bryan Singer (1995), perché entrambi basati su un principio fondamentale: senza fare spoiler, nel gioco di Rhinotales come nel film di Singer l’attenzione dello spettatore/giocatore per i dettagli e la necessità di vivere l’opera più volte sono assolutamente essenziali per comprendere poco alla volta la storia. Vi state chiedendo come tutto questo si concretizzi in termini ludici? Tranquilli, non ci vuole molto a immaginarlo.

La versione russa di Gastone Moschin in Milano Calibro 9.

Questione di scelte

Ludicamente parlando, l’interfaccia di SSR si compone di pochi elementi essenzali.

In questo gioco, basato prettamente sulla visione di sequenze filmate, la richiesta di interazione da parte del giocatore si “riduce” a un classico schema di racconto a bivi che permetterà al giocatore di orientare la storia in maniera diversa partita in partita. Com’è logico pensare, avere un quadro chiaro di cosa diavolo sia accaduto veramente nel nightclub Paradiso sarà possibile solo dopo alcune partite (tre, nel caso dell’autore di questa recensione). Per fortuna la storia è tanto interessante e la durata tanto breve da portarci a restartare costantemente la partita una volta arrivati ai titoli di coda.

Se da un lato l’estrema semplicità dell’azione farà apprezzare tantissimo il gioco agli amanti delle esperienze narrative in cerca di un rilassante passatempo tra partite a titoli più impegnativi, dall’altro l’assenza di vere sfide,  in grado di portarci al game over o di mettere davvero alla prova la nostra pazienza o concentrazione, potrebbe annoiare i giocatori più smaliziati. Del resto la non inclusione di sequenze del genere può essere giustificata soltanto se pensiamo alla brevità dell’avventura, che certo non doveva essere appesantita da meccaniche troppo complesse.

Che fare? Eh, bella domanda.

Videogame cinematografico o cinema interattivo?

She Sees Red è un gioco che riconferma con forza tutte le potenzialità del genere, ma che al contempo ne rimarca i punti dolenti e pone dubbi su questo tipo di prodotti.

Non c’è dubbio che quello dei film interattivi sia un ambito che, complice anche un’operazione “di frontiera” come Bandersnatch (e forse anche il revival del librogame), è tornato prepotentemente al centro della scena, né che abbia le carte in tavola per divertire, stupire e appassionare. D’altro canto, quella che si ha giocando a titoli del genere è anche un’esperienza ludica “a metà”, che propone un’accezione di videogioco non per tutti. Nel caso specifico l’estrema brevità del gioco (o cortometraggio), unita a un livello di sfida abbastanza basso, potrebbero scontentare facilmente anche gli amanti del genere, delusi da un’esperienza fugace e in fondo non particolarmente originale.

Se però si va oltre questi difetti strutturali e ci si lascia cullare da una storia fatta di gangster senza scrupoli e di efferata violenza, allora si potrebbe vivere una notte difficile da dimenticare.

Commento finale

She Sees Red è un breve ma interessante passatempo per una serata all’insegna del brivido, specie se giocato in compagnia. Il prezzo abbordabile, unito a una sceneggiatura convincente, a un sistema di bivi che incoraggia la rigiocabilità e a una realizzazione cinematografica davvero d’impatto riescono a far passare in secondo piano l’estrema brevità e la semplicità dell’esperienza ludica. Vista anche la sua destinazione per mobile, si tratta di un gioco interessante e realizzato con cura che merita attenzione, ma speriamo che sia solo il prototipo di futuri progetti più ambiziosi e “compiuti”.

Intanto, preparatevi a entrare in un film di Michael Mann e ad assaporare il gusto della tensione.

Gioco disponibile su PC (provato), iOS, Android

This post was published on 3 Dicembre 2019 16:57

Fabio Antinucci

30 anni (anagraficamente, in realtà molti di più) ha alle spalle esperienze come copywriter, redattore multimediale e critico cinematografico, letterario e fumettistico, laureato con una tesi triennale su Il Cavaliere Oscuro di Christopher Nolan e una magistrale su From Hell di Alan Moore. Appassionato di letteratura horror e fantastica, divoratore di film di genere di pessima lega (ma ha nel cuore pezzi da novanta come Kubrick, Mann e Kurosawa), passa le sue giornate fra romanzi di Stephen King, graphic novel d’autore e fascicoletti di Batman. Scrive (male) da una vita, e ha pubblicato un romanzo breve (Cacciatori di morte) e due librigame (quelli della saga di Child Wood). Crede che il gioco sia una forma di creazione e libertà, capace di farti staccare la spina e al contempo di far riflettere, ragionare, commuoverti e socializzare. Per questo gioca di ruolo da dieci anni (in particolare a Sine Requie, D&D, Vampiri la Masquerade e Brass Age) per questo adora perdersi di fronte alla sua Play. È innamorato del videogioco grazie a Hideo Kojima e al primo Metal Gear Solid, al quale ha giurato amore eterno, ma col tempo ha imparato ad amare gli open-world, gli action-adventure, gli rpg all’occidentale, i punta e clicca, a una condizione: che raccontino una bella storia.

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