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Recensione Earth Defense Force: Iron Rain (PC)

L’entomofobia è quella paura irrazionale e timorosa che alcuni esseri umani provano nel confronto degli insetti. A differenza della paura normale, l’entomofobia provoca reazioni emotive decisamente più forti del classico schifo con tanto di ansia e attacchi di panico, come un po’ tutte le altre fobie specifiche. Chiunque sia tristemente dotato di questa paura è pregato di chiudere rapidamente l’articolo perché Earth Defense Force: Iron Rain è un gioco con un quantitativo indefinibile di insetti schifosi e terribili.

Se invece avete paura degli insetti ma avete anche una notevole voglia di massacrarli a colpi di armi da fuoco e altre mestizie di questo genere fate due passi indietro e tornate seduti dove eravate all’inizio del precedente paragrafo. Stavolta abbiamo per le mani un titolo in grado di soddisfare le vostre richieste malsane, dandovi l’occasione per prendervi la rivalsa su quel terribile gruppo di animali che tanto ha popolato gli incubi notturni.

Insettoni giganti, esseri mostruosi alieni, terribili mestizie provenienti dallo spazio profondo ed uno smisurato amore per tutto quello che nel mondo del cinema è considerato di serie B. Andiamo a vedere insieme perché Earth Defense Force potrebbe essere un buon punto di mpartenza per molti ed un capitolo così/così di una saga ormai davvero vecchiotta.

Breve storia di come siamo finiti a parlare di insetti giganti.

Earth Defense Force è una saga di videogiochi sviluppata da Sandlot originariamente appartenuta ad una categoria di videogiochi per Playstation 2 conosciuta come Simple, caratterizzata dal bassissimo budget di produzione. Il brand EDF, forte di una struttura di gioco particolarmente votata alla cooperazione, ha ottenuto l’amore dei videogiocatori giapponesi con vendite via via sempre maggiori, raggiungendo lo status di culto con dieci differenti titoli sparsi lungo dieci anni di storia videoludica.

Esistono cinque differenti iterazioni della cosìdetta “saga principale” e tre spin-off: Iron Rain è uno di questi ultimi per dei motivi che vedremo dopo. Nelle sue iterazioni principali il titolo è uno sparatutto in terza persona ibridato ad una specie di musou caciarone, nato per essere giocato in compagnia con gli amici online o su split screen. Queste avventure, ambientate in livelli molto vasti quasi completamente distruttibili, ricordano da vicino l’epica dei kaiju giapponesi, con mostroni giganteschi che abbattono la città mentre i soldati cercano in ogni modo di scacciarli via suon di proiettili e veicoli; tutto ciò è condito da una quantità gargantuesca di armi da poter utilizzare, con classi differenti e meccaniche di gioco relativamente semplicistiche.

EDF in sostanza non si prende sul serio, non lo ha mai fatto e difficilmente lo farà nel corso della sua vita; Iron Rain, tra tutte le sue iterazioni è forse quella con più i piedi per terra. La motivazione è semplice: la software house dietro lo sviluppo del titolo non è la solita Sandlot ma è Yuke’s. Tale software house, tra quelle nipponiche, è forse quella più orientata verso un game design in grado di piacere agli occidentali grazie all’esperienza maturata da dieci anni di WWE Smackdon e questa scelta non è casuale; D3 Publisher dichiarò, all’annuncio del gioco, di voler tentare di sbarcare in occidente con un gioco creato per l’occasione.

Con l’arrivo del titolo su Steam è arrivato per noi il momento di valutare gli sforzi congiunti di publisher e software house e portarvi, per la prima volta allo sguardo, la follia della saga di EDF.

Pioggia di ferro.

La prima cosa che ogni appassionato di EDF ha notato avviando, per la prima volta, Iron Rain è il comparto grafico, di livello decisamente superiore alla media della saga (e nonostante tutto ancora lontano dalle tecnologie attuali). Yuke’s, nel tentativo di abbordare anche i giocatori occidentali ha deciso di puntare con forza sul comparto tecnico offrendo modelli poligonali migliori ed un sistema di illuminazione vagamente al passo con i tempi, dando modo a chi ha un pc vagamente performante di ammazzare insettacci e altri demoni pieni di zampe ed esoscheletri a sessanta frames al secondo. La versione Steam di Earth Defense Force Iron Rain è priva dei cali di framerate che affliggono la sua controparte Playstation 4 ed è sicuramente la versione da scegliere se si vuole giocare con un amico al proprio fianco in modalità split screen, in modo da poter sperimentare la completezza della follia del titolo.

Il comparto sonoro e quello ludico sono rimasti pressoché inalterati, con il primo che presenta ancora una colonna sonora non particolarmente memorabile con pezzi rock/metal d’accompagnamento che difficilmente si stamperanno nella memoria di chi gioca. Dal punto di vista ludico c’è invece da rimboccarsi le maniche perché, rispetto alle edizioni già conosciute del titolo, abbiamo differenze di carattere che smuovono le carte in gioco.

Iron Rain è leggermente meno caciarone, meno sopra le righe, meno giapponese; il titolo vede il suo sistema di classi rielaborato per essere più versatile, la sua attutidine al grind leggermente soffocata e, per la prima volta, vede un comparto narrativo che non sembra uscito dal peggiore film di Ed Wood che la storia abbia mai concepito. Durante 52 missioni (un po’ pochine, a dire il vero, se consideriamo che EDF 5 ha dalla sua più di centodieci missioni DLC esclusi) del titolo ci si ritroverà ad abbattere utilizzando un arsenale vasto come in pochi altri giochi formiche, ragni, coleotteri, mecha giganti, navi madre, aracnidi metallici e altre infinite forme di vite, con un caos e una devastazione figli dell’ibrido tra un musou ed uno sparatutto in terza persona.

Il gameplay si presenta al giocatore grossolanamente nello stesso modo: prima di cominciare una missione al giocatore verrà chiesto di scegliere che classe impersonare delle due inizialmente disponibili, verrà chiesto di portarsi dietro una coppia di armi fidate ed una serie di oggetti utilizzabili tra medikit e granate. Una volta in gioco, a seconda della propria classe ci si ritroverà con un comando di movimento specifico, uno scatto, un salto e tanti, tanti proiettili da scagliare ad alta velocità. Tra lanciamissili, fucili d’assalto o laser, spade fotoniche e altre mestizie, gli strumenti di morte in mano al giocatore finiranno per essere sempre nuovi, grazie anche al continuo rinnovo dato dai premi di fine missione che alzano continuamente l’asticella con danni aumentati, caricatori più capienti o esplosioni variopinte.

Sul campo di battaglia, tra un volteggio aereo ed una schivata ci ritroveremo a fucilare formiche giganti su formiche giganti, stando attenti a raccogliere risorse a terra e a non finire calpestati dal crollo di un qualche edificio abbattuto da troppi colpi di fucile. Il gameplay loop che ci si parerà davanti risulterà divertente di primo acchitto e finirà per risultare ripetitivo giusto per colpa dei punti salute dei nemici, sempre piuttosto elevati, che trasformano le varie missioni in epiche cavalcate di pazienza. Gli obbiettivi non si slanceranno mai nel mondo dell’originalità e chiederanno continuamente al giocatore di fare piazza pulita degli avversari presenti o di proteggere un dato obbiettivo; nemici complicati richiederanno strategie complesse mentre situazioni delicate richiederanno un minimo di strategia. Earth Defense Force non si prende particolarmente sul serio e non è giunto nel mondo dei videogiochi per innovare qualcosa, vuole soltanto divertire.

Provare a fare i seri e fallire miseramente.

Rispetto ai passati titoli della saga Iron Rain cerca di fare il serioso per la maggiorparte del tempo, raccontando una storia che cambia i connotati geografici della saga. Per la prima volta ad essere colpita dall’invasione degli aggressori è l‘america e, come tale, durante le nostre scorribande ci ritroveremo nei landscape tipici della cultura americana: dalle metropoli della west coast ai deserti del new mexico, lasciando al giocatore mappe interminabili ove sterminare formiche proiettile dopo proiettile.  Il comparto narrativo, dopo anni di vicende abbozzate, stavolta ha una forma ben definita con personaggi minimamente caratterizzati e critiche al mondo moderno, mantenendo un atmosfera scanzonata e sopra le righe; rispetto al vuoto pneumatico delle narrative precedenti quella di Iron Rain sfiora gentilmente la sufficenza, grazie ad una lore scritta con metodo ed a qualche siparietto simpatico che giustifica alcune delle missioni che andremo a giocare.

Più delicata è, stavolta, la progressione di gioco. Sebbene i fan storici della saga probabilmente avranno di che ridire, iniziare ad approcciarsi al brand con iron Rain non è del tutto aliena come scelta viste le modifiche fatte. Sostanzialmente, delle quattro classi storiche soltanto due risultano selezionabili durante le prime fasi della storia e le altre vengono pian piano rivelate e mostrate attraverso missioni ad ho; queste saranno potenziabili attraverso le monete che si otterranno in gioco, combinate alle tre tipologie di gemme energetiche che verranno rilasciate dai nostri nemici.

Dove il titolo brilla è nel suo comparto multigiocatore, specie se si ha un’amico abbastanza coraggioso con cui imbarcarsi in una missione senza ritorno da orde infinite di insettoidi mutanti. La campagna del titolo, nelle sue varie difficoltà, può essere giocata in completa solitudine, in cooperativa sul divano grazie allo split screen per due giocatori o online, con altri quattro giocatori. L’esperienza multiplayer da noi assaggiata è stata soddisfacente nonostante stanze non particolarmente popolate viste le tempistiche di recensione. A differenza della versione Playstation 4 non abbiamo avuto problemi di stabilita o problemi tecnici durante il gameplay e non abbiamo riscontrato particolari rallentamenti dovuti alla lag o a mestizie simili.

Il comparto multigiocatore del titolo prevede anche la presenza della prima modalità competitiva del brand: la modalità mercenari, in cui due squadre competono tra di loro per eliminare nello stesso tempo la maggior quantità di nemici possibili. Per complicare ulteriormente la questione c’è da dire che, tra una morte e l’altra, i giocatori possono cambiare equipaggiamento e potenziarsi attraverso le risorse trovate sul campo, dando così origine ad una modalità estremamente divertente se giocata con qualche appassionato del titolo.

Il fianco molle del divertimento.

La sostanza di cui è fatto Earth Defense Force è quella del divertimento stupido, della risata leggera, del ghigno di fronte alle esplosioni. Purtroppo, come spesso capita per titoli di questo tipo, molte sono le cose che non vanno esattamente per il verso giusto e che prendono una deriva pericolosa: quella dell’incuria. Earth Defense Force: Iron Rain è pieno di sviste e di scemenze che fanno un po’ rabbrividire, come l’intelligenza artificiale dei propri companion che rasenta il livello d’intelligenza dei sassi che trovate per strada o della scarsa sensazione di controllo che ci si ritroverà ad avere durante le fasi più esplosive. Alle volte ci capiterà di andare in missione e di dover resettare di colpo perché non si hanno le armi adatte contro determinati tipi di nemici, tutto per colpa di un sistema di briefing che non risulta informativo come si vorrebbe e che invece chiede al giocatore di eseguire il solito trial and error, qualcosa che speravamo di aver superato dopo quaranta anni di storia videoludica. Non esattamente la strategia migliore per conquistare fasce di pubblico avulse ai propri prodotti.

Il bilanciamento generale del titolo, inoltre, tutto è meno che ben fatto. Tra nemici che sono letteralmente muri di carne invalicabili e avversari che si abbattono solo dopo decine di minuti di fuoco insensato, se non si ha qualche compagno di squadra con cui dividere le sofferenze si finirà presto per gettare tutto il lavoro fatto all’aria, bollando il tutto come malfatto. Earth Defense Force: Iron Rain per poter accalappiare il pubblico occidentale, più che sulla grafica, doveva puntare sull’ammorbidire ancor di più la sua curva contenutistica senza ricadere nel farming e nell’iterazione delle stesse missioni ancora ed ancora.

Earth Defense Force: Iron Rain è un buon gioco, fatto apposta per quelli che si sono stancati dei soliti giochi super seriosi che mai si prendono il tempo per far ridere. I fan di vecchia data del brand probabilmente snobberanno a pié pari il titolo, andando a gustarsi tutta la succosità di EDF5 mentre quelli che per una prima volta vogliono approcciarsi al pazzo mondi di Sandloft potranno scegliere Iron Rain come punto d’ingresso per un mondo fatto di insettacci, armi e robottoni alti come palazzi. Fortunatamente l’arrivo del titolo su computer ne ha mitigato i difetti tecnici che si potevano osservare su Playstation 4, rendendo questa release la migliore attualmente sul campo.

This post was published on 15 Ottobre 2019 14:37

Graziano Salini

Perennemente alla ricerca di legami tra argomenti distanti tra loro, con una certa predilezione per musica e videogiochi. Faccio il possibile per fare in modo che ci siano meno errori di concetto possibili sugli articoli di Player.it, grande fan degli errori grammaticali invece, quelli fanno sempre ridere. Quando non sto amministrando questo sito lavoro mi occupo di spiegare cose difficili in maniere semplici su altri siti, su tematiche molto meno allegre dei videogiochi.

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