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Recensioni

Recensione: The Outer Worlds (PC) | Un RPG intriso di Humor, etica e voli interplanetari

Daniele forza, un bel respiro. Diamine.

Ho finito il gioco circa cinque minuti fa e non mi fermerò di certo a mangiare o a riposare. Per me sono state trenta ore di gioco spalmate in quattro giorni, non mi succedeva da quando avevo i brufoli, la barba non voleva crescere e non sapevo approcciare con le ragazze.
Non mi fermerò di certo ora prima di avervi raccontato questa perla di Obsidian.

Tenetevi forte che stiamo per fare un balzo in un sistema solare lontano, lontanissimo.

The Outer Worlds, il concept

Mi ricompongo.

The Outer Wolrds è un rpg puro e crudo in prima persona, è uscito il 25 Ottobre 2019 ed è sviluppato da Obsidian e pubblicato da Private Division.

Durante la presentazione dell’E3 la prima frase che mi è uscita spontanea è stata “Ok un Fallout: New Vegas contaminato da futurama e uno sci-fi perduto e post apocalittico”, ci avevo preso in un certo senso, gli stessi sviluppatori hanno dichiarato che l’ispirazione è proprio quella.
A tal proposito avevo un po’ paura che potesse uscire una cafonata senza fine, e invece…

Installo i 38GB di gioco e mi preparo al lungo viaggio, quello che sembra Rick Sanchez mi accoglie all’interno di una capsula criogenica, ed è solo l’inizio.

Eh sì, il png Phineas Vernon Welles  sembra proprio Rick Sanchez. Il phisique du role alla fine è quasi quello.

 

Picchia i predoni, squarta i mostri e… la trama?

Sistema solare di Alcione, anno indefinito, il nostro protagonista fa parte di una colonia proveniente dal pianeta Terrarium con la missione di colonizzare nuovi mondi, con l’aiuto di Phineas Vernon Welles si sveglierà da una lunga, lunghissima criostasi con una missione mooolto particolare.

Salvare i 100.000 coloni abbandonati dalle corporazioni che governano il sistema planetario.

Per farlo il nostro protagonista dovrà scendere su Terrarium 2 e affrontare un numero smisurato di peripezie. Sin dalle prime ore il gioco ci metterà a dura prova facendoci scoprire un’ecosistema geopolitico dannato e marcio, avremo da sporcarci le mani più volte e in base alle storie dei coloni scegliere tra la vita o la morte di interi gruppi.

Fondamentalmente le prime ore di gioco saranno quest basilari, esplorazioni di città in rovina, uccisioni barbare di predoni barbari del futuro e mostri orrendi che sputano icori velenose. Ma è solo il riscaldamento, nei prossimi paragrafi cercherò di essere spoiler free anche se parlare di trama quando si ha davanti un RPG simile è complesso e il rischio anticipazioni è dietro l’angolo.

Un tipico paesaggio “wild” in The Outer Worlds

 

Implicazioni morali? Tra scienza e religione? Cosa stai blaterando?

Calma!

Prima di parlare del gunplay, della creazione del personaggio, della gestione delle missioni, delle fazioni e di tutto il micromondo RPG vi voglio raccontare sin da subito cosa mi ha stupito in questo titolo.

La morale.

L’intero gioco è pervaso da intrecci morali ed etici. Dietro al titolo posso fantasticare immaginando una stanza con una tavola rotonda attorniata da Dungeon Master di Coriolis e Warhammer 40k che tramano illuminati da fievole candele la macro trama e le ramificazioni a seguire.

Per farlo gli sceneggiatori del gioco hanno dato luogo a un grande esercizio di stile permeando il gioco di intrecci geopolitici  senza snaturare la natura umana del protagonista e dei suoi compagni, ogni trama ha una sua logica che pone il giocatore davanti all’etica e binari imprevedibili. Sin dalla prima missione principale dovremo decidere se far prosperare una colonia pacifica e anarchica, libera dal giógo di potere della corporazione interplanetaria o se lasciare che il “capitalismo” del futuro prosperi senza intralci. Bam.  Neanche un’ora di gioco e già saremo fautori della vita o della morte di un’intera comunità ed è solo l’inizio.

E dietro le migliaia di dialoghi del gioco troviamo sempre un po’ di Umorismo.

 

Andando avanti verranno toccati dei temi profondi, come l’abnegazione e il concetto di Dio in un futuro che un dio sembra non averlo, oppure temi etici come lo sfruttamento del lavoro ed esseri umani nati schiavi per un bene superiore oppure il tema forte del diritto alla vita.

Navigando in questo sistema solare si tocca in alcuni punti un retrogusto quasi Orwelliano di distopia e di Stalinismo del futuro, al soldo di un unico grande ideale. (Prendete l’ultima affermazione come una nota di colore, è molto più complesso di così.)

 

Ooookey… ma le meccaniche di gioco? La gestione del RPG?

Se siete atterrati su questa recensione e vi ho blaterato di etica magari siete anche in diritto di mandarmi a quel paese, non vi deluderò e vi parlerò anche delle meccaniche di gioco!

Il sistema RPG di The outer Worlds è SSSQUISITO!

La creazione del personaggio è ricca e piena di dettagli, sia in termini di character building che in termini grafici, potrete personalizzare il vostro personaggio con una buona quantità di caratterizzazioni (che vedrete poco essendo in prima persona).

La creazione del personaggio, in questo screenshot c’è il tool di gioco per la scelta dell’aspetto.

 

Il gioco è super malleabile e si cucirà alla perfezione a seconda del vostro stile. Siete amanti dello Stealth? Preferite essere dei Tank da guerra? Volete menare il martello addosso ai predoni? Hacker del futuro o Scienziati e ingegneri di una nuova era? Nessun problema! Avete piena libertà di scelta.

Nella mia prima Run (durata circa 25 ore) ho vestito i panni di uno scienziato/medico più incline alle doti sociali, come la persuasione e la coesione del gruppo, pagando però lo scotto di essere un pelo meno efficienti nel combattimento ho potuto apprezzare le trame e superare in facilità le missioni di spionaggio e “sociali” persuadendo gli NPC e mostrando una stucchevole empatia. Avrei potuto affrontare il gioco in maniera più belligerante, ma riservo il tutto per una run successiva.

Esplorando i vari modi avremo a disposizione i viaggi veloci, saranno accessibili dalla mappa e ci faranno risparmiare parecchio tempo (e scontri inutili).
Viaggiando troveremo tantissimi gruppi e fazioni, esse avranno una reputazione e ci potranno risultare ostili o amichevoli, il tutto dipenderà da come verranno affrontate le missioni e da come risponderemo ai personaggi non giocanti durante il cammino del nostro protagonista.

Nell’esplorazione andremo in contro ad un loot selvaggio, gli oggetti di gioco saranno sparsi ovunque (e state attenti a non farvi vedere), tra le robe che ruberete in giro troverete tantissimi consumabili che vi aiuteranno con le statistiche, forse anche troppi ma sempre originali e con un loro stile, le armi sono fantasiose e hanno delle meccaniche uniche che vi permetteranno di affrontare i nemici scegliendo sempre una tattica consona alla tipologia di scontro che avrete davanti.

L’inventario di gioco e i dettagli e specifiche delle armi.

Durante il combattimento inoltre avrete la possibilità di utilizzare la “dilatazione tattica del tempo”, una grave ripercussione del risveglio della criostasi che però sarà una delle armi vincenti negli scontri a fuoco, permettendovi di rallentare il tempo attorno a voi per posizionarvi meglio, studiare il nemico aggiungendo informazioni su schermo e magari salvandovi il sedere.

Ah, dimenticavo! (Seh) La parte più bella del gioco (per i non solitari) è quella riguardante i compagni, andando avanti nel gioco sbloccherete una squadra di tirapiedi ricca di side quest dedicate, profonde e ben curate. Quando scenderete dalla nave sarete accompagnati (se vorrete) da due di loro sei, la scelta è vostra. Tutti hanno le loro peculiarità e le loro specializzazioni, starà a voi trovargli il giusto equipaggiamento e scegliere il momento adatto per lasciarli esplodere nelle loro mosse finali o vederli interagire in modo diverso ai dialoghi con gli altri npc.

 

Dai Daniele, parlaci del comparto tecnico, sbaviamo per i pixel lo sai!

Ho giocato il titolo su una macchina armata di gtx 1080, 32 Gb di ram e un ryzen 7. Non ho avuto cali di frame (se non in qualche spazio aperto davvero esoso di dettagli) giocando in 4k a 60 fps stabili, tutto ad Ultra.

Sostanzialmente non ho riscontrato bug o glitch, giusto qualche calo di frame che probabilmente era causato da OBS che registrava il gameplay in background per i miei colleghi del reparto guide (p.s. avete dato un’occhiata alle nostre guide su The Outer Worlds?).

Parlando di comparto tecnico, il sistema di crafting dei potenziamenti è perfetto e bilanciato, la gestione dell’inventario è un pelino da rivedere, infatti andando avanti nel gioco si accumuleranno un mucchio di cianfrusaglie inutili che danno colore nel roleplay ma risultano essere solo… paccottiglia.
Stessa cosa per il quest system, buono ma non eccelso, quello che manca è un tracking alla World of warcraft per intenderci, ma forse sto chiedendo troppo. Sono scelte di design, hanno scelto uno stile più minimalista.

Un paesaggio apocalittico di una città depredata e abbandonata in The Outer Worlds.

Il sistema di level-up è interessante e molto ben bilanciato, stessa cosa vale per le abilità che sono variegate e cucibili addosso al proprio stile di gioco. Il sistema di hacking dei terminale è funzionale, stessa cosa per il looting delle casse sparpagliate in giro per la mappa, abbondanti e stimolanti. Depredare non è stato mai così divertente.

La gestione dell’Intelligenza Artificiale dei compagni è un po’ il tallone d’Achille del titolo, a volte l’equipaggio manderà in fumo le tattiche di stealthing per motivi sconosciuti. Ad esempio, se entrate in una stanza per sgraffignare qualche goloso loot e darete il comando di stop fuori dalla stanza potrà accadere che entreranno facendovi cogliere con le mani nel sacco. Speriamo verrà fixato in futuro.

Tornando al comparto grafico le animazioni sono sempre fluide, i paesaggi e le texture sono curate nel dettaglio e il dettaglio delle varie ambientazioni non delude mai.

Il Gunplay invece va un po’ a gusti, per qualcuno potrà sembrare obsoleto, io l’ho trovato funzionale. Non ho avuto mai problemi né con le armi da fuoco ne con le armi da mischia.

Infine, il gioco è molto cruento, quando i vostri compagni utilizzeranno le loro mosse speciali potreste assistere a scene splatter di Tarantiniana memoria. Cari i miei deboli di stomaco siete stati avvertiti.

Oh no, è già finita la recensione!

Sto guardando lo schermo da dieci minuti buoni cercando una conclusione adatta, posso dirvi che da questa esperienza mi mancherà ADA, il sistema di intelligenza artificiale della nave, anzi, l’anima della nave, con quel suo umorismo robotico tutto speciale. Mi mancheranno le storie dell’equipaggio, l’humor inglese di SAM il robot “Spazzino”, mi mancherà sapere come continuano le storie degli npc incontrati durante l’avventura, mi mancherà soprattutto il tempo per fare una seconda run e decidere un futuro alternativo ad un finale che poteva essere più “cinematografico”, ma di certo non pieno di “feels” com’è stato il mio.

E sì, mi mancherà anche l’estetica del gioco. Le pubblicità al neon olografico e i loading screen curatissimi nei dettagli. Dietro questo gioco c’è un lavoro artistico davvero notevole.

{SPOILER} Fatemi sapere cosa proverete quando vi troverete davanti tutto il vostro equipaggio, Ada compresa.

 

Conclusione:

Obsidian si è superata, se amate gli RPG giocatelo. Punto.

Molti dicono sia la “copia di Fallout New Vegas”, fategli fare i meme e non curatevi di loro, l’esperienza è fondamentalmente diversa e a tratti più profonda. The Outer Worlds è un gioco con uno humor ricercato e mai invasivo o “cringe”.  Verranno toccati parecchi temi etici e morali e starà a voi decidere la sorte di interi mondi.

Se il titolo avesse avuto un budget più alto sarei stato costretto a dargli un 8.5, considerando invece il lavoro del team Californiano che non è di certo famoso per cifre faraoniche dietro lo sviluppo un 9 è più che meritato. Grazie per avermi fatto riscoprire la bellezza degli RPG, non ne usciva uno così bello da troppo, troppo tempo.

La recensione è presente anche su OpenCritic

This post was published on 22 Ottobre 2019 12:00

Daniele Di Egidio

Daniele Di Egidio è il creatore di Player.it e vicedirettore della testata. Videogiocatore da quando ha memoria, prese in mano il primo joypad nel lontano 1997 su un fiammante Super Nintendo regalato dal fratello, da li arrivò l'amore per il mondo del gaming. Dai lontani primi anni 2000 fino ad adesso ha giocato oltre cinquecento titoli, dal retrogaming ai giochi contemporanei, predilige i moba come Dota 2, gli sparatutto classici e i giochi di strategia. La sua fissa attuale è per MTG Arena. Decise di fondare Player con uno scopo ben preciso, portare i giocatori di ruolo "analogici" nel mondo del digitale e viceversa, infatti le due realtà difficilmente in Italia hanno un luogo dove incontrarsi e imparare vicendevolmente la magia che c'è dietro un GDR o un videogioco single play. Al di fuori del mondo del gaming Daniele è un fotografo ben ambientato nel mondo della fotografia dei concerti, ha fotografato in lungo e in largo per l'europa più di 1000 band di caratura mondiale, ha seguito artisti di fama mondiale in tour, è stato fotografo ufficiale di diversi festival da 50.000 e più ingressi e ha avuto diverse pubblicazioni con Metal Hammer italia e con MetalManiac negli anni passati. Ha militato per 8 lunghi anni in SpazioRock dove copre ancora il ruolo di fotografo ufficiale.

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