Recensire un gioco che non è piaciuto è difficile. Difficile perché si deve cercar d’esser il più oggettivi possibile senza mescolare le aspettative spezzate che si covano all’interno di se. Kingdom Under Fire 2 è esattamente questo: un gioco che non mi è piaciuto.
Come alcuni di voi sapranno – e qui trovate la mia Anteprima per chi se la fosse persa – la Gameforge mi ha invitato in Germania per provare KUF2 una settimana prima circa l’apertura ufficiale dei server prevista per il 14 Novembre. In quell’occasione riscontrai alcune sbavature nel titolo. Non degne di un gioco costato tanto tempo e tanto denaro: 11 anni di sviluppo per 80 Milioni di dollari.
Il gioco sud-koreano più costoso della storia dei videogame!
La mia positività è però venuta meno nel momento in cui ho riscontrati di trovarmi di fronte le medesime “mancanze” che avevo già individuato in sede di pre-lancio. Ma andiamo per ordine:
Kingdom Under Fire 2 non è un gioco nativo occidentale bensì della orientale Blueside, nato in Korea del Sud e sviluppato intorno a logiche commerciali e d’intrattenimento aliene al mercato Nord Atlantico (cioè europeo e nord americano). Questa cosa si sente – e si vede tutta – sin dalle prime battute. E quindi in parte riesco a giustificare il perché credo di non averlo compreso a pieno. Forse, semplicemente, non è un titolo nelle nostre corde.
Lo sforzo di cavalcare l’onda di altri MMO leader del settore è percepibile e a nulla è valso il tentativo di integrare interessanti elementi RPG e RTS al suo interno. Hanno anzi dato vita a un peculiare ibrido MMORPG-RTS che riscuoterà certamente interesse negli appassionati del settore ma che comunque io reputo inferiore a suoi cugini occidentali come WoW, FFXIV, Dawn of War, Total War: Arena.
Io lo ribadisco: il gioco è gradevole con tutti i suoi colori e le sue luci e quelle enormi tette al vento ma non è nulla di nuovo. Anche il suo punto di forza dell’essere un ibrido con “pupazzo” comandabile – alias il proprio personaggio – E truppe utilizzabili non è sufficiente a donargli un’anima… qui in Occidente.
Questo perché alla fine, tolte tutte le skin delle unità anche la gestione delle truppe si riduce ad un classico sistema Sasso-Carta-Forbice. Va bene che serviva un sistema di “bilanciamento” ma mi sembra tutto piuttosto misero. Figo da vedere, limitato sotto il profilo concettuale e di design. Decisamente dedicato agli amanti dei Musou.
Anche il costo non aiuta: 29,99 €/$ per l’acquisto del modello “base”, 49,99 €/$ per il “più venduto”, 99,99 €/$ per il “pacchetto top” è tanto. E anche se questa è una spesa una tantum, semplicemente non regge: per me vale l’acquisto solo per i veri amanti del genere.
Sulla grafica mi trovo combattuto: se ad una superficiale visione può sembrare “tutto molto bello” con le sue esplosioni, i suoi bei paesaggi (lo sono, a me piacciono, sono molto epici), i suoi bei mostri, i suoi bei personaggi, concentrandosi un attimo ci si rende subito conto che molto rientra nella categoria “abbozzato”. Gli stessi personaggi, talvolta, sembra abbiano ricevuto approssimativi accorgimenti estetici per sembrare diversi tra loro, comparendo anche dal nulla durante alcune cutscene e mandando al diavolo la potenziale “sospensione d’incredulità” che Kingdom Under Fire 2 ha fino a quel momento generato, mandando in fumo il buon lavoro fatto nella realizzazione dei fondali, talvolta davvero spettacolari.
Quindi, se da un lato abbiamo un interessante editor estetico di generazione del personaggi – con opzioni per capelli, occhi, armatura, tinta etc. (utilissimo per distinguersi in un MMO) – e un ottimo lavoro di artwork per personaggi e fondali, dall’altro riscontro soluzioni farraginose e veramente da far storcere il muso nelle piccole cose: il primo sono i muri invisibili (si li metto qui perché per me sono un errore grafico, cazzo mettetelo uno steccato o un sasso se non volete che vada li); subito dopo le opzioni di ricostruzione che si trovano nelle battute iniziali in cui un muro ora è rotto e ora è in piedi, senza soluzione di continuità, dopo un singolo click; effetti grafici degli sbombi forse un filo invasivi (ma c’è a chi, come me, che danno gusto). Insomma, vi ricordate com’era un videogioco ad inizio millenio? Ecco, era fico ma doveva ambire a di più.
Se invece non li ricordate andate a controllare il launcher game di Gameforge: non confondere tra loro i vari titoli, sembrano tutti uguali a dispetto dell’anno di uscita.
Qui entriamo nel vivo dell’Hack&Slash che ci viene proposto, con qualche bella idea classica dell’Action: questo punto a me ha convinto, o meglio è quello che ha convinto più tra tutti.
Presente anche qualche skill da supporto (tipo l’evocazione di famigli) ma il grosso si colloca nel settore attacco: clicchi un tasto del mouse e il personaggio mena, clicchi un numero sulla tastiera e il personaggio usa le sue abilità, solitamente magie. Combinando insieme queste due cose si creano combo che permettono di fare più male, talvolta sommando effetti quali congelamento, stordimento etc. Nulla di nuovo ma comunque interessante e dinamico.
Risulta anche molto divertente vedere la massa di mostri prendersi le nostre mazzate e, chiaramente, le nostre abilità Basic saliranno e aumenteranno con l’avanzamento dei 30 livelli, sbloccando di volta in volta nuove potenti skill (Activating, Chain, Special, Strategy). A queste si affiancano le abilità Mastery che giocano più sullo stile specifico dei cinque personaggi selezionabili, donando una minima caratterizzazione ad ognuno di essi. Chissà quali saranno quelle del sesto personaggio già annunciato, la Darksorcerer, di cui si sa solo che è un personaggio ottimo a distanza che padroneggia gli elementi ghiaccio e ombra.
Ecco: la trama. Qui sono perplesso da un punto. Non dalla trama in se ma piuttosto dall’integrazione di questa nel gioco.
Questo è un MMO, quindi siamo in tanti a fare roba contemporaneamente. Ecco, il gioco però non è costruito per essere Sand Box, tutt’altro: l’elemento esplorazione è poco e limitato e le cose da fare sono piuttosto lineari. Quindi mi domando: non era meglio adottare soluzioni differenti dal Multiplayer Massivo Online?
Spiego: finito il gioco, raggiunto il livello 30, che faccio? Me lo domando perché l’interessante soluzione Versus – personaggi che si menano tra loro in scontri diretti o a gruppi di tre – alla lunga potrebbe stancare dato che non è che offra cosi tanta rigiocabilità e quindi mi chiedo, verrà aumentato il tetto massimo dei livelli? Nuove campagne?
Lo scopriremo in futuro: magari inseriranno dei raid specifici, o tematici, o da calendario, chissà… Però il dubbio rimane: non era meglio puntare sull’assetto RPG e RTS piuttosto che sull’MMO?
Ah si, dimenticavo: le classi sono gender lock, non possono cambiare sesso. Il bestione che mena e il pistolero sono maschi, le altre donne. Fine. Te lo devi far piacere e stare pure muto.
Un appunto sempre sulle razze giocabili: in gioco vedremo dei nani bellissimi ma purtroppo non sono ad oggi giocabili. Sigh!
In ultimo, un NO secco ai menù dove i nomi oggetto sono ancora in coreano. Spero venga risolta presto questa piccola falla perché stiamo veramente parlando di una caccola da fixare.
Allora, qui non avrò quartiere: s’era detto che non c’erano e non è cosi.
Sebbene alcune siano le classiche robe da skin, cavalcature (ottieni quelle fighe se compri il pacchetto da 50 o da 100 €/$) e miscellanei e potrebbe anche andarmi bene dato che sono principalmente roba cosmetica, quando vengo a sapere che ci sono dei cristalli negli Shop mi si tappa la vena.
A me sta cosa non è andata giù. Per niente! Cosi come non è andata giù che la chat globale per comunicare la devi comprare. E non ho voluto indagare oltre perché tanto la teutone premessa era saltata.
Oh, io non ho alcuna memoria dei versi dei mostri! Sarà forse suggestione – o che ne so io – ma parlandone con altri che hanno provato KUF2 come me, all’infuori dei bozzoni anche loro non ne hanno memoria. Non ci metto la mano sul fuoco ma mi par proprio che il comparto audio abbia qualche problema…. Per non dire che talvolta mi è sembrato proprio di sentire del coreano – anziché dell’Inglese – pronunciato dai personaggi, per non parlare dei sottotitoli che non sempre corrispondano a quanto viene detto.
In conclusione: apprezzo molto l’impegno di Blueside e Gameforge di concludere un lungo viaggio iniziato tanti anni fa e sono certo che per chi ama i Muosu e gli Hack&Slash possa essere un titolo da avere sul desktop perché, diciamocelo, divertente è divertente, ma io – che devo essere il più oggettivo possibile e parlare a tutti, non solo ai cultori del genere – più di un 6,5 proprio non posso darlo. Mi spiace.
This post was published on 27 Novembre 2019 18:20
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