Spesso siamo soliti lamentarci del fatto che i videogame recenti tendono tutti più o meno ad assomigliarsi, cercando di percorrere strade già battute da altri e riducendo al minimo il “rischio di impresa“. Per questa ragione, titoli come The Council attirano l’attenzione del pubblico, grazie al loro essere volutamente non destinati alle masse. Il titolo, sviluppato dallo studio indipendente francese Big Bad Wolf e pubblicato da Focus Home Interactive, è riuscito a conquistare ad incuriosire una larga fetta di giocatori, in particolare quelli per cui la narrazione deve essere assoluta protagonista. È stato quindi impossibile non soffermarci su questa produzione che, nonostante una produzione “non da tripla A”, sembra ambire a grandi traguardi.
La trama ci porta indietro nel tempo di quasi due secoli, precisamente nel 1793. Sono anni tumultuosi: la Francia è in subbuglio a causa della recente rivoluzione avvenuta, Prussia ed Inghilterra tengono sotto stretta sorveglianza l’evolversi degli eventi, pronte ad intervenire, mentre nei neonati Stati Uniti, fortunatamente, si è da poco inaugurato un periodo di pace. In questo clima tesissimo si colloca il Golden Order, un’associazione segreta che, da tempo immemore, accoglie al suo interno le personalità più influenti delle varie nazioni civilizzate, con lo scopo di comandarne il destino rimanendo dietro le quinte.
In questo primo episodio, intitolato “The Mad Ones“, il giocatore si troverà a vestire i panni di Louis De Richet, il giovane figlio di Sarah De Richet, una delle esponenti di maggior spicco del Golden Order. Il nostro eroe si troverà a sbarcare sull’isola privata di Lord Mortimer, un misterioso aristocratico con un eccentrico gusto per l’arte, con lo scopo di ritrovare sua madre.
Uno volta arrivato, Louis farà la conoscenza di alcune delle personalità più influenti della sua epoca: da Napoleone Bonaparte a George Washington, passando per reggenti prussiani ed alti prelati. Tutti loro sembrano conoscere la madre del protagonista, ed ognuno di loro avrà i suoi segreti da svelare, ma starà a noi il compito di sbrogliare i tanti intrighi e misteri dai tratti esoterici che affollano il castello di Lord Mortimer. In che modo riusciremo nell’impresa? Facendo leva sulle abilità del nostro giovane eroe.
Sin dalle prime battute, dovremo far scegliere che cosa far diventare il nostro Louis. Le scelte saranno tre: Diplomatico, Detective o Occultista. A seconda della scelta che faremo, cambieranno le abilità iniziali su cui il protagonista potrà contare. Nel primo caso, ad esempio, potremo avvalerci di una profonda conoscenza artistica e di una forbita dialettica, che ci darà la possibilità di dire la bugia giusta al momento giusto, cavandoci così d’impiccio, di sviare conversazioni sconvenienti e di convincere, con la vostra autorevolezza, le menti più deboli.
Nel secondo caso, invece, ci avvarremo di un senso dell’osservazione decisamente più spiccato, riuscendo a notare particolari altrimenti sfuggenti, a porre le giuste domande e, infine, a padroneggiare la logica. Da Occultisti, invece, la scienza non avrà più segreti per noi, consentendoci deduzioni altrimenti impossibili.
Scegliere le giuste abilità avrà una diretta influenza sulle azioni di cui potrete disporre nel gioco. Grande importanza è infatti rivestita dagli “Effort Point“. All’inizio di ogni quest, inizierete con un determinato numero di punti, che potranno essere impiegati per l’utilizzo di determinate abilità. Ognuna di queste azioni “non convenzionali” avrà un costo; proprio per questa ragione, dovrete fare attenzione a non “rimanere a secco“, onde evitare di prestare il fianco ai vostri avversari. Ogni personaggio che incontreremo avrà la propria personalità, le proprie immunità ed i propri punti deboli. Starà a noi il compito di scoprirli, in modo da utilizzare tutto ciò a nostro favore durante i dialoghi ed i confronti.
Al termine di ogni quest, in base ai risultati ottenuti, agli indizi ottenuti, ed ai segreti scoperti, potremo salire di livello. In questo modo, otterremo dei punti da utilizzare per il potenziamento delle nostre abilità, che ci porteranno sempre più vicini a scoprire il mistero della scomparsa di Sarah De Richet.
Questo primo episodio, come ogni pilot che si rispetti, ha avuto il non facile compito di “sciogliere il ghiaccio“. The Mad Ones cala subito il giocatore nel mondo tetro ed affascinante di The Council, consentendogli di prendere subito confidenza con dei comandi molto semplici ed intuitivi.
Nonostante la struttura del gioco ricordi molto quella del mai troppo celebrato Life is Strange, ciò che ci troviamo davanti è completamente diverso dall’esperienza regalataci da Dontnod. La malinconia sognante è sostituita dal senso di oppressione regalatoci dall’opulenza del castello di Lord Mortimer e dalle magnifiche e disturbanti opere d’arte che troveremo al suo interno. E soprattutto, dalle scelte fatte in The Council non si può tornare indietro.
Il comparto tecnico del titolo, tuttavia, tradisce un budget di modesta entità. Se gli interni risultano tutto sommato ben caratterizzati, nelle fasi all’esterno ed in alcuni dettagli il motore grafico mostra tutti i suoi limiti, tra cui delle animazioni facciali non sempre convincenti. Una colonna sonora ispirata, riesce però a regalare quel sottile senso di tensione di cui l’opera è permeata. Sarà proprio questa sensazione a spingerci ad esplorare tutte le sale del castello di Lord Mortimer, scovando tutti gli indizi e spingendoci ad rivivere i vari capitoli per sperimentare tutti i vari bivi narrativi. Da sottolineare anche l’opera di doppiaggio (purtroppo solo in inglese), capace di farci notare le differenze degli accenti di Napoleone Bonaparte, di George Washington e degli altri personaggi, a seconda della loro nazionalità.
Questo primo episodio di The Council riesce, nelle sue 4/5 di durata, ad intrigare quanto basta lo spettatore, proiettandolo nella fitta rete di intrighi che sarà meglio approfondita in seguito. I buoni propositi della sceneggiatura vengono però spesso traditi da una realizzazione tecnica non sempre al passo coi tempi. La sensazione è che, con un maggior sforzo economico, si potesse confezionare un prodotto di maggior qualità. Nonostante tutto, la creatura di Big Bad Wolf riesce a catturare l’occhio, forte di meccanismi sapientemente combinati e di un’atmosfera decisamente ben realizzata. Non ci resta, quindi, che attendere speranzosi il prosieguo di un’opera che si preannuncia allettante e piena di potenziale.
Si ringrazia sentitamente Focus Home Interactive per aver fornito la copia necessaria alla recensione.
This post was published on 23 Marzo 2018 13:10
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